Redazione
Detiene abusivamente in casa 95 munizioni, denunciato
Erchie. Detiene abusivamente in casa 95 munizioni, denunciato. A Erchie, i Carabinieri della locale Stazione congiuntamente a quelli della Stazione di San Pancrazio Salentino e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, hanno denunciato in stato di libertà un 57enne del luogo, per detenzione abusiva di munizioni. In particolare, l’uomo, a seguito di perquisizione domiciliare presso la sua abitazione di campagna, è stato trovato in possesso di 95 munizioni calibro 12, inserite in due cartuccere in pelle, illegalmente detenute, nascoste sotto dei pannelli coibentati in disuso, successivamente sequestrate. (Foto archivio)
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Positivo al Covid–19, viola la quarantena uscendo di casa, denunciato
Francavilla Fontana. Positivo al Covid–19, viola la quarantena uscendo di casa, denunciato. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 42enne del luogo, per inosservanza delle misure di contenimento del Covid–19. In particolare, nella mattinata del 27 novembre, l’uomo è stato sorpreso a piedi, senza giustificato motivo, in una via del centro abitato, fuori dalla sua abitazione, nonostante fosse sottoposto al regime di sorveglianza e isolamento fiduciario dall’Autorità Sanitaria, perché risultato positivo al SAR–CoV–2.
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ALLARME PREDATORI CON ATTACCHI DI LUPI E CANI INSELVATICHITI
COVID: COLDIRETTI PUGLIA, ALLARME PREDATORI CON ATTACCHI DI LUPI E CANI INSELVATICHITI IN PASCOLI E STALLE. Continua la mattanza di capre, pecore e mucche nei pascoli e nelle stalle con la preoccupante proliferazione di lupi, cani inselvatichiti e ibridi che, per effetto del Covid con le limitazioni alla movimentazione in città e nelle aree rurali, si moltiplicano senza freni scorrazzando liberamente e attaccando gli animali negli allevamenti. E' quanto denuncia Coldiretti Puglia, a seguito della recrudescenza del fenomeno degli attacchi dei lupi e dei cani inselvatichiti con una presenza che si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti sulla Murgia barese e tarantina e sul Gargano, ma episodi frequenti si stanno verificando anche in provincia di Lecce e Brindisi.
"Nelle campagne ci sono più animali selvatici, tra lupi, cinghiali e cani inselvatichiti che lavoratori agricoli e la situazione è drammatica in tutta la regione. Nel giro di dieci anni i lupi si sono moltiplicati, mettendo a rischio non solo gli animali nelle stalle e al pascolo, ma anche la vita stessa di agricoltori e pastori. In Puglia sono enormi le perdite registrate in campagna causate dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 12 milioni di euro”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Le prede o spariscono perché i lupi le portano via o vengono azzannate alla giugulare e lasciate morte in loco - riferisce Coldiretti Puglia - oppure se ne ritrovano solo brandelli e i numeri la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone. Agli animali uccisi si aggiungono – precisa la Coldiretti Puglia – i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti.
“Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l'allevamento è l'attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora 'Gentile' di Altamura o la 'Moscia' leccese. Il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi", insiste Muraglia.
“Il tema ormai ingestibile della fauna selvatica e dei predatori – aggiunge il presidente Muraglia - va affrontato ai massimi livelli con una strategia congiunta tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Puglia per stabilire le misure da adottare a tutela delle aziende agricole e zootecniche”.
Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le aree zootecniche e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – afferma Coldiretti Puglia - aree straordinarie muoiono, l'ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città.
Negli ultimi anni si è reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. La resistenza degli agricoltori è al limite – spiega la Coldiretti – è urgente trovare nuove modalità di azione che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione.
Del resto, questa situazione si somma – conclude Coldiretti Puglia - ai problemi di sovrappopolamento di numerose altre specie selvatiche, dai cinghiali agli storni, dai cormorani alle lepri, che si moltiplicano in una situazione di assoluta mancanza di adeguate misure di programmazione necessarie per evitare il conflitto con il lavoro agricolo.
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Denunciati dalla polizia 11 giovanissimi
Nelle ultime settimane il dispositivo di controllo del territorio è stato ulteriormente rafforzato con un incremento di pattuglie della Sezione Volante e della Squadra Mobile, in particolare nelle ore serali e notturne. Intorno a mezzanotte, in un casolare ubicato a Brindisi, in Piazza Carrà, personale della Sezione Volante sorprendeva 11 ragazzi, di cui 3 minori e 3 ragazze, tutti senza mascherina, intenti a festeggiare il compleanno di uno di loro, subito dopo aver destato quell’area cittadina con l’esplosione di grossi petardi e fuochi d’artificio.
