i consiglieri di opposizione si sono allontanati dall’aula durante le comunicazioni del sindaco Toni Matarrelli. Ieri sera, in conferenza stampa, ne hanno spiegato i motivi. “Lo abbiamo fatto non già per disprezzo verso le istituzioni, o per la volontà di sottrarci ad un confronto democratico nel Consiglio comunale”, ha spiegato la capogruppo del Pd, Rosanna Saracino -. È vero, semmai, il contrario: ci siamo ribellati alla mancata iscrizione all’ordine del giorno del punto sulle determinazioni che intende assumere il sindaco in seguito alla nota prefettizia sui consulenti politici”. La richiesta di portare questo argomento in Consiglio era stata sottoscritta da cinque consiglieri comunali e, precedentemente, nel Comune di Mesagne, ad una simile richiesta non era stato opposto un diniego. “Riteniamo che questo episodio denunci una insopportabile parzialità del presidente del Consiglio, che non si è reso garante del diritto di iniziativa di ogni consigliere comunale cosi come la normativa vigente gli impone”, ha continuato la consigliera Saracino -. Né ci si può nascondere dietro al fatto che questo argomento fosse già oggetto delle comunicazioni del sindaco, dal momento che lo strumento delle comunicazioni restringe molto il dibattito, concedendo una replica di pochi minuti ad un solo consigliere per gruppo e non prevendendo la possibilità di presentare ordini del giorno sui quali il Consiglio si esprime con un voto”. Contrariato anche il consigliere Francesco Rogoli: “Riteniamo che fosse nostro diritto conoscere quali saranno le determinazioni del sindaco dal momento che la nota prefettizia richiama inequivocabilmente il Comune di Mesagne a prendere iniziative al fine di garantire “la regolarità dell’azione amministrativa” al momento, secondo noi, violata”. La nota della prefettura, cui fa riferimento il Pd, tra l’altro recita: “il Ministero dell’Interno ha rilevato che, nel caso di specie, difetterebbe l’esistenza di un apposito regolamento comunale che disciplini in modo specifico la modalità di promozione e partecipazione attiva della cittadinanza. Infatti, non appare esimente il richiamo operato negli atti di conferimento degli incarichi in parola all’articolo 98 del vigente regolamento comunale sull’organizzazione degli uffici e dei servizi in quanto detto articolo riguarda gli incarichi di studio, ricerca e consulenza e non anche le forme di collaborazione diretta dei cittadini su base volontaria come sopra delineate. Da ciò discende la necessità che il Comune di Mesagne adotti il richiesto regolamento, al fine di garantire la regolarità dell’azione amministrativa”. Rogoli ha, quindi, concluso: “Ciò significa che è messa a rischio la legittimità di tutti gli atti che i consulenti politici del sindaco pongono in essere dal momento che accedono ai documenti non come sarebbe consentito ad ogni normale cittadino, utilizzano e si servono di ambienti e strumenti dell’ente e, in contrasto con gli stessi decreti di nomina, svolgono funzioni che sono riconducibili allo status di un Amministratore. Relazionano nelle commissioni e nei consigli comunali, rappresentano l’Amministrazione nelle manifestazioni”.
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