Redazione
Domani la Virgo Fidelis dei carabinieri
Domani 21 novembre, alle ore 10.30, nella Cattedrale di Brindisi, avrà luogo la Santa Messa in onore della “VIRGO FIDELIS”, patrona dell’Arma dei Carabinieri. Verranno altresì ricordati l’81° Anniversario della “Battaglia di Culqualber” e la “Giornata dell’Orfano”. La funzione religiosa sarà officiata da Sua Eccellenza Monsignor Domenico CALIANDRO, Vescovo della Diocesi di Brindisi–Ostuni.
Al termine della celebrazione, il Comandante Provinciale, Colonnello Leonardo ACQUARO, illustrerà il significato della giornata e rievocherà il glorioso fatto d’armi, alla presenza delle Autorità civili e militari provinciali e delle vedove e degli orfani dei militari dell’Arma.
Mercatini natalizi a Mesagne - manifestazione di interesse per l’assegnazione degli spazi
Mercatini natalizi a Mesagne - manifestazione di interesse per l’assegnazione degli spazi
In occasione delle festività natalizie, nel periodo compreso tra l'8 e il 23 dicembre 2022, l'Amministrazione comunale di Mesagne intende organizzare i mercatini natalizi. A tale scopo l’ufficio comunale Suap – Sportello unico per le attività produttive ha pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente - all’indirizzo www.comune.mesagne.br.it - l’avviso per l’assegnazione di spazi espositivi/casette da installare in Piazza Orsini del Balzo. Le domande dovranno pervenire entro il 30 novembre 2022 all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Contatti per richiedere ulteriori informazioni o chiarimenti: 0831.732234 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
IL RAPPORTO REGISTRO TUMORI DI BRINDISI : ALCUNE INDICAZIONI PER PREVENZIONE E CURE
La pubblicazione del Rapporto sui tumori 2022 della ASL Brindisi rappresenta un contributo importante per valutare lo stato di salute della popolazione e soprattutto per mettere in campo misure di prevenzione per quelle neoplasie che si mostrano in eccesso rispetto al resto della regione. Nel contempo il Rapporto dovrebbe guidare le scelte di organizzazione sanitaria. Diversamente sarebbe un esercizio fine a se stesso.
Riteniamo pertanto di fornire un contributo di interpretazione dei dati come auspicato dagli stessi estensori.
Implicazioni per la cura e la diagnosi
Per quanto concerne la cura, un dato rilevante riguarda i pazienti residenti in provincia di Brindisi che, tuttavia, hanno scelto di curarsi fuori regione o in altre province pugliesi..
«Il 13% dei pazienti oncologici emigra fuori regione per la diagnosi e/o il trattamento, il 37% si rivolge a presidi di altre province pugliesi. Considerando l’età del paziente, quasi un paziente su quattro prima dei 50 anni emigra fuori regione, contro l'8% dei pazienti con 70 anni ed oltre. Il 38% dei pazienti con neoplasia tiroidea emigra fuori regione (in particolare in Toscana). Altre neoplasie correlate a maggiore migrazione sanitaria sono quelle del sistema nervoso centrale (29%) e del rene (21%)» Quindi il 50 % dei residenti in provincia di Brindisi si reca fuori provincia per diagnosi o cura. Se per la tiroide si tratta di 87 casi totali in cinque anni, sarebbe molto interessante sapere per quali patologie e per quali ragioni organizzative i malati non trovano risposta vicino casa. Solo così è possibile correggere eventuali carenze.
12.500 pazienti residenti in provincia di Brindisi convivono con una diagnosi di tumore. Questo dato rappresenta una varietà di condizioni che va da quella in cui la malattia richiede solo un controllo periodico dello stato di salute oncologico del paziente, a quella in cui la malattia è ancora presente o è riemersa e sono necessarie cure attive o di supporto. Entrambe le condizioni richiedono una capacità diagnostica che significa soprattutto la disponibilità di grandi macchine, presenza e migliore organizzazione del personale. Tale offerta, purtroppo, non risulta esserci, considerando le lunghe liste di attesa. La seconda condizione richiede anche una organizzazione delle cure palliative. In questo senso, una struttura fondamentale come l'hospice è a tutt’oggi assente nella ASL Brindisi, l’unica in regione a non esserne dotata .