Da diversi giorni, i cittadini residenti in quella zona, avevano dovuto subire l’improvvisa esplosione provocata da grossi petardi o bombe carta e avevano segnalato il fatto alla Sala Operativa. L’intensificazione del servizio di controllo del territorio finalizzato proprio alla individuazione dei giovani che, in barba alle norme anticovid e alla normativa vigente in materia, si divertivano a creare panico e a disturbare la quieta pubblica, ha consentito di effettuare con estrema rapidità l’intervento a carico degli 11 ragazzi che saranno sanzionati per le violazioni dell’obbligo di utilizzare la mascherina e del divieto di circolare dopo le ore 22:00, nonchè verranno deferiti all’A.G. per il reato di accensione ed esplosioni in luogo pubblico. Anche nei prossimi giorni, i servizi continueranno incessanti in tutte la aree cittadine.
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Mesagne. Arrestato per maltrattamenti in famiglia
Mesagne. 40enne arrestato per maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione. A pochi giorni dalle celebrazioni della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che ha visto la città di Mesagne promuovere diverse iniziative, c’è da registrare l’ennesimo caso di violenza verificatosi all’interno delle mura domestiche. Questa volta l’uomo, un 40enne, è stato arrestato. Vittima, ancora una volta, una donna che nel pieno della sua vita ha dovuto sottostare alle angherie e minacce del suo compagno-aguzzino. Almeno fino a quando ha temuto di perdere la vita ed ha denunciato le violenze, fisiche e psichiche, ai carabinieri. Sono stati proprio gli uomini dell’Arma, che sul fronte della prevenzione per la violenza sulle donne hanno investito in strutture e professionalità, ad indagare e inchiodare l’uomo alle sue responsabilità. Lo stesso è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione. Dopo le formalità di rito è stato trasferito presso il carcere di Brindisi a disposizione dell’autorità giudiziaria. La storia dei maltrattamenti è iniziata già dallo scorso mese di gennaio quando nel tranquillo ménage della coppia sono iniziate a incunearsi delle situazioni di incomprensione che ben presto si sono acutizzate in veri e propri maltrattamenti. Spesso l’uomo agiva sotto l’abuso di alcool. Atti di coercizione che man mano che trascorrevano i mesi si sono trasformati in veri e propri atti di violenza. Almeno fino a quando, nell’ottobre scorso, la donna non ce l’ha fatta più a sopportare gli abusi e, temendo per la propria vita, ha avuto il coraggio di presentarsi presso la caserma dei carabinieri e raccontare la sua storia e i timori per un futuro incerto. I carabinieri, dopo aver assicurato la donna su una protezione individuale, hanno avviato un’attività investigativa piuttosto discreta durante la quale hanno documentato una serie di episodi di violenza. Tra le altre cose i carabinieri hanno verificato nell’uomo un “abituale stato di alterazione da abuso di alcolici.
Lo stesso ha reiteratamente minacciato e molestato la compagna convivente”. Durante le indagini di questi due mesi i militari hanno potuto documentare due episodi piuttosto inquietanti. Nel primo caso l’uomo, con la donna presente, ha minacciato di far esplodere l'abitazione, aprendo il rubinetto del gas della bombola in uso alla cucina. Il secondo episodio è altrettanto inquietante poiché l’uomo ha puntato un coltello da cucina all’addome della donna, costringendola ad acquistargli un carica batteria per cellulare. Davanti a questi fatti i carabinieri hanno inviato in Procura il faldone di prove documentarie in base alle quali il tribunale ha emesso un ordine restrittivo nei confronti del compagno della donna. Con l’ordinanza i carabinieri si sono recati nell’abitazione della coppia e hanno arrestato l’uomo. Dovrà rispondere di per maltrattamenti e tentata estorsione. Dopo le formalità di rito è stato trasferito presso il carcere di Brindisi. Dallo scorso 25 novembre le caserme dei carabinieri hanno la “Una stanza tutta per sé”, a disposizione di donne vittime di violenza, in cui vi è un sistema audio-video per la verbalizzazione computerizzata che evita alla vittima più momenti di testimonianza e che può servire per la fase processuale successiva.
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Covid a Mesagne. Ad Oggi 110 positivi
EMERGENZA COVID-19 A MESAGNE: OGGI 7 NUOVI CASI E 2 GUARITI.
