Redazione

 OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA RACCOLTA OLIVE IN PUGLIA CON PRODUZIONE A PICCO (-40%) PER SICCITÀ E CALDO RECORD.

Qualità eccellente ma è allarme speculazioni.

Al via in anticipo di 15 giorni la raccolta delle olive in Puglia, l’oliveto d’Italia, che segna in media un crollo del 40% rispetto allo scorso anno, a causa della siccità che ha stretto la regione sin dalla primavera e persiste, ma in compenso la qualità risulta eccellente. E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti Puglia e Unaprol sulla campagna olivicola 2024/2025, diffusa in occasione dell’avvio della raccolta delle olive in un anno profondamente segnato dalla siccità, dalle temperature record  e dalla mancanza di piogge, con -72% di acqua negli invasi pugliesi anche ad ottobre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso..

In provincia di Bari e nella BAT si rischia un calo fino al 40% della raccolta di olive a causa delle temperature sopra la media già ad aprile e maggio, un caldo anomalo e fuori stagione che da subito – denuncia Coldiretti Puglia - ha preoccupato gli olivicoltori, perché sfavorevole alla fisiologica mignolatura dell’olivo. Infatti, nel mese di maggio ricorre la fioritura dell’olivo che quest’anno, nonostante la prolifica produzione registrata durante la scorsa campagna olearia, sembrava essere soddisfacente un po' ovunque, ma le buone aspettative sono state poi tradite da un progressivo aborto dei fiori dovuto appunto all’eccessivo e duraturo caldo.

In provincia di Foggia, con l’avvio della campagna olearia si sta delineando un quadro più chiaro della stagione olivicola, dove l’innalzamento delle temperature dal mese di maggio ad agosto e la mancanza di piogge è stato di ostacolo per l’allegagione. Di fatto, anche nell’areale foggiano è stimata una bassa produzione di olive, in termini percentuali in calo del 50% rispetto alla scorsa stagione olivicola. Calo sensibile anche in Salento, con le province di Taranto e Brindisi che risentono della siccità e della mancanza di piogge, ma anche i costi di produzione – aggiunge Coldiretti Puglia - sono triplicati e la mancanza di manodopera sia per la coltivazione dei terreni sia per l’apertura dei frantoi penalizza gravemente il settore olivicolo – oleario.

A causa della Xylella fastidiosa– insiste Coldiretti Puglia - sono andate perse 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 70% della produzione di olio di oliva anche nell’annata 2022 con il crollo produttivo divenuto incontrovertibile dal 2015 ad oggi, e finora il numero stimato di ulivi reimpiantati è pari a poco più di 3 milioni, contro i 21 milioni di piante infette per la strage causata dalla Xylella, pari ad appena il 14%.

Buone notizie arrivano, invece, sul fronte della qualità che si annuncia eccellente, grazie all’impegno delle circa 400 mila aziende agricole nazionali nel garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, regalando all’Italia la leadership in Europa per il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo, sulla base dell’analisi Coldiretti.

“Non è un caso che lo scorso anno l’olio extravergine d’oliva 100% Made in Italy italiano sia stato l’unico a crescere nei consumi dimostrando come i consumatori italiani abbiano premiato la qualità di un prodotto dalle caratteristiche organolettiche immediatamente percepibili - sottolinea David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Unaprol, l’associazione dei produttori olivicoli -. Un risultato che evidenzia come il nostro Evo non debba essere considerato più una commodity legata alla logica del prezzo, ma un vero e proprio alimento, che peraltro innumerevoli studi indicano come prezioso elisir di lunga vita, oltre che caposaldo della Dieta Mediterranea. Da qui la necessità di tenere alta la guardia contro ogni tentativo di speculazione che possono trovare terreno fertile nella scarsità di prodotto a livello mondiale, nell’inevitabile incremento delle quotazioni e nella riduzione del differenziale di prezzo tra l’olio extravergine italiano e quello dei principali paesi produttori”.

