Redazione

È del 30 dicembre scorso la delibera di giunta con la quale l’Amministrazione concedeva la riduzione del 50% del canone concessorio ad un esercente che occupa un locale di proprietà del comune. Posto che condividiamo il pensiero espresso in delibera con il quale “questa Amministrazione Comunale ritiene doveroso porsi a fianco di chi è in condizioni di oggettivo disagio finanziario” stante la crisi procurata dalla pandemia, non comprendiamo i motivi per i quali questa riduzione venga accordata solo ad un esercente e non venga, invece, prevista per tutti gli imprenditori che hanno subito restrizioni (ristoranti, bar, pub, gelaterie ecc) e che occupano ocali comunali.
Riteniamo ingiusto un tale comportamento e perciò presenteremo un odg affinché tale agevolazione, venga estesa a tutti.
Livia Antonucci coordinatrice cittadina
Roberto Cavalera capogruppo
Gianluca Quarta consigliere

Francavilla. Sono 45 mila gli euro per la redazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, è questo l’importo ottenuto dal Comune di Francavilla Fontana per la progettazione dello strumento urbanistico che regola le modalità di spostamento in Città.

Il finanziamento deriva dalla partecipazione dell’Amministrazione comunale ad uno specifico bando pensato dalla Regione Puglia per incoraggiare tutti i centri pugliesi ad avviare progettualità capaci di incidere sulle criticità che insistono sui territori urbani a causa di una mobilità disfunzionale.

“Il finanziamento per la redazione del PUMS si aggiunge a quello per il PEBA già vinto diversi mesi fa – dichiara l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano – Si tratta di un importante riconoscimento all'impegno ed all'attenzione che questa Amministrazione riserva verso due strumenti che ci consentiranno di pianificare il nostro futuro sul tema della mobilità e che ci daranno una marcia in più nella partecipazione ai bandi, che sempre più spesso richiedono e premiano i Comuni che lavorano nella direzione della programmazione moderna. Anche in questo caso, quindi, la Regione rende merito al nostro lavoro con un consistente intervento economico che ci sarà di grande aiuto.”

A Francavilla Fontana lo stato dell’arte relativo al PUMS è in uno stadio molto avanzato. La Società Sintagma, che si sta occupando della progettazione, ha inviato al Comune le bozze che, dopo le opportune valutazioni degli organi politici, amministrativi e tecnici, nelle prossime settimane approderanno in Consiglio Comunale.

“L’introduzione del PUMS – dichiara l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce – è una sfida ineludibile per le Città che nella loro strutturazione ricalcano spesso un modello di sviluppo non più sostenibile. Questo strumento urbanistico razionalizza l’esistente ed introduce importanti innovazioni sulle modalità di spostamento che, a fronte di naturali difficoltà di assestamento, alla lunga porteranno un deciso miglioramento nella qualità della vita delle persone.”

Grazie al finanziamento ottenuto saranno totalmente ripianati i costi derivanti dalla progettazione di Sintagma. I fondi che originariamente erano stati destinati all’iniziativa si potranno reinvestire in altre attività.

“I francavillesi hanno ormai una certa familiarità con tre sigle che sino a poco tempo fa erano poco conosciute – conclude l’Assessore Lonoce – mi riferisco a PUG, PUMS e PEBA. Questi tre strumenti urbanistici a breve cambieranno profondamente il volto di Francavilla Fontana e daranno alla Città una dimensione smart ed inclusiva, ponendola in una dimensione europea. Abbiamo il dovere di guardare verso l’alto, seguendo gli esempi virtuosi di realtà che hanno un indice di qualità della vita molto più alto rispetto a quello della nostra provincia che attualmente in Italia si colloca all’89esimo posto su 107.”

