Redazione
FONTI RINNOVABILI – VIZZINO: AMPIAMENTE CONDIVISIBILE LA PROPOSTA DELLA CNA SU BRINDISI CAPITALE DELL’EOLICO OFFSHORE
Realizzare campi eolici nel mare antistante gli insediamenti industriali non crea problemi di carattere ambientale e consente a Brindisi di disegnare un futuro diverso dalla produzione di energia attraverso il carbone.
Tutto questo, peraltro, come giustamente evidenziato da Gentile, offre al territorio una grande opportunità imprenditoriale ed occupazionale perché Brindisi potrebbe davvero diventare la capitale italiana dell’eolico offshore, con il conseguente insediamento di impianti per la produzione di torri eoliche destinate anche ad altri siti.
Oggi più che mai, però, è necessario ‘fare squadra’, accantonando diversità di vedute che hanno fatto già perdere tante opportunità di sviluppo.
Mauro Vizzino – Presidente Commissione Sanità della Regione Puglia
Nel 2021 sono state 301 le aziende della provincia di Brindisi ispezionate dallo Spesal, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro della Asl. Il dato è stato divulgato in occasione della Giornata internazionale della sicurezza e della salute sul lavoro, che si celebra il 28 aprile. Nel 38% dei casi trattati sono state riscontrate irregolarità di vario genere. Particolarmente frequenti le violazioni normative nel settore edile: soprattutto carenze nei sistemi di protezione dalle cadute dall'alto.
Nel 2021 in provincia di Brindisi si sono verificati 1.676 infortuni sul lavoro. Il dato, ancora in corso di valutazione definitiva da parte dell'INAIL, evidenzia un incremento rispetto all'anno precedente: nel 2020, infatti, gli infortuni erano stati 1.605. In tutta la Puglia gli incidenti sul lavoro risultano invece in lieve diminuzione (16.437 contro i 16.852 dell'anno precedente). In crescita a Brindisi anche le malattie professionali: in questo caso però le ultime rilevazioni si riferiscono al 2020. Sono state 107 in tutto quelle riconosciute, contro le 90 del 2019. Al primo posto risultano le malattie cosiddette da sovraccarico biomeccanico (cioè da sforzo eccessivo: tendiniti, ernie, tunnel carpali, eccetera), seguite da ipoacusie, cioè abbassamento dell'udito. Scarsa l'incidenza dei tumori: solo 2 casi.
"All'incremento degli incidenti - ha dichiarato il direttore dello Spesal brindisino, Nicola Dipalma - può aver contribuito anche la ripresa di molte attività che nel 2020 erano rimaste chiuse a causa del Covid; è fisiologico che ad un aumento delle ore lavorate complessivamente faccia riscontro un aumento degli infortuni. Noi - ha proseguito - ad ogni modo continueremo le nostre attività ispettive: il settore più critico continua ad essere quello edile, seguito subito da quello agricolo, dove l'incidente più frequente è il classico ribaltamento dell'automezzo pesante privo di sistemi di sicurezza".
Accanto alle ispezioni, c'è la prevenzione. "Lo Spesal - ricorda Dipalma - proseguirà anche con le iniziative di informazione e formazione rivolte specificamente ai datori di lavoro. A questi soggetti sono dedicati corsi di aggiornamento e seminari. A giugno poi - ha concluso - terremo un importante convegno sul rischio professionale cancerogeno e chimico nel territorio di Brindisi".
Il 28 aprile è anche la giornata mondiale delle vittime da amianto. Ed anche in questo campo lo Spesal brindisino si sta rivelando attivo: nel 2021 sono stati controllati 84 cantieri dediti alla bonifica delle strutture in amianto. "Soltanto nel 6% dei casi - conclude Dipalma - ci siamo imbattuti in violazioni di norma; il che ci conforta. Significa che le ditte incaricate di rimuovere e trattare i residui di amianto si comportano in maniera piuù attenta".
Allo Spesal della Asl di Brindisi lavorano 4 medici, due dei quali con qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria. Ci sono anche 12 tecnici della prevenzione, otto dei quali ufficiali di polizia giudiziaria.