Implicazioni per la prevenzione e le terapie
Il Rapporto rileva che dal 2015 al 2019 « per il complesso dei tumori, in provincia di Brindisi si rileva un eccesso annuo di quasi 44 casi tra i maschi (cioè 4% di casi in più rispetto al dato medio regionale). Tra le femmine l'eccesso appare superiore, pari a 58 casi ogni anno (il 5% in più rispetto al dato medio regionale)»
Quindi quasi 100 pazienti in più rispetto all’atteso in base all’incidenza regionale. E’ giusto allora chiedersi a fronte della predetta fuga fuori ASL, cosa le istituzioni centrali, regionali e provinciali stiano facendo per fronteggiare questo eccesso di nuovi casi annuied in che misura le eventuali azioni intraprese siano efficaci, considerato che gli eccessi di tumori non sono una novita’ ma rappresentano oramai un dato cronico.
Il Rapporto inoltre indica quali tipi di tumori si sono presentati in eccesso nel quinquennio considerato
Per i maschi « le neoplasie della vescica (17 casi/anno in eccesso, corri- spondenti a +10% circa rispetto all'atteso regionale), quelle della prostata (10 casi/ anno in più e +5% rispetto all'atteso regionale) i mielomi (7 casi/anno oltre l'atteso, con +38% rispetto al dato atteso), i tumori del testicolo (6 casi/anno oltre l'atteso, con +34% rispetto all'atteso) e le malattie mieloproliferative croniche e sindromi mielodisplastiche (6 casi/anno oltre l'atteso, con quasi +16% rispetto al dato atteso) ».
Per le donne « i tumori mammari (31 casi/ anno, +10%), malattie mieloproliferative croniche e sindromi mielodisplastiche (9 casi/anno, +29%) e mielomi (7 casi/anno, +38%) »
Quando il Rapporto poi mette a fuoco l’area SIN (Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche)*, cioè sostanzialmente il capoluogo, si rinvengono eccessi significativi nei maschi per tumori della vescica, tumori dell’encefalo, del polmone, della pelle (non melanomi) e nelle donne per tumori alla mammella, polmone e leucemie.
Si tratta di siti tumorali per i quali sarebbe necessario un approfondimento per comprendere quale sia la loro componente lavorativa e ambientale. Per il tumore al polmone è stato dimostrato che la TAC a basso dosaggio nei soggetti più a rischio, per abitudine tabagica o per esposizioni lavorative, è in grado di ridurre i decessi. Sarebbe quindi urgente chiederne l’applicazione a Brindisi. Nonostante, poi, l’eccesso di tumori polmonari in entrambi i sessi, è noto che in ASL non è stata mai previsto un reparto di Chirurgia Toracica. Infine, per l’eccesso di leucemie è giusto chiedersi quanto incidano le emissioni di benzene che sono caratteristiche del polo industriale locale. Nella sua relazione del 21.3.2022 Arpa Puglia afferma che a Micorosa si è registrato « un netto aumento delle concentrazioni di benzene con picchi in alcuni casi anche molto significativi ».
Implicazioni politiche
Nonostante sia noto da decenni che Brindisi sia esposta ad un rischio oncologico superiore al resto della regione (così come Taranto), non è mai stato previsto un supplemento di risorse per fronteggiare il prevedibile incremento di patologie neoplastiche. Questo supplemento non sembra nell’agenda dei decisori politici locali e regionali e l’autonomia differenziata, se sarà approvata, renderà questo atto di giustizia ancora più improbabile. A ciò si aggiunga la necessità di ridurre le emissioni industriali: necessità che contrasta con la recente ripresa di produzione di energia da carbone e con gli ostacoli che vengono frapposti alla installazione di una rete di monitoraggio della qualità dell’aria intorno al polo chimico.