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Brindisi. Detiene in auto tagliatubi a catena e di un cric idraulico a bottiglia, denunciato. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Brindisi hanno denunciato in stato di libertà un 27enne di origini bulgare residente a Striano (NA), il quale, nella giornata del 12 gennaio, è stato fermato in una contrada del luogo alla guida della sua autovettura e trovato in possesso, a seguito di perquisizione personale e veicolare, di un tagliatubi a catena e di un cric idraulico a bottiglia, celati rispettivamente nel pannello della portiera posteriore destra e sotto il tappetino del sedile anteriore sinistro. Gli arnesi sono stati sottoposti a sequestro.

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San Vito dei Normanni. Era stato sorpreso in Romania alla guida di un’autovettura in stato di ebrezza e senza patente, colpito di mandato di arresto europeo. I Carabinieri della Stazione di San Vito dei Normanni hanno eseguito un mandato di arresto europeo, emesso dalle Autorità della Romania, nei confronti di un 32enne di origini romene residente a San Vito dei Normanni, poiché l’uomo è risultato colpevole di guida in stato di ebbrezza e guida senza patente di veicolo non immatricolato, reati commessi in Romania. Dopo le formalità di rito, il 32enne è stato tradotto presso la casa circondariale di Bari.

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Investe un uomo in bici e si allontana senza prestare soccorso, rintracciato e arrestato a Mesagne. I  Carabinieri della Stazione di Mesagne, con il supporto della Polizia Locale di Brindisi, hanno tratto in arresto un 52enne del luogo, responsabile di fuga e omissione di soccorso a seguito di sinistro stradale con feriti. In particolare, l’uomo, verso le ore 14:00 del 12 gennaio, in Brindisi, mentre percorreva via Appia in direzione SS7 alla guida della sua autovettura, giunto in prossimità dell’ingresso del supermercato Lidl, ha investito un 61enne di Brindisi, il quale a bordo della sua bicicletta, stava svoltando in sicurezza e secondo le prescritte modalità, all’interno del parcheggio del citato esercizio commerciale.

Dopo l’impatto e la caduta del ciclista sull’asfalto, l’automobilista ha omesso di soccorrerlo dandosi alla fuga. A seguito del repentino intervento del personale della Polizia Locale di Brindisi e di alcune dichiarazioni dei testimoni, la centrale operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Brindisi ha diramato le ricerche di una targa parziale e i successivi accertamenti hanno consentito di risalire e individuare il 52enne come proprietario e conducente del veicolo. Dopo una prima verifica presso l’abitazione dell'uomo, i Carabinieri di Mesagne hanno effettuato ricerche e posti di controllo fino al suo rintraccio, avvenuto alle ore 18:00 circa, in una via del centro abitato, a bordo del veicolo, il quale è stato posto sotto sequestro poiché riportante ancora i segni dell’impatto sulla parte anteriore dx. La vittima, condotta presso l’ospedale Perrino di Brindisi, ha riportato contusioni alla spalla e agli arti superiori e inferiori e non è in pericolo di vita. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito, il 52enne è stato rimesso in libertà.

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SALUTE: COLDIRETTI PUGLIA, DA BACCHE GOJI CINA A OLIVE EGITTO IN BLACK LIST; AGROALIMENTARE MADE IN PUGLIA PIU’ SICURO CON 30MILA CONTROLLI. 

Con un campione sui cinque (20%) risultato irregolare per la presenza di residui chimici i peperoncini piccanti provenienti da Repubblica Dominicana e India sono il prodotto alimentare meno sicuro presente sulle tavole degli italiani ma a preoccupare per gli elevati livelli di contaminazione sono nell’ordine le bacche di Goji provenienti dalla Cina ed il riso dal Pakistan che salgono sul podio, mentre  l’agroalimentare Made in Puglia con quasi 30mila controlli si conferma  in prima linea per l'agricoltura green con 11 prodotti agroalimentari a Denominazione di Origine Protetta,  27 vini DOC, 4 DOCG e 6 IGP, altre 6 IGP ai prodotti ortofrutticoli, la leadership nel biologico con oltre 266mila ettari coltivati e 9380 operatori bio, oltre a 299 prodotti riconosciuti tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole e il primato della sicurezza alimentare mondiale. E’ quanto emerge dalla “Black list dei cibi più contaminati” elaborata dalla Coldiretti sulla base degli ultimi rapporti elaborati dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sui Residui dei Fitosanitari in Europa e dal Ministero della Salute sul “Controllo ufficiale sui residui dei prodotti fitosanitari degli alimenti”.

