Redazione

GRANO TURCO SCARICATO IN CENTRI STOCCAGGIO PUGLIESI, COLDIRETTI PUGLIA: “SERVE PRINCIPIO DI RECIPROCITA’”.

Le staffette degli agricoltori di Coldiretti hanno seguito  i tir che hanno scaricato il frumento in Puglia.

È stato scaricato il grano turco ed è giunto nei centri di stoccaggio pugliesi di Altamura e Gravina, dopo che una settimana fa era arrivato sulla nave ALMA al porto di Bari e grazie al blitz della Coldiretti era stato sottoposto a tutti i controlli necessari dal punto di vista sanitario e amministrativo. A darne notizia è Coldiretti Puglia, con le staffette degli agricoltori che hanno seguito i tir carichi di grano fino a destinazione, partendo dal presidio al Porto di Bari.

Un presidio di protesta che punta a difendere la salute dei cittadini, in particolare dei bambini, reso necessario dai continui sbarchi di prodotto extra Ue coltivato anche con l’utilizzo di sostanze tossiche proibite in Europa, come ad esempio fungicidi o il glifosato, l’essiccante vietato in Italia in pre raccolta e usato anche sul grano canadese e su quello russo. Coldiretti ha ribadito la necessità di far valere il principio di reciprocità che deve garantire stesse regole per tutti a partire dai fattori di produzione e di trasparenza ai consumatori, con l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dell’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nella Ue.

Con lo slogan ‘Mamma è ora di dare battaglia’, ‘Mamma sei sicura che quello che mangiano i tuoi figli non contenga schifezze’, il presidio di una settimana degli agricoltori di Coldiretti a Bari è servito a tenere alta l’attenzione su un tema così delicato visto che ogni giorno si susseguono navi che portano prodotti da Paesi stranieri che diventano magicamente italiani nell’ultima fase di trasformazione permessa dal codice doganale sull’origine dei cibi che deve essere necessariamente revisionato per far cessare questo furto d’identità legalizzato e quest’inganno verso i cittadini che non conoscono la vera provenienza dei cibi che mangiano. 

“Siamo e saremo sempre le sentinelle dei consumatori, è la nostra battaglia per garantire la trasparenza e l’indicazione chiara in etichetta del cibo che arriva sulle tavole degli italiani” è il leitmotiv degli agricoltori che hanno seguito le fasi di scarico del grano preoccupati delle ripercussioni che inevitabilmente queste operazioni avranno sul loro reddito in un periodo difficile per un settore stretto tra pratiche sleali e cambiamenti climatici che rischiano di far sparire soprattutto le piccole aziende, come denunciato ripetutamente da Coldiretti. 

“Nei prossimi giorni – rilancia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia - ci sarà l’ennesima invasione di grano proveniente dalla Turchia, proprio in periodo di trebbiatura in Puglia, con l’asta turca dei giorni scorsi che riguarda l’esportazione di oltre 75mila tonnellate di grano che salperanno attorno alla metà di giugno. Questo non è più accettabile”.

“La lotta al falso made in Italy non si fa a parole, si fa con i fatti – ha ribadito Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia - con le azioni chiare ed inequivocabili, perché la Coldiretti non è contro le importazioni, anzi, ma pretende che quanto arriva in Italia dai Paesi extracomunitari sia chiaramente indicato in etichetta e soprattutto non venga miracolosamente nazionalizzato per fare pane e pasta made in Italy”.

Le importazioni sono cresciute dell’800% dalla Turchia, di oltre il 1000% dalla Russia, del 170% dal Kazakistan nel 2023 rispetto all’anno precedente, mentre solo nei primi 2 mesi del 2024 dalla Turchia sono stati importati quasi 35 milioni di chili di frumento duro, quasi la stessa quantità registrato in tutto il 2022. Ma crescono del 47% anche le importazioni di grano duro dal Canada, aggiunge Coldiretti Puglia, trattato con glifosato, secondo modalità vietate a livello nazionale, che rappresenta un grave pericolo per la salute dei cittadini, a partire dalle puerpere in allattamento che danno ai loro figli latte che contiene il glifosato.

