Redazione

Domani, 2 dicembre 2022, ore 18, presso l’Ass. G. Di Vittorio (Via Castello n. 20), l’ANPI di Mesagne incontra CARMELO MOLFETTA che interviene sull’attualissimo tema “Il Presidenzialismo”.
 
E’ questo il momento per una riforma in senso presidenziale della Costituzione italiana? Ne discutiamo insieme venerdì pomeriggio.

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Si allunga con il Prunus mahaleb, il portinnesto del ciliegio maggiormente utilizzato in Puglia, l’elenco delle piante ospiti di Xylella fastidiosa, con gravi ripercussioni sulla ripresa nelle aree infette dalla malattia e sul settore florovivaistico, con 36 specie ospiti del batterio killer degli ulivi. La notizia è emersa nel corso dell’Incontro organizzato da Coldiretti Puglia e Unaprol con il Rotary a Bari, a cui ha partecipato Donato Boscia, dirigente di ricerca dell’IPSP CNR di Bari, con il salone degli oli extravergine della Puglia organizzato da PugliaOLive.

“Questa settimana abbiamo comunicato al Servizio fitosanitario regionale il ritrovamento tra le piante infette del magalebbo, il portinnesto del ciliegio più utilizzato in Puglia, il Prunus mahaleb. Con questo ritrovamento  viene nuovamente aggiornata la lista delle specie suscettibili a Xylella pauca SP53 che adesso comprende 36 specie”, ha spiegato Donato Boscia del CNR.

"E’ una ulteriore tegola per l’agricoltura e per il settore florovivaistico, ma anche per gli uffici fitosanitari sul territorio – ha commentato il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – un mix esplosivo che mette a rischio la ripartenza nelle aree colpite dalla Xylella e la tenuta stessa sui mercati interni e sull’export florovivaistico pugliese che rappresenta un elemento di punta del Made in Italy”.

Le piante ospiti individuate di recente sono state incluse nella banca dati EFSA di piante che fungono da ospiti di Xylella fastidiosa. La banca dati mette a disposizione evidenze scientifiche essenziali a scienziati e gestori del rischio. In particolare è di ausilio a questi ultimi per porre in essere misure di sorveglianza e altre misure fitosanitarie come, ad esempio, l’ispezione su piante destinate alla messa a dimora.

Il settore florovivaistico è fra quelli più colpiti dal rincaro dei costi di produzione generati dalla conflitto in Ucraina, pur dimostrando una grande capacità di resilienza è anche fra quelli più performanti – insiste Coldiretti Puglia - con una forte domanda anche dall’estero dove si registra un aumento record del 33% delle esportazioni di piante Made in Italy che impone la tutela di un comparto chiave del Made in Italy agroalimentare con un valore della produzione di fiori e piante che supera i 300 milioni di euro in Puglia.

Gravi i danni d’immagine e sull’export di prodotti florovivaistici causati dalla Xylella fastidiosa, spesso usata come scusa per bloccare ingiustificatamente fiori e piante in vaso Made in Italy – insiste Coldiretti Puglia - con la Direzione Generale della Salute dell’Unione Europea che ha già messo in mora nel 2021 il governo britannico dopo l’annuncio che nuovi requisiti si applicheranno ai Paesi in cui è nota la presenza della Xylella, con le importazioni di piante dei generi Polygala e Coffea consentite solo da paesi in cui non è presente Xylella, l’obbligo di requisiti più rigorosi per l'importazione di olivo, mandorlo, lavanda, rosmarino ed oleandro da paesi in cui è nota la presenza di Xylella, oltre a rigide condizioni per le importazioni, comprese le ispezioni del luogo di produzione e dell'area circostante, i test, le ispezioni pre-esportazione e un periodo di quarantena di un anno prima dell'importazione.

"Un esempio significativo delle difficoltà che colpiscono il settore florovivaistico a causa dell’assenza di accordi con Paesi e aree strategici per il nostro export, ma anche delle lungaggini burocratiche che affliggono il lavoro degli uffici fitosanitari sul territorio", ha concluso il presidente Muraglia.

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Lezioni Calviniane" all'Epifanio Ferdinando. 

