Redazione
LA CNA SOSTIENE IL COMPARTO NAUTICO PUGLIESE
“L’edizione dello SNIM che si è appena conclusa - afferma il Presidente della CNA della provincia di Brindisi Franco Gentile – ha fatto registrare dati estremamente confortanti e questo rappresenta la conferma della bontà dell’iniziativa, peraltro realizzata senza il sostegno determinante della Regione Puglia, stranamente riservato ad un evento analogo che si svolge a Taranto. Probabilmente non ci si rende conto che lo sviluppo dell’intero comparto passa proprio attraverso la capacità di proporsi sui mercati da parte delle nostre aziende. Proprio per questo, la CNA intende svolgere un ruolo attivo nella promozione di una ulteriore fase di crescita dell’appuntamento fieristico brindisino. Mi riprometto, pertanto, insieme ai dirigenti CNA del settore, di incontrare i promotori dell’iniziativa per stabilire forme di collaborazione ancora più intense e finalizzate a sviluppare lo SNIM ben oltre i confini regionali”.
“Crediamo da anni nelle potenzialità di questo Salone Nautico – afferma Marco Carvignese, presidente regionale della sezione nautica della CNA e titolare dell’azienda ‘Idea Verde’ – ed è per questo che intendiamo svolgere un ruolo propositivo per fare in modo che diventi per gli operatori di settore ancor più un punto di riferimento delle contrattazioni nautiche del Mezzogiorno d’Italia. Certo, occorre evitare inutili duplicazioni a livello pugliese ed anche la Regione dovrà lavorare in questa direzione, puntando con decisione sull’evento brindisino”.
“Il comparto della nautica pugliese è molto ampio – afferma Mirella Mingolla, presidente di ‘Impresa Donna’ della CNA di Brindisi e titolare del ‘Cantiere Nautico Mingolla’ – ha alle spalle anni di storia ed abbraccia tanti segmenti. Esistono aziende che sono già molto rappresentative nel panorama italiano e internazionale. Oggi, pertanto, l’obiettivo deve essere quello di continuare a darci appuntamento nel nostro territorio con un evento che dia lustro a ciò che già esiste e che sia all’altezza di ospitare le eccellenze di tutto il paese. Proprio per questo dobbiamo lavorare tutti insieme, supportando questa bellissima iniziativa e aiutandola a realizzare una ulteriore fase di crescita”.
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Covid - 19. Oggi sono complessivamente 82 i casi positivi in Puglia di cui 5 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 25 ottobre 2021
Dati complessivi
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Sono 386mila gli ulivi delle specie resistenti impiantati in Salento con 3400 ettari interessati dalla rigenerazione, numeri troppo bassi che impongono una strategia condiva per accelerare la ricostruzione e superare gli ostacoli burocratici e i vincoli paesaggistici per ridare il futuro alla più grande fabbrica green del Sud Italia. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, in occasione del tavolo di coordinamento convocato a Lecce presso la sede della Regione Puglia dall’Assessore regionale all’Ambiente Maraschio, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia.
Risultano alla cabina di regia – aggiunge Coldiretti Puglia - dell’Osservatorio fitosanitario regionale 160.000 piante e 1220 ettari reimpiantati con la varietà Leccino e 2170 ettari e 226.000 piante di ulivo FS17 piantumate a seguito di espianto, contro gli oltre 90mila ettari di superficie olivetata che sono stati intaccati in provincia di Lecce dalla Xylella.
“Facciamo un appello accorato ai ministri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e dei Beni Culturali, per il tramite degli assessori regionali Maraschio e Pentassuglia, perché comprendano le ragioni del mondo agricolo che ha bisogno di ripartire e riappropriarsi del proprio futuro imprenditoriale. Resta la vitale necessità liberalizzare tutte le pratiche agronomiche, non condizionando i reimpianti alle sole specie olivicole resistenti, per non vanificare progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari e la rigenerazione del Salento”, dichiara Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce.