“Non è più rinviabile un piano strategico dell’olivicoltura – aggiungono presidente e direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni - che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori, proseguendo a livello internazionale la battaglia per tutelare la qualità del nostro olio extravergine d’oliva, cercando di cambiare anche alcuni parametri che penalizzano i nostri agricoltori già vessati dal cambiamento climatico e dall’aumento sconsiderato dei costi energetici. Il futuro dell’olio italiano passa da questi interventi fondamentali per tutelare un prodotto simbolo del Made in Italy”,

Tra l’altro Unaprol e Coldiretti portano avanti una politica di contrasto alle frodi, sempre più crescenti per la scarsità di prodotto, proponendo in tutti i tavoli istituzionali, nazionali ed internazionali, la proposta del restringimento dei parametri relativi al livello di acidità dell’olio Evo, da 0,8% a 0,5%. Importante in tale ottica l’arrivo del nuovo decreto, fortemente voluto da Coldiretti e Unaprol e in fase di pubblicazione, sulle modalità di registrazione delle olive acquistate dai commercianti di olive, con specifiche funzionalità previste sul Sian, che assicurerà maggiore trasparenza e tracciabilità. Necessario anche rafforzare la disciplina sui condimenti, che dovrebbero avere l’indicazione dettagliata in etichetta della percentuale di olio extravergine d’oliva presente in miscele che utilizzano prevalentemente oli raffinati e devono essere nettamente separati sugli scaffali dall’olio Evo, per non ingenerare confusione nei consumatori e consentire manovre ingannevoli.

Ma l’impegno della filiera olivicola italiana con Unaprol e Coldiretti guarda anche ai cambiamenti climatici chiedendo di accelerare sulla realizzazione del piano di invasi con pompaggi e cambiare passo per una gestione della risorsa idrica programmata, senza la quale anche l’olivicoltura italiana non può più garantire una produzione costante e di qualità per gli effetti sempre più violenti dei cambiamenti climatici.

Brindisi, oltre 1 kg di cocaina sequestrata dalla Polizia di Stato: un uomo arrestato.

Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, della presunzione di non colpevolezza e della necessaria verifica dibattimentale, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.

Nella mattinata del 10 ottobre scorso, la Polizia di Stato di Brindisi ha proceduto all'arresto di un cittadino albanese di anni 37, residente in questo capoluogo, fermato mentre era alla guida di un’autovettura di grossa cilindrata.

Durante il controllo del veicolo, effettuato dagli operatori della Sezione Polizia Stradale di Brindisi e del Distaccamento Polizia Stradale di Fasano, sulla S.P. ex SS16, sono emerse circostanze sospette tali da richiedere ulteriori accertamenti da parte degli agenti. A seguito di attente verifiche, all’interno del vano bagagliaio, occultato in una intercapedine, veniva rinvenuto un involucro contenente grammi 1142 di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Sul posto intervenivano in ausilio le unità cinofile della Polizia di Frontiera di Brindisi.

Il cittadino straniero, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, veniva arrestato ed associato alla Casa Circondariale di Brindisi.

Sono in corso ulteriori indagini per chiarire l’esatta provenienza e destinazione della sostanza sequestrata.

L’operazione è dimostrazione del costante impegno della Polizia di Stato nel garantire il rispetto delle leggi e la sicurezza della cittadinanza, intensificando i controlli nelle aree urbane e periferiche della città.

 

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Brindisi ha svolto, nell’ambito di mirati controlli ed a seguito di preliminare analisi info-investigativa, nel comune di Latiano, attività in materia di tutela dei diritti della proprietà industriale e contrasto alla contraffazione.

Il blitz, eseguito dalle unità specializzate “Baschi Verdi” della Compagnia Pronto Impiego di Brindisi, rientra in un più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti finalizzato all’intensificazione del controllo economico del territorio, a tutela degli operatori commerciali che esercitano l’attività nel rispetto delle regole di mercato.