 L’IISS “Epifanio Ferdinando” promuove per l’anno scolastico 2022/2023, il progetto “Lo scoiattolo della penna- Lezioni calviniane”, con il quale  si propone di promuovere la conoscenza della vita e delle opere di Italo Calvino, di cui nel 2023 ricorre il centesimo anniversario della nascita, con particolare attenzione alla sua passione per la scrittura scientifica. A tale proposito vengono promossi una serie di incontri con relatori esterni alla scuola, specialisti della materia trattata, e  viene indetto un concorso letterario aperto alle scuole secondarie di primo e secondo grado della Regione Puglia, partecipando al quale i ragazzi saranno chiamati a cimentarsi nella realizzazione di  un racconto di scienza narrata. 
I primi appuntamenti del percorso avranno luogo a partire dal 1 dicembre, data nella quale gli studenti e i docenti del Ferdinando incontreranno il prof. Valerio Capasa, docente di lettere e ricercatore universitario, che dialogherà con i ragazzi stimolandoli alla lettura di alcune opere di Calvino, attività che sarà svolta da tutte le classi nel corso dell’anno.
Il 2 dicembre alle ore 16.00 il prof Fabio Moliterni, docente di letteratura contemporanea dell’Unisalento, terrà una lezione sull’autore e la sua opera, nei locali del Liceo Scientifico (sede di via Eschilo a Mesagne). In questa occasione, aperta alla cittadinanza, verranno presentati il progetto ed il concorso letterario.

LAVORO: COLDIRETTI PUGLIA, CON SVILUPPO LOCALE OPPORTUNITÀ IN CANTINA PER GIOVANI CERVELLI. 

Oltre 7mila giovani in Puglia hanno scelto di costruirsi un futuro da imprenditori agricoli investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo alle vendite dirette fino alle bioenergie e all’economia green, tanto che nascono in media 18 nuove imprese giovani al giorno. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, in occasione dell’incontro a Manduria sulle ‘strategie di sviluppo locale e giovani generazioni’ assieme agli studenti dell’Istituto Tecnico Luigi Einaudi, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia.

“Il maggior appeal del lavoro in campagna si riflette anche sulle scelte scolastiche. Un profondo cambiamento di cui al boom di iscrizioni degli studenti degli istituti professionali in Agricoltura, Sviluppo Rurale, Valorizzazione dei Prodotti del Territorio e Gestione delle Risorse forestali e montane si aggiunge peraltro quella le presenze all’indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria degli istituti tecnici, in aumento del 17%. E il settore vitivinicolo è forse quello che più degli altri può dare impulso e opportunità ai giovani di lavorare e di dare vita anche alle libere intraprese”, ha detto il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo.

Nel primo semestre 2022, nonostante gli effetti del Covid e della guerra in Ucraina – aggiunge Coldiretti Puglia - sono cresciute le esportazioni dei vini pugliesi del 16%, con una performance positiva in UK del +121%, in Francia del +44%, in Germania del +27%, in Cina +24% e Svizzera +18%, con un calo solo negli Stati Uniti del -13% e in Giappone del -29%.

I successi dei vini pugliesi continuano nonostante le aziende vitivinicole Made in Italy – sottolinea la Coldiretti regionale - si siano trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori con le bottiglie di vetro che costano più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti Puglia – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.

“Con la crisi provocata dal conflitto in Ucraina, il settore agricolo è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni con le aziende condotte da giovani che si sono dimostrate anche le più resilienti, con un aumento medio dei redditi del 5,9%, mentre quelli delle aziende over 35 sono diminuiti dell’1,3%”, ha aggiunto Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.

Ma lo scenario del settore vitivinicolo va analizzato, anche alla luce delle preoccupazioni dei consumatori per il ‘carovita’, a seconda dei canali di vendita su cui le diverse strutture di produzione e commercializzazione indirizzano le proprie produzioni, con la flessione – spiega Coldiretti Puglia - delle vendite nei primi 3 mesi del 2022 nella Grande Distribuzione Organizzata dei vini DOP dell’11,2%e degli IGP del -9.7%, mentre per la ripresa piena delle attività della ristorazione abbiamo un +89% del fatturato nel canale Ho.Re.Ca, dove sono proprio i vini a denominazione al centro dell’offerta enogastronomica.