Con l’avvio della raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare sull’obbligo di etichettatura dell’origine di tutti i prodotti in commercio, Coldiretti punta a smascherare il fenomeno dell’Italian Sounding grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell'ultima trasformazione sostanziale, una campagna che può essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica, dove presto sarà lanciata un’iniziativa per valorizzare la pasta prodotta a livello territoriale dai nostri agricoltori e negli uffici Coldiretti, Campagna che sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.

«Il G7 2024 è alle porte e tantissimi carabinieri da tutta Italia saranno convogliati in provincia di Brindisi per garantire la sicurezza del summit e di tutti i suoi partecipanti. Un impegno gravoso che comporterà per i colleghi giorni estenuanti, complici anche le alte temperature in arrivo. Per questo motivo abbiamo attivato un numero di emergenza a loro riservato, per segnalarci ogni tipo di criticità sulle condizioni di lavoro, di vitto e alloggio».

Così Cataldo Demitri, segretario generale regionale Puglia del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).carabinieri_parla_alla_radio.png

«Abbiamo a cuore il benessere psicofisico dei colleghi – dice Demitri – per questo motivo è importante per noi sapere che riusciranno a svolgere il proprio servizio al meglio, usufruendo del pasto ed effettuando ore di servizio adeguate e in linea con la legge 81/08. Il numero messo a disposizione dalla nostra segreteria, il 3755844672, è un sos facilmente raggiungibile su WhatsApp che ci permetterà di monitorare la situazione e fare le dovute segnalazioni in caso di criticità» ha concluso. 

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È difficile da spiegare: questi cinque anni sono trascorsi in fretta e sono passati altrettanto lentamente. Credo di ricordare, di ciascun giorno, qualcosa, un dettaglio o una circostanza importante e certamente tutte le facce che ho incontrato. Da ognuno, da ogni mio concittadino, ho imparato qualcosa, ho preso idee ed energie, ho accolto sollecitazioni e anche rimproveri quando stavamo sbagliando. Sono ragionevolmente sicuro che abbia funzionato, che l’aria favorevole che si respira nasce dal fatto che più o meno tutti i mesagnesi pensino che abbia funzionato.

Questi anni di amministrazione hanno funzionato perché è come se avessimo lavorato tutti insieme, mettendoci in gioco, recuperando l’orgoglio di essere mesagnesi, mostrando al mondo la bellezza della nostra città, costruendo giorno dopo giorno un senso di appartenenza forte e solidale e guadagnando una riconoscibilità nell’intero panorama regionale e nazionale.

So che ce l’abbiamo messa tutta, io, gli assessori, i consiglieri comunali, i consulenti politici. Ognuno e tutti insieme, come accade in una squadra di calcio o in un’orchestra: abbiamo fatto la nostra parte, con una dedizione assoluta e altrettanta responsabilità. Abbiamo provato a non trascurare alcun aspetto, dal centro alle periferie, da coloro che fanno impresa a coloro che attraversano momenti di difficoltà, dalla tutela dell’ambiente e la valorizzazione dei nostri luoghi e dei nostri beni alle infrastrutture, dagli investimenti nella cultura alle più diverse attività sportive. C’è stato un gran lavoro di semina, di cui abbiamo visto frutti fino ad oggi impensati. Penso, tra i moltissimi risultati, ai 50 milioni di euro di finanziamenti ottenuti per avere infrastrutture più moderne ed efficienti o per la messa in sicurezza degli edifici scolastici o per la transizione digitale. Penso alla riqualificazione capillare di tutti i quartieri periferici, con un’attenzione prioritaria all’ambiente, alle politiche di solidarietà e inclusione e alla formazione e all’inserimento dei più giovani nel mondo del lavoro. Penso al rilancio delle attività produttive – 334 nuove aperture – e alla promozione territoriale che ha portato ad un boom di presenze in città, a nuovi e consolidati flussi turistici attratti dalle bellezze, dalla storia e da una variegata offerta di qualità. Penso all’enorme investimento in termini di risorse e pianificazione nel settore della cultura che ci ha qualificati nel contesto dell’intero Paese.

Eppure, so che siamo soltanto a metà del percorso che abbiamo in mente di consumare. Oggi ripartiamo con una coalizione più forte e unita che mai, qualificata dalla presenza e dall’apporto del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. I prossimi anni saranno cruciali per intervenire con più efficacia in particolare sull’economia della nostra comunità e sulle opportunità di occupazione per i nostri giovani. Siamo consapevoli che i traguardi più ambiziosi sono a portata di mano, fidatevi una volta ancora, per quello che Mesagne è diventata e per quello che vorrà essere.