All’esito delle attività, i militari hanno rinvenuto e sequestrato circa 500 articoli, tra capi di abbigliamento, scarpe e accessori, riportanti marchi riconducibili a noti brand nazionali ed internazionali che risulterebbero contraffatti (Louis Vuitton, Gucci, Saint Laurent, Christian Dior, Nike, Stone Island, The North Face, Moncler ed altri).

I citati articoli riproducevano fedelmente le caratteristiche tipiche dei marchi suindicati, traendo in tal modo in inganno i potenziali acquirenti.

Un soggetto è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Brindisi, in relazione alle ipotesi di reato di commercializzazione di prodotti contraffatti e ricettazione.

La responsabilità penale del soggetto coinvolto, tuttavia, sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti dello stesso vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

La contraffazione e il commercio di prodotti non genuini e insicuri danneggiano il mercato e la libera concorrenza, sottraendo opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole, oltre a rappresentare un potenziale pericolo per la salute del consumatore finale, che acquisterebbe articoli che sfuggono alle standardizzate filiere di produzione.

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Si è svolto presso l'Aula Consiliare del Comune di Carovigno l'incontro informativo dal titolo "Che cos'è l'autismo?", organizzato dalla cooperativa sociale Educa. L'evento ha visto una significativa partecipazione di genitori, educatori, insegnanti, professionisti sanitari e cittadini interessati, con l'obiettivo di fornire strumenti utili per comprendere meglio il disturbo dello spettro autistico e promuovere una maggiore consapevolezza sul tema.

Le relatrici principali dell'incontro sono state la Dott.ssa Mariangela Acquaviva, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, nonché analista del comportamento certificata BCBA e IACABAI, e la Dott.ssa Concetta Marco, psicologa clinica e analista del comportamento. Le due esperte hanno illustrato i principali aspetti dell'autismo, concentrandosi sulle tecniche di intervento cognitivo-comportamentale e sulle strategie educative efficaci per supportare le persone affette da questo disturbo.

L'evento è stato aperto dai saluti istituzionali dell'Assessore ai Servizi Sociali, Luigi Orlandini, e dall'Assistente Sociale, Maria Concetta Totaro. Entrambi hanno evidenziato l'importanza di sensibilizzare la comunità sul tema dell'autismo e di sostenere le famiglie che convivono quotidianamente con questa realtà. L’Assessore Orlandini ha sottolineato la necessità di un sostegno istituzionale costante, affermando: “È fondamentale essere al fianco delle famiglie con figli che hanno disturbi dello spettro autistico. Le istituzioni, a ogni livello, devono sostenere queste famiglie anche in ambito scolastico, potenziando l'integrazione scolastica che necessita di un importante incremento di risorse e trasferimenti da parte dello Stato.”

L'incontro ha rappresentato un momento di riflessione e approfondimento, volto a promuovere una maggiore inclusione delle persone con disturbo dello spettro autistico nella comunità, rafforzando il dialogo e il supporto reciproco tra istituzioni, famiglie e professionisti del settore.

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l Consiglio di Amministrazione della Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi esprime soddisfazione per la nuova stagione artistica e per il lancio della campagna abbonamenti, che prosegue ora con i nuovi tesseramenti dopo la fase dedicata ai rinnovi. È anche doveroso riconoscere il successo della rassegna estiva “Verdi in Città”, che ha rappresentato un momento significativo di apertura e connessione tra il teatro e la comunità, dimostrando quanto il teatro possa aprirsi a nuovi spazi e nuove dinamiche di partecipazione.

Un ringraziamento particolare va alla direzione artistica che ha saputo tradurre concretamente le linee programmatiche tracciate dal Consiglio di Amministrazione all’inizio del suo mandato, incentrate sulla valorizzazione della comunità e su un’attenzione speciale per le nuove generazioni. Oltre a essere uno spazio di rappresentazione, il teatro è un luogo di dialogo, un catalizzatore di energie collettive e di visioni individuali. È il fulcro di un processo culturale più ampio che mira a consolidare il senso di appartenenza e identità della città.

