Redazione

PUGLIA, OSPEDALI AL COLLASSO: CODACONS PRESENTA NUOVO ESPOSTO A PROCURE DI BARI E TARANTO. INDAGARE VERTICI REGIONE PER OMISSIONE DI SOCCORSO, CONCORSO IN OMICIDIO COLPOSO E OMISSIONE DI ATTI D’UFFICIO. Sul caos degli ospedali della Puglia sempre più vicini al collasso il Codacons presenta un nuovo esposto in Procura, in cui si chiede di indagare i vertici regionali e sequestrare tutti i documenti relativi all’attività posta in essere dall’amministrazione sul fronte della gestione delle strutture sanitarie.

La situazione in alcune province è gravissima e impone un intervento della magistratura – spiega il Codacons – I posti letto negli ospedali scarseggiano e i pronto soccorso non riescono a far fronte ai numerosi accessi da parte dei cittadini, con conseguenze pericolosissime sul fronte delle cure prestate ai pazienti.

Un quadro che potrebbe realizzare fattispecie penalmente rilevanti a carico di chi aveva il compito di impedire tale stato di cose, e non ha saputo adottare i provvedimenti necessari per evitare il collasso degli ospedali cittadini.

Nello specifico, con un esposto che sarà presentato domani, il Codacons chiede alle Procure della Repubblica di Bari e Taranto, di aprire una indagine nei confronti della Regione Puglia per le possibili fattispecie di omissione di soccorso, ritardo e omissione di atti d’ufficio, e concorso in omicidio colposo, sequestrando tutti i documenti relativi all’attività posta in essere dall’amministrazione sul fronte del potenziamento degli ospedali in Regione e della gestione dell’emergenza Covid, valutando la nomina di un tecnico individuato dalla stessa Procura per la gestione dei ricoveri, anche trasferendo i pazienti nelle strutture sanitarie di altre regioni.

 

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In questo periodo così difficile di pandemia, MusicArte ha continuato a lavorare pur non potendo fare ciò per cui è nata nel lontano 1999, e cioè aggregare ragazze e ragazzi di ogni etnia ed estrazione sociale sotto l’egida della legalità. Senza perdersi d’animo lo staff si è messo a lavoro per migliorare i servizi offerti all’interno di “Lab Creation” gestito da MusicArte in associazione con l’Ass. Mesagnesera. Dal primo giorno di lockdown a Marzo sino al 20 Settembre quando sono state riaperte le porte del Contenitore Urbano, si è lavorato alacremente per poter offrire ancora di più ai ragazzi. In questo tempo sospeso si è partecipato a numerosi bandi sia Regionali che Nazionali ed oggi l’Associazione MusicArte è felice di comunicare alla cittadinanza di essere vincitrice di ben due bandi prodotti in collaborazione con L’Amministrazione Comunale - Ufficio Politiche Giovanili, con il sostegno del Consigliere Delegato Vincenzo Sicilia, e con L’Ambito Sociale Territoriale n°4 con il supporto dell’Assessore Annamaria Scalera e della Dott.ssa Cosima Campana. Un grazie, naturalmente, al sindaco Toni Matarrelli.

I bandi sono:

“Spazio di Prossimità” delle Politiche giovanili della Regione Puglia per i Laboratori Urbani che darà sostentamento per l’acquisto dei dispositivi anti Covid 19, per i lavori di manutenzione ordinaria della struttura e per le attività mirate a giovani non associati o associazioni per la formazione sulla progettazione.

“Bellezza e Legalità per una Puglia libera dalle Mafie

Il progetto ha come target di riferimento giovani dai 14 ai 18 anni. L’intervento proposto intende promuovere l’educazione all’umanità attraverso i seguenti laboratori:

  • Laboratorio Illustrazione Manga “Dalla Carta al Digitale” età 14-18 anni
  • Laboratorio Musicale “Un mondo a colori” età 14-17 anni
  • Il laboratorio “Fotografare la Legalità” età 16-18 anni

I laboratori saranno svolti dai ragazzi singolarmente, interfacciandosi esclusivamente con il docente del laboratorio, in un ambiente sanificato e con tutti i necessari d.p.i. previsti. L’associazione MusicArte continuerà a lavorare su progetti per dare quante più risposte e servizi al territorio di Mesagne. Da sempre l’associazione è consapevole che ciò che è più utile per i ragazzi è un esempio positivo. Per questo in un periodo così sfavorevole si vuole dimostrare che con il sano impegno, collaborando con chi ci amministra, si possono raggiungere risultati positivi anche in un momento oscuro come quello che stiamo vivendo.