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Sono Vincenzo Lotesoriere, un medico dell’emergenza sanitaria, e candidato sindaco nelle fila di FdI. Mi sono laureato a Bari e, pur avendo avuto la possibilità di lavorare lontano da casa, ho scelto di rimanere nella mia terra: oggi, mio malgrado, vedo mio figlio e tanti giovani come lui costretti vivere fuori dal loro Paese. Questo mi ha dato la rabbia e la forza di mettere la mia faccia perché Mesagne abbia un altro futuro.

In questi mesi grazie anche all’impegno di tutti i candidati nella lista di FdI, ho avuto la possibilità di presentarmi a chi non aveva ancora avuto modo di conoscermi e farmi apprezzare per la lealtà ideologica, la coerenza politica e il rigore morale che mi contraddistinguono. 

Ho focalizzato l’attenzione sui temi fino ad ora poco trattati, le periferie bistrattate, l’agricoltura lasciata a sé stessa, la necessità di provvedere alla manutenzione ordinaria degli edifici scolastici, sulla mobilità sostenibile, sull’assetto di una sanità moderna.

Ho parlato con tanta gente spiegando l’importanza di un’opposizione vera, indipendente, libera da bavagli o legacci di ogni genere.

Ho denunciato il trasformismo di chi dice di aver formato una coalizione di centrosinistra e poi ha imbarcato gente di chiara estrazione di destra e di chi, professandosi di centro destra, ha preferito salire sul carro del presunto vincitore contribuendo con i propri voti ad un chiaro progetto di centro sinistra.

Nei primi mesi di campagna elettorale la gente era quasi timorosa di avvicinarsi a noi, alcuni hanno avuto perfino paura di candidarsi nella nostra lista, oggi finalmente mi scrivono in tanti e tanti mi fermano per strada, esprimendo la loro solidarietà e il proprio incitamento ad andare avanti.

Abbiamo raggiunto, ancor prima del responso delle urne, la nostra vittoria e siamo ad un passo da quella più importante!

Chiediamo a tutti gli elettori stanchi dei molti, troppi anni di centrosinistra pur mascherato da civismo di dare un segnale forte.

Chiediamo a tutti coloro che sabato e domenica hanno in progetto di andare al mare un piccolo sacrificio: una breve fila per il voto.

Sabato e domenica i seggi vi aspettano. Nel segreto dell’urna la scelta è semplice, potrete scegliere chi continuerà a gestire Mesagne come lo ha fatto in questi ultimi 5 anni oppure votare un gruppo nuovo, con voglia di cambiare le cose, tornando alla politica vera, fatta di idee e non del protagonismo dei singoli, di cose concrete e non di fantomatici cantieri che si apriranno nell’anno di non si sa.

A tutti questi dico: prendete la scheda arancione e votate Fratelli d’Italia perché l’Italia cambi l’Europa, prendete la scheda azzurra e votate Vincenzo Lotesoriere, Fratelli d’Italia e i miei candidati (si possono esprimere 2 preferenze, purché di genere diverso).

Dateci la forza politica di cambiare Mesagne.

I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Taranto hanno eseguito una ispezione presso una palestra del capoluogo brindisino congiuntamente a Militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro del Capoluogo. Nel corso della verifica, condotta anche con l’ausilio di personale tecnico del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S.L. di Brindisi – S.I.S.P. –, finalizzata alla verifica dei requisiti strutturali e funzionali dell’impianto sportivo, nonché alla salvaguardia della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ed al contrasto del lavoro nero, sono state rilevate diverse e gravi irregolarità che hanno portato all’immediata sospensione dell’attività imprenditoriale.

In particolare, all’interno della palestra venivano rilevate: criticità strutturali; vendita di alimenti, bevande ed integratori in assenza della prescritta S.C.I.A. sanitaria; l’impiego di quattro lavoratori non regolarmente assunti; la mancata sorveglianza sanitaria sui lavoratori; l’assenza d’informazione e formazione dei lavoratori; la mancata predisposizione del prescritto Documento di valutazione dei rischi cd. DVR.

Al titolare sono state contestate le suddette violazioni e conseguentemente è stato segnalato alla locale Procura della Repubblica.

