scegliendolo come proprio candidato sindaco, per cercare di mantenere il primato di par-tito di maggioranza relativa. Mingolla, la sua candidatura è stata abbastanza travagliata. Il Partito democratico in questa legislatura ha cambiato tre segretari cittadini, molto giovani, ha avuto un turnover di assessori e consiglieri a livello di amichevole estiva di calcio.
Non crede di trovare un partito molto spuntato?
“Assolutamente no. Il Partito Democratico è il primo partito della nostra città, un partito che ha una forte dialettica interna, in grado di consolidare la sua identità attraverso il dialogo, sempre e comun-que costruttivo. Come ha ben detto, abbiamo avuto dei segretari giovani, è vero, perché siamo un partito che mette i giovani al primo posto, motivo per il quale è doveroso dar loro spazio, ascoltarli e dare loro la possibilità di crescere, anche politicamente, per contribuire a migliorare, con le loro idee fresche e pulite, la nostra città”.
Lo scontro frontale con la coalizione guidata da Pompeo Molfetta rischia di far uscire, nume-ricamente parlando in termini di consiglieri, ridimensionato il suo partito. Non sarebbe stato più conveniente cercare un accordo con Molfetta?
“Non credo affatto che il Pd rischi un ridimensionamento nella prossima tornata elettorale. Sicura-mente l’accordo con Pompeo Molfetta avrebbe aggregato insieme tutte le forze del centro sinistra. Quello che posso dire è che il Pd si è speso molto per verificare la possibilità di un percorso comune. L'alleanza con Progettiamo Mesagne è saltata all'ultimo momento".
Se ci sarà un accordo nell'eventuale ballottaggio come la spiegherà al suo elettorato un'alleanza con partito che in questa legislatura ha molto battagliato contro l'Amministrazione uscente?
“Questo è il momento di rimboccarsi le maniche, ascoltare la gente, pensare idee nuove e soluzioni da proporre, aggregare energie intorno ad un progetto che sia concreto e realizzabile. E’ un momento che non deve essere riduttivamente quello della ricerca del voto e del consenso, ma quello fondamentale della pianificazione: occorre ripensare la nostra città ripartendo dalle priorità sentite dalla gente. Se si dovesse arrivare al turno di ballottaggio, faremo la nostra valutazione su possibili alleanze, niente sarà deciso prima”.
Perché l’elettore dovrebbe votarla?
“Almeno per due motivi. Il primo è perché credo di aver dimostrato, anche attraverso le mie esperienze precedenti, il profondo amore per Mesagne e il rispetto per i cittadini, le cui aspettative per una città migliore vanno poste al primo posto. Secondo, per il partito che rappresento, i cui ideali di uguaglianza e democrazia hanno fatto la storia di questo paese e permesso negli anni che la nostra città raggiungesse importanti traguardi. Su questa storia, ma anche sull’innovazione e sulla sostenibilità necessarie a fare il salto in avanti di cui oggi Mesagne ha bisogno, sarà costruito il programma politico che prestissimo proporremo ai nostri concittadini”.