Calendario dei pagamenti alle Poste per i pensionati
In questi giorni i nostri pensionati stanno ritirando il rateo di pensione, relativo al mese di dicembre, fruibile alle Poste dal 25 novembre, mentre presso le banche la pensione sarà fruibile dal primo dicembre. Il calendario dei pagamenti alle Poste è o è stato disponibile alle Poste per i pensionati:
Calendario pagamenti alle Poste
- Cognomi dalla A alla B: mercoledì 25 novembre;
- cognomi dalla C alla D: giovedì 26 novembre;
- cognomi dalla E alla K: venerdì 27 novembre;
- cognomi dalla L alla O: sabato 28 novembre (mattina);
- cognomi dalla P alla R: lunedì 30 novembre;
- cognomi dalla S alla Z: martedì 1 dicembre.
Per i cittadini over75 anni che non hanno altri cui delegare il ritiro pensione, è ancora attivo il servizio gratuito di consegna a domicilio tramite l’ausilio dei Carabinieri.
Con il cedolino di dicembre sarà accreditato anche il bonus tredicesima ai pensionati che ne avranno diritto, ossia titolari di assegno sociale con reddito fino a 6.695,91euro, rivalutato con maggiorazione sulla mensilità aggiuntiva di fine anno. Per il 2020 è pari a 154,94 euro.
La Uil pensionati di Brindisi Appia Antica comunica, inoltre, che le pensioni dal prossimo primo gennaio saranno rivalutate dello 0,1%. Il recupero è nella minor indicizzazione programmata di quest’anno, rispetto all’andamento reale dell’indice dei prezzi al consumo. Secondo il decreto che fissa in misura definitiva, il tasso di adeguamento all’inflazione dei trattamenti erogati nell’anno 2020 rispetto al 2019, la percentuale è pari allo 0,5%, mentre il previsionale era pari allo 0,4, quindi il recupero è dello 0,1. La novità, tradotta in cifre, è che l’anno prossimo i pensionati avranno un aumento di reddito di pensione tra uno e due euro lordi mensili (in base alla classe dell’assegno) con un conguaglio una tantum a gennaio oscillante tra i 10 e i 26 euro per il recupero della minore rivalutazione concessa l’anno 2020.
La realtà è, invece, che il governo non tiene conto del costo della vita, mentre l’esigenza di un reddito più importante è legato ancora di più in questo momento di emergenza Coronavirus. Per la Uil pensionati Stu Appia Antica è un discorso sociale che appartiene al codice etico. Il quadro di sintesi che ci ha presentato a fine ottobre il Rapporto annuale Inps, è di certo desolante: un pensionato su tre, quindi il 34 per cento del totale, percepisce un reddito di pensione di povertà, sotto i mille euro. Una pensione che si riduce sempre in modo evidente in ripercussioni di crisi economica e sociale e di mancanza di lavoro sulla vita familiare e di salute anche in spese di Medicine. Al governo diciamo che non c’è tempo da perdere. I pensionati hanno bisogno nella realtà odierna di norme e d’interventi in ausilio alle persone più fragili: una legge sulla non autosufficienza, separazione della Previdenza dall’Assistenza, rivalutazione delle pensioni e ampliamento della platea dei beneficiari per una quattordicesima ai pensionati con basso reddito. Tutto questo è ragione di equità sociale che chiede al governo di non scartare, ma di tutelare e curare i bisogni e le necessità delle persone più deboli.
Si rende infine prioritario per la Stu Appia Antica della Uil pensionati di Brindisi sia la riduzione della pressione fiscale come la giusta corresponsione degli arretrati per le mancate rivalutazioni delle pensioni, dovuti e necessari oggi più di ieri.
La necessità è dovuta alla crisi economica che ha costretto i pensionati a far fronte, sempre più spesso, ai bisogni familiari crescenti sostituendosi allo Stato che non è stato in grado di supportare le famiglie dal Covid-19 sia direttamente sia indirettamente.
