Redazione

San Pancrazio Salentino. Omette di custodire diligentemente il proprio fucile da caccia che viene asportato dal suo veicolo lasciato in sosta a Guagnano (LE), denunciato.

A San Pancrazio Salentino, i Carabinieri della locale Stazione, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato un 57enne del luogo, per omessa custodia di armi. In particolare, l’uomo ha lasciato il proprio fucile da caccia all'interno della sua autovettura, non adoperando le dovute cautele per la custodia tanto che ignoti, approfittando di tale circostanza, lo hanno asportato dopo aver rotto un finestrino del veicolo lasciato in sosta in una località campestre nell’agro di Guagnano (LE). (Foto archivio)

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Cisternino. Assume dipendenti stranieri privi di permesso di soggiorno e viola le disposizioni sulla sorveglianza sanitaria dei dipendenti, denunciato il titolare di una ditta edile.

A Cisternino, a conclusione di specifici accertamenti, i Carabinieri della locale Stazione hanno denunciato un 55enne cittadino albanese, titolare di una ditta edile di Fasano, per violazione degli obblighi del datore di lavoro e occupazione di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno. Nella circostanza, gli operanti, nell’ambito dei servizi di controllo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, hanno fatto accesso all’interno di un cantiere allestito dalla citata ditta, constatando l’assenza della sottoposizione a sorveglianza sanitaria dei dipendenti nonché la presenza di due lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno e del relativo contratto. La ditta è stata segnalata all’Ispettorato Territoriale del Lavoro e al Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brindisi per i successivi provvedimenti di sospensione dell’attività e per le conseguenti sanzioni di natura amministrativa.

Cisternino. I Carabinieri accertano che detiene in casa due fucili e una canna senza averne mai presentato la relativa denuncia.

I Carabinieri della Stazione di Cisternino, a conclusione di specifici accertamenti, hanno denunciato un 83enne del luogo per omessa custodia e omessa denuncia di armi. In particolare, nel corso del controllo delle armi detenute dall’uomo, i militari hanno rinvenuto nella sua abitazione due fucili e una canna mai denunciati, constatando altresì, l’assenza di due fucili dei quali lo stesso ne aveva, invece, dichiarato la detenzione. Le armi rinvenute sono state sottoposte a sequestro. (Foto archivio)

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Omicidio Nicolai LIPPOLIS in Montenegro. Arrestato anche GUARINI Emanuele, deve espiare 30 anni di reclusione. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni hanno eseguito un ordine per la carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzione Penale della Procura della Repubblica presso la Corte d’Appello di Taranto nei confronti di GUARINI Emanuele, 47enne del luogo. L’uomo, che si è costituito in caserma, deve espiare la pena di 30 anni di reclusione, poiché riconosciuto responsabile dell’omicidio di Nicolai LIPPOLIS commesso in Montenegro nel settembre del 1998 e maturato nella faida tra fazioni dell’organizzazione criminale denominata Sacra Corona Unita. Il provvedimento scaturisce dalla sentenza emessa il 26.9.2019 da parte della Corte d’Assisi di Appello di Taranto, in riforma della sentenza datata 24.4.2015, del G.U.P. presso il Tribunale di Lecce, a seguito di dichiarazione di inammissibilità del ricorso datata 19.10.2021 della Corte di Cassazione. L’arrestato, concluse le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Lecce.

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Servizi antidroga dei carabinieri di Mesagne che hanno rinvenuto nella disponibilità di un giovane, e sequestrato, oltre 60 grammi di marijuana. Il diciottenne è stato tratto in arresto e dovrà rispondere del reato di detenzione e spaccio di stupefacenti. I servizi di repressione crimine dei militari si inquadrano in un contesto più ampio pianificato a livello intercomunale da parte del comando compagnia di San Vito dei Normanni. Durante i normali controlli del territorio i carabinieri della stazione di Mesagne lunedì sera hanno notato un giovane che camminava con fare sospetto. Pertanto, hanno deciso di fermarlo e approfondire gli accertamenti.