Il consiglio direttivo dell’Ass. MusicArte

XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, ACCELERARE SPESA 30MLN EURO FONDI CIPE PER DIVERSIFICAZIONE, ESPIANTI E REIMPIANTI. E’ necessario spendere subito i 30 milioni della rimodulazione dei fondi CIPE destinati a migliorare redditività, competitività e sostenibilità delle aziende agricole ricadenti nei territori colpiti dalla Xylella fastidiosa, per espianti e reimpianti. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia che chiede una immediata accelerazione della Regione nella spesa di risorse assegnate alle aree infette da Xylella, attraverso una decisione sancita in seno al Comitato di sorveglianza, che ha dirottato altri 30 milioni di euro, in aggiunta al “Piano di emergenza Xylella fastidiosa in Puglia”, approvato con delibera CIPE 69/2018.

“E’ indispensabile che si proceda con la rigenerazione vera e propria – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - con la necessaria diversificazione colturale per non condannare il Salento a una monocoltura, con il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la Xylella”.

“La sburocratizzazione è un passaggio essenziale lungo il percorso di semplificazione delle procedure e dei tempi di presentazione delle domande, per l’erogazione e il controllo degli aiuti, passaggi ancora esclusi dal protocollo d’intesa con Agea – insiste il presidente Muraglia - una occasione che la Regione Puglia non può e non deve perdere per utilizzare i dati e le tecnologie già a disposizione di AGEA che garantirebbero la correttezza e il monitoraggio difficilmente realizzabili se non utilizzando i metodi avanzati di fotointerpretazione che le nuove tecnologie di intelligenza artificiale permettono”.

“I 30 milioni di euro, in aggiunta ai 300 milioni del Piano, sono destinati ad interventi attesi dal territorio salentino, di cui 27 milioni per lo scorrimento della graduatoria della 4.1C e 3 milioni per la 5.2.”, insiste Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce.

La sottomisura 4.1C del PSR Puglia è utile a favorire – spiega Coldiretti Puglia - la riconversione varietale e la diversificazione colturale delle produzioni agricole, ampliare l’offerta e incrementare il valore aggiunto delle imprese agricole attraverso l’integrazione orizzontale delle attività e delle produzioni, migliorare la sostenibilità ambientale delle attività produttive aziendali, incentivare l’uso di fonti energetici rinnovabili come le biomasse, senza comunque ricorrere a coltivazioni dedicate, ottimizzare i consumi delle reti idriche aziendali.

“Si tratta di interventi sostanziali di cui tanto si parla, ma che stentano a partire. Vanno avviati senza perdere altro tempo” aggiunge il presidente Cantele, che chiede un impegno risoluto per la diversificazione.  

E’ essenziale, tra l’altro, il coordinamento fra le parti dello Stato – incalza Coldiretti Puglia – per scongiurare il rischio che in alcune aree soggette a vincolo anche le risorse del Piano di Rigenerazione destinate alla diversificazione restino bloccate. “Si tratta di risorse ingenti che rischiano di andare in fumo senza i necessari provvedimenti ordinamentali nazionali, vanificando progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari”, conclude il presidente Cantele.

Senza deroghe ai vincoli nazionali paesaggisti, idrogeologici e di qualunque altra natura agli espianti l’area infetta delle zone ormai distrutte dal batterio – conclude Coldiretti Puglia – risulta ingessata e destinata a morire di burocrazia, prima ancora che di Xylella. 

 

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COVID: COLDIRETTI PUGLIA, 200MILA POVERI SENZA CIBO A NATALE. Necessario accelerare nella presentazione dei bandi per gli aiuti agli indigenti. Sono più di 200mila i poveri in Puglia che con l’aggravarsi della situazione sono costretti per Natale a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o soprattutto con la distribuzione di pacchi alimentari. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia dopo l’entrata in vigore del nuovo DPCM, sulla base dell’andamento delle richieste degli Enti impegnati nel volontariato che registrano un aumento anche del 40% delle richieste di aiuto.

“In Puglia ci sono ormai oltre 200mila affamati che sono costretti a chiedere aiuto per mangiare. Il problema alimentare non riguarda solo il terzo mondo ma anche i Paesi più industrializzati dove le differenze sociali generano sacche di povertà ed emarginazione. Tra le categorie più deboli degli indigenti in Puglia si contano 30mila bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno bisogno di essere assistiti”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Fra i nuovi poveri – sottolinea la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà si presentano persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche e ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto perché padri e madri non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi per la prima volta in questo tipo di difficoltà.

