immaginare che il momento degli auguri per la prima Pasqua, da primo cittadino, sarebbe potuto diventare l’occasione in cui ribadire i comportamenti da mettere in pratica per sconfiggere i pericoli di un’emergenza epidemica. A tal proposito, ricordo ancora una volta l’importanza di tutte le prescrizioni, a partire da quella di rimanere in casa - rinunciando ai pranzi con le famiglie allargate così care alla nostra tradizione, alle uscite che le belle giornate indurrebbero, alle visite ai parenti e agli amici - che occorre continuare a rispettare, perché dimostrano di essere, anche per la nostra disciplinata comunità, l’unico strumento efficace contro la diffusione e i gravi pericoli del virus Covid-19. Tale premessa potrebbe far pensare che scambiarci gli auguri in questo momento sia inutile, poco consono alle difficoltà enormi che in tanti stanno vivendo, fuori luogo rispetto alle paure che ci toccano tutti. Penso altro invece: di auguri ne abbiamo bisogno e tanto. Perché è Pasqua, una festa dal significato sofferto, che rimanda alla possibilità di vincere il dolore realizzando la speranza e la rinascita. E’ una Pasqua diversa, certo che sì: non possiamo abbracciarci, neppure incontrarci. Ripartiamo da questo scambio negato per apprezzare i valori della solidarietà e della vicinanza di sentimenti da nutrire a distanza, attendendo con fiducia che questo difficile momento passi. Nel frattempo avremo imparato ad apprezzarci un po’ di più e ad apprezzare anche le piccole gioie e le libertà date fino a questo momento per scontate. Buona Pasqua, a tutti voi. Un augurio speciale ai bambini, per la loro innocente pazienza.
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