La nuova stagione introduce, in linea con questa visione, la sezione “Verdi Green”, una proposta condivisa dal Consiglio di Amministrazione per coinvolgere il pubblico giovane, spesso disconnesso dalle pratiche teatrali tradizionali. La cultura, e in particolare il teatro, devono saper parlare a tutte le generazioni, adattarsi ai loro linguaggi, ai loro codici, senza mai perdere il loro ruolo di guida e stimolo per una lettura critica del presente. Ci auguriamo che il pubblico più giovane si senta coinvolto e rappresentato scoprendo nel teatro un luogo in cui riconoscersi e confrontarsi con temi che parlano alla contemporaneità.

Il teatro identifica un territorio nel quale la comunità può riflettere su se stessa, confrontarsi, immaginare. È qui che il dibattito si accende, che le idee prendono forma e si scontrano in un processo di crescita comune e comunitaria. Proprio su questo fondamento si basa il dossier di candidatura di Brindisi a Capitale italiana della Cultura 2027, che vede nella cultura il motore di uno sviluppo nuovo, non solo economico, ma sociale e civile, un processo capace di aprire la città verso gli orizzonti più evoluti del mondo contemporaneo.

La stagione artistica 2024-25 mantiene la tradizionale attenzione alla qualità e all’originalità, con un equilibrio tra generi e linguaggi che caratterizza da sempre la proposta del Nuovo Teatro Verdi. La sezione “Verdi Green” propone un abbonamento dedicato ai più giovani, ma fruibile da tutti, un viaggio attraverso quattro spettacoli che parlano il linguaggio del nostro tempo spaziando tra generi diversi. “Caravaggio di chiaro e di oscuro” di Luigi D’Elia, “Quel che provo dir non so” di Pierpaolo Spollon, “Fra’ - San Francesco, la superstar del Medioevo” di Giovanni Scifoni, e “La fisica che ci piace” del professor Vincenzo Schettini. Un programma pensato per “chiamare a teatro” un pubblico nuovo e stimolare il dialogo culturale.

A teatro si intrecciano pensieri, emozioni e riflessioni. È da qui che osserviamo il mondo con occhi nuovi e curiosi. Venire a teatro significa partecipare alla costruzione di una comunità più consapevole e viva. Vi aspettiamo al Nuovo Teatro Verdi: perché il futuro di Brindisi si costruisce anche sulle storie che scegliamo di ascoltare e condividere.

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A proposito del disegno di legge ‘sicurezza’ in discussione in Parlamento, il portavoce e il coordinamento della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali dei detenuti: «rischiamo norme di dubbia legittimità costituzionale e un impatto esplosivo sul sistema penitenziario»

  

Il Portavoce e il Coordinamento della conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale esprimono ancora una volta preoccupazione per lo scollamento tra la realtà drammatica delle carceri italiane e i provvedimenti normativi già promulgati o in corso di approvazione. Sovraffollate e con un numero altissimo di suicidi tra persone detenute e agenti di polizia penitenziaria, le carceri sono una polveriera: esasperazione, abbandono e indifferenza verso il modo dell’esecuzione della pena, che non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, fanno di questo momento storico il più delicato dopo la sentenza “Torreggiani” della Corte europea dei diritti dell’uomo. Più di ottomila persone detenute, che devono scontare un residuo di pena inferiore a un anno, potrebbero uscire dal carcere con interventi mirati – come, ad esempio, la c.d. liberazione anticipata “speciale” – che il Parlamento non sembra voler prendere in considerazione.

Abbiamo così, per un verso, i rimedi omeopatici di scarso o nessun impatto nel breve periodo introdotti dalla legge 8 agosto 2024, n. 112, e, per l’altro, le temibili disposizioni e nuove fattispecie di reato previste dal disegno di legge sulla sicurezza pubblica in corso di votazione in Parlamento.

L’approvazione, solo qualche giorno fa, dell’art. 12 che cancella il differimento obbligatorio della pena per donne in gravidanza e madri di minori di un anno rappresenta un enorme passo indietro rispetto alla tutela della maternità e dell’infanzia, ed è in netto contrasto con i pronunciamenti sul tema della Corte costituzionale e delle convenzioni internazionali.