Nel Salento gli agricoltori sono senza reddito da 8 anni, si contano milioni di ulivi secchi, i frantoi sono stati svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, sono andati persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile – dice Coldiretti Puglia – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento. Tutto ciò – aggiunge la Coldiretti Puglia – è utile a permettere il ripristino e la nuova creazione di riforestazione al servizio degli operatori e dell’indotto turistico sull’area infetta da Xylella che in Puglia ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio. In questo modo sarà possibile mettere in atto una gestione forestale sostenibile e certificata di area vasta i cui attori potranno essere – spiega Coldiretti Puglia – se opportunamente incentivati, i consorzi forestali capaci di organizzare e coordinare le proprietà private, pubbliche nonché demaniali.
Coldiretti Puglia torna a chiedere con forza alla Sovrintendenza di farsi portavoce al MIBACT affinché il Ministero dei Beni Culturali, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole, liberalizzi i reimpianti perché riconosciuti ‘normale pratica agricola’, per accelerare la ricostruzione del Salento, con la Xylella fastidiosa che ha compromesso 21 milioni di olivi in Puglia.
“Continuiamo a non comprendere perché, in barba all’art. 149 del Codice dei Beni Culturali, si chieda – insiste il delegato confederale Piccioni - l’autorizzazione paesaggistica per le attività agricole, considerato che proprio l’articolo 149 solleva dalla richiesta di autorizzazione per ‘gli interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili’”.
La liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale – aggiunge Coldiretti Puglia - per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio.
E’ essenziale dopo tanti anni il coordinamento fra le parti dello Stato – ribadisce Coldiretti Puglia - perché anche le risorse del Piano di Rigenerazione destinate alla diversificazione risultano così ostacolate, a partire proprio da quelle assegnate al DAJS che senza i necessari provvedimenti ordinamentali nazionali rallentano le progettualità e i relativi finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari.
Senza deroghe ai vincoli nazionali paesaggisti, idrogeologici e di qualunque altra natura agli espianti per l’area infetta delle zone ormai distrutte dal batterio – aggiunge Coldiretti Puglia – la provincia di Lecce è ingessata e destinata a morire di burocrazia, prima ancora che di Xylella.
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Candidati 10 progetti per le scuole pari a 3 milioni di euro
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Anche a Mesagne arriva Capperi
Il progetto europeo “Capperi” parte da Vicenza,
Giovedì 30 settembre undici rappresentanti del consorzio del progetto “CAPPERI - Common Agricultural Policy Peer Education Resources in Italy” hanno effettuato una visita di studio presso l’area rurale di Carpaneda, alle porte di Vicenza. Ad accompagnare la delegazione, i rappresentanti della Comunità Vicentina per l’Agroecologia e del Laboratorio Spazi Rurali e Boschi Urbani.
Mesagne. Via Maroncelli "non è un circuito da corsa"
Nella serata di venerdì un’auto è andata a sbattere contro la barriera protettiva del cantiere stradale di via Maroncelli causando danni alle abitazioni. Non è la prima volta che le auto sfrecciano su questa via causando danni anche alle abitazioni. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia locale che ha ripristinato le barriere protettive. L’episodio si è verificato intorno alle ore 19 di venerdì quando un’auto ad alta velocità dal rione Grutti ha imboccato via Maroncelli e si è trovata di fronte una barriera metallica che inibisce il transito veicolare verso via Guglielmo Marconi, attualmente interessata da lavori stradali per la ristrutturazione dell’importante arteria viaria. Il mezzo probabilmente si è accorto dell’ostacolo all’ultimo momento e l’ha investita in pieno. Non prima di aver strisciato su alcune abitazioni. Poi si è dileguato.