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Si conclude oggi il progetto “I GIOVEDI’ DELLA LEGALITÀ, per l’anno scolastico 2023/2024, effettuato della #PoliziadiStato in collaborazione con tutti gli Istituti scolastici della città di Mesagne. 

Ogni giovedì, il dirigente e il personale del #CommissariatodiPSdiMesagne hanno incontrato e dialogato con tutti i ragazzi degli istituti scolastici di Mesagne, sui temi dell’educazione alla legalità, in particolare sui pericoli della rete, sul corretto utilizzo dei social network, sui fenomeni legati al bullismo, al cyberbullismo, all’educazione stradale, al contrasto all’uso di sostanze stupefacenti e dell’abuso di alcol  e più in generale sul rispetto delle regole, del prossimo e dell’ambiente. 

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VALERIA PATRIZI 

Cantica

a cura di Caterina Acampora

Inaugurazione 15 giugno 2024 ore 19.00

fino all'11 luglio 2024

 

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

Piazzetta Cattedrale (centro storico)

72017 - Ostuni (Br)

La Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni prosegue la proposta espositiva all’interno della project room con l’inaugurazione, sabato 15 giugno 2024 alle ore 19.00, della personale dell’artista romana Valeria Patrizi, dal titolo Cantica, a cura di Caterina Acampora.

“Ponimi come un sigillo sul tuo cuore come un sigillo sul tuo braccio.”

Cantico dei Cantici (Ct 2,8-16; 8,6-7)

Cantico dei cantici, quando mi è stato raccontato il riferimento letterario dietro cui si stava costruendo la mostra che state per vivere, la mia mente è andata inevitabilmente al ben più noto “cantico delle creature” di San Francesco; confesso che avevo trovato in maniera istintuale una perfetta corrispondenza tra la cantica di Francesco e l’opera di Valeria Patrizi, ho pensato subito al suo saio/tela dove la natura si dipana eterea e si innalza verso qualcosa di più alto. Sono stata bruscamente svegliata da questa costruzione, era un testo molto più antico quello che mi si stava chiedendo di approfondire. Un testo sottile, intenso che poi ho scoperto appartenere all’antico testamento. Ed ora devo ringraziare questo equivoco, questa perdita di coordinate, se sono entrata in contatto con uno dei testi più belli della letteratura sacra. E forse è proprio quello che deve fare l’arte: farti spogliare dalle certezze che il mondo del prima ti ha cucito addosso per rigettarti nel dopo in una condizione inimmaginabile al momento del tuo arrivo. Quello che succede in mezzo è l’esperienza universale e Valeria Patrizi lo sa bene, è evidente dal modo discreto in cui ti catapulta in questo triangolo: tu, spogliato dalla tua verità, la sua opera e lei, silenziosa, impalpabile e al tempo stesso presente. Tra di voi tutto il tempo e lo spazio del mondo senza cornici a delimitare confini. E poi ci sono loro, naturalmente, i suoi personaggi. Carne e sangue, c’è un prima e c’è un dopo, questo è chiaro, ma noi li osserviamo in un momento di raccoglimento, di riflessione, di sospensione drammaturgica

L’artista non ci racconta chi sono e come sono finiti, a volte insieme, a volte soli, su quella tela, né che relazione ci sia tra di loro, tra l’animale e la donna, eppure non potrebbero essere che lì, con noi. Non c’è niente di voyeuristico nell’opera di Valeria Patrizi; riesce a spogliare il soggetto che rappresenta mettendolo in una comunicazione profonda con lo spettatore che sente quasi la necessità di voltarsi indietro a controllare di non essere visto da nessuno, a sperare che quanto sta accadendo stia accadendo con lui e per lui; la materia, la carnalità, l’animale che diventa spirito guida di un umano assorto, finalmente presente, lontano da un quotidiano che lo vuole distante da un contatto profondo con la natura, con sé stesso. E suona quasi ironico pensare quanto ci fa apparire semplice questa ricerca, bastava scomporre la parola stessa: anima-le che, seppur per definizione “privo di coscienza”, è lui stesso che riesce a spostare il piano della realtà della tela, è il suo istinto a raccontarci l’umano. Lasciarsi andare a questa consapevolezza ci porta a vivere l’opera di Valeria Patrizi come l’attraversamento di un bosco d’estate, le macchie delle sue tele diventano il modo per vedere il cielo attraverso gli alberi, mentre la vita si insinua ad ogni livello. I colori che sceglie seguono questo lento incedere; sono toni pacati, gentili, leggeri, pieni di cura, la stessa cura con la quale l’artista costruisce le sue tele e le srotola davanti ai miei occhi nel suo studio del Pigneto, a Roma, dove la si può incontrare con le sue opere arrotolate sotto il braccio. 

