Redazione

La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. E’ una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia”. Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.

L’obiettivo è quella di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione centrale della polizia criminale che ha preparato la pubblicazione.

I dati sono anzitutto quelli relativi ad un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis cpp) o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (282-ter cpp) o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (ar. 384-bis cpp). Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte.

11 reati in un anno relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis cp), altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne.

Il reato di deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di nuova introduzione (art. 583-quinquies cp) prevede l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dei 56 casi denunciati, il 76% hanno riguardato vittime di sesso maschile e gli autori sono al 92% uomini: segno che tali fattispecie si riferiscono ad ipotesi di reato prima inquadrate nel delitto di lesioni personali gravissime di cui all’art. 583, comma 2, n.4 (abrogato dalla l. 69/2019) e non riconducibili alle dinamiche uomo/donna.

Ultimo reato introdotto dalla l. 69/2019 è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn (art. 612-ter cp). Dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania. 

La pubblicazione prosegue con un’analisi dei cosiddetti reati spia, vale a dire di tutti quei delitti che sono indicatori di violenza di genere (come lo stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali).

Nel periodo gennaio-settembre di quest’anno, confrontato con lo stesso periodo del 2019, si registrano numeri inferiori rispetto a quelli dello scorso anno, che risentono evidentemente anche della difficoltà di denunciare del periodo del lockdown, dove tutte e tre le fattispecie fanno registrare un calo. La fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi (81% nel 2019), mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena, anche in relazione alla maggior presenza sul territorio nazionale. Anche gli autori di tali reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).

Quanto ai provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1° gennaio-19 novembre 2020, i Questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

Se il trend è in diminuzione per gli omicidi di donne nel 2019 (111) rispetto al 2018 (141), in linea con la diminuzione generale degli omicidi, una controtendenza si registra nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un aumento del 7, 3% (88 donne uccise nel 2020 a fronte di 82 del 2019). Stesso trend in aumento se analizziamo le vittime in ambito familiare/affettivo che passano dal 68 a 77 (con un aumento del 13,2%), uccise in prevalenza da partner o ex partner (e solo per il 28% nel 2020 per mano di genitori o figli).

I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l’omicida ha fatto in prevalenza uso di un’arma impropria, come un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc.), seguono l’uso di un’arma da fuoco, l’asfissia/soffocamento/strangolamento, le percosse e l’avvelenamento.

Come per i reati spia, anche per gli omicidi volontari di donne, la fascia di età più colpita nei primi 9 mesi del 2019 è quella tra i 31 e 44 anni, che è la stessa più frequente anche per gli autori. Mentre nei primi nove mesi del 2020 la fascia più colpita è quella delle donne over 65 che rappresentano il 30% del totale delle vittime.

La parte dedicata ai femminicidi si conclude con un breve racconto delle storie riportate dalla cronaca nera di quest’anno, perché venga conservata memoria del dolore che le morti di queste donne (e spesso dei loro figli) provocano in tutta la comunità, oltre che all’interno delle famiglie.

Considerato che la Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, rappresenta il polo operativo per la cooperazione internazionale di polizia, il report offre anche uno spaccato sulla violenza di genere nell’anno del lockdown, con tendenze registrate in vari Paesi europei ed extraeuropei.

La raccolta e il monitoraggio dei dati, indispensabili per tracciare le strategie di prevenzione e contrasto, richiede evidentemente un ampio ricorso alla tecnologia e la pubblicazione si chiude con l’anticipazione di un app, chiamata Scudo, in fase di ultima sperimentazione, di cui saranno dotate tutte le forze di polizia e che consentirà di possedere tutte le informazioni utili sui precedenti interventi  effettuati presso il medesimo indirizzo (presenza di minori o di soggetti  con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol, disponibilità di armi, lesioni personali subite in passato dalla vittima) e di calibrare così nel modo migliore l’operatività. 