Alla luce dei dati offerti dal Rapporto Registro Tumori 2022, rimarcare queste necessità della popolazione brindisina rimane purtroppo ancora molto attuale.
GINO STASI
Presidente di SALUTE PUBBLICA
Mesagne. Sempre più critico il fronte sanità pubblica
A venti giorni dalla circolare dell’Asl di Brindisi che ha comunicato agli operatori sanitari le ristrettezze e le chiusure imposte al servizio di Primo intervento territoriale dei Comuni di Ceglie, Cisternino Mesagne e San Pietro Vernotico, a causa della carenza di medici la situazione è sempre più critica. Su tutte le criticità derivanti dalla chiusura del Ppit che, per mancanza di sanitari, costringe gli utenti a rivolgersi ad altri presidi funzionanti. Tra le cause della carenza di medici c’è anche quella che diversi medici negli ultimi mesi hanno chiesto il trasferimento dal Ppit-118 in altri servizi dell’Asl. Non solo. L’Asl, con questa politica, anziché abbattere i costi di gestione, paga servizi esternalizzati senza utilizzarli.
Un esempio di tale criticità la si può leggere nella circolare del 29 ottobre scorso a firma del direttore del 118 di Brindisi che al termine della nota ha scritto: “Al fine di garantire i criteri operativi – descritti in predetta circolare – l’infermiere della postazione fossa 118-Ppit, supportato da due soccorritori della postazione Victor dedicata, svolge il ruolo prioritario di garantire le informazioni cliniche-parametri vitali al medico di centrale”. In poche parole significa che l’equipe di soccorritori della Victor, cioè l’ambulanza, composta dal mezzo e da tre persone resta bloccata e privata della sua funzionalità sul territorio poiché solo un infermiere, dei tre presenti, deve essere disponibile nella postazione per comunicare con la centrale operativa. Pertanto oltre a essere bloccata in sede l’Asl paga due soccorritori e un’ambulanza alla ditta convenzionata senza poter usufruire del servizio. Se si moltiplica il dato per i vari Ppit, che si trovano nella medesima situazione, si ha un’idea dei costi giornalieri che l’Asl supporta senza usufruire del relativo servizio di soccorso.
A tutto questo pot-pourri si aggiunge il disagio vissuto dagli utenti che si interfacciano con un Ppit inoperativo perché sono dirottai sugli ospedali di riferimento, che siano Brindisi, Francavilla, Ostuni o Fasano. Con la conseguenza di intasare tali ospedali con un carico di lavoro aggiuntivo che potrebbe essere svolto con maggior celerità, e minor disagio per gli utenti, nei Ppit territoriali. Il 29 ottobre scorso L’Asl di Brindisi ha emesso una circolare operativa dal titolo: “Rimodulazione organizzativa delle postazioni 118 fisse – Ppit”. La circolare in questione ha, quindi, precisato agli operatori le nuove disposizioni. “Nelle more dell’imminente programmazione regionale in tema di riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza territoriale del 118 e tenuto conto della gravissima carenza di personale medico territoriale, 45 medici in servizio a fronte di una dotazione organica prevista di 85, e della priorità organizzativa di garantire la medicalizzazione H24 della centrale operativa e delle 5 postazioni di automedica di Brindisi centro, Mesagne, Francavilla, Ostuni e Fasano, con un fabbisogno complessivo di 30 medici, si rende necessaria la rimodulazione organizzativa delle postazioni 118-Ppit di Ceglie, Cisternino, San Pietro e Mesagne”.
E infine ha avanzato varie ipotesi di gestione dell’utente tra cui quella che in caso “di indisponibilità sia del medico sia della postazione fissa che della postazione mobile il medico della centrale operativa, sulla base delle informazioni cliniche-parametri vitali comunicati dall’infermiere della postazione fissa del Ppit, garantirà la presa in carico dell’accesso diretto con tutte le risorse disponibili in ambito provinciale”.
