non va giù la censura adottata dal priore dei frati Carmelitani, con il placet del sindaco Molfetta, sulla gestione della "Fiera medievale franca" che si svolgerà domani a Mesagne. Così, mentre la chiesa locale e diocesana sulla vicenda non hanno proferito parola, aumenta il malessere nella società civile per un'imposizione mal digerita. "Ci pare che Molfetta, a proposito della vicenda che ha visto contrapporsi l’Ordine dei Carmelitani e gli organizzatori della “Fiera Medievale Franca” che si terrà a Mesagne domani e domenica 28 agosto, abbia dismesso i panni del sindaco e indossato quelli del censore", ha riflettuto Francesco Rogoli rampante e giovane segretario del Partito democratico secondo cui "è inaccettabile la soluzione imposta dallo stesso Molfetta, in ossequio a quanto si chiedeva nella missiva inoltrata al Comune da padre Enrico Ronzini, in qualità di Superiore Provinciale dei Carmelitani, che prevede di non fare più riferimento a San Michele Arcangelo e vieta al corteo di percorrere la strada adiacente al Santuario del Carmine. Come si può, non sussistendo motivi di ordine pubblico, impedire al corteo di percorrere quella strada?". Questo è ciò che ci si è chiesto in città. Un ordine religioso, senza autorità civile, ha imposto all'istituzione locale una censura pubblica inaccettabile con il tacito consenso del primo cittadino. "Non è certamente di nostra competenza, e sicuramente non rientra tra le prerogative del sindaco, stabilire chi può fare o no riferimento a San Michele Arcangelo, e senza addentrarci nella diatriba riteniamo quanto meno singolare che un ordine religioso inviti un’autorità civile quale il sindaco a intervenire per impedire agli organizzatori di usurpare un diritto proprio dei religiosi", ha fatto notare il segretario del Pd che ha precisato che "siamo agli “editti Mesagnesi” al tempo della Chiesa di Francesco: un paradosso". Le prime edizioni della "Fiera Medievale Franca" in onore di San Michele Arcangelo si sono svolte in piena collaborazione tra le stesse associazioni, Gruppo storico Città di Mesagne, Meghy Costumes d’Epoque e altre, e il Santuario del Carmine, è sufficiente riprendere il programma degli eventi di qualche anno fa per una facile verifica. "Ciò che più sconvolge in questa vicenda è il comportamento del sindaco - ha continuato Rogoli - il quale, evidentemente, dopo un anno non ha compreso quale sia il suo ruolo. Dovrebbe infatti pretendere più rispetto per l’istituzione che è chiamato a rappresentare e per le iniziative che per sua volontà il Comune patrocina, salvo poi essere da egli stesso mutilate a pochi giorni dal loro svolgimento". Non è tutto poiché il Pd ha chiesto rispetto anche per tutti coloro che sono impegnati nell'evento storico. "Molfetta dovrebbe rispettare di più i suoi concittadini impegnati nell’associazionismo, nel volontariato, che solo qualche mese fa egli stesso ha insignito di un riconoscimento civile per l’impegno in favore della città, si tratta di Margherita Ignone presidente dell’associazione “Meghy Costumes d’Epoque”, e nell’organizzazione di eventi che ogni anno portano a Mesagne cittadini e associazioni da tutta la Puglia per due giornate. Rogoli, e il Pd sono amareggiati per questa vicenda. "Il sindaco dovrebbe comprendere che per costruire partecipazione attiva dal basso sarebbe sufficiente non demolire quella che già c’è e che si prodiga per la città, e continua a farlo nonostante tutto, da molto prima che egli diventasse primo cittadino".
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