E’ necessario subito accelerare nella presentazione dei bandi per gli aiuti agli indigenti con i 250 milioni stanziati per acquistare cibi e bevande Made in Italy di qualità da distribuire ai nuovi poveri – chiede Coldiretti Puglia - in riferimento alla avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n.276 del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che suddivide lo stanziamento dei fondi dedicati al "Programma annuale di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti.

La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari – insiste Coldiretti – che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.

Per far fronte alle crescenti richieste occorre – sottolinea Coldiretti – rendere al più presto disponibili i prodotti alimentari da acquistare con le importanti risorse stanziate nel Decreto Rilancio da destinare alle famiglie più povere per l’emergenza sociale senza precedenti che l’Italia sta affrontando. Si tratta di un primo intervento urgente – continua Coldiretti Puglia – per fare fronte alle crescenti richieste di aiuto che vengono agli Enti impegnati nel volontariato e, allo stesso tempo, sostenere il lavoro e l’economia del sistema agroalimentare tricolore duramente colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione in grave crisi.

“Non c’è tempo da perdere e occorre al più presto procedere alla pubblicazione dei bandi per rendere operativo un intervento atteso da una ampia fascia della popolazione. Una misura importante per le famiglie e per le attività produttive con l’acquisto di prodotti autenticamente Made in Italy e denominazione di origine per aiutare anche aziende agricole ed allevamenti in difficoltà”, insiste il presidente Muraglia.

In realtà il piano di aiuti pubblico – sottolinea la Coldiretti – è stato già anticipato nei fatti dall’impegno di quasi 4 cittadini su 10 (39%) che dichiarano di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori di Campagna Amica con la spesa sospesa, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.  Con la ‘Spesa Sospesa’ degli agricoltori di Campagna Amica vengono raccolti e donati alle famiglie indigenti frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, olio e legumi, attraverso le parrocchie, i Comuni e gli enti caritativi. Si tratta di un risultato ottenuto grazie alla generosità degli agricoltori e dei frequentatori e sostenitori delle fattorie e dei mercati di Campagna Amica che continuano a lavorare, anche con consegne a domicilio, per non far mancare cibi di qualità sulle tavole dei pugliesi.

La lista dei prodotti 100 % italiani da acquistare per distribuire ai piu’ indigenti prevista dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole comprende – sottolinea la Coldiretti – 36 milioni di euro per l'acquisto di prosciutto crudo Dop, cotto e salumi Dop/Igp; 8,4 milioni per salumi non da carne suina (tacchino, bresaola); 50 milioni per formaggi DOP; 20 mln per olio extravergine di oliva. Inoltre omogeneizzati di carne (5 milioni), omogeneizzati di frutta (4 milioni , pastina per infanzia (4 milioni), biscotti prima infanzia (5 milioni), latte crescita 2-3 per infanzia (1 milione), carne bovina sottovuoto - polli interi surgelati (10 milioni), carne in scatola (12 milioni), spezzatino con fagioli e piselli per mense (1,5 milioni) e nel formato 400 grammi (5 milioni), zuppe di cereali con verdure (6 milioni), minestrone con verdure (6 milioni), pasta secca nel formato 500 grammi di cui il 10% senza glutine (10 milioni), riso nel formato da 1 kg (6 milioni), preparati per risotti (6 milioni), passata di pomodoro (12 milioni), polpa di pomodoro o pelati formato per mense (1 milione), sughi pronti al ragu' e al basilico (8 milioni), verdure in scatola e in vetro (8 milioni) e nel formato per mense (2 milioni), legumi in scatola - fagioli e lenticchie (3 milioni), macedonia di frutta e frutta sciroppata (7 milioni), succo di frutta (6 milioni), purea di frutta (4 milioni) e, infine, cracker di cui il 10% senza glutine (4 milioni). Inoltre la copertura dei costi dei servizi logistici ed amministrativi prestati dalle organizzazioni di volontariato sono ammissibili nel limite del 5% del costo di acquisto di derrate alimentari per singola aggiudicazione della fornitura del prodotto alimentare.

