Redazione
COLDIRETTI PUGLIA, ADDIO A 333 STALLE IN 4 ANNI
Negli ultimi 4 anni hanno chiuso i battenti in Puglia 333 stalle, a causa dell’effetto combinato dei cambiamenti climatici e dell’aumento vertiginoso dei costi di produzione e gestione, dei bassi prezzi pagati agli allevatori e dell’assedio degli animali selvatici. E’ quanto emerge dal rapporto “La Fattoria Puglia a rischio crack” diffuso dalla Coldiretti Puglia, in occasione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali, sulla base di dati dell’Anagrafe nazionale zootecnica in occasione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali, con il presidente della Coldiretti di Bari, Mirko Raguso, il presidente Saverio Losavio e i consiglieri di Putignano, il Sindaco di Putignano Luciana Laera ed il presidente della Fondazione Carnevale di Putignano, Carmela Curci che insieme hanno rievocato anche il tradizionale passaggio di consegne con cui si apre ufficialmente il Carnevale di Putignano.
Agonia lenta e al momento introvertibile per il settore lattiero, con le stalle da latte in Puglia passate da 2.311 a dicembre 2019 alle 1.978 a giugno 2023, una perdita incolmabile causata dall’aumento dei costi di produzione e gestione, a cui non corrisponde più una equa remunerazione del prezzo del latte alla stalla, che non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori, per cui anche l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia aveva annunciato controlli stringenti lungo la filiera lattiero – casearia, un pugno duro necessario a mettere freno allo scenario critico sul prezzo del latte che si è nuovamente venuto a creare in Puglia, mentre il prezzo del latte spot, normalmente un acquisto momentaneo per sopperire alla mancanza di latte.
Occorre fare ricorso al decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti, che prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento, non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione.
Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e quasi 20 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – insiste Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.
Serve intervenire urgentemente per salvare la “Fattoria Puglia”, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – incalza Coldiretti Puglia – appena 2mila stalle per la produzione di latte, decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.
Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere – conclude Coldiretti Puglia – spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.
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Mesagne. Stazione ferroviaria ristrutturata per accogliere l'Aipd
Restyling quasi completato della stazione ferroviaria di Mesagne che è ritornata a risplendere e respirare i fasti di un tempo. Soddisfazione per i lavori eseguiti dalla società Rete ferroviaria italiana è stata espressa dal sindaco della città di Mesagne, Toni Matarrelli, e dalla presidentessa dell’Associazione italiana persone down, Stefania Calcagni, cui è stata affidata la gestione dell’immobile. Ancora poche settimane, dunque, e la struttura potrà essere operativa e fruita. “La stazione ferroviaria – ha spiegato Matarrelli - finalmente è libera dalle impalcature ed è stata rimessa a nuovo dalle Ferrovie dello Stato: è l’immagine simbolo di una stagione che si apre. Nei prossimi mesi, prenderanno il via tutti cantieri programmati e finanziati dal Pnrr, Mesagne si fa ancora più bella e funzionale”. A gestire la struttura sarà l’Aidp, che ha sede a Brindisi nell'ex ospedale Di Summa in cui dirige un centro diurno, che in questo modo ha l’occasione di potenziare l’offerta dei servizi nei confronti degli associati. L'obiettivo del progetto è di ricreare spazi domestici dove i ragazzi possano essere aiutati ad acquisire le autonomie personali che riguardano l'abitare.
Dell'autonomia nell'igiene personale alla preparazione di un pasto, dall’organizzazione alla sistemazione e pulizia degli spazi abitativi, dalla scoperta del territorio circostante all'organizzazione della spesa, fino alla capacità di dormire qualche notte, preferibilmente nei weekend, lontano da mamma e papà in compagnia degli amici. Il gruppo, infatti, sarà il vero motore che spinge i ragazzi ad affrontare le difficoltà dovute alla loro particolare condizione. Ma il progetto redatto per questa riqualificazione, oltre alla parte laboratoriale, prevede la creazione di un luogo dove i ragazzi possano organizzare in autonomia il loro tempo libero, per vedere insieme un film, mangiare una pizza, passare insieme le serate, avere un punto di partenza per organizzare uscite e attività in città. “Il progetto ha preso avvio nel 2020 nel pieno della pandemia, quando ci siamo resi conto che i ragazzi avevano bisogno di ampi spazi, sia fisici che di progettazione – ha spiegato la presidente provinciale di Aipd, Stefania Calcagni -. La stazione ferroviaria di Mesagne faceva al caso nostro poiché collocata in una zona strategica, in cui sono presenti molti servizi a noi necessari. Appena diventerà operativa nella struttura ci sarà lo sportello informativo a disposizione delle famiglie che hanno in casa persone down cui potranno rivolgersi per risolvere diverse problematiche legate alla disabilità. Infine, ci saranno anche alcuni laboratori di autonomia, fulcro della metodologia Aipd, con uno sguardo particolare rivolto a tutto ciò che concerne la vita indipendente”. Il progetto dell’Aipd è stato sposato anche dall’Ambito territoriale di zona Br4 il cui presidente, Antonio Calabrese, ha commentato: “E un sogno che si realizza, quando il pubblico e il privato si mettono insieme nel nome della solidarietà. Siamo certi che questo luogo sarà importante non solo per Mesagne, ma per l’intera provincia”.