Una svolta green che ha portato al lavoro nelle campagne pugliesi un esercito di 7mila imprese in Puglia che ha di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

Un inverno ricco di collegamenti da e per la Puglia quello presentato dalla compagnia aerea Ryanair stamattina nell’aeroporto ‘Karol Wojtyla’ di Bari. Oltre 480 voli a settimana su 45 rotte verso una serie di importanti destinazioni europee per le vacanze tra cui Berlino, Madrid e Londra da Bari e Pisa, Bruxelles e Treviso da Brindisi. Ryanair ha incrementato la propria capacità invernale in Puglia di oltre il 20% rispetto al periodo pre-covid e prevede di trasportare quasi 5,5 milioni di passeggeri da/per la regione nel 2023. Una crescita che supporta oltre 4000 posti di lavoro in totale, inclusi 90 posti di lavoro diretti.

“La conferenza di oggi - ha dichiarato il Presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile - ci dà ragione della strategia messa in campo da tempo dal management della Società per migliorare e ampliare l’offerta di collegamenti da e per la Puglia. In Ryanair troviamo sempre un partner pronto a scommettere su nuove rotte che il mercato ci chiede. Del resto, la compagnia accogliendo le nostre richieste e lavorando al fianco del nostro commerciale, ci ha permesso di ripartire dopo lo stop causato dalla pandemia e di registrare numeri da record, superiori allo stesso periodo del 2019, anno d’oro per gli aeroporti pugliesi. L’aumento delle rotte rispetto agli scorsi anni – ha proseguito Vasile – ci dà ragione del lavoro svolto sino ad ora, della fiducia dimostrataci dal nostro azionista e dell’affidabilità dei nostri aeroporti. Per questo, sulla scia dei risultati raggiunti, posso confermare che continueremo ad operare in tal senso, perseguendo la nostra strategia, anche in vista della prossima stagione estiva per la quale abbiamo già annunciato, nei giorni scorsi, importanti novità e confidiamo – ha concluso - che di qui a marzo altre rotte si possano aggiungere in modo da completare la rete dei collegamenti anche verso mercati strategici per la nostra industria del turismo”.

 “Giornate come questa – ha dichiarato l’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Anita Maurodinoia – ci devono non solo far riflettere sulla strada intrapresa dall’azionista e dall’assessorato ai Trasporti, volta al miglioramento delle infrastrutture, ma anche convincerci della evidente ripresa dei traffici aerei dopo la pandemia. Con largo anticipo rispetto ad ogni più rosea aspettativa, possiamo annunciarvi che abbiamo raggiunto i 9 milioni di passeggeri. Quindi, sono fermamente convinta che questo sia il momento giusto per investire nelle infrastrutture della regione, in particolar modo in quelle aeroportuali che ritengo fondamentali non solo per la qualità del servizio offerto, ma anche e soprattutto per gli standard di sicurezza garantiti. Il nostro intento, come quello di Aeroporti di Puglia, è di offrire ai passeggeri che transitano negli aeroporti pugliesi il meglio a livello di servizi e di sicurezza. La Puglia è terra d’eccellenza in tutti i campi e noi che la governiamo, dobbiamo fare in modo che questi standard siano sempre in crescita.

 Migliorare le infrastrutture significa accogliere al meglio i turisti. Se gli aeroporti pugliesi hanno raggiunto standard alti, nonostante lo stop dovuto alla pandemia, è perché il management ha operato perché tutto il lavoro fatto fino al 2019, anno d’oro degli aeroporti, non andasse disperso. Al contrario, i numeri, non solo confermano il trend, ma ci descrivono una situazione in costante crescita. Un plauso quindi – ha concluso – a tutta la squadra di Aeroporti di Puglia, con la quale continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto”.