 

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Un boato nella notte di sabato ha squarciato a Mesagne il silenzio imposto dalle misure di prevenzione per la pandemia. Uno scoppio che è stato udito in mezza città. Poco prima delle ore 22, infatti, una bomba carta è stata posizionata da ignoti, a scopo intimidatorio, davanti al portone di uno stabile ed è stata fatta scoppiare. La deflagrazione ha mandato in frantumi i marmi del portone d’ingresso e parte di esso. È stato lanciato l’allarme e sul posto sono giunti gli agenti del locale commissariato e una squadra dei vigili del fuoco di Brindisi. Fortunatamente non c’è stato nessun pericolo, ma solo lo shock per uno scoppio fortissimo. I poliziotti hanno avviato le indagini che spaziano a trecentosessanta gradi. L’episodio si è verificato alle ore 21,50 in via Giuseppe di Vittorio, rione Seta, zona residenziale periferica di Mesagne. La gente è quasi tutta in casa per le norme imposte dal decreto anti Covid. Al civico 14 c’è uno stabile in cui abitano, al primo piano, due famiglie. È qui che alcuni individui hanno agito, dopo aver scavalcato l’inferriata del cortile hanno posato una bomba carta davanti al portone d’ingresso, hanno acceso la miccia e sono fuggiti coperti dal buio. Con le strade deserte è stato facile dileguarsi. Dopo pochi minuti l’ordigno è esploso facendo sobbalzare tutti i residenti della zona, e non solo. Molti di loro sono corsi in strada, alcuni anche in pigiama per verificare di cosa si fosse trattato. Lo scenario che si è presentato alle prime persone è stato quello di una nuvola di fumo e polvere che ha avvolto la zona. Poco dopo anche gli occupanti dello stabile sono scesi in strada increduli di essere stati l’obiettivo degli uomini della criminalità. Si sono guardati intorno, con facce segnate dalla paura, tremanti.

Uno di loro, che non riusciva nemmeno a rendersi conto di ciò che era accaduto, ha chiesto a qualche residente di chiamare la polizia. Poco dopo sul posto è giunta una volante del commissariato mesagnese. I polizotti hanno constatato i fatti e diramato un avviso di ricerca per gli autori dell’atto intimidatorio. Poi hanno ascoltato i residenti. Nella mattinata di ieri gli agenti sono ritornati sul luogo dei fatti accaduti la notte precedente e hanno bussato ad alcune abitazioni per cercare qualche testimone. Soprattutto sono alla ricerca di immagini di telecamere di video sorveglianza che possano aver ripreso gli attentatori. E siamo alle indagini. Come abbiamo scritto i poliziotti stanno seguendo varie piste con una certezza: l’episodio è avvenuto a Mesagne ed è qui che bisogna cercare il movente. Già la causa, più facile a dirsi che a farsi. Inoltre, c’è da inquadrare se il gesto è da catalogarsi nella criminalità diffusa oppure nelle criminalità organizzata. In quest’ultimo caso da inserire nel filone degli eventi targati Sacra corona unita. In ogni modo, qualunque sia l’attribuzione resta il fatto di un gesto gravissimo che solo per fortuna non ha avuto esiti nefasti. Grave, al contrario, è l’episodio per la città e la società civile che sta constatando che Mesagne non è un’isola felice e, come è stato sottolineato nell’ultima seduta dell’Osservatorio della legalità, “sotto la cenere il fuoco arde”. Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Toni Matarrelli: “Assicurare i responsabili alla giustizia e farlo con prontezza sono risultati entrambi importanti per la storia di riscatto che la città si è guadagnata e che non consente margini di ritorno agli anni bui. L'impegno delle forze dell'ordine, che stanno lavorando con puntualità alla ricostruzione e risoluzione dell'accaduto, potrebbe portare a breve all'individuazione degli autori del reato”. Il sindaco ha, quindi, concluso: “L'azione congiunta di istituzioni, presidi di legalità e cittadini è garanzia di strumenti ideali e concreti per continuare ad affermare a Mesagne gli irrinunciabili valori di legalità e sicurezza”.

 

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Multe per abbandono di rifiuti grazie al lavoro della task force. Nella giornata di ieri, 8 novembre, sono stati segnalati rifiuti abbandonati a Brindisi in via Materdomini su cui è prontamente intervenuta la task force anti degrado. Il contenuto dei sacchi è stato analizzato e, in questo modo, è stato possibile risalire a coloro che avevano abbandonato rifiuti con errato conferimento sia rispetto al calendario sia rispetto alla separazione.

Sono stati multati un residente e due attività commerciali. “Continueremo ad intervenire, non solo utilizzando le fototrappole - spiega l’assessore alle Politiche ambientali Roberta Lopalco - ma puntando anche al lavoro della task force che, analizzando i rifiuti, molto spesso è in grado di risalire ai responsabili. Purtroppo è necessario agire anche in questo modo per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti che danneggia anche i cittadini che invece collaborano ed hanno rispetto delle regole”.