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Ruba il portafoglio a un autista della Stp, arrestato. Tre persone denunciate a Mesagne
La Polizia di Stato, nel fine settimana appena trascorso, durante servizi straordinari di controllo del territorio per la prevenzione e repressione in particolare dei reati contro il patrimonio e lo spaccio diffuso di stupefacenti, disposti dal Questore di Brindisi, Annino Gargano, nei territori di Ostuni e Mesagne, ha arrestato un trentaseienne barese in trasferta nella Città Bianca, già noto alle Forze dell’Ordine, e deferito in stato di libertà tre residenti di questa provincia.
In particolare, il personale del Commissariato di P.S. di Ostuni ha colto in flagranza l’autore del furto aggravato di un borsello ai danni di un autista della Società Trasporti Pugliesi (STP), mescolatosi tra i passeggeri sul bus. L’uomo, è risultato, altresì, evaso dagli arresti domiciliari che stava scontando in un comune barese sempre per reati contro il patrimonio commessi due giorni prima. È stato quindi arrestato dal personale di quel Commissariato e, su disposizione del Pubblico Ministero, sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere a Brindisi.
Durante le attività di controllo, a seguito di perquisizione domiciliare, un mesagnese è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo hashish e un bilancino di precisione e pertanto deferito da personale del Commissariato di P.S. di Mesagne all’A.G. per detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio. Altre due persone sono state denunciate, sempre dagli operatori della Squadra Volanti di quell’Ufficio, durante un posto di controllo sulla SS7 all’altezza dello svincolo di Mesagne Centro, a seguito del quale sono stati trovati in possesso di strumenti di effrazione (un coltello con lama modificata tipo “spadino” e un grimaldello occultato in una scarpa), potenzialmente utili a commettere reati di effrazione in abitazioni e veicoli, oltre al possesso di oggetti atti ad offendere.
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Avanzamento lavori ex mercato coperto
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Fasano, anche quest’anno il Comune aderisce a «M’Illumino di meno 2024».
S. ANTONIO: COLDIRETTI PUGLIA, E’ BOOM IN PUGLIA DI ANIMALI DOMESTICI; SONO 700MILA
S. ANTONIO: COLDIRETTI PUGLIA, E’ BOOM IN PUGLIA DI ANIMALI DOMESTICI; SONO 700MILA.
E’ boom in Puglia degli animali da affezione, soprattutto cani e gatti per un totale di 700.856 esemplari, ma la Puglia è anche una delle regioni più colpite dal fenomeno grave e triste dell’abbandono degli animali con un aumento del 20% nell’estate 2023. E’ quando emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sui dati della banda dati dell’Anagrafe Animali d'Affezione del Ministero della Salute, che conta in Puglia 626.204 cani, 74.627 gatti e 25 furetti, in occasione della tradizionale benedizione di SantAntonio Abate, il Patrono degli animali che il 17 gennaio vede il ripetersi del rito della benedizione della variegata moltitudine di esemplari presenti nelle case, nelle stalle, negli ovili e nei pollai come a Putignano nella Masseria Foggiagrande, con gli animali della Fattoria Puglia che popolano le campagne e le stalle.
Oltre una famiglia pugliese su tre (40%) ospita animali da compagnia, dato superiore a quello nazionale che si ferma al 33%, con il 62% di chi ospita animali domestici che spende mensilmente tra i 30 e i 100 euro – evidenzia Coldiretti – e solo il 19% meno di 30 euro mensili, mentre il 15% di chi ha un animale gli dedica un budget che va dai 100 ai più di 300 euro al mese, secondo l’Eurispes. Ma c’è anche un 4% che sborsa più di 300 euro, una percentuale praticamente triplicata rispetto all’anno precedente.