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BOCCIA, BENE ASSEMBLEE DEI CIRCOLI SUL "PD CHE VOGLIAMO"
"I circoli del Partito Democratico della Puglia hanno iniziato sui diversi territori le assemblee sul "PD che vogliamo”, un modo per dibattere con iscritti e simpatizzanti e allargare la partecipazione. Sono tutti passaggi che ci porteranno a definire proposte e idee sul Partito Democratico che abbiamo in mente che, in una società come quella attuale, sarà inevitabilmente fatta di sezioni e smartphone. A fine maggio, poi, tireremo le somme in un'Assemblea regionale dei circoli pugliesi per decidere insieme le regole congressuali". Così Francesco Boccia, deputato PD e commissario per il congresso del Partito democratico di Puglia, intervenendo all'assemblea del circolo di San Nicandro Garganico sul "PD che vogliamo".
COLDIRETTI PUGLIA - 7MLN METRI CUBI IN INVASI ARTIFICIALI
Con la mancanza di piogge gli invasi artificiali pugliesi segnano 7 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente già uno dei più siccitosi, dopo un inverno 2022 con 1/3 di rovesci in meno che fa scattare l’allarme siccità e incendi favoriti dall’aumento delle temperature. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale.
La siccità – precisa la Coldiretti Puglia – minaccia oltre il 30% della produzione agricola, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, ma a preoccupare è anche lo sviluppo delle colture destinate all’alimentazione degli animali, l’irrigazione degli oliveti e dei frutteti, perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile.
Con l’innalzamento dei livelli del mare l’acqua salata – aggiunge Coldiretti Puglia - sta già penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola secondo l’allarme lanciato dal rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) dell’Onu.
I pozzi freatici non hanno più acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di emungimento di acqua salmastra, uno scenario che impone – insiste Coldiretti Puglia - di sfruttare al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare una lungimirante politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia
Ma a preoccupare – continua la Coldiretti Puglia - sono anche gli incendi favoriti dalle alte temperature e dall’assenza di precipitazioni che ha inaridito i terreni nei boschi più esposti al divampare delle fiamme, ma anche in Salento dove l’abbandono dei campi a causa della Xylella che ha fatto seccare gli ulivi ha reso drammatico il fenomeno degli incendi.
La siccità, che distrugge le coltivazioni e favorisce i roghi, è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura in Puglia che convive con un vero e proprio paradosso idrico, dilaniata da drammatici fenomeni siccitosi con danni stimati di oltre 70 milioni di euro all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni e al contempo è colpita da alluvioni e piogge torrenziali che provocano allagamenti ma non riescono a sopperire alla grave carenza di acqua, in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie
Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile – insiste Coldiretti – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
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Covid - 19. Oggi sono complessivamente 4293 i casi positivi in Puglia di cui 489 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 28 aprile 2022
Dati complessivi
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CHIESTA LA ZONA SVANTAGGIATA PER I COMUNI CON XYLELLA
Xylella, Stefàno (PD): "Il Ministero dell'agricoltura attribuisca ai Comuni nell’area territoriale dove è presente il batterio della Xylella fastidiosa lo status di zona svantaggiata"
"Con una interrogazione urgente al Ministro Patuanelli ho chiesto di disporre, mediante aggiornamento all'apposito decreto, lo status di cosiddetta zona svantaggiata ai Comuni nell’area territoriale dove è presente il batterio della Xylella fastidiosa almeno fino a quando, e se, la condizione ambientale e quella produttiva non saranno tornate al periodo precedente all'arrivo del batterio medesimo" dichiara il senatore salentino Dario Stefàno.
"La Xylella fastidiosa è presente ormai da 10 anni in alcune zone della Puglia ed è diventata un fattore tanto determinante quanto strutturale per quei territori che subiscono l'impoverimento dei terreni e dei territori. La scienza, finora, non è stata in grado di fornire una soluzione definitiva a questa piaga" continua il senatore dem "per cui non possiamo più trattare questo fenomeno con gli strumenti e la metodologia propri ad una situazione di emergenza, ad una calamità improvvisa. Dobbiamo inquadrare la questione nel campo di uno svantaggio strutturale che produce effetti e ricadute negativi in ambito economico, sociale, ambientale, culturale e turistico".
"A questo danno, perciò, non si può aggiungere la beffa di quanto riportato nel Decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali 8 giugno 2020, recante "Adozione della metodologia per l'identificazione delle aree soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle aree montane e relativi elenchi" secondo il quale diversi Comuni pugliesi che insistono nei territori colpiti dalla Xylella fastidiosa non rientrano più nell'elenco di zone svantaggiate e vengono quindi privati anche di quelle minime agevolazioni e riserve riportate nei bandi. Quanto chiedo al Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è pertanto una iniziativa correttiva ispirata totalmente al buon senso e al rispetto anche di chi continua ad operare in contesti palesemente svantaggiati".