 

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“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Il presidente Tupini (Democrazia Cristiana), in data 3/12/46 propose all’esame della I° sottocommissione della Costituente il testo presentato da Dossetti (Democrazia Cristiana), il cui dibattito che ne seguì, portò l’art. 11 della Costituzione alla formulazione che conosciamo.
La proposta di Dossetti, comprendeva anche la parte relativa alle condizioni –“di reciprocità”- che potevano consentire “le limitazioni di sovranità necessarie all’organizzazione ed alla difesa della pace”.
Naturalmente tutti i grandi del tempo intervennero nel dibattito fornendo contributi di mirabile livello anche di diritto internazionale. Si toccarono anche le vette dell’etica e della morale, quando l’on.le Li Causi (Partito Comunista Italiano) pose una drammatica quanto terribile domanda “La guerra fascista e la guerra di liberazione: quale è giusta e quale è ingiusta?”.
Li Causi intervenne interrompendo l’on.le Perez Russo (L’Uomo Qualunque) il quale proponeva di “rinunciare a questo articolo perché giuste sono le guerre vinte mentre quelle perdute sono ingiuste”.(seduta pomeridiana 14/3/47).
L’idea della guerra imperialista e finalizzata all’occupazione e invasione di altre nazioni, privando le libertà dei popoli attaccati e vinti, e che valutava l’onore e la gloria sulla base dei milioni di morti che produceva, serpeggiava anche tra i Costituenti.
Nella stessa seduta l’on.le Damiani (Gruppo Misto) pensava ai compiti della scuola che dovrebbe “educare gli uomini alla concordia facendo nascere e fiorire nel loro animo l’odio per qualsiasi forma di sopraffazione. (Mentre) nelle scuole militari tedesche vi era prima di ogni altra cosa la cultura militare e si insegnava trovare tutti i mezzi per distruggere il nemico, per conquistare sempre nuovi territori”. Il fascismo non fu da meno: le adunate settimanali, il saggio ginnico nelle scuole, e poi le “leggi fascistissime”, tutto concorreva alla creazione dell’”uomo nuovo”.
L’art. 11 della Costituzione invece è lì e rappresenta il nuovo codice etico della Italia nata dalla Resistenza e la relazione del Presidente della Commissione Meuccio Ruini (Gruppo Misto) che accompagna il Progetto di Costituzione della Repubblica Italiana infuse in quell’articolo la ratio ispiratrice: “Rinnegando recisamente la sciagurata parentesi fascista l’Italia rinuncia alla guerra come strumento di conquista e di offesa alla libertà degli altri popoli. Stato indipendente e libero, l’Italia non consente in linea di principio, altre limitazioni alla sua sovranità, ma si dichiara pronta in condizioni reciprocità e di eguaglianza a quelle necessarie per organizzare la solidarietà e la giusta pace tra i popoli. Contro ogni minaccia di rinascente nazionalismo, la nostra costituzione si riallaccia a ciò che rappresenta non soltanto le più pure tradizioni ma anche lo storico e concreto interesse dell’Italia: il rispetto dei valori internazionali……”
L’on.le Tupini ribadì: “E Dio voglia che questa non sia soltanto una generosa utopia del nostro popolo, ma una aspirazione comune a tutta l’umanità, dopo la tremenda lezione dell’ultimo conflitto. Pace tra i popoli ma anche pace tra il popolo italiano”.
Gli apologeti della guerra, i sovranisti dell’ultima ora, dovrebbero andare a rileggersi questi passi del dibattito nella Costituente e forse cambierebbero idea.
Per fortuna, a volte, il dibattito parlamentare, anche recente, registra passaggi interessanti ed in linea con questi valori scolpiti nella Costituzione. Magari non hanno lo stesso spessore culturale e politico, ma sempre significativi risultano.
Accade che nel Comune di Affile che voleva mettere un busto commemorando il Generale Rodolfo Graziani, e volendo “prevenire il ripetersi di (analoghe) iniziative nella XVII legislatura (2013 / 2018) furono presentate alla Camera due proposte di legge di modifica della legge n. 1188/1927 “, una di queste proposte risulta “d’iniziativa dei deputati Boccadutri, Matarrelli e Stumpo del 16 maggio 2013 con la quale si introduceva il divieto di intitolare sia strade o piazze, sia monumenti, lapidi o ricordi permanenti situati in luogo pubblico o aperto al pubblico a esponenti del disciolto partito fascista o ad appartenenti alle Forze Armate durante la dittatura fascista…”. (Antifascismo Quotidiano a cura di Carlo Smuraglia ed. Bordeaux).
Può darsi che a qualcuno la memoria avesse fatto difetto, ma poi si è ravveduto.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 8 novembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 6.723 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 766 casi positivi: 160 in provincia di Bari, 65 in provincia di Brindisi, 167 nella provincia BAT, 203 in provincia di Foggia, 63 in provincia di Lecce, 106 in provincia di Taranto, 2 residenti fuori regione.