Il segretario
Tindaro Giunta
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Coldiretti chiede l'intervento dell'esercito nelle campagne
Coldiretti ribadisce lo stato di pericolo ed emergenza dopo gli episodi gravi ad Andria come la rapina a mano armata e la morte di una donna aggredita in campagna
Invoca nuovamente l’intervento dell’Esercito Coldiretti Puglia, dopo gli ennesimi gravi episodi accaduti ad Andria, con la rapina a mano armata in un’azienda olivicola per rubare una macchina raccoglitrice di olive e la morte di una donna aggredita durante un tentativo di furto in casa in campagna, Si tratta di atti intollerabili che la dicono lunga – denuncia Coldiretti Puglia - sulla necessità di alzare la guardia contro i continui fenomeni criminosi nelle aree rurali, acuitisi a causa dell’emergenza Covid che, con le limitazioni agli spostamenti, lascia le aree rurali ancora più isolate in un clima da far west.
“Le aziende hanno bisogno di sicurezza, perché la criminalità le costringe a vivere quotidianamente attanagliate in un clima di incertezza e paura. E’ necessaria l’attivazione di una cabina di regia tra i Ministeri delle Politiche Agricole, della Difesa e dell’Interno che coordini le attività delle forze dell’ordine, a cui va il nostro plauso, che va sostenuto dall’intervento dell’Esercito in alcune aree a forte rischio. L’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura di Coldiretti sta monitorando i fenomeni di criminalità nelle campagne attraverso le segnalazioni degli imprenditori agricoli e le denunce”, torna a chiedere Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, Bari e BAT.
“Nelle aree rurali i criminali stanno condizionando – insiste il presidente Muraglia - la vita quotidiana degli agricoltori, costretti a trasformarsi in vigilanti diurni e notturni. E’ a rischio la loro stessa incolumità. Il clima che si respira è di paura per imprenditori agricoli, stremati da furti quotidiani, che hanno perso la speranza e per timore e sfiducia non denunciano più gli episodi criminosi che sono costretti a vivere”.
“Molto utile protocollo d’intesa siglato con la Prefettura della BAT ‘mille occhi sulle città e sulle campagne’ che vede un piano di collaborazione – conclude il presidente Muraglia - tra Istituti di Vigilanza privata, Guardie Campestri con le Forze di Polizia e la Polizia locale per fornire segnalazioni e informazioni a Questura, Carabinieri, ai CC Forestali e alle Procure”.
I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, secondo i dati dell’Osservatorio, rappresentano la “porta di ingresso principale” della criminalità organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale, conclude Coldiretti Puglia.
Covid - 19. Oggi 1737 casi positivi in Puglia, 110 in provincia di Brindisi con 3 decessi
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 27 novembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 9.505 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.737 casi positivi: 675 in provincia di Bari,110 in provincia di Brindisi, 206 nella provincia BAT, 345 in provincia di Foggia, 137 in provincia di Lecce, 250 in provincia di Taranto, 11 residenti fuori regione, 3 provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 48 decessi: 8 in provincia di Bari, 15 in provincia BAT, 3 in provincia di Brindisi, 10 in provincia di Foggia, 3 in provincia di Lecce, 8 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 762.047 test.
12.919 sono i pazienti guariti.
36.417 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 50.738, così suddivisi:
19.680 nella Provincia di Bari;
5.820 nella Provincia di Bat;
3.606 nella Provincia di Brindisi;
11.559 nella Provincia di Foggia;
3.865 nella Provincia di Lecce;
5.855 nella Provincia di Taranto;
344 attribuiti a residenti fuori regione;
9 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
COVID 19: PARTE SERVIZIO OSSIGENOTERAPIA LIQUIDA DOMICILIARE
Il Dipartimento Politiche della Salute comunica che i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta possono prescrivere l’ ossigeno terapia liquida domiciliare, normalmente finora riservata ai medici specialisti: è infatti attiva la disposizione per la deroga.
La prescrizione in deroga è anche sostitutiva dell’ossigenoterapia gassosa, è solo per i pazienti affetti da Covid 19 curati a domicilio ed è prevista fino al 31.1.2021.
Gli assistiti potranno contare sul servizio di Home care a domicilio, con fornitura di bombole di ossigeno liquido, boccagli, erogatori, sondini, umidificatori ecc. con assistenza H24 da parte di personale qualificato messo a disposizione dalle ditte aggiudicatarie per l’installazione delle bombole regolazione flussi, formazione dei pazienti e manutenzione.
La prescrizione avverrà su ricetta “rossa” cartacea – anche se è in fase di implementazione l’uso del formulario elettronico dedicato – e il medico indicherà il numero telefonico (numero verde) dell’azienda da contattare per avviare il servizio. La ditta entro massimo 12 ore dalla chiamata, compresi i festivi, consegna i prodotti e li installerà, ritirando la ricetta. Il paziente firmerà la bolla di consegna.
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