Per quanto attiene alle norme sul rafforzamento della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari e nelle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti, anche qui si evidenzia la logica securitaria che permea l’intero provvedimento normativo perseguendo l’obiettivo della criminalizzazione di ogni forma di dissenso. L’idea di fondo è che ogni specie di dissenso contro l’autorità costituita o le istituzioni totali debba essere punita con esemplare severità. 

Siamo preoccupati per la formulazione del nuovo art. 415 bis c.p., che – se approvato - punirebbe la pacifica protesta all’interno di un istituto penitenziario ancor di più se nella forma aggravata.

Lo stesso problema si riscontra anche rispetto al parallelo art. 14 T.U. immigrazione come riformulato dal disegno di legge in esame, che punisce con la reclusione da uno a sei anni chiunque – durante il trattenimento o la permanenza nelle strutture per i migranti – promuove, organizza o dirige una rivolta mediante atti di violenza o minaccia o mediante atti di resistenza anche passiva agli ordini impartiti. Il fatto deve essere commesso da tre o più persone riunite e prevede la punibilità per la mera partecipazione.

Risulta assai grave l’assimilazione, sul piano del disvalore di condotta, tra violenza, minaccia ed atti di resistenza passiva: difficile, peraltro, anche sul piano logico, immaginare una rivolta pericolosa che consista in atti di mera disubbidienza civile. Sarà quindi criminalizzato lo sciopero della fame portato avanti da tre o più detenuti? Il tenore delle norme non consente di escluderlo.

Ci auguriamo che il Ministro della Giustizia intervenga prima che il Parlamento approvi in via definitiva disposizioni dall’impatto esplosivo e di dubbia legittimità costituzionale.

Il portavoce

Samuele Ciambriello, Garante regione Campania 

 

Il Coordinamento 

Bruno Mellano, Garante regione Piemonte 

Valentina Calderone, Garante comune Roma 

Valentina Farina, Garante provincia Brindisi 

Giuseppe Fanfani, Garante regione Toscana 

Francesco Maisto, Garante comune Milano 

Veronica Valenti, Garante comune Parma 

 

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Nell’ambito dei servizi disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, mirati a innalzare il livello di prevenzione dei reati e incrementare una cornice di sicurezza, nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni hanno svolto un servizio straordinario di controllo del territorio a Ceglie Messapica. In tale contesto hanno:

a.        denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria una persona, per porto ingiustificato di un coltello, rinvenuto nella sua autovettura in seguito a un approfondito accertamento durante un controllo alla circolazione stradale;

b.        confiscato un veicolo e ritirato la patente di guida al conducente poiché sorpreso alla guida in stato di ebrezza in conseguenza dell’uso di bevande alcoliche;

c.        segnalato all’Autorità Amministrativa, per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale:

-          un 42enne di Ostuni poiché, controllato mentre si trovava alla guida di un’autovettura, è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Nella circostanza, al conducente è stata ritirata la patente di guida;

-          un 18enne di Ceglie Messapica poiché è stato trovato in possesso di oltre 2 grammi di hashish;

-          un 15enne di Ceglie Messapica, trovato in possesso di hashish;

-          un 44enne di Modugno (BA), trovato in possesso di hashish;

-          una 20enne di Ceglie Messapica, trovata in possesso di marijuana.

Gli stupefacenti rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro.

Complessivamente sono stati eseguiti 7 controlli a persone sottoposte a misure di sicurezza e prevenzione, identificate 30 persone, controllati 18 automezzi, effettuate 5 perquisizioni, confiscato un veicolo, ritirate 2 patenti di guida ed elevate varie contravvenzioni al Codice della Strada.

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Inaugurato oggi pomeriggio il Centro residenziale per Cure palliative e terapia del dolore (Hospice) del Presidio territoriale di assistenza di Mesagne. A tagliare il nastro il presidente della Regione Michele Emiliano, il presidente della Provincia e sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, e il direttore generale della Asl Brindisi, Maurizio De Nuccio. Il centro ha ricevuto l'accreditamento istituzionale nei giorni scorsi, con un iter che ha coinvolto il Dipartimento di Promozione della salute della Regione Puglia, l’Aress e il Dipartimento di Prevenzione della Asl. 
 
