Mesagne. La telemedicina resta incomprensibilmente imballata In evidenza

Luglio 22, 2019 1790

telemedicinaL’ospedale “San Camillo de Lellis” di Mesagne

continua a far discutere la città per il suo potenziale medico-scientifico che non è sfruttato al meglio. Un esempio? Le attrezzature scientifiche di telemedicina che sono imballate e custodite nei magazzini. Speriamo solo che non si decida di attivarle quando saranno divenute obsolete. Come è avvenuto, ad esempio, con la tomografia assiale computerizzata, ossia la tac. Imballata per tanti anni e riattivata quando è ormai tecnologicamente superata. Sono le stranezze di una Azienda sanitaria locale che da una parte investe fior di milioni, a Mesagne saranno investiti oltre 13 milioni di euro nei prossimi anni, mentre dall’altra si tengono in stand-by strutture e attrezzature sanitarie. Un altro esempio? Il 17 luglio scorso presso il Punto di primo intervento territoriale mesagnese è giunto un operaio per una sospetta distorsione al piede sinistro. Non ha potuto eseguire una semplice radiografia perché il reparto era chiuso. Si è dovuto rimettere in auto e farsi accompagnare presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi. Il tutto sotto gli occhi imbarazzati del direttore generale Giuseppe Pasqualone, il direttore sanitario, Andrea Gigliobianco, e il direttore sanitario del presidio mesagnese, Michele Morgillo. Un semplice esempio di come a Mesagne funzionano i servizi sanitari essenziali. L’impressione è che qui la gestione del personale è piuttosto discutibile. Da tempo, ad esempio, si aspetta un medico-anestesista che possa imporre un’accelerazione ad alcuni servizi. Poi c’è la mancata messa in funzione della tac con il mezzo di contrasto che stenta a partire per mancanza di personale. Anche se, secondo indiscrezioni, c’è personale che da Mesagne è disposto a recarsi presso il reparto di Radiologia di Brindisi per incrementare il servizio agli utenti. Naturalmente un servizio che svolgerebbero con erogazione di un bonus economico. Poi c’è l’Ospedale di comunità, che non lavora a pieno ritmo, la cui gestione è stata discussa dal comitato medico a seguito della lagnanza di alcuni medici di base che non riescono a far svolgere visite specialistiche ai propri pazienti poiché la direzione sanitaria locale li centella con il contagocce. Sul fronte delle notizie c’è anche quella del personale dei day-surgery che terminano il lavoro alle 14. Però c’è anche il turno pomeridiano che è svolto in assenza di pazienti. Infine, ci sono delle figure infermieristiche impiegate ai front office e necessarie, al contrario, negli ambulatori e reparti dell’intera Asl brindisina che sono a corto di personale. Un cambio di mansione non contrattualizzata. Però, ancora una volta incomprensibilmente, non si possono spostare. “Come massima autorità sanitaria locale – ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli – ho chiesto al direttore Pasqualone un punto della situazione del nosocomio mesagnese. Rappresento gli interessi della nostra comunità e per tali motivi ho chiesto al direttore impegni concreti”. E il direttore Pasqualone ha assicurato il sindaco che a settembre sarà pronta la piastra ambulatoriale con un ventaglio di specialisti. Inoltre, sempre a settembre, partiranno i lavori per l costruzione dell’hospice.