 “Siamo lieti di celebrare il nostro operativo invernale in Puglia da Bari e da Brindisi – ha dichiarato il country manager di Ryanair per l’Italia, Mauro Bolla - operando 45 rotte verso fantastiche destinazioni come Budapest, Bruxelles o Vienna, offrendo ai nostri clienti tariffe più convenienti per i loro viaggi invernali. Poiché Ryanair continua a crescere e a offrire una scelta sempre più ampia e una maggiore affidabilità ai propri clienti italiani, ci aspettiamo di trasportare circa 5,5 milioni di passeggeri da/verso Bari e Brindisi nell’anno fiscale 2023, quasi il doppio rispetto al numero di passeggeri nel 2022, un’ulteriore dimostrazione del nostro impegno verso il mercato italiano e della crescita di posti di lavoro e del turismo. Per celebrare l’annuncio dell’operativo invernale sulla Puglia, abbiamo lanciato una promozione con tariffe a partire da €24,99 per viaggi fino alla fine di Marzo 2023, che dovranno essere prenotati su ww.Ryanair.com entro la mezzanotte di venerdì 2 dicembre”.

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Tornano agli antichi splendori i due spilloni rinvenuti in una delle tombe della necropoli a cremazione di Torre Guaceto. Dopo l’intervento di restauro realizzato dagli esperti del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, i manufatti faranno rientro presso il laboratorio di archeologia della riserva. 

Si sono incontrati questa mattina presso il museo archeologico leccese, i rappresentanti istituzionali degli enti coinvolti nella fruttuosa collaborazione che ha portato al restauro di un importante corredo funerario femminile del II millennio a.C. scoperto nel 2021 sotto la superficie dorata della spiaggia delle conchiglie dell’area protetta.
Hanno partecipato al tanto atteso evento, il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta, la soprintendente, Francesca Riccio, il direttore dello scavo e del laboratorio di archeologia, Teodoro Scarano, ed il presidente del Polo Biblio-Museale di Regione Puglia, Luigi De Luca. 
I monili oggetto dell’intervento conservativo provengono dalla tomba 6 della necropoli protostorica a cremazione di Torre Guaceto e sono due spilloni in bronzo, del cosiddetto tipo Franzine, accompagnati da due perle d’ambra che si datano al Bronzo Recente (XIII-XII secolo a.C.). 
Il precario stato di conservazione dei reperti riconosciuto al momento della scoperta aveva indotto gli enti coinvolti nell’attività di ricerca, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce, Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, a trasferirli presso il laboratorio di restauro del Museo Castromediano. torre_guaceto_reperto_monili.jpg
La riconsegna di oggi rappresenta l’ennesimo risultato raggiunto grazie alla stretta collaborazione che lega le tre istituzioni e che sancisce le politiche di conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico della riserva che, grazie anche all’istituzione di un proprio laboratorio di archeologia, rappresenta un unicum nel panorama italiano. 
Ora, in attesa di individuare uno spazio museale utile alla loro valorizzazione e fruizione, i reperti restaurati saranno custoditi presso il laboratorio di Torre Guaceto, nel quale sono conservati anche tutti gli altri materiali rinvenuti nella necropoli a cremazione attualmente in corso di studio. 
Le indagini condotte negli ultimi due anni, in regime di concessione da parte del Ministero della Cultura, dall’Università del Salento in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna con il sostegno del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, hanno portato all’individuazione di oltre 30 deposizioni funerarie che, in base ai materiali archeologici rinvenuti e alle datazioni radiocarboniche effettuate su un primo campione di resti umani, potrebbero collocarsi tra la fine del XIV ed il XII secolo a.C., ovvero tra la fine del Bronzo Medio e le prime fasi del Bronzo Finale. 
Una scoperta straordinaria figlia dello sforzo di ricerca che l’Università del Salento conduce nel territorio dell’area protetta di Torre Guaceto da oltre 15 anni con un progetto indirizzato allo studio dell’archeologia dei paesaggi costieri. 
“L’attività archeologica nella nostra riserva – ha commentato il presidente del Consorzio di Gestione dell’area protetta, Malatesta -, rappresenta non soltanto una prospettiva fondamentale per storicizzare un luogo così unico e speciale, ma mostra anche un modello di collaborazione istituzionale molto efficace, impreziosito da un mecenatismo culturale che il tessuto economico del territorio ha messo a sua disposizione da qualche anno a questa parte, generando così un sistema davvero virtuoso su cui poter costruire grandi progetti anche in futuro”.
“La vicenda del recupero e del restauro di reperti così importanti come i due spilloni di Torre Guaceto testimonia ulteriormente l’importanza dele ricerche archeologiche nel territorio salentino” – ha aggiunto la soprintendente Riccio – “E’ un tema che ci sta particolarmente a cuore e che ci impegna nel sovraintendere a un gran numero di concessioni – alcune delle quali in corso da molti anni - conferite a studiosi ed operatori a livello nazionale e internazionale. Alla ricerca e allo studio si accompagnano necessità di conservazione e valorizzazione per le quali, sempre più, è importante poter contare su una proficua collaborazione interistituzionale”.