“Brindisi e in particolare Mesagne - ha dichiarato Emiliano - dispongono dell'Hospice probabilmente tra i più moderni e attrezzati d'Italia. È stato uno sforzo che la Asl Brindisi ha prodotto anche in favore dei cittadini di regioni e di province limitrofe. Si tratta di una struttura che offre rispetto in un momento che tocca tutti, ma che può cambiare moltissimo dal punto di vista della dignità se viene vissuto nella maniera più adatta. Quello della Asl Brindisi è un atto di grande lungimiranza. Come Regione Puglia abbiamo sostenuto questo impegno della Asl in tutti i modi possibili, proprio per consentire il rafforzamento con una struttura che non è facile trovare altrove e che qualifica una realtà, come l'ospedale di Mesagne, che ha svolto nel passato una funzione molto rilevante e che adesso avrà un ruolo ancora più importante proprio per la particolare eccellenza che è stata conferita a questa struttura”. 
"Questo Hospice - ha sottolineato il direttore generale Maurizio De Nuccio - è un centro all'avanguardia per le cure palliative e potenzia la rete di servizi della Asl. Una struttura di cui il territorio brindisino aveva fortemente bisogno per garantire la continuità assistenziale a pazienti e familiari. Grazie all'équipe multidisciplinare i pazienti potranno ricevere assistenza dal punto di vista medico, farmacologico, psicologico e sociosanitario". 
“È il primo Hospice in terra di Brindisi -ha aggiunto Matarrelli - ed era necessario che nella nostra Asl fosse aperta una struttura di questa natura perché anche nel percorso finale della vita è fondamentale che ci sia un’assistenza attenta e amorevole che garantisca la giusta dignità ad ogni individuo: è una questione di civiltà”.  
L’Hospice, gestito dalla cooperativa sociale La Rondine, ha dodici stanze di degenza e occupa il terzo piano del Pta di Mesagne, su una superficie di circa 2mila metri quadri. Oltre alle stanze per pazienti e accompagnatori, il centro ha una zona con reception e uffici, il bar, la cucina e un soggiorno polivalente. Un’area è dedicata alle terapie, con una sala d’attesa e una stanza per colloqui. Accanto a queste, la struttura ha uno spazio per prestazioni in regime diurno, una sala multisensoriale e un locale per idroterapia. 
 Alla cerimonia hanno partecipato anche il direttore sanitario della Asl Vincenzo Gigantelli, il direttore amministrativo Loredana Carulli, i consiglieri regionali Maurizio Bruno e Mauro Vizzino. Erano presenti il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Stefano Termite, il direttore del Distretto sociosanitario 3, Gabriele Argentieri, il direttore del reparto di Oncologia medica dell'ospedale Perrino, Saverio Cinieri, il direttore dell'Oncologia del Camberlingo di Francavillla Fontana, Palma Fedele, il dirigente responsabile Unità operativa Cure palliative Asl e referente aziendale dell'Hospice, Vito Fumai, il direttore dell'area tecnica ASL, Sergio Rini, la referente Farmacia territoriale del Pta, Marialuisa De Nigris, il consigliere per la Sanità del presidente della Regione, Tommaso Gioia e i rappresentanti delle associazioni di volontariato.

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La UGL Salute di Brindisi esprime preoccupazione per i servizi di front office dell'Azienda Sanitaria di Brindisi. Dopo aver contestato l'utilizzo inappropriato di risorse per servizi non previsti dalla delibera di affidamento alla Società partecipata, ora affronta la questione della carenza o assenza di fornitura di materiale di consumo.
 