Il fatto è stato notato da alcuni residenti che hanno sentito il rumore e sono usciti in strada. Purtroppo non vi sono telecamere di video sorveglianza che possano far individuare l’auto. In ogni modo sul posto è giunta una pattuglia della polizia locale che ha annotato il fatto e ripristinato la barriera del cantiere. Intanto, i residenti stanno sottoscrivendo una petizione da inviare al sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, e al comandante della polizia locale, Teodoro Nigro, affinché possano collocare per strada dei rallentatori che inibiscano alle auto di correre. La preoccupazione è che prima o poi resti investito qualche pedone. “Prima o poi ci ritroveremo qualcuno dentro casa – hanno spiegato alcuni dei residenti di via Maroncelli -. Nonostante questa via sia alquanto corta sono diversi i mezzi che la percorrono a tutta velocità sia che provengano dal rione Grutti sia da via Nino Bixio. La collocazione di qualcosa che possa moderare la velocità è quanto mai importante”.
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Covid - 19. Oggi sono complessivamente 127 i casi positivi in Puglia di cui 12 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 24 ottobre 2021
Dati complessivi
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"Mesagne 2024", presentato il progetto e il logo
“Mesagne2024”: presentato il logo e la sintesi del progetto. Venerdì scorso il partecipato incontro con le realtà che hanno collaborato, si è svolto alla presenza del sindaco Antonio Matarrelli, del consulente alle Politiche Culturali Marco Calò, dell’architetto Simonetta Dellomonaco
Una serata per aggiornare le tante realtà del territorio che hanno collaborato alla definizione del dossier di “Mesagne2024” inviato al ministero della Cultura lo scorso 19 ottobre. Il partecipato incontro si è tenuto lo scorso venerdì nell’Auditorium del Castello di Mesagne. “Un’occasione per ringraziarvi ma anche per confermarvi che il lavoro prodotto, rispetto al quale attendiamo fiduciosi la valutazione della Commissione ministeriale, contiene le preziose tracce del percorso che abbiamo tracciato insieme in queste intense settimane di impegno collettivo. Ringrazio l’architetto Dellomonaco, per la competenza professionale e la sensibilità con cui ha gestito ogni fase di questo straordinario viaggio”, ha dichiarato il sindaco Antonio Matarrelli. All’iniziativa hanno presenziato Marco Calò, consulente comunale alle Politiche Culturale e coordinatore politico di “Mesagne2024”, e l’architetto Simonetta Dellomonaco, che ha curato il progetto di candidatura, coordinando il qualificato apporto giunto dai componenti del Comitato tecnico-scientifico.
“Che succede se 25.000 persone si mettono a sognare tutte insieme la stessa cosa? È la domanda che mi sono fatta osservando una città, e un Sud, che vuole riscattarsi. Qui siamo partiti proprio dal Riscatto per poi arrivare, attraverso l’innovazione sociale, a fabbricare arte, poesia, sviluppo, e nel progetto ci sono anche tanti ettari di nuovi boschi. Alberi che salvano e accompagnano le tante proposte artistiche partecipate e diventano occasione di gioco e interattività digitale per una nuova concezione della vita in campagna”, ha spiegato l’architetto Dellomonaco illustrando in sintesi la proposta progettuale, che è stata costruita sui possibili modi di “essere umani”. “E’ la prima volta che un progetto di capitale italiana della cultura viene ideato da una donna, la visione che ne emerge si accompagna ad un messaggio altrettanto significativo: da ex capitale della Scu oggi Mesagne si candida a diventare Capitale italiana della cultura”, ha conluso l’avv. Calò.
Durante la serata è stato scoperto il logo del progetto, che contiene colori, forme e lettere che rimandano alla storia della Città e ad alcuni degli elementi centrali contenuti nel dossier, primi fra tutti il Castello e i merli di Masseria Belloluogo, complesso masserizio che attraverso alcune azioni del progetto si intende recuperare e valorizzare. Infine, è stato ribadito il messaggio di fondo che, per il momento, chiude l'esperienza: a prescindere dall’esito della competizione, il progetto “Mesagne2024” sarà comunque portato avanti.
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SETTIMANA SOCIALE: COLDIRETTI PUGLIA, QUASI 1 MLD DI TONNELLATE DI CIBO NEL BIDONE; IN PUGLIA 250MILA TON/ANNO.