“In due anni di controlli effettuati dall’Ispettorato centrale Repressioni Frodi del Ministero delle Politiche Agricole da gennaio 2019 a novembre 2020 è stato rilevato solo il 9% di non conformità documentali o fisiche nelle aziende agricole.  Una ragione in più per acquistare Made in Italy in una situazione in cui l’82% dei consumatori privilegia nel carrello i prodotti tricolori per sostenere l’occupazione e l’economia nazionale in un momento particolarmente difficile per il Paese a causa dell’emergenza Coronavirus”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Si tratta di prodotti che spesso  vengono proposti sui banchi di vendita come se fossero Made in Italy – insiste il presidente Muraglia - dove oltre alla concorrenza sleale si profila un grave danno per gli agricoltori e per la salute dei consumatori. Si tratta di una competizione inaccettabile con i prodotti simbolo della Puglia, dalle olive alle melegrane, dal peperoncino ai legumi, dagli ortaggi alla frutta, in una regione che, secondo i dati ISMEA, è prima in Italia per la coltivazione di ortive, seconda per frutteti, terza per i legumi”.

Nella classifica dei dieci prodotti più contaminati elaborata alla Coldiretti ci sono però anche i melograni dalla Turchia con un quasi un campione irregolare su dieci (9,1%), il tè dalla Cina, l’okra (o gombo) dalle sembianze di una piccola zucchina importata dall’India, il dragon fruit proveniente dall’Indonesia dall’aspetto particolarmente decorativo, i fagioli secchi provenienti dal Brasile ed i peperoni dolci e le olive da tavola provenienti dall’Egitto che godono peraltro di un regime agevolato a dazio zero da parte dell’Unione Europea.

Si tratta di prodotti arrivati in Italia con elevati livelli di irregolarità perché contaminati dalla presenza di insetticidi, che – sottolinea la Coldiretti - spesso non sono neanche più ammessi dalla legislazione nazionale ed europea, come avviene nel caso di Dicofol, Acephate, Permethrin, Chlorfenapyr, Methamidophos riscontrati nei peperoncini, del Tricyclazole nel riso dal Pakistan, del Isoprothiolane negli esotici dragon fruit e di Fenpropimorph, Procymidone, Propoxur, Methamidophos nei fagioli secchi brasiliani.

Non si tratta tuttavia di casi isolati poiché - sottolinea la Coldiretti - dai risultati delle analisi risulta che i prodotti alimentari importati in Italia, con l’1,9% di campioni esaminati irregolari, sono ben 3 volte più pericolosi dei prodotti di origine nazionale per i quali solo lo 0,6% dei prelievi è risultato non conforme ai limiti di legge consentiti. La situazione è ancora più rischiosa per quelli di origine extracomunitaria per i quali la percentuale di irregolarità secondo l’Efsa sale al’5,8%, ben otto volte superiore ai prodotti Made in Italy.

Si confermano – sostiene la Coldiretti – le preoccupazioni espresse recentemente dalla Corte dei Conti europea sulle sostanze chimiche negli alimenti che ha denunciato il mancato rispetto nei cibi di provenienza extra Ue degli stessi standard di sicurezza Ue sui residui di pesticidi e si chiede alla Commissione europea di spiegare “quali misure intende adottare per mantenere lo stesso livello di garanzia sia per gli alimenti prodotti nella Ue che per quelli importati”.

