a una manifestazione storica organizzata a Mesagne da ben tredici anni non è piaciuta a Progettiamo Mesagne che ha inviato la sua protesta ufficiale al sindaco Molfetta reo, secondo loro, di essersi allineato al volere dell’ordine religioso. “Non occorre entrare nel merito delle pretese e dei diritti rivendicati da entrambi, che certamente meritano di essere valutate attentamente nelle sedi più adeguate, ma è impensabile che un ordine religioso possa imporre, arbitrariamente e d’autorità alla vigilia dell’evento, una variante al percorso seguito da una manifestazione storica e culturale nostrana, consolidata nel tempo e patrocinata fra l’altro dalla stessa Amministrazione comunale, senza, tra l’altro, che sia stata accertata preventivamente la fondatezza dei diritti accampati”, ha tuonato il coordinatore di Progettiamo Mesagne, Antonio Calabrese che ha invitato l’arcivescovo Caliandro a esprimersi su questa vicenda. Intanto anche gli storici locali sono in fibrillazione su una censura ritenuta “incomprensibile” che getta un’ombra equivoca sull’ordine religioso. “La vicenda della “Fiera Franca”, scoppiata negli ultimi giorni, riconferma l’assoluta debolezza con cui il sindaco Molfetta affronta le questioni che interessano il nostro territorio”, ha aggiunto Calabrese. Alla base della diatriba c’è un presunto diritto rivendicato da padre Enrico Ronzini, priore della Curia Provincializia dei frati Carmelitani dell’Antica Osservanza e parroco della Basilica del Carmine, sul nome della manifestazione stessa e sulla sua matrice storica. “Rivendicazione che si è tradotta in un vero e proprio veto comunicato da Padre Enrico al sindaco e agli assessori di riferimento e imposto all’associazione “Gruppo Storico Città di Mesagne”, organizzatrice dell’evento, di non fare riferimento al nome di San Michele Arcangelo e alla Fiera Franca durante la rievocazione storica prevista per i prossimi 27 e 28 agosto, imponendo addirittura una modifica del percorso e dell’itinerario seguito e consolidatosi nel tempo”, ha continuato il coordinatore secondo cui “il sindaco è intervenuto con una soluzione a suo dire di “pacificazione” invitando gli organizzatori della manifestazione storica ad adeguarsi “semplicemente” alle volontà del Priore e a cambiare nome e strada”. Per Calabrese la soluzione “certamente non può definirsi di compromesso e stando alle posizioni assunte dal sindaco, in questo primo anno e mezzo di consiliatura, su vicende ben più complesse, come rifiuti, Arneo, ospedale, solo per citare alcuni esempi, non ci si poteva aspettare un atteggiamento diverso. Ancora una volta il primo cittadino ha preferito indossare le vesti di Pilato non assumendo alcuna posizione”.
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