Gianpietro Zullo, la “Natività” incompiuta (1619) In evidenza

Domenico Ble Maggio 29, 2020 2484

NATIVITà DI Gianpietro Zullo la  incompiuta 1619Non si è ancora spenta l’eco dell’incontro per riflettere sull’opera di Gianpietro Zullo (1557-1619), pittore mesagnese attivo nel periodo della Controriforma, ricordato nel IV centenario della morte e ricordato con la manifestazione "Praeclarissimus pictor" svoltasi lo scorso 16 dicembre 2019 presso la Chiesa Madre di Mesagne.

Del pittore non vi è un ricco repertorio di opere, quindi in questa occasione ci soffermeremo su quella che maggiormente ha indubbiamente ispirato pittori di generazioni successive. All'interno della Matrice di Mesagne, nel transetto della parte di destra, è conservata la grande tela raffigurante la Natività, datata 1619, anno in cui Zullo muore.

L'episodio evangelico è inserito in un paesaggio costituito da rovine architettoniche. Un povero cesto, adornato con delle stoffe bianche, funge da culla per il Bambino Gesù, caratterizzato dalle forme tondeggianti e con una sorta di luminosità propria. Sulla sinistra il pittore inserisce la Vergine Maria e San Giuseppe, entrambe in ginocchio e con le mani giunte in segno di preghiera; in secondo piano il bue e l'asino con il loro fiato riscaldano il Messia. Nella parte di destra i pastori, guidati dall'angelo, rendono omaggio portando dei doni.

Un messaggio nascosto si muove all'interno della composizione: la nascita del Bambino Gesù nelle rovine, è il simbolo dell'inizio di un nuovo corso per l'umanità, la quale si lascia indietro il passato. La composizione termina in alto con l'esultanza degli angeli, questi, tuttavia, introdotti nel XVIII secolo dal pittore Domenico Pinca.

Stilisticamente Zullo risente degli influssi pittorici dei grandi maestri salentini del tempo come Giandomenico Catalano e Donato Antonio d'Orlando, senza dimenticare l’influenza dei pittori del Nord Europa come Gaspar Hovic.

Il dipinto incarna i valori artistici dettati dalla Controriforma, vale a dire la semplicità nella rappresentazione del tema senza tralasciare l'aspetto simbolico: il mistero doveva essere chiaro e comprensibile. Un esempio fra i tanti offerti dl quadro di Zullo: il bambino appena nato sembra essere posto su una cesta-altare e, benedicente, annuncia già la sua missione: dare la vita per la salvezza di molti. Accanto, del resto, il pastore reca un agnello con le zampe legate, quasi a dire: “Ecce agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi!”.

Ultima modifica il Sabato, 30 Maggio 2020 07:39