La campagna permanente di prevenzione “Questo non è amore” e finalizzata a fornire informazioni alle donne in situazione di rischio, è giunta alla quarta edizione.

Con il coordinamento nazionale della Direzione Centrale Anticrimine diretta dal Prefetto Francesco Messina, il personale della Polizia di Stato a bordo dei camper dedicati al progetto, ha incontrato negli anni migliaia di persone nelle piazze di italiane fornendo informazioni, aiuto, supporto operativo.

Quest’anno le restrizioni Covid non consentono la stessa diffusione capillare sul territorio, ma è stata ugualmente preparata la brochure del progetto e, per facilitare la diffusione in rete degli stessi messaggi di vicinanza della Polizia di Stato, è stato realizzato un video messaggio al quale ha preso parte anche il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Franco Gabrielli.

Come si ricorderà, infine, dallo scorso lockdown la app YouPol, scaricata negli anni da tantissimi cittadini sui propri smartphone, è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato.

Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. E’ inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il 113. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Sala Operativa della Questura competente per territorio.

Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.

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25 novembre 2020: GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.
 .
UN SOLO VACCINO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: IL RISPETTO
 
Aderiscono all'iniziativa
ANPI "Eugenio Santacesaria" Mesagne
 
Partito Democratico Mesagne
Movimento Libero & Progressista
 
Associazione Giuseppe Di Vittorio
RiCreAzione - Associazione culturale, ricreativa, sportiva
Presidio Libera Mesagne
 
Vito Marchionna per AUSER MESAGNE
CGIL MESAGNE
SPI CGIL MESAGNE
CISL MESAGNE
 
Arci Brindisi
AUSER PROVINCIALE BRINDISI

Emergenza epidemiologica a Mesagne: oggi 2 nuovi casi e 2 guariti. 

Una donna è deceduta dopo aver contratto il virus. La nostra città piange la terza vittima di questa seconda fase di emergenza sanitaria:  giungano alla famiglia le mie più sentite condoglianze.
 
Sono 108 le persone attualmente positive: 7 di loro sono ricoverate in ospedale, 2 di queste sono in condizioni gravi, altre 2 presentano sintomi importanti.

“La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. E’ una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia”. Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.

L’obiettivo è quella di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione centrale della polizia criminale che ha preparato la pubblicazione.

I dati sono anzitutto quelli relativi ad un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis cpp) o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (282-ter cpp) o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (ar. 384-bis cpp). Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte.

11 reati in un anno relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis cp), altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne.

Il reato di deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di nuova introduzione (art. 583-quinquies cp) prevede l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dei 56 casi denunciati, il 76% hanno riguardato vittime di sesso maschile e gli autori sono al 92% uomini: segno che tali fattispecie si riferiscono ad ipotesi di reato prima inquadrate nel delitto di lesioni personali gravissime di cui all’art. 583, comma 2, n.4 (abrogato dalla l. 69/2019) e non riconducibili alle dinamiche uomo/donna.

Ultimo reato introdotto dalla l. 69/2019 è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn (art. 612-ter cp). Dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania.

2020 11 24 183855

Positivi e tamponi nella provincia di Brindisi, il report aggiornato al 22 novembre. Disponibile l’aggiornamento settimanale dei dati sull’emergenza Covid-19 nell’ultimo report a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl. Al 22 novembre 2020 nella provincia di Brindisi risultano positivi al Covid 1.715 soggetti, di cui 876 donne (51,1%) e 839 uomini (48,9%). L’età mediana dei positivi attuali è di 46 anni. 