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Si è svolto a Brindisi il 29 novembre scorso un convegno sulla pirotecnia con rappresentanti delle istituzioni, esperti e operatori del settore, che si è chiuso con grande spettacolo pirotecnico sul lungomare di Brindisi. Secondo gli organizzatori l’evento “ha l’obiettivo di dare centralità ai fuochi d’artificio quali vero e proprio linguaggio artistico, tratto caratteristico dell’identità, della tradizione e della storia del territorio nonché importante settore imprenditoriale”.

Non sappiamo se durante il convegno si sia osservato un minuto di raccoglimento per i morti da lavoro in questo comparto industriale. Si ricorderà la strage di Modugno del 24 luglio 2015 con dieci operai morti –  senza voler fare sensazionalismi – morti disintegrati in una fabbrica di fuochi di artificio.

Nel 2018 muore sul lavoro ad Arnesano, per rimanere in Puglia, Gabriele Cosma, giovane di soli 19 anni ucciso in una fabbrica di fuochi artificiali; esprimemmo sincere condoglianze alla famiglia del povero giovane ed un sincero augurio di guarigione all’operaio colpito nel corso dello stesso evento. 

Il 19 ottobre 2020 nella fabbrica di fuochi d'artificio PiroDaunia, in contrada Torre Gramigna, nel territorio compreso fra San Paolo di Civitate e San Severo, in provincia di Foggia, è rimasto ucciso un operaio di 54 anni, Angelo Longo.fuochi_pirotecnici.jpg

Il 2 agosto 2020 moriva sempre a San Severo Luciano Delvicario, di 43 anni, a seguito delle ferite riportate nell’esplosione nella fabbrica di fuochi in cui lavorava avvenuta il 31 luglio precedente.

"Sono una ventina le esplosioni in fabbriche o depositi di fuochi d'artificio dal 2000 a oggi, più di una all'anno - ricorda Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo dei vigili del fuoco in una intervista a Repubblica qualche giorno dopo - segno che si tratta di attività a elevatissimo rischio sulle quali il Ministro dell'Interno deve porre l'attenzione del governo e disporre maggiori controlli e attività di prevenzione, potenziando e utilizzando anche i vigili del fuoco".

Da molti anni stiamo portando avanti una critica di fondo alla produzione di una merce che “inquina sempre e spesso uccide”. È tempo di mettere al bando la produzione, commercializzazione e importazione dall’estero dei fuochi artificiali; da anni cerchiamo di interloquire anche con consumatori e acquirenti invitandoli a scelte più ecologiche che evitino inquinamento e sprechi; da anni tuttavia, proponiamo alle istituzioni, quantomeno, di vigilare seriamente sulle condizioni di sicurezza. Le istituzioni parlamentari avevano “promesso” una “legislazione speciale”, per garantire maggiore sicurezza; le bozze che abbiamo potuto leggere in verità non facevano che ribadire criteri e norme già in vigore dai tempi del DPR 303/1956.

Il fenomeno si inserisce poi sul piano culturale nel modello storico di “festa, farina e forca” al quale è ora di dire basta da subito; negli scaffali dei supermercati infatti si vanno già accumulando prodotti esplodenti dai nomi patetici più che fantasiosi: Fontana bizantina, petardo Vampiro, Lampada spaziale, Fontana Mississippi, Fontana ruotante, spesso con costi anche esorbitanti.