Valeria Patrizi è un’artista sapiente, i suoi soggetti si portano dietro storie silenziose, che lei con amore raccoglie in mezzo agli altri, perché non ne può fare a meno. Il suo sguardo, come quello delle donne che dipinge, è teso verso l’esterno ad accogliere l’altro con gentilezza. Nel suo piccolo studio, mi parla dei progetti per il futuro, mi mostra ritagli, osservo quanto i suoi soggetti siano cambiati negli anni e mi riconosco in una donna riccia dalle grandi labbra rosse. Mi dice che non è la prima volta che le capita e capisco che ci si riconosce in queste opere perché parlano senza sovrastrutture ad un io profondo, lo si fa, si costruisce da solo, perché l’artista crea lo spazio dell’incontro. Questo spazio diventa strumento di esplorazione dell’animo umano e della sua connessione con il mondo naturale; l’atmosfera poetica e spirituale che avvolge le opere esposte è speculare al testo biblico di Salomone, l’invito è chiaro: contemplare la bellezza del creato e la sacralità dell’amore. Il dramma che si dipana nell’opera biblica non è altro che un canto, un inno all’amore, la narrazione che procede in un dialogo tra due amanti, intervallati da lodi della bellezza e dell’amore. Un sogno erotico, più che un racconto; non è la storia degli adultèri di David e di Betsabea, degli incesti di Amon e di Tamar; non vuole né avvertire né eccitare, vuole soltanto rivelare qualcosa attraverso il sogno. Il respiro degli amanti del Cantico risuona nel ritmo delle opere dell’artista che di nuovo lascia parlare i suoi personaggi, in un commiato che sembra urlare con leggerezza: per amare bisogna prima sparire.

 

Nato dal percorso di collaborazione tra Coldiretti, Campagna Amica e CIHEAM Bari

Al via i primi corsi di alta formazione in Puglia per manager del cibo locale utile a fornire competenze avanzate per disegnare, sviluppare e gestire politiche alimentari integrate, promuovendo la transizione alimentare nelle città italiane. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al primo corso di alta formazione per manager del cibo locale organizzato dal CIHEAM Bari in collaborazione con Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, durante il quale i partecipanti potranno acquisire competenze circa la governance e la gestione delle politiche locali del cibo, l’organizzazione di mercati dei contadini e filiere corte, la logistica, l’educazione alimentare, il procurement pubblico e le mense, la gestione delle filiere dello spreco alimentare e il contrasto alle povertà alimentari, con particolare attenzione alla coesione con lo spazio rurale.

Il percorso formativo risponde alla necessità di contribuire alla transizione dei sistemi alimentari entro il 2030, in linea con l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite: Sconfiggere la fame. Con l'urbanizzazione mondiale prevista al 70% entro il 2050, le città avranno un ruolo cruciale nel garantire sicurezza alimentare e sostenibilità.

Il percorso formativo fa il paio con il primo corso partito proprio in Puglia per operatori africani con l’obiettivo di promuovere i mercati dei contadini per la valorizzazione dell’attività agricola e per combattere l’insicurezza alimentare che nel mondo colpisce più chi vive nelle zone rurali:  33% degli adulti contro il 26% di chi abita nelle zone urbane, una iniziativa realizzata da Fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti e dalla World Farmers Markets coalition nell’ambito del progetto, denominato Mami, Mediterranean African Markets Initiative, supportato dal Ministero degli Esteri italiano e dal Ciheam di Bari.

Il progetto nasce per consentire al primo gruppo di africani di apprendere come  “costruire” dalla A alla Z un farmer market e superare il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in realtà in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia, per effetto delle speculazioni.

