La pista ciclabile per guardare lontano

Luglio 26, 2015 3387

pista ciclabile utilizzta per parcheggiareLa pista ciclabile di che trattasi fu fatta

credo quale primo tassello di altri che sarebbero venuti, al fine di realizzare una mobilità sostenibile, avendo alla base una visione di città moderna, alternativa ed ecologica. Grandi Idee, lodevoli e condivisibili. Ma non ci sono stati gli altri tasselli e la pista è stata realizzata, come altre opere ( campo sportivo della “tagliata”), con supponenza e spirito autoreferenziale dalla classe politica che ha governato Mesagne negli ultimi anni. Come al solito non sono stati messi nelle condizioni di intervenire i cittadini, gli addetti ai lavori a vario titolo interessati, le associazioni se non qualcuna di riferimento, e tanti altri protagonisti della via cittadina. Ma qui non si vuole perdere tempo per quello che sarebbe dovuto essere e non è stato! Pertanto credo che il rappresentante politico ( che deve essere sempre migliore di chi lo vota, o almeno deve provare ad esserlo!) deve avere l’ambizione di guardare lontano, far progredire la comunità in cui vive, non adagiarsi a fotografare l’esistente. Vale a dire che fare spazio al popolo dell’automobile, che molto fruisce della via Marconi e che spesso -va detto- utilizza l’auto impropriamente, ha come obiettivo quello di aumentare la sua velocità di crociera sulla via Marconi, sebbene tutte le strade portino a “Roma”. Tuttavia o per noncuranza o perché gran parte delle auto sono provviste di pilota automatico predeterminato, nel corso degli anni, nonostante la pista ciclabile, presso che lo stesso popolo di automobilisti ha percorso la via Marconi per lo più in direzione centro. E continua! Una volta gli abitanti della zona ex campo sportivo/seta ( in genere della periferia) quando dovevano portare i figli in villa comunale dicevano “scindimu alla villa”, che valeva andiamo in villa, a piedi ovviamente. Passeggiate indimenticabili di genitori con i figli. Ora “scindimu alla villa” sta che tutta la famiglia si abbarbica in auto e va a scorrazzare nei dintorni della villa, via Granafei, Carmine, Marconi ecc.ecc. Senza voler indugiare in analisi sociologiche, di sicurezza stradale e salute pubblica, per cui non mancherà il tempo e l’occasione vado subito al sodo : E’necessario immediatamente un piano del traffico che scoraggi l’utilizzo dell’automobile ed incentivi l’uso della bici. Pertanto lancio alcuni input, spero utili per aprire una discussione e fare concretamente qualcosa: 1. realizzazione del senso unico di marcia con direzione centro su via Marconi, da via Galvani a via M. Svevo, mantenendo la sosta su un lato; 2. allargare e proteggere adeguatamente la pista ciclabile esistente ed allungarla sino alla Piazza Vittorio Emanuele II; 3. realizzazione del senso unico di marcia di via Brindisi con direzione periferia da via Federico II a via D. Chiesa, possibilità di sosta su un lato e possibilità di circolazione a doppio senso per le bici; 4. senso unico di marcia, con direzione Federico II Svevo, di S. Lorenzo e F. Vita da via Gorizia a via Federico II. Non mi soffermo sulle conseguenti (minime) modifiche che potrebbero interessare le vie laterali e adiacenti a quelle suddette. Un altro discorso bisognerà fare per la zona Municipio, ma oggi non mettiamo troppa carne a cuocere. A questo servono oculati, studiati e discussi Piani del Traffico. Aggiungo per i più pavidi che in Paesi come S. Pancrazio e S. Vito dei Normanni già da alcuni anni hanno fatto scelte viabilistiche forti. Mesagne deve fare di più e meglio. Infine mi sento di chiedere al Sindaco Molfetta di sospendere qualsiasi decisione sulla pista ciclabile, di non ascoltare la pancia, bensì il cuore ed i cervello. Lo può fare convocando subito gli “Stati Generali” della nostra Comunità : partiti, movimenti politici, associazioni, sindacati, ordini professionali, commercianti, artigiani, comitati di quartiere, tecnici comunali, Comando di Polizia Locale, Istituzioni scolastiche, cittadini che vogliono partecipare ad un ragionamento complessivo su una Idea di città nuova. In cui gli Uomini e le Donne, i Bambini e gli Anziani possano viverla con i loro tempi e le loro forze, non assediati dalla prepotente ferraglia a motore.

Rodrigo di Castiglia