Il Segretario Provinciale della UGL Salute di Brindisi, Alessandro Galizia, esprime profonda amarezza: "È inaccettabile osservare sportelli chiusi per carenza di materiale di consumo o per utilizzo non adeguato di risorse per funzioni non originariamente previste. Questo dimostra poca attenzione verso l'utenza che si interfaccia con servizi di primo contatto del SSR. Alcune postazioni, come quella del Poliambulatorio di San Pietro Vernotico, Fasano e del Presidio Ospedaliero di Ostuni, sono attualmente operative al 50%".
 
L'organizzazione sindacale ha seguito con grande attenzione l'ultimazione delle procedure per il reclutamento di nuovo personale, ma punta il dito verso la disorganizzazione che affligge i servizi di front office. 
 
"Non possiamo rimanere impassibili davanti a tale improvvisazione e disorganizzazione. Chiediamo interventi urgenti", conclude Galizia.

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Centro riabilitazione Ceglie. Amati: “Finalmente. ASL BR risponde a licenziamento collettivo con pubblicazione avvisi di reclutamento personale. Comincia la nuova era a gestione pubblica”

Comunicato del consigliere regionale, Fabiano Amati. 

“Finalmente. Dopo mille traversie, durissime controversie e il licenziamento collettivo, deciso dalla Fondazione San Raffaele, del personale sanitario e non sanitario del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, la ASL di Brindisi ha messo oggi in pubblicazione gli avvisi per il reclutamento, prima a tempo determinato e poi a tempo indeterminato, del personale necessario a garantire la gestione pubblica del Centro. Comincia così una nuova era e ringrazio con riconoscenza la gran parte del personale del Centro di riabilitazione, che senza alcun timore si è messo a fianco dell’amministrazione pubblica per raggiungere questo importantissimo risultato, sostenendomi anche nei momenti più bui. 
“Ringrazio il Presidente della Regione Michele Emiliano che in questi mesi non ha mai abbandonato la volontà di raggiungere il risultato e mi ha incoraggiato in tutta la battaglia. 
“Ringrazio il DG della ASL di Brindisi Maurizio De Nuccio e tutti i dirigenti aziendale. 
“Ringrazio i dirigenti regionali che hanno collaborato in questi mesi alla migliore risuscita dell’iniziativa - Vito Montanaro, Mauro Nicastro, Vito Carbone e Antonella Caroli - e attraverso loro tutti i funzionari. 
“Ringrazio gli avvocati della Regione Rossana Lanza e Paolo Scagliola, e gli avvocati della ASL Michele Dionigi e Gabriele Garzia.” 

 

AC, Mammografi e Grandi macchine. Amati: “Violata legge su flussi informativi e quindi non sappiamo numero di macchine obsolescenti in uso, con conseguenze ingiuste diagnosi” 

Comunicato del presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati. 

“Non sappiamo il numero complessivo delle grandi macchine di cui disponiamo (Tac, Pet, Risonanze magnetiche, Acceleratori lineari, Mammografi, ecc.) nel settore pubblico, tra gli incaricati di pubblico servizio accreditati e nel settore del privato non accreditato; non sappiamo la loro eventuale obsolescenza e quindi la necessità di dismetterle; non siamo in grado di calcolare le eventuali e clamorose disuguaglianze nelle diverse diagnosi. Una vicenda gravissima su cui abbiamo cominciato oggi un approfondimento, sotto la guida saggia e competente di Concetta Ladalardo e Elisabetta Graps, dirigenti rispettivamente della Regione e dell’ARESS.  Allo stato risultano registrate in totale 562 apparecchiature attive, di cui 284 pubbliche e 278 private, ma la registrazione dei flussi si presenta a macchia di leopardo, ossia con differenze tra ASL e ASL.
"Appare, in buona sostanza, un flusso non accurato e quindi una notevole difficoltà di valutazione e un’obsolescenza elevata. Bisogna tener presente che una tecnologia si reputa affidabile se non supera il range temporale di 5 anni per il 60 % del parco tecnologico, quello tra i 6 e i 10 anni per il 30 % del parco e quello oltre i 10 anni per il 10 % del parco. 
"Lunedì prossimo sentiremo tutti i direttori delle aree cliniche delle aziende sanitarie e degli IRCCS per indurre all’aggiornamento di dati sui flussi informativi e quindi alla conseguente disattivazione delle macchine obsolescenti. È una questione di giustizia ed equità.”