Il progetto MAMi – Farmers Markets, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e realizzato da CIHEAM Bari in collaborazione con World Farmers Market Coalition e promosso da Coldiretti attraverso la Fondazione Campagna Amica e, si propone di offrire supporto tecnico per lo sviluppo di nuovi mercati contadini quali leve efficaci per rivitalizzare le comunità rurali, migliorare i mezzi di sussistenza per l'agricoltura familiare e valorizzare il ruolo dell'agricoltura multifunzionale per generare benefici economici, sociali ed ecologici.

L'obiettivo principale è promuovere un sistema alimentare sostenibile, supportando i mercati contadini gestiti con competenza. Questo contribuisce non solo all'economia locale, ma anche al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, come la riduzione della povertà e fame zero, favorendo la creazione di comunità resilienti e promuovendo pratiche alimentari rispettose dell'ambiente e delle persone coinvolte nella catena alimentare.

“Il progetto - spiega Carmelo Troccoli, direttore di Fondazione Campagna Amica e della World Farmers Markets Coalition - si concentra sulle reti alimentari alternative e, più precisamente, sui mercati contadini”. “E’ in atto una speculazione sulla fame favorita dal fatto che l’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è sempre più condizionata dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli delle materie prime come il petrolio, i metalli preziosi fino al grano”, aggiunge  Troccoli, nel sottolineare che “l’agricoltura familiare è una risposta, a livello locale, a questa grave situazione, in grado di garantire una distribuzione più equa delle risorse, salvaguardare i territori e migliorare la vita delle comunità. Un modello capace di coniugare diritto al cibo e dignità dell’uomo, in grado di restituire il diritto di produrre, prima di tutto, gli alimenti necessari al proprio sostentamento e poi ad avviare un processo di economia territoriale”, conclude Troccoli.

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Sta per concludersi una campagna elettorale muta, senza idee e discussioni degne di nota. Una politica eternamente in campagna elettorale, interessata a «vincere le prossime elezioni e non al futuro delle prossime generazioni» come ammoniva un politico-statista come De Gasperi. Oggi di figure di tale spessore, capaci di dare una direzione chiara e di prospettiva alle scelte politiche, non se ne vede ombra. Solo proclami e passerelle di politici in carica ed in cerca di visibilità che provano a portare dalla propria parte l’elettore «ignorante» tanto da mutare la propria posizione da oppositore dell’economia industriale a difensore di qualsiasi investimento anche irreale. Per Brindisi non pretendiamo uno statista ma almeno un politico semplice capace di indirizzare le scelte fondamentali per il futuro come quelle sul futuro dell’industria, il principale e più importante settore economico di Brindisi. Ma nemmeno di questi vi è ombra.

La Uiltec sostiene da anni ad ogni livello che la Transizione Energetica senza una adeguata, giusta e solidale Transizione Sociale non fa che aggravare la già drammatica disuguaglianza sociale. Non siamo noi a dirlo: lo dice l’Europa, gli indicatori economici e sociali e perfino la Chiesa. Lo denuncia, pur senza fare nulla di concreto per invertire la rotta, il Governo nazionale. Un Esecutivo che, al pari dei precedenti, non ha un serio Piano Industriale per l’Italia, una visione che assicuri i mercati e quindi favorisca gli investimenti, una progettualità che assicuri l’indipendenza energetica al Paese. Un Governo che non avrà le risorse per affrontare l’ecatombe sociale che arriverà dalle centinaia di licenziamenti «a domino» in arrivo.

Non serve a nulla precisare che la Uiltec denunciasse da tempo questo rischio: il tempo delle parole è passato, stiamo già subendo le conseguenze. Enel abbandona Brindisi dopo aver «sfruttato» il territorio per più di trent’anni. In passato abbiamo litigato con chi definiva Enel colonialista ma oggi, nostro malgrado, dobbiamo dargli ragione. Dalle notizie di queste ore - ovvero il nulla osta a Terna ottenuto dalla Autorità di regolazione per energia reti e ambiente per una nuova asta – si aprono insperate prospettive perché l’impianto di Brindisi, magari alimentato a gas, torni ad essere interessante. Seguiremo con attenzione.