Un aiuto ai consumatori viene dall’obbligo di indicare il Paese di origine in etichetta che, grazie al pressing della Coldiretti, è in vigore per la maggioranza degli alimenti in vendita, dalla frutta alla verdura fresca, dalla pasta al riso, dalle conserve di pomodoro ai prodotti lattiero caseari, dal miele alle uova, dalla carne bovina a quella di pollo fino ai salumi per i quali è stato da poco pubblicato il decreto. “E’ necessario però che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori” ha concluso il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore”.

 

LA BLACK LIST DEI CIBI PIU’ PERICOLOSI ARRIVATI IN ITALIA

PRODOTTO

PAESE

% irregolarità

PESTICIDI

IRREGOLARI

Peperoncini

India, Rep. Dominicana 

20%

Dicofol, Acephate, Permethrin, Chlorfenapyr, Methamidophos

Bacche di Goji

Cina

13%

Carbofuran

Riso

Pakistan

12,5%

Acetamiprid, Tricyclazole

Melograno

Turchia

9,1%

Prochloraz, Acetamiprid, Cypermethrin, Boscalid

Cina

8,3%

Buprofezin, Imidacloprid, Lufenuron

Okra

(lady's fingers)

India

6,7%

Acephate

Pitaya

(dragon fruit)

Indonesia

6,7%

Isoprothiolane,

Cypermethrin

Fagioli secchi

Brasile,

6%

Fenpropimorph, Procymidone, Acephate, Propoxur, Methamidophos, Chlorpropham

Peperoni dolci

Egitto,

3,8%

Flusilazole, Clofentezine, Propiconazole, Propiconazole, Chlorpyrifos, Formetanate

Olive da tavola lavorate

Egitto

3,7%

Profenofos

 

Fonte: Elaborazione Coldiretti su dati Ministero della Salute ed EFSA

Antidoto contro la solitudine: la Rete mondiale di preghiera del Papa. Nel santuario della Madonna della Croce si festeggiano i primi cento anni dell’Apostolato della preghiera.

Pensare al plurale, superare gli individualismi, far prevalere la logica del bene comune. Prendersi cura degli “improduttivi”: i bambini, gli anziani, gli ammalati, i poveri, i disoccupati, gli indifesi. È il richiamo costante di papa Francesco, sempre più attuale e concreto in questo tempo di emergenza sanitaria. Lo sanno bene gli iscritti alla “Rete mondiale di preghiera del Papa”, il movimento spirituale che accoglie e diffonde le intenzioni mensili di preghiera del pontefice. Si tratta dell’Apostolato della Preghiera, nato oltre 175 anni fa in seno ai gesuiti, che a Francavilla Fontana il prossimo 14 gennaio spegnerà le sue prime cento candeline nel santuario della Madonna della Croce, dove è presente e attualmente opera sotto la guida della presidente Maria Rosaria Viva affiancata dai due componenti del consiglio, Elisa Benetti e Antonio Cannalire.

“Una eccezionale ricorrenza e una felice coincidenza che arricchisce questo tempo di gioia per la nostra comunità parrocchiale, in questo 2021 in cui festeggiamo mezzo secolo di presenza sul territorio francavillese” – sottolinea il parroco fra Giancarlo Greco.

Il movimento dell’Apostolato della preghiera ebbe origine in Francia nel 1844 in una casa di giovani studenti, religiosi della Compagnia di Gesù, i gesuiti, desiderosi di mettere presto in pratica i propri studi. La preghiera, la devozione verso il Sacro Cuore di Gesù, la pratica delle opere di misericordia tra le quali, soprattutto, la visita agli ammalati, caratterizzeranno la missione del movimento che si diffuse rapidamente in tutto il mondo. La costituzione dell’Apostolato della Preghiera a Francavilla Fontana avvenne nel 1921, all’indomani della prima guerra mondiale, e da allora assicura quotidianamente nel santuario della Madonna della Croce la recita del rosario e il servizio della lettura durante le celebrazioni. Ogni venerdì la preghiera si svolge meditando sulle intenzioni che giungono direttamente dal papa, spesso attraverso dei videomessaggi.