I militari hanno fermato in strada il giovane è lo hanno sottoposto a perquisizione personale. Non soddisfatti hanno deciso di estendere il controllo all’abitazione del 18enne. Durante le operazioni gli uomini dell’Arma hanno rinvenuto 43 grammi di marijuana occultati nel vano caldaia; 2 involucri contenenti rispettivamente 11,6 grammi e 9 grammi di marijuana occultati nel vano del camino. Infine, è stato trovato diverso materiale utilizzato per il confezionamento della sostanza stupefacente. I militari hanno posto sotto sequestro anche un telefono cellullare dove sono emerse le attività di spaccio attuate dal giovane.

Contatti preziosi per gli investigatori che possono risalire alla rete di spaccio. I carabinieri al termine degli accertamenti hanno arrestato, in flagranza di reato, il 18enne per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato accompagnato presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, come disposto dall’autorità giudiziaria.

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Donazione sangue: convenzione tra Asl Brindisi e Marina Militare.Asl Brindisi e Brigata Marina San Marco sempre più vicine. Siglata ieri, 25 ottobre, una convenzione che consolida il rapporto già esistente tra i due enti nell’ambito di alcune attività. L’atto è stato firmato nella sede dell’azienda in via Napoli, dal Direttore Generale Giuseppe Pasqualone e dal Contrammiraglio Luca Anconelli.

“Si tratta - ha dichiarato il direttore generale della Asl Giuseppe Pasqualone - di formalizzare, e di calibrare al meglio, una collaborazione già in atto. La Brigata Marina di Brindisi continua a sostenerci periodicamente con donazioni di sangue, soprattutto nei momenti di emergenza".

Formalizzare la collaborazione assicurerà continuità nelle donazioni e contribuirà quindi a contenere l’emergenza sangue.

La Asl, dal suo canto, garantisce, nell'ambito dell'attività di sorveglianza, la processazione dei tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 a cui vengono sottoposti i militari impegnati in compiti operativi.

La convenzione apre le porte ad ulteriori ambiti di collaborazione tra le due istituzioni.

Presenti all’incontro anche il direttore sanitario Andrea Gigliobianco e i referenti per l’attuazione della convenzione: Francesca Caputo, dirigente medico in forza alla direzione sanitaria della Asl e il direttore del Servizio sanitario della Marina Capitano di Vascello Giuseppe Mollo.  

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Ecocentro comunale: chiusura al pubblico da giovedì 28 ottobre a domenica 31 ottobre
Nessuna variazione per il servizio di raccolta “porta a porta”.

L’ufficio Ecologia e Ambiente del Comune di Mesagne informa che l’Ecocentro comunale di via Marangio (Zona Industriale) resterà chiuso al pubblico nelle giornate di giovedì 28, venerdì 29, sabato 30 e domenica 31 ottobre.
La chiusura si rende necessaria per motivi organizzativi al fine di garantire l’ingresso di una nuova ditta nella gestione del servizio di raccolta dei rifiuti. Si precisa che il calendario di raccolta differenziata “porta a porta” resterà invariato.

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CERTIFICAZIONI INFORMATICHE PER GLI ALUNNI DELL'IISS "E. FERDINANDO". La certificazione informatica è ormai divenuta indispensabile in ogni settore del mondo del lavoro e universitario perché consente sia di acquisire importanti competenze utili nel mondo del lavoro sia punteggi e crediti importanti per concorsi e graduatorie in ambito pubblico e privato. L'Istituto "Epifanio Ferdinando" crede fortemente nell'importanza di questo riconoscimento per arricchire il curriculum dei propri allievi e punta a far conseguire la Certificazione Pekit Expert (riconosciuta dal MIUR) al maggior numero possibile dei propri diplomandi. 