I fattori di rischio per cui è stato predisposto il tampone sono: “sospetto di caso” 813 (47,4%), “contatto con caso accertato” 492 (28,7%), “screening” 171 (10,0%) e “rientro da area a rischio” 23 (1,3%); in 216 casi (12,6%) il fattore di rischio non è definito. 
Per quanto riguarda la distribuzione per Comune i positivi sono a Brindisi 453, a Francavilla Fontana 248, a Ostuni 134, a Mesagne 105, a Fasano 89, a Latiano 83, a San Pietro Vernotico 76, a Oria 62, a Ceglie Messapica 61, a Villa Castelli 56, a Erchie 53, a San Pancrazio Salentino 49, a San Vito dei Normanni 47, a San Michele Salentino 44, a Torre Santa Susanna 44, a Carovigno 43, a Cisternino 21, a Torchiarolo 19, a Cellino San Marco 17, a San Donaci 11. I comuni della provincia di Brindisi con i maggiori valori di incidenza cumulativa sono, nell’ordine, Villa Castelli, San Michele Salentino e Brindisi (cartogramma 1).
L’ultimo aggiornamento sullo stato di salute dei positivi attuali descrive 938 (54,7%) soggetti asintomatici, 485 (28,3%) paucisintomatici, 111 (6,4%) con sintomatologia lieve, 13 (0,8%) con quadro severo, 1 (0,1%) critico e 15 (0,9%) in fase di guarigione; per 152 soggetti (8,8%) il dato non è noto.
Nel periodo compreso tra il 24 febbraio e il 22 novembre, sono stati sottoposti a tampone orofaringeo per la ricerca di Sars-CoV2 in totale 51.220 residenti nella provincia di Brindisi (131,2 soggetti ogni 1.000 residenti), 3.225 nell’ultima settimana. Per 44.709 soggetti sottoposti a test (87,3%) è definito il fattore di rischio per cui è stato predisposto il tampone; si osserva come il test effettuato per “caso sospetto” rappresenti la motivazione di esecuzione del tampone in circa la metà dei casi. 
Complessivamente, nello stesso periodo, sono stati eseguiti 78.788 tamponi (in media 1,54 tamponi per ogni soggetto sottoposto a test), pari all’11% dei tamponi eseguiti in Puglia. A fronte dell’aumento del numero di tamponi effettuati si osserva un trend in crescita del numero dei positivi, con i valori massimi raggiunti nelle ultime settimane, in linea con l’evoluzione del quadro epidemiologico generale.
Dei 51.220 residenti sottoposti a tampone, 3.560 ( 7%) sono risultati positivi al test, con una incidenza cumulativa stimata pari a 91,2 casi x10.000 residenti. Di questi sono 1.796 donne (50,5%) e 1.764 uomini (49,5%) con età mediana intorno ai 45 anni. Per 2.509 (70,5%) casi accertati è noto il provvedimento adottato, con 2.290 (91,2%) posti in “sorveglianza e isolamento fiduciario” mentre per 219 (8,8%) si è provveduto al “ricovero in isolamento”. Sono 99 i decessi totali: 79 casi tra persone che hanno tra i 70 e 90 anni e più; 11 tra i 60 e 69 anni, 8 casi tra i 50 e i 59 e 1 nella fascia 30-39.
Si sottolinea che i dati analizzati sono in continua fase di consolidamento e alcune informazioni possono, quindi, risultare incomplete o essere oggetto di modifiche.
 

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 24 novembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 9.770 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.567 casi positivi: 537 in provincia di Bari, 162 in provincia di Brindisi, 199 nella provincia BAT, 407 in provincia di Foggia, 109  in provincia di Lecce, 142 in provincia di Taranto, 7 residenti fuori regione, 4 casi di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 52 decessi: 13 in provincia di Bari, 3 in provincia di Brindisi, 2 in provincia BAT, 21 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Lecce, 9 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 732.942 test.

11.823 sono i pazienti guariti.