Il programma della tre giorni di festeggiamenti culmina giovedì 14 gennaio alle ore 18 con la santa messa presieduta dall’incaricato per l’Apostolato della Preghiera nella Diocesi di Oria, don Angelo Micocci, mentre mercoledì 13 gennaio, subito dopo la messa vespertina, si terrà l’adorazione eucaristica.

I festeggiamenti si aprono invece con un momento di approfondimento sulla storia del movimento, dalla sua dimensione internazionale a quella strettamente locale, riflettendo sulla figura del venerabile fra Giuseppe Michele Ghezzi, il frate francescano che dal giugno all’ottobre 1922 abitò nel convento della Madonna della Croce di Francavilla Fontana, svolgendo l’incarico di sacrestano. Il venerabile frate francescano fu fervido promotore della devozione al Sacro Cuore di Gesù: egli raccomandava a tutti i suoi benefattori e a sua sorella, suor Clotilde, di diffondere l’immagine del Sacro Cuore nelle case, di indossarne la medaglietta, di consacrare le famiglie e di pregare secondo le intenzioni del papa ogni primo venerdì del mese, senza mai trascurare i bisogni delle famiglie francavillesi, provate dalla grande guerra, avendone compassione e infondendo loro coraggio. Egli testimoniò tutta quella vicinanza e fratellanza che è possibile tuttora cogliere nei suoi scritti e che accompagneranno per questo centenario la meditazione del rosario ogni giorno 9 di ogni mese. Un ulteriore motivo, tra i tanti di un secolo di storia, per indicare l’Apostolato della preghiera di Francavilla Fontana con il santuario della Madonna Croce come un importante nodo nella Rete mondiale della preghiera del Papa.

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Emergenza epidemiologica: ierio a Mesagne si registra 1 nuovo caso, sono 5 i guariti. 

Si contano 53 persone attualmente positive, di cui 3 in ospedale ma nessuno in condizioni critiche.

Con determina dirigenziale n.500 dello scorso 4 dicembre, la Regione Puglia – dipartimento di Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio, sezione “Ciclo di Rifiuti e Bonifiche” – ha comunicato al Comune di Mesagne l’ammissione al finanziamento richiesto, relativo all’Avviso Pubblico “per la concessione di contributi per gli interventi di rimozione di rifiuti illecitamente abbandonati su aree private”. La somma destinata è di 30mila e 500 euro.

 “Queste risorse ci permetteranno di continuare una battaglia di civiltà grazie ad un rapporto di collaborazione che prevede il coinvolgimento di molti: il Comando di Polizia Locale, l’ufficio comunale all’Ecologia e Ambiente, la ditta del servizio per la raccolta e, non ultimo, i cittadini chiamati a conferire i rifiuti nel rispetto delle leggi e del senso civico”, ha commentato il sindaco della città, Toni Matarrelli. 
Sin dal suo insediamento, l’Amministrazione Comunale di Mesagne ha riservato molta attenzione alla battaglia contro l’abbandono dei rifiuti, anche attraverso il potenziamento del sistema di videosorveglianza utile ad individuare e punire i trasgressori. “Tali azioni saranno intensificate anche in futuro. L’obiettivo è quello di far ricadere questi gesti illegali, oltre che incivili, su chi li compie e non sulla collettività”, ha concluso l’assessore all’Ecologia e Ambiente, Maria Teresa Saracino.