Nell'ultimo anno scolastico, utilizzando un finanziamento derivante da un progetto PON, l'Istituto ha colto l'occasione per far conseguire gratuitamente la certificazione informatica ad oltre 60 alunni del terzo, quarto e quinto anno dei vari indirizzi. 
Il corso e gli esami si stanno svolgendo presso il plesso di via Damiano Chiesa, sede storica dell’indirizzo Tecnico Economico (con i suoi indirizzi “Sistemi Informativi Aziendali” e ”Turistico”), plesso che da qualche anno ospita anche il Liceo Coreutico, unico nel nostro territorio provinciale.
Il Tecnico Economico “Ferdinando” consolida la sua esperienza in campo delle certificazioni informatiche e da più di 15 anni è sede d'esame ed eroga certificazioni anche a candidati esterni.

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Aggiornamento dell’albo degli scrutatori di seggio elettorale: domande entro il 30 novembre. 

 
 L’ufficio Elettorale del Comune di Mesagne informa gli elettori disposti ad essere inseriti nell’albo degli scrutatori che è possibile presentare istanza al Sindaco entro e non oltre il 30 novembre 2021 dichiarando di essere elettore del Comune di Mesagne e di essere in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo. Non possono inoltrare domanda coloro che si trovano in una delle seguenti condizioni:
sono dipendenti del ministero dell’Interno, dei Trasporti o delle Poste;
svolgono servizio per le forze armate; 
sono segretari comunali o dipendenti dei comuni addetti o comandati a prestare servizio presso gli uffici elettorali comunali.
Gli elettori che negli anni precedenti hanno chiesto di essere inseriti nell’albo non devono presentare nuova domanda, è valida l’istanza già inoltrata. La domanda dovrà essere compilata sugli appositi moduli disponibili presso l’ufficio elettorale comunale, o scaricata dal sito www.comune.mesagne.br.it, e consegnata al Protocollo dell’Ente.

“Sono in tutto 464 gli operatori sanitari pugliesi non vaccinati delle aziende sanitarie, degli IRCCS e dei maggiori ospedali privati convenzionati e 185 i sospesi dal servizio senza stipendio. A nessuno è stata però irrogata la sanzione pecuniaria prevista dalla legge regionale fino a un massimo di 5mila euro, e ciò rappresenta una grave omissione. Ricordo ai Direttori generali che esiste una legge regionale dello scorso febbraio e una legge nazionale approvata nell’aprile successivo, oltre che recenti sentenze del giudice amministrativo che hanno chiuso definitivamente le disquisizioni dottrinali”. 

Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, al termine dell’audizione in Commissione Sanità dei direttori generali delle Asl, degli Ircss e delle strutture ospedaliere private convenzionate “Casa sollievo della sofferenza”, “Miulli” e “Panico”, convocata per avere il quadro della situazione vaccinale del personale e degli eventuali provvedimenti presi.