Anche la città di Brindisi, come Roma, potrebbe avere il parco regionale dell’Appia antica. È un’idea progettuale proposta dagli iperattivi cicloamici e perorata dal Comune di Mesagne, Provincia di Brindisi e consorzio Asi da realizzarsi nell’oasi naturalistica del Cillarrese. Come il parco regionale dell’Appia antica a Roma rappresenta il punto di partenza, il tratto terminale del “Cammino della Via Appia” insieme con l’invaso e il parco del Cillarese ed il territorio agricolo circostante potrebbero formare un vero e proprio parco archeologico e naturalistico. In origine si trattava di una area paludosa che nel 1980 è stata bonificata, grazie alla costruzione di un invaso artificiale, realizzato con fondi della Cassa per il Mezzogiorno, e trasformata in un bacino idrico per fornire acqua alle industrie locali. Viene gestito dal consorzio Asi di Brindisi.
Nel giro di pochi anni dalla realizzazione della diga, l’invaso è diventato un habitat naturale per varie specie di uccelli acquatici stanziali e meta per tanti uccelli migratori. Dunque, l’associazione cicloamici, in collaborazione con il Comune di Mesagne, provincia di Brindisi e con il consorzio Asi di Brindisi, hanno proposto un itinerario culturale in bicicletta alla scoperta di antiche strade tra Brindisi e Mesagne. L’itinerario è stato costruito sullo studio delle antiche carte geografiche che a partire dalla fine del XVI secolo hanno lasciato indizi ed elementi dei luoghi attraversati dalla via Appia e da altri itinerari istmici utilizzati fino a metà Ottocento. Sono state visitate masserie storiche e siti di interesse naturalistico ed in particolare l’Invaso del Cillarese. Accanto all’itinerario in bicicletta l’associazione Atletica Mesagne può sviluppare un affascinante itinerario podistico. Intanto il presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli, il cui ente è azionista del consorzio Asi Brindisi si è impegnato a creare un tavolo di lavoro per riunire insieme i tecnici del consorzio Asi e della Provincia per studiare la fattibilità di alcune ipotesi di collegamento tra l’itinerario Appia antica e l’invaso del Cillarese.
L’itinerario proposto dai cicloamici nel tratto terminale della via Appia prevede alcune tappe imperdibili lungo l’itinerario tra Mesagne e Brindisi e, precisamente, a Masseria Nuova, masseria San Giorgio, masseria Masina, masseria Cillarese, l’invaso e diga del Cillarese, il parco del Cillarese, il seno di ponente del porto di Brindisi e, infine, le colonne romane. Punto di arrivo dell’itinerario, quindi, rimangono le colonne romane: dal parco del Cillarese alla scalinata delle colonne romane l’itinerario comprenderebbe il centro storico di Brindisi e una bella camminata sul seno di ponente del porto di Brindisi per meno di due chilometri.
Provincia di Brindisi: dopo l'elezioni del presidente adesso si attendono le deleghe
A cinquanta giorni dalla sua elezione a presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli, non ha ancora distribuito le deleghe speciali ai consiglieri. Nè tantomeno è stato nominato il vice presidente. Evidentemente ancora non è stato raggiunto nessun accordo con i partito che hanno contribuito all'elezione del sindaco di Mesagne a presidente della Provincia. Nel frattempo Matarrelli ha dovuto occuparsi da solo di tutte le questioni di competenza dell’ente. Dal bilancio, completato e licenziato dallo stesso presidente nei giorni scorsi, che adesso attende di essre discusso in Consiglio, al Piano triennale delle opere pubbliche fino alla gestione delle varie progettazioni relative agli interventi candidati e dacandidare al Pnrr. Ossia quelle relative all'edilizia scolastica e alla rete viaria provinciale. Oltre che alle questioni legate alle autorizzazioni ambientali di competenzadell’ente di via De Leo.
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Quando un prodotto può definirsi davvero grande? Quando ha la capacità di adattarsi alle epoche che attraversa restando sé stesso. È quello che è successo al fico mandorlato, simbolo di un paese, San Michele Salentino, capace di cambiare restando sé stesso, che l’Amministrazione Comunale, da un’idea dell’assessorato allo spettacolo guidato da Angela Martucci, vuole celebrare in un volume che non sarà un semplice libro di ricette ma una vera e propria opera d’arte: un manuale di cucina sentimentale, una mappa emozionale, attraverso storie, aneddoti e ricette, per raggiungere il cuore dei lettori.