32.959 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 46.054 così suddivisi:

17.833 nella Provincia di Bari;

5.219 nella Provincia di Bat;

3.223 nella Provincia di Brindisi;

10.743 nella Provincia di Foggia;

3.513 nella Provincia di Lecce;

5.201 nella Provincia di Taranto;

316 attribuiti a residenti fuori regione;

6  provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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EMERGENZA ALIMENTARE: BUONI SPESA ALLE FAMIGLIE DIMESAGNE PER OLTRE 200MILA EURO. "Come era avvenuto nella primavera scorsa sono oltre 200mila euro le risorse che spettano al Comune di Mesagne per affrontare l’emergenza alimentare a causa delle restrizioni alle attività produttive e di lavoro dovute alle misure per arginare la pandemia da Covid-19. Tra meno di una settimana, l’Amministrazione comunale di Mesagne e quella degli altri Comuni del nostro territorio potranno distribuire questi aiuti alle famiglie e a quanti si trovano in difficoltà in ragione della pandemia. Continuiamo a onorare l’impegno morale di non lasciare nessuno da solo.” Lo afferma Giovanni Luca Aresta, deputato del M5S.

“L’Ufficio dei Servizi sociali di ciascun Comune – precisa Aresta - individuerà la platea dei beneficiari ed il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali. Il contributo potrà essere speso negli esercizi commerciali convenzionati con l’Ente comunale.”

La provincia di Brindisi risulta essere destinataria di 3.200.539,08 euro che saranno così ripartiti nei Comuni:

• Brindisi 644.768, 78 euro;

• Carovigno  152.461,59 euro;

• Ceglie Messapica 170.135,29 euro;

• Cellino San Marco 53.437,99 euro;

• Cisternino  86.132,49 euro;

• Erchie  79.004,22 euro;

• Fasano 334.870,14 euro;

• Francavilla Fontana 310.622,79 euro;

• Latiano 119.883,13 euro;

• Mesagne  211.308,89 euro;

• Oria  131.243,63 euro;

• Ostuni  230.073,76 euro;

• San Donaci 52.197,29 euro;

• San Michele Salentino 55.715,42 euro;

• San Pancrazio Salentino  80.563,87 euro;

• San Pietro Vernotico  108.916,90 euro;

• San Vito dei Normanni  158.060,59 euro;

• Torchiarolo  47.307,44 euro;

• Torre Santa Susanna  92.894,98 euro;

• Villa Castelli 80.939,89 euro.

 

Recuperata nell’estate 2019, la volpoca che era stata per molti mesi ricoverata presso il centro fauna selvatica di Torre Guaceto è tornata in libertà. 

L’anatra era stata segnalata al personale del Consorzio di Gestione della riserva e soccorsa. Il suo stato di salute era tutto sommato buono, ma un elemento preoccupava i sanitari, l’animale aveva un’ala completamente danneggiata. 
Le penne remiganti, quelle che permettono alle anatre di volare, erano fortemente compromesse, se la volpoca non fosse stata recuperata, avrebbe avuto vita breve in natura, ma nonostante il soccorso, le probabilità di completo recupero erano comunque basse. 
Le remiganti sono penne molto delicate nella fase della crescita e, per giunta, si rinnovano una sola volta all’anno, il che, già al momento del recupero, ha permesso al personale del centro recupero di chiarire innanzitutto che la degenza in struttura sarebbe stata molto lunga e, secondariamente, che la voliera nella quale l’animale avrebbe dovuto passare il tempo necessario andava adattata alle sue esigenze. 
Lo spazio dedicato a questo esemplare è stato personalizzato e schermato completamente per scongiurare il rischio che, attratta da stimoli esterni, la volpoca tentasse il volo ed andasse a sbattere contro la recinzione, danneggiando ulteriormente il proprio piumaggio. 
Non solo, assicurare una perfetta alimentazione agli animali selvatici e, alle volpoche in particolare, non è cosa particolarmente semplice. Questi esemplari si nutrono di granaglie, piante ed invertebrati. Il bilanciamento delle fonti energetiche è uno degli aspetti più delicati della sua nutrizione. 
Il timore del Consorzio era che, malgrado gli sforzi, la lunga degenza e le peculiarità dell’animale non avrebbero permesso di reimmetterlo in natura. 
E, invece, oltre un anno di cure quotidiane ed attenzioni senza sosta hanno permesso di raggiungere l’obbiettivo: la volpoca di Torre Guaceto si è rimessa perfettamente in forma. 
Ricostituitesi le penne e superata la fase del riadattamento al volo, l’esemplare è stato inanellato, in modo tale da poterne tracciare gli spostamenti, e liberato nel suo habitat, a due passi dalla torre aragonese. Da perfetto animale migratore, ora, questo esemplare deciderà se rimanere in Puglia o raggiungere il nord Africa per lo svernamento, per poi risposarsi nel nord est Europa in primavera. Questo importante risultato chiarisce che la dedizione con la quale vengono accuditi gli animali selvatici che vengono soccorsi e ricoverati nel centro recupero di Torre Guaceto fa la differenza, salva loro la vita. 
Altrettanto importante è la velocità con la quale si attiva la macchina dei soccorsi ed assicurarsi il recupero di un esemplare in difficoltà è facile, basta chiedere l’intervento del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, telefonando al 335 523 0215. 
 