“Nella Asl di Bari su una platea di 83 non vaccinati, 63 sono personale sanitario. Per 60 (25 infermieri, 2 medici e altri tra fisioterapisti, logopedisti, etc) sono già stati attuati i provvedimenti di sospensione. Per gli altri si sta procedendo alla valutazione delle richieste di esenzione. In nessun caso è stata irrogata la sanzione pecuniaria prevista dalla legge regionale. 
Nella Asl Bat i non vaccinati sono 37. Di questi sono stati già sospesi 21 operatori sanitari, tra i quali 12 infermieri, 4 medici, un farmacista e poi ostetriche, oss e un ausiliario. Anche in questo caso nessuna sanzione pecuniaria. 
La Asl di Lecce conta 131 non vaccinati, suddivisi tra 95 infermieri, 15 medici, un farmacista, 3 psicologi, e poi tecnici di laboratorio, ostetriche, assistenti sociali, operatori amministrativi. Ad oggi non sono stati notificati i provvedimenti di sospensione e quindi neanche la sanzione pecuniaria. 
Nella Asl di Foggia, i non vaccinati sono 22, di cui 20 sono operatori sanitari. Solo in due (un infermiere e un addetto al comparto) sono stati sospesi. 
Asl di Taranto: 74 non vaccinati e 64 tutti sospesi. Ma nessuna sanzione pecuniaria.
La Asl di Brindisi: 33 non vaccinati, 18 provvedimenti di sospensione. Nessuna sanzione pecuniaria.
Dal Policlinico di Bari è stato riferito in Commissione che vi sono, nella platea di dipendenti, 89 non vaccinati di cui 46 operatori sanitari. Non si è proceduto, ci hanno spiegato, alla sospensione perché dalla Asl non hanno inviato l’elenco che consentisse loro di poter valutare eventuali esenzioni sì da evitare di emanare provvedimenti che sarebbero ovviamente impugnabili. Ma dalla Asl di Bari hanno immediatamente inviato la lettera che attesta invece l’invio di quell’elenco.  Situazione al Miulli di Acquaviva delle Fonti: 26 dipendenti non vaccinati. Di essi, 6 sono assenti per maternità, per gli altri 20 (uno psicologo, 3 ostetriche, 14 infermieri, un centralinista, un operatore di cucina) è scattata la sospensione. Ma nessuna sanzione pecuniaria. 
La foggiana “Casa sollievo della sofferenza” ha fatto sapere che su 2713 unità sono stati vaccinati in 2654. I 49 non vaccinati (sia i 5 non sanitari che gli altri, tra infermieri, biologi, tecnici di gas medicale, medici, oss e ostetriche) è stato possibile ricollocarli ad altre funzioni. Nessuna sospensione né sanzione pecuniaria. In ultimo, tra le strutture private convenzionate, il “Panico” di Tricase: 21 non vaccinati, di cui 16 del personale sanitario (un medico, 2 biologi, 2 fisioterapisti, 8 infermieri, un tecnico di laboratorio e 2 oss) e 5 non sanitari. Il tecnico di laboratorio risulta essersi autosospeso, nessun procedimento di sanzione chiuso per gli altri. Ricordo a tutti i Direttori generali che l’applicazione delle norme rientra tra i loro obblighi primari, soprattutto quando si tratta di tutelare la salute di persone che entrano negli ospedali per curarsi non per essere contagiati”.

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“Tradizionalmente la criminalità organizzata di tipo mafioso è stata oggetto di studio da parte di diverse discipline: sociologia, politica, storia, antropologia, economia, criminologia, diritto. Scarsa attenzione è stata dedicata, fino ad oggi, da queste discipline ed approcci agli aspetti più propriamente organizzativi del fenomeno criminale; ed anche la sociologia dell’organizzazione e le altre discipline organizzative, non hanno dedicato sufficiente attenzione a questo fenomeno”.

Così il presidente della Commissione speciale antimafia; Renato Perrini, ha introdotto la giornata dedicata alle audizioni dei procuratori e dei prefetti delle province di Lecce Brindisi e Taranto.  

Perrini ha sottolineato l’importanza di porre l’attenzione ai fenomeni criminali nell’ottica di collaborazione con le Forze dell’ordine, le Procure, le Prefetture e tutte le istituzioni preposte.

Hanno partecipato ai lavori della Commissione, oltre alla presidnete del Consiglio, Loredana Capone,  la prefetta di Lecce, Anna Maria Trio, il procuratore aggiunto di Lecce, Guglielmo Cataldi, il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, il procuratore aggiunto di Taranto, Maurizio Carbone; la prefetta di Brindisi Carolina Bellantoni, il procuratore capo di Brindisi, Antonio de Donno.

La mafia è un fenomeno criminale che ha anche una natura organizzativa. Va considerata quindi come una vera e propria organizzazione formale articolata in modi diversi con fenomenologie organizzative differenti a seconda delle varie tipologie criminali. La molteplicità delle azioni e comportamenti criminali può avere senso solo se collocata in un’opportuna cornice di senso coerente con la natura del fenomeno indagato;

Consideriamo quindi la mafia come «organizzazione formale», autonoma rispetto ai suoi singoli componenti, che tende ad assumere i connotati di una istituzione con un proprio ordinamento normativo, con propri valori e ideologie che forgiano i comportamenti dei militanti e non solo quindi un particolare tipo di comportamento criminale più o meno diffuso. Si è sempre posta quindi l’esigenza di distinguere il fenomeno organizzativo dal contesto-ambiente nel quale vive e si riproduce.

