circa i voti di preferenza, pur tra non poche difficoltà dovute alla consegna dei plichi delle varie sezioni e delle contestazioni scaturite, hanno premiato e deluso. D’altronde come sempre accade in questi casi. Il dato maggiormente evidente è il flop politico di Forza Italia che ha ottenuto 435 preferenze. Nel 2010 come Pdl aveva ottenuto 1.530 preferenze. Il candidato sindaco, Sabrina Didonfrancesco, ha raggiunto il 5,44 per cento pari a 867 voti, compresi quelli della lista “Noi con Salvini”. Debacle frutto, probabilmente, della frattura interna che si è consumata nel partito azzurro prima con la fuoriuscita di una gran parte della dirigenza confluita in “Mesagne futura” e poi nelle ultime settimane con parte dei candidati consiglieri ai quali Didonfrancesco avrebbe inviato sms infuocati. La resa dei conti è per i prossimi giorni quando l’ex candidato sindaco dovrà confrontarsi, con numeri alla mano, con i dirigenti del partito. Intanto, all’indomani del voto Sabrina Didonfrancesco ha dichiarato: “Ringrazio tutti gli elettori per l’impegno profuso e per la scelta fatta nei miei confronti. Grata del risultato, pur senza una reale vittoria, continuerò, con impegno e sacrificio, a fare una sana opposizione per il bene della città”. Nel frattempo è partita la corsa per il ballottaggio, tutto interno al centrosinistra, e già si fanno le prime ipotesi sulla formazione del nuovo Consiglio comunale. In caso di vittoria Pompeo Molfetta potrebbe contare su 10 consiglieri: Matarrelli, Vizzino, Mingenti, Lenoci, Cesaria, Catanzaro, Piro, Esperte, D’Ancona e potrebbe entrare Semeraro. Se perde gli toccano solo 5 consiglieri. Degno di nota il ritorno in Consiglio di Maurizio Piro, già assessore al Turismo e Cultura con la giunta Sconosciuto, particolarmente apprezzato in città in virtù delle attività promosse durante il suo mandato di cui la città ha goduto anche nelle passate legislature. “Il progetto di Pompeo Molfetta poggia esclusivamente su un unico interesse – ha spiegato Piro – di fare rinascere la città e non i partiti che con le loro logiche di potere hanno messo in crisi la crescita di Mesagne. Molfetta è uno straordinario esempio di attaccamento alle proprie radici e alla propria città”. Con Mingolla, invece, ritornano in Consiglio Rosanna Saracino, Fernando Orsini, Giuseppe Indolfi e Sergio Guarini. Importante per Mingolla resta l‘apparentamento con altre liste. Magari con la coalizione di Emilio Guarini che, in questa fase, potrebbe diventare l’ago della bilancia. Eventualità che, tuttavia, subito dopo il voto Mingolla ha escluso poiché, ha detto, è una partita che si gioca direttamente tra lui e Molfetta. Sarà la città a scegliere tra i due. Naturalmente, quelle appena espresse sono solo alcune delle tante ipotesi che in queste ore si stanno facendo nelle sedi dei partiti in attesa del fatidico giorno, il 14 giugno, quando i mesagnesi ritorneranno alle urne per scegliere il sindaco della “rinascita” che li guiderà nei prossimi anni.
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