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SAN VITO ACCOGLIE I SUOI CAMPIONI DI JU JITSU
Il nuovo numero di “Buone Nuove - l’altra informazione”
Nelle edicole il nuovo numero di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:
Un'Amministrazione comunale che investe più in periferia che in Centro
Ma ve li ricordate gli articoli sui blog locali per il cattivo odore nel Centro storico e l’invasione delle blatte? Sono stati consumati chili di giga byte per raccogliere le lamentele dei residenti e dei ristoratori su queste giuste problematiche. Poi con l’avvento delle Amministrazioni comunali guidate rispettivamente dai sindaci...
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Covid 19. Oggi sono complessivamente 1305 i casi positivi in Puglia di cui 121 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 19 novembre 2022
Dati complessivi
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COLDIRETTI PUGLIA, CON INFLAZIONE CRESCE VENDITA DIRETTA DAL CONTADINO
COLDIRETTI PUGLIA, CON INFLAZIONE CRESCE VENDITA DIRETTA DAL CONTADINO (+7,6%).
La crisi scatenata dalla guerra in Ucraina con il caro bollette e l’inflazione sui prodotti alimentari balzata al 13,2% porta 4 consumatori su 10 (41%) a caccia di prodotti locali e a km zero, che risultano al primo posto della classifica sulle intenzioni di spesa anche per i prossimi mesi, con un aumento del 7,6% della vendita diretta nei nove mesi del 2022, trainato anche dalla volontà di contribuire alla riduzione dei consumi energetici e di sostenere l’economia locale. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti Puglia, sull’andamento delle vendite nei mercati dei contadini di Campagna Amica e nei punti vendita delle aziende agricole pugliesi che hanno affiancato servizi quali le consegne a domicilio e la vendita on line di cibo locale.
Oltre a garantire la maggiore freschezza dei prodotti e tagliare gli sprechi – spiega Coldiretti regionale - la filiera corta riduce anche i tempi di trasporto e, con essi, il consumo di carburanti e le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori. Al secondo posto tra le intenzioni di acquisto degli italiani per i prossimi mesi – continua Coldiretti - ci sono peraltro i cibi 100% italiani, che precedono gli alimenti con packaging sostenibile e quelli che garantiscono il rispetto dell’ambiente, per un netto aumento complessivo della spesa green.
Nel carrello sembrano, invece, destinati a calare i prodotti pronti, l’etnico, anche perché più energivoro a causa dei lunghi trasporti, e quelli premium a causa delle esigenze di risparmio per la riduzione del potere di acquisto. Strategie rese necessarie da un balzo dell’inflazione che, secondo una stima Coldiretti, ha fatto salite il conto della spesa a tavola ad 1 miliardo di euro in più a carico delle famiglie pugliesi durante l’anno – denuncia Coldiretti Puglia - a causa dell’esplosivo aumento dei costi energetici, trainato dalle bollette del gas.
Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 700 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque. Un fenomeno reso possibile dal fatto che l’Italia – spiega Coldiretti – è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 12.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica. Grazie al progetto economico di filiera corta di ‘Campagna Amica’, in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.
Il km0 è divenuto anche uno strumento ‘salva tasche’ per i consumatori perché – aggiunge Coldiretti Puglia - i prodotti provengono dal territorio regionale e non subiscono eccesivi rincari per il trasporto a causa del caro gasolio (36%), per il rapporto qualità prezzo (28%), perché la stagionalità e la biodiversità garantiscono che i prodotti non siano importati con l’effetto a valanga del caro prezzi a causa della guerra in Ucraina.