Resta un quesito: ha senso consentire la produzione e l’uso di simili ordigni? La domanda è retorica visto che sono fonte di inquinamento acustico e atmosferico, inquinano l’acqua e il suolo; sono causa di traumi, ustioni, mutilazioni, morte (in particolare nella fase di produzione e accumulo); a fronte del numero degli addetti alla produzione il comparto è tra i più pericolosi; spaventano i bambini, gli anziani e gli animali.

Troviamo incomprensibile come le feste religiose e laiche in tutta Italia, una risorsa enorme che va valorizzata con altri strumenti (con la ricerca storica, antropologica, sociale), vengano “abbellite” da una merce così inquinante e mortifera che deve essere messa al bando, esattamente come l’amianto. Ovviamente sostenendo la riconversione delle imprese e sostenendo i lavoratori.

Una considerazione poi su Brindisi, una città così penalizzata dall’inquinamento industriale e portuale e che tante battaglie ha affrontato per la tutela della salute pubblica. Nessuna obiezione sullo svolgimento del congresso delle industrie pirotecniche, ma assolutamente contrari alla manifestazione pirotecnica serale composta “da 5000 manufatti di produzione esclusivamente artigianale distribuiti su 10 postazioni di sparo che andranno ad interessare una linea frontale di oltre 100 metri” che avrà riempito l’aria di grandi quantità di polveri e combusti. Non ne comprendiamo il significato alla luce delle ragioni anzidette, e ci sembra persino più ragionevole ciò che accadeva a Vienna, ancora nei primi decenni dell’800, quando si sparavano cannonate con la presunzione che la polvere da sparo nell’aria contrastasse la diffusione del colera; erano tempi in cui alcuni scienziati caldeggiavano la teoria epidemista (diffusione dell’agente patogeno – ancorché sconosciuto - attraverso l’aria).

E' di queste ore la notizia che il Comune di Lugo di Romagna, che abitualmente inseriva la manifestazione pirotecnica nelle celebrazioni della fine d’anno, da quest’anno l’ha abolita. Un gesto di responsabilità che speriamo sia seguito da molti Sindaci e da organizzatori di feste laiche e religiose.

Associazione Salute Pubblica

 

Stanza Bolla COVID e caos organizzativo al PerrinoStanza Bolla COVID e caos organizzativo al Perrino. Premesso che all’interno dell’ospedale è scoppiato un nuovo focolaio COVID che hacoinvolto pazienti e utenti e la situazione sembra destinata a peggiorare , si è avutanotizia di quanto disposto dalla direzione Sanitaria del P.O. Perrino in meritoall’individuazione e all’attivazione di “stanze bolla” presso le U.O. del nosocomio.

Si consideri che il SARS-cov-2 è un virus respiratorio che si diffonde principalmenteattraverso il contatto stretto (< 1 metro) con una persona infetta e che la via primariadi contagio è costituita dalle goccioline del respiro (droplets) delle persone infette.Secondo i dati attualmente disponibili, le persone sintomatiche sono la causa piùfrequente di diffusione del virus. Tuttavia, le più aggiornate evidenze suggerisconoche la trasmissione possa avvenire anche da soggetti paucisintomatici o anche deltutto asintomatici.Si evidenzia che alcune procedure mediche (ventilazione polmonare non invasiva edinvasiva, broncoscopia ecc…) possono produrre goccioline droplets molto piccole(chiamate nuclei di goccioline aerosolizzate o aerosol) che sono in grado di rimanerea lungo sospese nell’aria e possono potenzialmente essere causa di trasmissionedell’infezione.La trasmissione indiretta può avvenire anche attraverso oggetti o superficicontaminati. Il virus può sopravvivere da alcune ore fino a diversi giorni sullesuperfici.Tenuto conto di quanto sopra esposto, la scelta fatta dalla Direzione Medica del P.O.Perrino di individuare “stanze bolla” all’interno delle unità operative appareparadossale.