La redazione del volume sarà curata da Ilaria Oliva, di San Vito dei Normanni, docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Bari, manager culturale dal 1999, esperta di valorizzazione, marketing territoriale e organizzazioni di eventi. Sommelier dal 2017 e Master Sommelier dal novembre 2021 con Fondazione Italiana Sommelier.
“È chiaro che non sarà il solito libro di cucina – spiega l’assessora Martucci – perché, oltre alle ricette provenienti da ristoratori, panettieri, pasticceri e casalinghe, sarà dato spazio ai personaggi, a chi, nella nostra Comunità, ha scritto la storia del fico mandorlato, ovvero i produttori. Sarà un libro di racconti, con immagini inedite che illustrano questo grande prodotto. Ognuno lo leggerà da un suo personale punto di vista, perché il cibo è qualcosa che non si ferma solo al palato, è anche qualcosa di più profondo. C’è tanto amore attorno a questo prodotto, attorno a San Michele e alle sue tradizioni. Lì vogliamo condurre cittadini, viaggiatori e appassionati. A fianco al testo italiano, infatti, ci sarà la traduzione in inglese perché il fico mandorlato è diventato il prodotto-simbolo di San Michele Salentino nel mondo e, per il turista gourmet, un dono originale da regalare agli amici”.
Per la raccolta del materiale storico ed enogastronomico sarà pubblicato a breve un avviso sulla homepage del sito istituzionale e su tutti i canali di informazione del Comune. Alla realizzazione del volume, che sarà effettuata nel modo più corale possibile, potranno partecipare ristoratori locali, titolari di attività che operano nel settore gastronomico (panifici, pasticcerie, bar, etc.) ma anche tutti i cittadini appassionati di gastronomia che vogliano condividere, quindi, ricette, racconti e aneddoti a tema “fico”. Si potrà contattare la dr.ssa Ilaria Oliva alla seguente e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando nome, cognome, nome attività, recapito telefonico e/o direttamente la ricetta o il racconto. Sarà premura della dr.ssa Oliva mettersi in contatto con ciascuno, per valorizzare ogni contributo. È, inoltre, possibile contattare il Comune di San Michele Salentino al numero 0831.966026 e chiedere dell’ufficio stampa, che provvederà a indirizzare le comunicazioni ricevute. “L'idea - spiega la Oliva - è rendere il senso di una comunità attraverso le sue tradizioni, il suo patrimonio immateriale, che ne costituiscono l'identità.”
La tradizione dell'essiccazione dei fichi è tipica di tutto il sud Italia ed era praticata soprattutto dalle famiglie contadine. Ma l'idea di arricchire i fichi essiccati, aggiungendo la mandorla, nasce a San Michele Salentino. La preparazione avviene raccogliendo a scalare i fichi in via di maturazione: si utilizzano solo i bianchi della varietà Dottato che vengono aperti a metà, appiattiti e lasciati essiccare su graticci di canne (sciaje) al sole per una settimana. Una volta raggiunto il giusto grado di essiccazione, si pone dentro il fico aperto una mandorla intera tostata di varietà Riviezzo (Cegliese), o Bottari (il nome locale della Genco), o Sciacallo, Tondina, o Sepp d’Amic. Si unisce, quindi, una scorzetta di limone e qualche seme di finocchietto selvatico. Si sovrappone il fico ad un altro fico e si chiude: si infornano quindi a temperatura medio-bassa per circa un’ora. La preparazione dei fichi mandorlati comincia alla fine di agosto e prosegue fino alla fine di settembre.
“Ecco così che la cucina diventa un’occasione per cittadini, chef, artigiani di raccontare con i sapori di un piatto la storia del fico mandorlato e per chi mangia di conoscere tradizioni e valori culinari decennali – dichiara il sindaco Giovanni Allegrini. Partendo da quello che ci offre la nostra terra, con questo libro riusciremo a raccontare il patrimonio culturale e l’identità storica della nostra San Michele perché il cibo riesce, si, a soddisfare la nostra fame ma anche la voglia di scoprire e conoscere la tradizione e la cultura di un luogo attraverso i cinque sensi”.
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