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CRAC AGRUMI A TARANTO

Novembre 24, 2020

COVID: COLDIRETTI PUGLIA, CRAC AGRUMI A TARANTO PER CONSUMI IN CADUTA LIBERA (-60%); IN CAMPAGNA CLEMENTINE A 15 CENT/KG. Con la crisi causata dal Covid, i limiti alla movimentazione e le temperature più alte della media stagionale è crisi profonda per gli agrumi, come il crac per le clementine in provincia di Taranto, a causa dei consumi in caduta libera del – 60% e prezzi stracciati a 15 centesimi al chilogrammo. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, alla luce di un mercato freddissimo a causa del crollo dei consumi e dei prezzi molto al di sotto dei costi di produzione, con il rischio deflazione nei campi con arance e clementine che restano invendute sugli alberi.

“Il primo lockdown ha tracciato la chiusura della campagna 2019/20, mentre la seconda ondata pandemica è ripartita proprio in piena campagna agrumicola 2020/2021 iniziata ad ottobre, caratterizzata da consumi al palo e prezzi bassi, con le clementine vendute in campagna a 30 centesimi al chilo, di cui 15 centesimi pagati per la raccolta. Il conto economico è drammatico”, denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto.

“Possiamo solo sperare – aggiunge il presidente Cavallo - che arrivi il vero freddo invernale che in maniera naturale fa aumentare i consumi. Siamo già a due mesi dall’inizio della campagna ed è crisi profonda nei campi per le mancate richieste di agrumi”.

“I prezzi non sono assolutamente remunerativi. Si profila un’annata da dimenticare”, lancia l’allarme Vincenzo Stellaccio, presidente di Coldiretti Palagiano. “Si tratta di un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno di prodotti del territorio e favorire le esportazioni”.

Il risultato è un calo dei consumi che sono scesi per le arance sotto i 15 chili a persona all’anno – insiste Coldiretti Puglia - per effetto di una diminuzione che negli ultimi 15 anni varia da oltre il 20% per le arance ad oltre il 50% per i mandarini e le clementine.

Le limitazioni alle attività di impresa causate dal Covid devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e interventi straordinari per dare liquidità alle aziende ortofrutticole, afferma Coldiretti Puglia nel chiedere a cittadini ed operatori economici di aderire con atti concreti alla campagna di mobilitazione #MangiaItaliano privilegiando negli approvvigionamenti sugli scaffali di arance e clementine made in Puglia al 100%, come per tutti gli altri prodotti agroalimentari del territorio.

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Oria. Lascia incustodito il fucile in auto, denunciato. I Carabinieri della Stazione di Oria, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato libertà un 79enne del luogo, per omessa custodia di armi. In particolare, nella mattinata del 22 novembre, in una contrada oritana, ignoti, dopo aver rotto il vetro posteriore sinistro dell’autovettura dell’uomo, hanno asportato un fucile automatico, calibro 12, regolarmente detenuto, temporaneamente lasciato incustodito nel veicolo dal proprietario.

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