Nella nota 94628 la Direzione sanitaria ha intimato ai dirigenti delle U.O. del nosocomiobrindisino, l’individuazione e l’attivazione delle “stanze Bolla”, atte ad ospitare ipazienti positivi al Covid e asintomatici. La nota presenta alcune criticità a nostroavviso molto importanti che potrebbero avere un effetto rebound sulla salute deipazienti stessi e degli operatori sanitari.In primis le “stanze bolla” individuate nella maggior parte delle U.O. coincidonoquasi sistematicamente con le vie di fuga previste dal decreto legislativo 81 del 2008e pertanto i contenitori e i tavolini, nonchè il semplice passaggio ostruiscono di fattola via principale di emergenza: “Le vie e le uscite di emergenza devono rimaneresgombre e consentire di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro”.In secondo luogo le “stanze bolla” rischiano di diventare “untori” poichè la“separazione funzionale, posta nei corridoi a separare la zona pulita da quellainfetta, non sempre è possibile. Mancano i presupposti per poter gestire i pazientiCovid positivi dentro i reparti a cominciare dalle caratteristiche delle stanze, lacommistione di percorsi e transito di operatori, gli spazi necessari per la vestizionee svestizione, l’igienizzazione di percorsi e ascensori, l’uso esclusivo delleapparecchiature elettromedicali.Quanto disposto dalla DS non tiene conto dei processi organizzativi e del maggioreimpegno a carico della U.O.

La gestione dei letti Covid è a carico dell’organico infermieristico e operatori sociosanitari presente in reparto già notevolmente ridimensionato rispetto a gli standardassistenziali ordinari, considerato, che il contagio si sta diffondendo in manieraconsiderevole tra gli operatori e queste condizioni lavorative potrebberopotenzialmente accentuarlo.Con l’organico così ridotto la sostituzione del collega malato ricade su chi rimane inservizio, saltando i turni di riposo, sommando a straordinari orari aggiuntivi in unaforma di organizzazione del lavoro che risulta ingestibile e insostenibile.Ancora più importante è che nella nota non c’è alcun riferimento ai percorsi interniall’Ospedale.

Si parla di pazienti asintomatici, ma se si aggravano? Cosa succede sei reparti COVID non hanno posti?Inoltre per quanto riguarda i trasferimenti dei pazienti COVID occorre chiarire benele modalità. In molti casi si chiede ai reparti di procurarsi la barella biocontenitiva,in altri il paziente viene trasportato con un “cubo” posto sopra la testa e nonrisulterebbe che tale strumento rientri nei DPI previsti dalle norme vigenti.Per quanto sopra la Funzione Pubblica CGIL Brindisi chiede:• La revoca della nota 94628• La convocazione di un incontro monotematico per contribuire, così comeprevisto dalla normativa vigente, a definire tra le parti l’organizzazione del lavoroin un presidio che già mostra una carente dotazione organica anche in ragionedei carichi di lavoro presenti nello stesso.Nelle more di un urgente riscontro, nella consapevolezza dei risvolti scaturenti da ogniatto amministrativo su materie delicate che attengono la garanzia della salute esicurezza degli operatori sanitari e della cittadinanza.

Dati del giorno: 30 novembre 2022

1.501
Nuovi casi
9.158
Test giornalieri
6
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 347
Provincia di Bat: 92
Provincia di Brindisi: 172
Provincia di Foggia: 212
Provincia di Lecce: 483
Provincia di Taranto: 174
Residenti fuori regione: 17
Provincia in definizione: 4
14.635
Persone attualmente positive
218
Persone ricoverate in area non critica
16
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.555.336
Casi totali
13.235.038
Test eseguiti
1.531.418
Persone guarite
9.283
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 499.758
Provincia di Bat: 131.492
Provincia di Brindisi: 148.602
Provincia di Foggia: 217.153
Provincia di Lecce: 326.794
Provincia di Taranto: 209.954
Residenti fuori regione: 16.343
Provincia in definizione: 5.240
Il Comune di Mesagne ci ritenta e pubblica il bando per la gestione del canile rifugio e sanitario. Il bando innovativo che punta al benessere degli animali, alla rieducazione e alla gestione ordinata, prevede anche ben due figure alle dipendenze di due educatori cinofili. È possibile trovarlo nella sezione AVVISI del sito istituzionale della Città di Mesagne. La scadenza della presentazione delle offerte sarà mercoledì 18 Gennaio 2023 alle ore 12. Il termine per le richieste di chiarimenti l’ 8 Gennaio prossimo.

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