Sull’amore dei pugliesi per cani e gatti pesa però anche il business criminale legato al mercato nero che, fra allevamenti clandestini in Italia e arrivi illegali dall’estero, coinvolge oltre 400mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Osservatorio Agromafie. I trafficanti documentazione contraffatta che attesta la falsa origine italiana degli animali e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti, con i cuccioli il più delle volte trasportati nascosti e pressati dentro contenitori, doppi fondi ed altri ambienti chiusi, stipati in furgoni e camion che percorrono lunghi tragitti.
Ad esserne colpiti – continua Coldiretti – sono, oltre che gli allevatori ed i rivenditori onesti, in primo luogo gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti ed abusi. Quello dei cuccioli clandestini – conclude la Coldiretti – è un commercio che talvolta si realizza anche con la complicità di chi ricicla nel mercato legale animali di provenienza illegale.
Forza Italia, sul caso Nettis, chiede aperta riflessione sulla posizione della politica locale
LO SVILUPPO DI BRINDISI CITTÀ TRAINO PER L’INTERO TERRITORIO
Le vicende e le vertenze che interessano il territorio brindisino in queste prime settimane dell’anno sorprendono per quanto siano numerose e varie. Non vi è settore risparmiato dal rischio di perdere decine, centinaia, di posti di lavoro con la conseguenza di arretrare di molto la qualità della vita ed il benessere di famiglie e cittadini brindisini. Il nostro Sindacato, nelle sue varie Categorie, segue con attenzione e puntualità ognuna di queste mentre di tutte colpisce la costante criticità della città di Brindisi, delle sue infrastrutture, asset e Istituzioni. Difficoltà che si riversano sull’intero territorio. Una crisi sistemica del capoluogo talmente rilevante e diffusa da poter riflettere come la crisi del territorio brindisino sia nei fatti la crisi della città di Brindisi.
Se non riparte la risorsa Agricoltura a Brindisi città – con la definizione di annose questioni come la lotta alla Xylella degli ulivi, la logistica per la commercializzazione e l’export delle eccellenze agroalimentari, il tributo dovuto all’Arneo, il costo del lavoro e la ricerca di manodopera da parte delle Aziende Agricole - sarà complesso un riscatto del settore Primario brindisino e dei suoi lavoratori. Se la Transizione industriale in Brindisi città continuerà ad essere incerta negli investimenti e nei cronoprogrammi sarà l’intero territorio a pagarne le conseguenze. Se l’Ospedale Perrino continuerà ad avere moltissime carenze saranno i livelli di salute dell’intera provincia a risentirne. Se Porto ed Aeroporto di Brindisi continueranno ad essere una perenne «seconda scelta regionale» sarà l’intera economia del Grande Salento, da quella produttiva a quella culturale e turistica, a risentirne. L’elenco potrebbe continuare con Scuola ed Università, Artigianato, Commercio ed altri ancora.
La città capoluogo è di per sé traino, in positivo o in negativo, di un intero territorio e non soltanto per il ruolo «sulla carta» di capoluogo provinciale. Brindisi-città è riferimento imprescindibile, reale, per un territorio perfino più esteso dei suoi confini provinciali ma le sue potenzialità sono da troppo tempo inespresse.
Occorre una diffusa ed urgente presa di coscienza: non solo da parte delle Istituzioni locali - Comune, Provincia, rappresentati Istituzionali a vari livelli - ma anche e soprattutto da enti, organizzazioni e corpi intermedi che assieme esercitano una governance diffusa del territorio: dalle Associazioni Datoriali ai Sindacati, dalla realtà di base a quelle sociali e civiche, dalle parrocchie ai Centri Sportivi. Tutti, insieme, sono e rappresentano un pezzo importante di Brindisi. Non è un caso che da almeno due decenni la politica attiva presenti sempre più spesso proposte di liste civiche e sempre meno di partiti tradizionali. È nella società civile che si può trovare un autentico serbatoio di idee, coscienza e azione per il progresso di questo territorio.
Se non riparte Brindisi sarà l’intero territorio a continuare a decrescere e perdere opportunità di sviluppo: all’Amministrazione Comunale di Brindisi città, per missione e competenze proprie, il compito di coordinare un Tavolo Istituzionale per affrontare ogni politica di sviluppo per e sulla città senza ulteriori indugi.
La Uil di Brindisi, da tempo impegnata a stimolare tutte le forze positive della città e del territorio, rinnova ancora una volta l’appello a fare rete per superare la crisi sistemica che interessa la città – quindi di conseguenza l’intero territorio – di Brindisi. Programmare assieme il futuro di Brindisi-città significa poter sperare ancora nel futuro. Per Brindisi e per il suo territorio.