 

Aree idonee rinnovabili. Amati: “La sicurezza ambientale è un interesse prevalente. Bene l’impegno Giunta ad adottare ddl entro prossima settimana” 

Comunicato del consigliere regionale Fabiano Amati. 

“La sicurezza ambientale è un interesse prevalente della nostra Regione e perciò abbiamo il dovere di aggiungere i nuovi 7 GW alla nostra capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili. 
"In questo senso l’audizione di oggi ha prodotto notizie positive e approvo l’impegno della Giunta regionale ad adottare il disegno di legge nel termine massimo della prossima settimana, così da consentire l’esame in Aula prima della sessione di Bilancio, evitando il rischio di commissariamento. 
"La circostanza che siano stati ridotti tutti i conflitti, molti di natura culturale e in contrasto con la sicurezza ambientale, a cominciare da quelli che ricostruiscono la tutela paesaggista in un processo valutativo ampiamente discrezionale e scarsamente tipizzato, fa ben sperare sul rispetto della tempistica e degli obiettivi. 
"Ringrazio i direttori dei Dipartimenti Sviluppo economico e Ambiente e paesaggio Gianna Berlingerio e Paolo Garofoli, nonché la funzionaria della sezione coordinamento servizi territoriali Grazia Nardelli.”

 

Tumore al cervello. Amati: “C’è un dispositivo costoso e fuori dai LEA che allunga la vita di circa 4 mesi; è giusto negarlo? È una questione lacerante che stiamo approfondendo. Rinvio a lunedì prossimo” 

Dichiarazione del presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati. 

“C’è un dispositivo (Optune) in grado di allungare la vita dei pazienti affetti da glioblastoma, un aggressivo tumore al cervello, che ha un costo di 21 mila euro, oltre IVA, e cha allo stato non è possibile erogare gratuitamente perché non inserito nei Livelli Essenziali d’Assistenza. Questo dispositivo, consistente in un casco con peso di 1 kg da indossare per 18 ore al giorno e su capo completamente rasato, fa ottenere un vantaggio di almeno 4 mesi di vita ulteriore. 
"È chiaro che ci sarebbero diversi modi amministrativi per superare il limite di extra LEA del dispositivo, ma su questo è risultata utile la valutazione molto competente offerta dai clinici dell’IRCCS Giovanni Paolo II Nicola Silvestris, Loredana Palermo e Oronzo Brunetti, dalla rappresentante dell’ARESS Elisabetta Graps e dal dirigente regionale competente per i dispositivi Paolo Stella. 
"Gli aspetti che oggi sono stati chiariti riguardano la funzione del dispositivo, la sopravvivenza libera da progressione malattia (da 16 a 21 mesi) e la tollerabilità in termini di tossicità ma non di fastidio. Su tutto ciò, ovviamente, emergono pure valutazioni sul costo-efficacia. Il parametro utilizzato di solito su questo aspetto è il limite massimo di 60 mila euro per anno di vita guadagnato, che nel caso del dispositivo in discorso schizzerebbe, invece, a 500 mila euro per anno guadagnato, ossia ben oltre ogni limite. 
"È chiaro che la prescrizione del dispositivo non può essere decisa solo in base al parametro del prezzo, e su questo si auspica una rimodulazione con l’azienda produttrice, ma sulla base di una valutazione meramente clinica operata dagli specialisti medici e concordata con i pazienti. Su questo punto approfondiremo ogni valutazione lunedì prossimo. 
Resta comunque il fatto che la lotta alla malattia e pure l’innovazione tecnologica sono in grado di aprire a interrogativi fortemente laceranti per la scienza e per la coscienza, rispetto ai quali la risposta dei clinici e dei politici non può mai consistere nell’evitare di pensarci e quindi lasciare sulle spalle dei malati e dei pazienti il pesante fardello.”