Eni sembra voler seguire la stessa strada di Enel: allarmanti le dichiarazioni che si rimpallano i vertici Eni e Versalis (e Basell) sul futuro della Chimica di Base senza che alcuno abbia proposto investimenti e prospettive per il Petrolchimico brindisino. Un sito produttivo passato in pochi anni da “fiore all’occhiello” nazionale a pesante fardello economico e produttivo da dismettere. Si rischia seriamente lo smantellamento degli impianti con pesantissime ripercussioni sui Lavoratori. In tutto questo il Governo è muto, interessato forse alle cedolari ed ai lauti guadagni che ne verrebbero dalla vendita di asset strategici come Eni. Alla faccia dello sbandierato Piano Mattei.

In estrema difficoltà anche EuroApi tra problemi autorizzativi, di produzione ed organizzativi interni. L’Azienda sta riportando in primo piano Tecnici e Responsabili già visti e superati, senza alcuna valutazione organica. Sembra che ogni decisione, anche nella scelta dei ruoli di responsabilità, voglia portare a chiudere il sito di Brindisi. Forse era questo il vero disegno di Sanofi da qualche anno. E la politica ancora silente!

In questo stato dei fatti la Uiltec non può che accogliere l’invito ad una ritrovata unitarietà di intenti nelle Forze Sociali: non ci possono essere questioni di «metodo» nella difesa del nostro Sistema Industriale. La sfida che stiamo vivendo è troppo decisiva e pericolosa per permettere divisioni di alcun genere fra Confederazioni, fra Categorie sindacali, e fra lavoratori diretti e dell’indotto. Siamo tutti sulla stessa barca. Una barca che sta andando a fondo senza che al timone vi sia alcuno.

Il Segretario Regionale Uiltec Puglia

Carlo Perrucci

Il liceo Fermi-Monticelli di Brindisi e il Pepe-Calamo di Ostuni hanno aderito al percorso di potenziamento-orientamento “Biologia con curvatura biomedica”, promosso dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

Oggi nell’ospedale Perrino trenta studenti del terzo anno del Fermi-Monticelli di Brindisi hanno visitato il Centro Trasfusionale e la Radiologia accompagnati dalle docenti Lucia Di Paola e Paola Daniela Scalzo. Erano presenti il direttore generale della Asl, Maurizio De Nuccio, il presidente dell’Ordine dei Medici Arturo Oliva e Vito Fumai, uno dei due coordinatori del percorso, con Giuseppe Colucci per Ostuni, delegati dall’Ordine a organizzare la parte medica. 

“Si tratta di un progetto molto importante - ha detto Oliva - partito nel 2017 su iniziativa di un liceo e dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria. In Italia sono coinvolti 105 ordini su 106 e più di 300 istituti scolastici. Il progetto prevede, a partire dal terzo anno dei licei, un indirizzo ‘biomedico’, extracurricolare, che accompagna gli studenti verso le facoltà di area medica. Centocinquanta ore complessive suddivise in tre anni, di insegnamenti, tra lezioni frontali con i biologi e lezioni pratiche, con i medici delegati dall’Ordine, e visite sul campo, ad ambulatori, ospedali, laboratori di ricerca, studi specialistici. I ragazzi imparano a conoscere il lavoro del medico e a valutare le proprie motivazioni”.

“Il progetto - ha aggiunto De Nuccio - è il segnale che la sinergia tra le istituzioni, in questo caso Asl, Ordine dei Medici e scuola, è essenziale. Solo un impegno concertato consente ai ragazzi di vivere la scuola non solo come un ambiente dedicato all’apprendimento ma anche alla crescita professionale. In questo modo, i giovani di oggi potranno diventare i nuovi professionisti del domani”.

Fumai ha sottolineato che “gli studenti vedono una parte di quello che si fa in ospedale: un piccolo seme che ci auguriamo possa crescere e portare a una scelta consapevole”.

Normalmente un ragazzo su sette entra nella facoltà di Medicina: tra chi ha fatto il corso di “curvatura biomedica”, la percentuale sale a uno su due, massimo uno su tre. Il percorso fornisce competenze di tipo scientifico, un valido metodo di studio e ricerca e favorisce l’acquisizione di competenze in campo biologico.

“L’iniziativa - ha concluso Oliva - è possibile grazie alla preziosa e costante collaborazione degli istituti, dei dirigenti scolastici e dei docenti di Scienze che guidano gli studenti durante il triennio finale. Il mio ringraziamento va anche al direttore generale e ai colleghi che gratuitamente mettono a disposizione le loro competenze per animare il percorso di studi”.

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