Il Coordinatore provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo
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Durante la notte del 17 gennaio 2024, a Francavilla Fontana, San Pancrazio Salentino, Ostuni e Carovigno, i Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, con il supporto di due unità antidroga del Nucleo Cinofili di Modugno, dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia” e di un team dell’Aliquota di Primo Intervento del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 6 persone (di cui 5 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), indagate per traffico di sostanze stupefacenti continuato in concorso.
Il provvedimento restrittivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura della Repubblica di Brindisi, scaturisce dalle attività investigative, supportate anche da attività tecniche, coordinate dalla Procura suddetta e condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia francavillese da luglio 2021 a dicembre 2022 nei confronti dei sei destinatari delle misure cautelari, tutti già gravati di precedenti penali e di età compresa tra i 46 e i 64 anni.
Nel corso delle indagini, complessivamente, è stato possibile individuare i ruoli ricoperti da ciascun indagato, di cui cinque fungevano da fornitori di stupefacente all’ingrosso in più territori delle province di Brindisi e Bari, mentre un indagato si occupava dello spaccio al dettaglio. Inoltre, sono state documentate diverse decine di consegne di quantitativi ingenti di droga (tra un minimo di 100 gr. fino anche a circa 2,5 kg.), che sono avvenute sempre in luoghi diversi per eludere le indagini. Come emerso infatti durante gli approfondimenti investigativi, alcuni indagati ritenevano di essere pedinati dalle forze dell’ordine. Proprio in tale ottica, allo scopo di eludere le indagini, alcuni degli odierni arrestati hanno anche fatto uso di un casolare apparentemente abbandonato e non nella loro diretta proprietà, al fine di custodire e confezionare riservatamente vari quantitativi di sostanze stupefacenti, le cui singole consegne potevano anche raggiungere un valore di circa 5.000 euro. È stata altresì individuata l’esistenza di diversi canali di approvvigionamento di sostanze illecite, provenienti dalla Lombardia e dall’Abruzzo, in relazione ai quali, i Carabinieri già all’epoca avevano eseguito l’arresto in flagranza di reato per detenzione di stupefacenti di 4 persone ed il sequestro di oltre 10 kg di droga di vario tipo (eroina, cocaina, hashish e marijuana) e 10 kg di sostanza da taglio.
Dopo l’avvenuta esecuzione dell’ordinanza cautelare suddette si svolgeranno gli interrogatori di garanzia degli indagati e, quindi, il confronto con la difesa degli stessi.
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Ancora una volta la comunità brindisina viene pesantemente offesa dal manager di una grande società come può essere considerata Edison. Le dichiarazioni odierne del dott. Mattana, amministratore unico della società Deposito GNL Brindisi srl, a nostro avviso ledono i diritti dei cittadini e sono in aperto contrasto con la volontà di assicurare il rispetto delle normative in vigore in termini di sicurezza. Considerare ‘non applicabile’ la distanza minima di 30 metri tra il fascio di binari che attraversa i piazzali di Costa Morena ed il confine del deposito di GNL significa chiaramente non tenere in alcuna considerazione dubbi e perplessità del Consorzio Asi, così come del Consiglio Comunale di Brindisi che sull’argomento ha deliberato in maniera unanime.
Chiedere che si rispettino i termini più ampi previsti dal Decreto del Presidente della Repubblica 753/1980 significa assicurare alla popolazione garanzie indispensabili per la sicurezza, anche in considerazione della presenza in zona di altri impianti ad elevato rischio di incidente rilevante. Ed evidentemente è stato dello stesso avviso il CTR che sul punto non ha inteso derogare ed ha rimandato tutto all’Asi, che ha ribadito la propria posizione, e all’Autorità di sistema portuale per un approfondimento normativo.
Naturalmente non basta gridare ai quattro venti che quel deposito ha un valore strategico per il Paese. Qualcuno si assuma, infatti, la responsabilità di averlo progettato su un sito assolutamente non idoneo e che, peraltro, rischia di determinare gravissimi danni anche ai traffici portuali di cui, in questo particolare momento storico, l’economia brindisina non può fare a meno.
Brindisi, pertanto, non considera in alcun modo chiusa la partita, partendo dal dato che si è definitivamente chiusa la pagina che vedeva questa città sottomessa alla grande industria, a tal punto da rinunciare a garanzie ambientali e per l’incolumità dei cittadini.
Al dott. Mattana, invece, consigliamo di lasciar perdere le sirene di chi considera ‘un bastone tra le ruote’ chiunque la pensa diversamente e di avere maggiore rispetto di Brindisi e dei suoi cittadini.
I consiglieri comunali dei gruppi di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Impegno per Brindisi, Uguaglianza cittadina, Movimento Regione Salento, Brindisi Bene Comune-Alleanza Verdi Sinistra, Attiva Brindisi.
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