Normalmente il termine mafia è usato per denotare indistintamente le organizzazioni criminali di una certa rilevanza. In particolare: «cosa nostra» diffusa in Sicilia; la «camorra» che ha i suoi natali e il suo epicentro di azione in Campania; la «‘ndrangheta» che opera in Calabria; e infine la «sacra corona unita» in Puglia: tutte queste «organizzazioni possono essere definite in generale come mafiose o di tipo mafioso, in quanto operano secondo metodi che sono tipici della mafia: violenza e intimidazione, attraverso cui producono tra la popolazione una condizione generale di omertà» (Falcone, 1991). A parte questi elementi comuni le quattro organizzazioni presentano modelli organizzativi diversi, strategie di azione differenti e comportamenti criminali solo in parte comuni. Tutte e tre però sono un sistema di organizzazioni criminali segrete volte al controllo e governo del territorio ed all’accumulazione di risorse economiche, i cui beneficiari sono i membri stessi dell’organizzazione e che operano attraverso mercati (nazionali ed internazionali) di varia natura: criminali, illegali, legali.

 “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. È la celebre frase pronunciata dal chimico, biologo, filosofo del settecento Antoine Laurent Lavoisier. La criminalità organizzata non fa eccezione a questo principio. Questo perché nel corso degli anni le diverse percezioni della criminalità organizzata hanno mutato le proprie forme di manifestazione, gli autori di reati e persino l’oggetto giuridico tutelato.

Il metodo mafioso attualmente inquadrato nell’art. 416 bis c.p. si fonda su tre elementi fondamentali: la forza d’intimidazione del vincolo associativo, la condizione di assoggettamento e l’omertà che da esso deriva. Nel secolo scorso, durante gli anni Settanta, è apparsa negli studi e nelle ricerche criminologiche mondiali la nozione di “crimine dei colletti bianchi”.

Questo termine è diventato sinonimo di un crimine commesso da membri privilegiati della comunità sociale. All’interno della moderna criminalità organizzata i “colletti bianchi” sono inclusi tutti in forme di reati economico-finanziari, quali corruzione, evasione fiscale, falso in bilancio, frodi comunitarie, cioè un insieme di reati che possono essere commessi da imprenditori, politici, funzionari pubblici, liberi professionisti, sfruttando la posizione sociale, il loro potere e la capacità d’influenza.

Le nuove forme di manifestazione della “criminalità organizzata” uniscono i delitti tradizionali (es. droga, prostituzione illegale, tratta di esseri umani, estorsioni) a quelli dei colletti bianchi (es. finanziari, tributari, frodi comunitarie, appropriazione indebita, corruzione). La gravità della criminalità dei “colletti bianchi” - cioè di alcuni tipi di reato, come i crimini economico-finanziari, la corruzione, l’evasione fiscale, le frodi - fa sì che il grado di pericolosità di essi sia piuttosto elevato e lesivo soprattutto d’interessi collettivi. La commissione di questi delitti colpisce soprattutto le fasce più deboli di una società. Dall’analisi appena fatta possiamo dedurre che oltre a realizzare profitti finanziari e benefici patrimoniali, lo scopo dei gruppi criminali organizzati è quello di avere una grande influenza su strutture di governo di alto livello creando un sistema di protezione dei loro affari illegali e possibili privilegi da procedimenti penali nei loro confronti.

È necessario pertanto che le istituzioni trovino strategie preventive e repressive in grado di affrontare queste attività illegali da parte d’individui o gruppi organizzati finalizzate non solo a profitti criminali ma volte anche ad influenzare negativamente l’economia legale di uno Stato. Come già detto questa seconda fase avviene spesso con l’ausilio di quell’area grigia che noi conosciamo appunto con il nome di colletti bianchi.

Andando a colpire proprio l’area grigia che fiancheggia le mafie, con una nuova fattispecie incriminatrice che li comprenda nell’associazione mafiosa vera e propria e non nel concorso esterno. Evitando i conflitti e la disgregazione sociale ed economica. Lottando tutte le attività di riciclaggio sullo sfondo dell’economia e della finanza mondiali. Occupandosi della crescita dei reati ambientali commessi dalla criminalità organizzata (Ecomafie).