Lo stop ai panini al prosciutto ai viaggiatori provenienti dalla Gran Bretagna rischia di scatenare una guerra commerciale che mette a rischio oltre 140 milioni di euro di cibo e bevande Made in Italy che vengono esportate dalla Puglia, compromettendo l’unico settore cresciuto Oltremanica nel 2020 (+1%) nonostante la fase recessiva provocata dalla pandemia. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti regionali sui pericolosi effetti del “caso” della confisca da parte di funzionari doganali olandesi di panini al prosciutto e altro cibo a viaggiatori e camionisti provenienti dal Regno Unito sulla base delle norme post-Brexit le quali prevedono che dal 1° gennaio 2021 non sarà più possibile portare nell'UE i cosiddetti POAO (prodotti di origine animale) come quelli contenenti carne o latticini sulla base del rispetto delle elevate norme sanitarie e fitosanitarie (SPS) dell’UE.

“A rischio sono oltre 385mila euro di cibo e bevande Made in Italy che vengono esportate ogni giorno dalla Puglia in media in Gran Bretagna che è al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Su un valore totale di 140 milioni di prodotti agroalimentari pugliesi esportati, oltre il 70% dell’export riguarda l’ortofrutta, pari a 97,5 milioni di euro, numeri importanti che sostengono la crescita e nuove opportunità di lavoro grazie agli investimenti sulla competitività del Made in Italy a partire dall’agroalimentare che è un elemento di traino per l’intera economia in Italia e all’estero”, spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Le esportazioni di prodotti agroalimentari dalla Puglia al Regno Unito sono aumentate del 41,5 % negli ultimi 5 anni, aggiunge Coldiretti Puglia, un valore che rischia di essere pesantemente colpito dall’emergenza Covid.

Dopo il vino, che complessivamente ha fatturato nel 2019 sul mercato inglese quasi 771 milioni di euro, spinto dal Prosecco Dop, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono – continua la Coldiretti – i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva.

Basti pensare che quasi un barattolo di pomodori pelati Made in Italy su cinque esportati finisce in Gran Bretagna che è dipendente dall’estero per l’80% del pomodoro che consuma e rappresenta per l’Italia uno sbocco di mercato di vitale importanza per l’economia e l’occupazione che va difeso con forza anche dopo la Brexit. Coldiretti Puglia ribadisce la politica lungimirante e di visione adottata con l’accordo di filiera sottoscritto da Coldiretti e Princes che hanno unito gli sforzi per sostenere il “Made in Italy” della filiera del pomodoro, valorizzandone l’elevata qualità e l’identità nazionale, con una intesa che garantisce una remunerazione in campo che gli agricoltori non vedevano da 22 anni, dal lontano 1998

Le esportazioni agroalimentari italiane in Gran Bretagna sono in leggero aumento anche nel 2020 nonostante le difficoltà generate dalla pandemia per la tendenza ad accumulare scorte ed evitare – sottolinea la Coldiretti – l’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi e doganali per effetto della Brexit. Se complessivamente le esportazioni agroalimentari italiane hanno raggiunto nel 2019 il valore di oltre 3,4 miliardi di euro dopo il vino, che complessivamente ha fatturato sul mercato inglese quasi 771 milioni di euro, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti ci sono – continua la Coldiretti – i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell’olio d’oliva.

Un flusso commerciale che – sostiene la Coldiretti - rischia di essere messo a rischio dalle tensioni alle frontiere che possono trasformarsi in ritardi, particolarmente dannosi soprattutto per i prodotti deperibili come gli alimentari. La mancanza nell’accordo sulla Brexit, come quello sull’equivalenza delle norme fitosanitarie per non parlare della tutela delle nuove produzioni a indicazioni geografiche dell’UE sono aspetti che potrebbero tradursi in pesanti penalizzazioni per l’agroalimentare italiano, che è leader in Europa nella qualità alimentare.

Bisogna fare in modo che i prodotti più esportati Oltremanica non vengano penalizzati da una possibile deterioramento dei rapporti tra le parti, con inutili accanimenti burocratici a danno dei prodotti di alta qualità, in particolare quelli facilmente deperibili come frutta e verdura.

Il rischio è peraltro che – conclude la Coldiretti – si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia con bollino rosso ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), a aprtire proprio dall’olio extravergine di oliva fino al vino.

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