Ogni anno nel mondo viene sprecato quasi un miliardo di tonnellate di cibo, pari al 17% di tutto quello prodotto, con un impatto devastante sull’ambiente e sul clima, oltre che su un’economia già duramente colpita dall’emergenza Covid. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Onu, diffusa in occasione della giornata di chiusura della Settimana Sociale Nazionale dei Cattolici Italiani a Taranto, dove i cuochi contadini di Campagna Amica hanno preparato il pranzo al sacco nelle agribag antispreco di cibo, con panini vegani a base di melanzane e zucchine grigliate, quelli al capocollo di Martina Franca e caciocavalli, i panini per i celiaci, oltre alla frutta, per tornare prepotentemente con i fatti su uno dei temi al centro del dibattito dei Vescovi e dei delegati delle parrocchie provenienti da tutta Italia, la lotta allo spreco alimentare.
In Puglia il cibo buttato supera – sottolinea Coldiretti Puglia – le 250mila tonnellate all’anno, una situazione ancora grave, nonostante l’emergenza Covid abbia portato alla riscoperta delle ricette antièpreco con gli avanzi di cucina e alla preparazione fai da te di pasta, pane, pizza e dolci per ridurre gli sprechi e limitare i costi della spesa in un difficile momento economica per tante famiglie.
“Ogni pugliese butta nella spazzatura durante l’anno fino a 80 chili di prodotti agroalimentari. Secondo le elaborazione dell’Ispra, lo spreco delle piccole aziende agricole risulta mediamente inferiore di otto volte a quello delle imprese agricole di grandi dimensioni. Il mondo agricolo potrebbe svolgere uno straordinario ruolo di sussidierà e utilità sociale, recuperando e donando alle persone bisognose prodottiagricoli e agroalimentari, ritirati dalla vendita per assenza di domanda, per eventuali danni provocati da eventi meteorologici o invenduti a causa di errori nella programmazione della produzione aziendale”, aggiunge Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
E’ necessario far crescere la consapevolezza di tutti – segnala Coldiretti Puglia – rispetto al consumo corretto degli alimenti in termini di qualità e quantità, semplificare i percorsi per assicurare le donazioni e per la prima volta riconoscere all’agricoltura un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti. Per Coldiretti Puglia si riuscirebbe così anche a limitare gli impatti negativi sull’ambiente grazie alla riduzione della produzione di rifiuti, informando e sensibilizzando i consumatori sul consumo consapevole di cibo, con particolare attenzione alle giovani generazioni.
A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private – rileva Coldiretti – dove si butta mediamente circa l’11% del cibo acquistato mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5% e il 2%. Un vero e proprio paradosso se si considera che 2,37 miliardi le persone non hanno avuto accesso a un’alimentazione sana nel 2020, in aumento di quasi 320 milioni in un anno. Ma il fenomeno determina anche – precisa la Coldiretti – effetti dirompenti sull'economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra.
Nelle case italiane si gettano mediamente ogni anno – spiega Coldiretti sulla base del rapporto Onu - circa 67 kg di cibo all’anno per abitante, per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate che vede il nostro Paese al dodicesimo posto della classifica degli “spreconi” dei Paesi del G20 che vede in testa gli sceicchi dell’Arabia Saudita con 105 kg di prodotti alimentari che finiscono nella spazzatura, davanti ad Australia con 102 chili e al Messico con 94 chili, mentre i più virtuosi sono russi (appena 33 chili di cibo buttato), sudafricani (40 chili) e indiani (50 chili). Ma se si considerano solo le nazioni dell’Unione Europea, emerge che i cittadini del Belpaese sono più responsabili dei cugini francesi che in un anno gettano alimentari per 85 chili a testa e tedeschi (75 kg) mentre gli inglesi appena usciti sono a quota 77 kg.
Un problema drammatico dal punto di vista etico oltre che economico contro il quale Coldiretti è impegnata da anni in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori attraverso il progetto dei mercati di Campagna Amica per il contenimento degli sprechi con la più grande rete delle fattorie e dei mercati a chilometri zero che riduce le distanze ed i tempi di trasporto e garantisce maggiore freschezza e tempi più lunghi di conservazione degli alimenti.