Un settore da non sottovalutare affatto è quello dei crimini informatici che continueranno a svilupparsi perché redditizi e a basso rischio criminale. Altri possibili rimedi a questo tipo di nuova criminalità potrebbero essere la tracciabilità dei fondi erogati e la moneta elettronica nelle transazioni con la pubblica amministrazione. Sarebbero un efficace strumento di controllo. Il monitoraggio dell’opera, dall’erogazione dei fondi alla realizzazione sarebbe un altro strumento di controllo che eviterebbe la corruzione e le infiltrazioni mafiose.

Naturalmente andrà sempre privilegiata l’importanza della massima trasparenza nelle decisioni pubbliche poiché, di fatto, consentirebbe ai cittadini di operare una vera funzione di controllo civico.

E proprio su quest’ultimo punto la presidente del Consiglio Loredana Capone ha sottolineato l’importanza dell’ascolto. “Per noi sono fondamentali questi incontri per avere un monitoraggio della condizione attuale del fenomeno criminale e poter essere nelle condizioni di verificare e compiere tutte le azioni corrette per contrastare la criminalità organizzata, sempre tenendo presente quelle che sono le competenze della politica”.

La presidente Capone ha spiegato che esiste il massimo impegno da parte della istituzione Regione a lavorare sulla linea della prevenzione e dello studio dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni.  “È chiaro – ha detto la presidente – che la criminalità non punta più a fenomeni sanguinari, perché ha infiltrato i settori legali dell’economia e punta su quelli, rendendo così anche più complicata l’opera di repressione”.

Per la presidente del Consiglio, il Salento grazie al lavoro capillare delle Procure, delle Forze dell’ordine e delle Prefetture, ha maturato i giusti anticorpi come antidoto, “ma noi non intendiamo mollare e chiediamo cosa possiamo fare per prevenire. Siamo pronti a stipulare intese che puntino a maggiori e più capillari controlli, soprattutto in vista delle nuove risorse in arrivo, sarà nostro compito e premura emanare dei bandi coerenti”.

Sottrarre personale al reclutamento delle organizzazioni mafiose evitando che si sostituiscano alle istituzioni ponendo in essere una forma di welfare secondario pericolosissimo, utilizzare bene le risorse perché si trasformino in nuove energie soprattutto per i giovani,   porre in essere azioni positive – questo per Loredana Capone sono punti irrinunciabili delle buone partiche. “In tal senso il nostro bando sui laboratori urbani è un esempio che serve proprio ad affidare i nostri beni ad associazioni che possano gestire ed evitare così siano occupati illecitamente”.

Le dichiarazioni del presidente della Commissione d’inchiesta sulla criminalità pugliese, Renato Perrini.
“Ogni intervento ascoltato oggi in audizione meriterebbe un approfondimento. Per questo sono davvero grato ai prefetti e ai procuratori di Lecce, Taranto e Brindisi per aver accettato il nostro invito in Commissione d’inchiesta sulla criminalità pugliese. Le loro riflessioni ci hanno fornito spunti e dati che elaboreremo in forma legislativa per quello che è di nostra competenza regionale. E’ evidente che come politici abbiamo il dovere di ‘illuminare’ quella pericolosa ‘zona grigia’ – della quale ha parlato il procuratore aggiunto di Lecce, Cataldi - dove si insinuano insospettabili per fare affari con la Pubblica Amministrazione. Come? Con appalti che siano impenetrabili e controllabili in ogni fase dell’aggiudicazione. Trovo opportuna per questo la proposta della presidente Capone di firmare protocolli fra Regione Puglia e forze dell’ordine perché vengano intensificati i controlli in fase preliminare.
“Come politico tarantino, infine, non posso non considerare grave il monito del procuratore aggiunto Carbone sul rischio infiltrazione criminalità nelle risorse che arriveranno per la bonifica dell’ex-ILVA nel PNRR. Tocca anche a noi, politici del territorio, essere sentinelle per evitare che ciò possa consumarsi”.

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