I cittadini scelgono la vendita diretta perché questo modello risponde in pieno alle loro esigenze di sicurezza alimentare, di gusto e di contatto con la realtà. Ciò che guida la spesa del consumatore – insiste Coldiretti Puglia - non è soltanto il prezzo quanto piuttosto fattori qualitativi, come ad esempio la trasparenza su provenienza e ingredienti, la tutela della salute (94%), l’eticità (83%). I prodotti a Km zero sono considerati una garanzia di cibo fresco e sicuro oltre che una soluzione per sostenere l’economia e lo sviluppo locale. Inoltre rappresentano una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, dove lo spreco alimentare per gli acquisti fatti direttamente dal produttore agricolo è del 15-20% contro uno spreco del 40-60% per i sistemi alimentari della grande distribuzione. Questo perché i cibi in vendita sono più freschi, durano di più e percorrono distanze più brevi per arrivare al consumatore finale, inquinando meno.
Un’esperienza che ha fatto da base alla nascita della prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market, promossa proprio per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere. “Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono – ha spiegato Carmelo Troccoli, direttore Fondazione Campagna Amica – Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire. Supportata dalla Fao, la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori”, ha concluso Troccoli.
L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle città capoluogo della Puglia ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città. Anche nei pesanti tempi del Covid e della guerra in Ucraina i mercati contadini – conclude Coldiretti Puglia – hanno offerto un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà legate alla pandemia riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori.
Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Nelle campagne italiane – denuncia la Coldiretti - ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che – evidenzia Coldiretti – vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.
Ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti, per cui non c’è tempo da perdere e bisogna intervenire subito perché questa situazione drammatica minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie italiane con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale a livello nazionale.
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Mesagne. Uno schiaffo alla sicurezza dei pedoni
Marciapiedi scoscesi e pericolosi su via Guglielmo Marconi. Una situazione di criticità per i pedoni e diimbarazzo per l'Amministrazione comunale che ancora non è intervenuta per risolvere questo gap che incide sulla sicurezza sia stradale sia pedonale.
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Mesagne. Riflettori spenti sul parco Potì
Osservando quello che succede nella nostra splendida città (anche se in autunno si illumina un pò di meno) a molti cittadini innamorati della loro città nella sua interezza non sfuggono dei particolari; come mai una signora abbisognevole di verde per la sua abitazione, che si appropria furtivamente di una pianta ubicata in piazza dei commestibili (gesto da condannare senza scusanti) viene subito individuata, e invece al parco urbano, si possono compiere atti vandalici continuati senza che siano riconosciuti gli autori, con gravi ripercussioni sui contribuenti onesti che devono rifondere i danni soprattutto economici, per non parlare di quelli di immagine?
Una domanda sorge spontanea, perchè tanta solerzia in Piazza Commestibili ed invece tanta inettitudine al parco? Si privilegia anche in questa occasione il centro storico e ci si dimentica delle periferie, eppure i cittadini con un po’ di materia grigia in testa pensano che anche qualche periferia è dotata di telecamere (parco urbano); cos’è allora che non va? Chi analizza le immagini delle telecamere? Perché sono così rapidi e attenti a vedere quello che succede nel cuore della città e invece ci si gira dall’altra parte quando si analizzano quelle del parco? Un vecchio proverbio dice “non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere” (certo un po’ trasformato).
Peccato !!! Individuare i responsabili dei continui atti di vandalismo, sarebbe stato un ottimo deterrente per tutti i potenziali malintenzionati, dando un segnale forte alla nostra bella cittadina, e avrebbe liberato gli onesti cittadini da ulteriori zavorre. Altro episodio: questa estate due giocolieri vengono subito allontanati dal centro storico mentre al parco i cittadini per poter far intervenire le forze dell’ordine per i diversi e continui problemi che si verificano, devono seguire un iter burocratico abbastanza complesso (raccolta firme con relativo deposito al protocollo del Comune e via discorrendo…). Un‘ultima cosa, ci diamo da fare e si rintracciano risorse finanziare per rifare lo spazio sportivo in villa comunale, mentre al parco…….. tutto tace lasciando lo spazio del campo di calcetto nella pietosa situazione in cui si trova, eppure si fa parte sempre della stessa “umana meraviglia“…
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