Esce lunedì “Raccontare e testimoniare. Oriana Fallaci e la scrittura del dissenso”

Angelo Sconosciuto Maggio 30, 2020 1589

racontare è testimoniare«Raccontare è testimoniare. Oriana Fallaci e la scrittura del dissenso» (pp. 136, euro 15) esce lunedì, 1° giugno, per i tipi dell’editore Mauro Pagliai di Firenze nella collana “Italianistica nel mondo” (II serie/21).

Autrice del saggio è la giovane studiosa Giorgia Medici che, analizzando la scrittura della Fallaci (1929-2006), pone in evidenza il « femminismo "ragionato", non ideologico e lontano dalle istanze più radicali, ma allo stesso tempo più profondo e universale» della grande giornalista e scrittrice fiorentina, più volte (e fino all’ultimo) al centro del dibattito culturale. «Reporter e scrittrice di successo, Oriana Fallaci è uno degli autori italiani più discussi degli ultimi decenni – si legge in quarta di copertina -. I suoi lavori sono oggetto ora di lodi smisurate, ora di feroci contestazioni: in ogni caso, non passano inosservati.

Tra le tematiche scottanti affrontate nel corso della sua lunga carriera spiccano il ruolo della donna nella società, la maternità e il femminismo, come emerge in particolare dal reportage “Il sesso inutile” e dal romanzo dai tratti autobiografici “Lettera a un bambino mai nato”. Su questi due testi chiave – si legge ancora - si concentra il presente saggio, in cui la produzione letteraria della Fallaci assume i contorni di una ampia e acuta riflessione sulla condizione femminile». Giova ricordare che Oriana Fallaci viene in contatto con le idee del movimento femminista in America già negli anni Sessanta, facendo propri il rifiuto di considerare la donna un oggetto sessuale o di riproduzione, e la denuncia delle disparità di trattamento nel mondo economico e del lavoro.

E Giorgia Medici osserva: «Questo emerge già ne “Il sesso inutile” ma sebbene Oriana si mostri desiderosa di scrollarsi di dosso millenari stereotipi sessisti, ritiene anche che la cieca esaltazione delle prerogative muliebri debba essere sostituita da una più cauta promozione dell’uguaglianza fra individui. Sa bene che il conflitto, di qualsiasi genere esso sia, conduce inevitabilmente alla miseria». Proseguendo nell’analisi dei testi, ecco che la studiosa trova che queste tesi sono riprese nella breve e intensa «Lettera a un bambino mai nato» (1975), considerato «toccante racconto di matrice autobiografica sul tema della maternità, dove la protagonista ha a che fare con un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini ("la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio"), ma la lotta di genere lascia spazio alla disarmante evidenza del dolore».

Il tema centrale dello studio resta il ruolo della donna della società: «la produzione letteraria di Oriana – si afferma - assume i contorni di una ampia e acuta riflessione sulla condizione femminile, da cui emerge con forza una speranza: quella di una società composta da individui, non da donne che combattono gli uomini o da uomini che ostacolano le donne».  

Ultima modifica il Sabato, 30 Maggio 2020 17:01