scritte da Agostino Riitano e pubblicate da Mimesis nella collana «Eterotopia» (Euro 14,00). È stato autorevolmente scritto che «è un libro ibrido nel suo genere, che si avvicina alla narrativa e al reportage, ma che soprattutto inquadra per la prima volta dall’interno un evento “epocale” che è stato sempre raccontato dall’esterno, ovvero Matera Capitale della Cultura, uno degli eventi più articolati nella storia recente del nostro paese». Già, perché Agostino Riitano non solo è stato consulente dell’Ocse e nel 2014 ha contribuito alla creazione del Piano di Sviluppo Turistico-Culturale della Repubblica Dominicana finanziato dal BID – Banco Interamericano de Desarrollo, ma soprattutto è stato il Project Manager Supervisor di “Matera 2019” e queste pagine hanno visto la luce il 24 ottobre 2019, cioè due mesi prima (20 dicembre 2019), che si chiudesse quel fantastico anno, che ha visto la “Città dei Sassi” Capitale europea della cultura.
«Ho scritto questo libro in un momento in cui avevo bisogno di una mappa. Volevo tenere presente da dove venivo per mettermi in moto e sentire autentica la disposizione a proseguire – dice Riitano in esordio -. La mappa dimostrava di essere un tracciato teorico, di libri e maestri, ma soprattutto di esperienze e di incontri: non sono uno studioso, sono un uomo che realizza progetti. Eppure grazie al disegno che andavo abbozzando ho capito che il mio lavoro è “qualcosa”: un lavoro artigianale – anche se in senso del tutto nuovo – che tesse e disfa una tela universale e mutevole: l’immaginario». Ed in effetti, in poco più di venti capitoletti, Riitano dimostra come realizzare progetti culturali sia in realtà un vero e proprio lavoro “artigianale”, che produce qualcosa di concreto, con arnesi già esistenti e strumenti che vengono adattati a nuove occasioni, diventando altro.
«Il materiale che viene plasmato in questo caso è l’immaginario – ha subito spiegato chi ha letto attentamente queste pagine nell’immediatezza della pubblicazione -: mutevole e universale, trova forma grazie al lavoro costante di intere comunità in un processo di innovazione culturale e sociale».
E Riitano: «Potete considerare questo volume una raccolta di pensieri, ricordi ed esempi. Non è un diario, manca il senso della cronaca, ma c’è tutta la voglia di costruire con chi legge un dialogo intimo e uno scambio di conoscenze».
Così, annodando riflessioni e incontri meravigliosi con artisti, maestri, uomini semplici e con altri “artigiani dell’immaginario” l’autore va svolgendo il racconto di un’esperienza che significa costruzione di «un coro di visioni e pratiche» perché, proprio come nel coro, tante individualità e tante esperienza si fondono in un unico, gradevolissimo suono.
E l’autore ancora: «Non sono molte le pagine, ma le ritengo pregne di spunti che spero siano accolti come bandierine di sosta entro una mappa composita di narrazioni: si tratta, ad ogni modo, di brevi “pause” filosofiche, letterarie, sociologiche. Per qualcuno sarà come aprire bagagli famigliari, che nella biografia di ciascuno si sono sommati in vario modo. Per qualcun altro possono essere assaggi e sapori nuovi. Temo non troverete informazioni confortate da ricchezza di dati tecnici puntuali – avverte –. È stata una scelta. Non volevo che le mie esperienze si spacciassero come casi di studio. Preferivo fossero specchi in cui riconoscersi o argomenti per cui meritare il vostro affetto e la vostra curiosità».
Così, con una prospettiva sospesa tra memorie e slancio verso il futuro e con persone che in un lavoro di cooperazione creativa delineano una nuova mappa di luoghi tematici e narrazioni, ecco emergere il processo di cocreazione che ha originato Matera 2019. «Non c’è un ordine cronologico. I paragrafi che si susseguono non sono titolati – spiega Riitano -. Una trama di temi e parole ricorrenti sbucherà fuori, ripetendosi per precisarsi: ascolto, dialogo, rispetto, fiducia, responsabilità, convivialità, creatività, desiderio, coraggio. Immaginario. Sì, tutto questo c’è. E forse c’è lo stato di grazia e di urgenza che la grande avventura di Matera … ha fomentato nel mio bisogno di ricordare, fermare e condividere».
In definitiva il libro vuole raccontarne il successo di Matera 2019 come è stato possibile realizzarlo e nel farlo tocca spunti interessanti come il tema della cittadinanza culturale e della partecipazione attiva, riflettendo sull’artigianalità del sapere e del saper immaginare.
«Quando ho detto a me stesso “sono un artigiano dell’immaginario”, l’ho detto sentendomi parte di un cerchio di persone come me, alle quali ho parlato prima di scrivere questo libro», dice Riitano ed avendo come punti di riferimento il sociologo Richard Sennett, che ha provato a rivalorizzare l’idea dell’artigiano, e il filosofo francese Jean-Jacques Wunenburger, non si può che concordare con quanti hanno visto in queste pagine una risposta agli interrogativi che si pongono quando si riflette sulla realizzazione di un programma culturale con la partecipazione attiva dei cittadini. L’operazione è possibile ed il libro lo fa restituendo «anche la storia di coloro che l’hanno reso possibile: gli “artigiani dell’immaginario” che nella complessità del mondo contemporaneo fondano mondi nuovi in cui l’uomo parla all’uomo e inventa la sua felicità».