Sono stati registrati 22 decessi: 4 in provincia di Bari, 9 in provincia BAT, 2 in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 2 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 601.253 test.

7.677 sono i pazienti guariti.

17.187 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 25.701, così suddivisi:

10.106  nella Provincia di Bari;

2.858 nella Provincia di Bat;

1.843 nella Provincia di Brindisi;

6.233 nella Provincia di Foggia;

1.855 nella Provincia di Lecce;

2.625 nella Provincia di Taranto;

181  attribuiti a residenti fuori regione.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzat

e a rintracciare i contatti stretti.

Con l’arrivo dell’autunno nei brindisini arriva la passione per i funghi. È tradizione, infatti, in provincia di Brindisi di fare delle gite fuori in cerca di funghi da abbinare a castagne e al vino novello. In ogni modo per andare a funghi è bene avere un buon bagaglio di conoscenza micologica oppure affidarsi a gente esperta. Evitare, quindi, di raccogliere funghi quando non si conoscono. Purtroppo, ogni anno si ripetono molti casi di intossicazioni legate al consumo di funghi, alcune di queste anche molto gravi: “con i funghi non si scherza e qualsiasi distrazione o leggerezza può trasformare una bella giornata all’aria aperta in un incubo”, ha esordito Carlo Agnello, micologo di fama internazionale. I funghi vanno raccolti da mani esperte e i principianti si devono sempre accompagnare a persone con esperienza. Insomma “fungiari” non ci si improvvisa. “Occorrono anni ed anni di bosco, imparare a raccogliere solo le specie che si è imparato a riconoscere perfettamente e che siano state identificate sul terreno con assoluta certezza”, ha consigliato l’esperto. Oramai in tutte le regioni d’Italia la raccolta è disciplinata da leggi e non fa eccezione la Puglia. Nella nostra regione bisogna farsi rilasciare dal proprio comune di residenza il “Permesso di raccolta” della durata triennale, presentando un “Attestato di idoneità alla raccolta dei funghi epigei” che si ottiene frequentando un corso della durata di 12 ore con esame finale. Il permesso, così ottenuto dal proprio Comune, da diritto alla raccolta fino a 3 chili sull’intero territorio regionale: ovviamente bisogna stare molto attenti a non accedere anche accidentalmente in boschi, parchi, riserve tutelate da leggi, dove si rischiano pesanti conseguenze. “La prima delle raccomandazioni – ha proseguito Carlo Agnello - è di accettare regalie solo da chi si conosce essere un bravo e coscienzioso raccoglitore: lo scorso anno ci sono stati diversi casi di avvelenamento con ricorso alle cure ospedaliere per funghi regalati a vicini e parenti da raccoglitori incoscienti. Per acquistare il prodotto spontaneo è buona abitudine richiedere la certificazione delle specie poste in vendita, rilasciata a questi dal Centro di Controllo Micologico dell’Asl”. In assenza di funghi spontanei in vendita o in alternativa, esistono dei buoni prodotti provenienti da coltivazioni, primo tra tutti per qualità il cardoncello di ferula.”

Se comprate lo champignon comunissimo nei supermercati, non consumatelo crudo in insalate o in carpaccio, ma cuocetelo sempre perché la cottura allontana delle sostanze tossiche per accumulo presenti nel fungo allo stato crudo”, ha aggiunto il micologo. Tuttavia, è giusto ricordare che i funghi non vanno consumati in quantità abbondanti e in pasti ravvicinati, crudi o non adeguatamente cotti, dai bambini, dalle donne in gravidanza o in allattamento e dalle persone non in buono stato di salute”. “I funghi vanno consumati freschi e ben integri: mai sovramaturi, vermati, intrisi d’acqua, quando presentano anche piccole parti ammuffite”, ha concluso Agnello. Se dovessero insorgere disturbi dopo il consumo è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso, possibilmente portando i residui prelevati dal cestino dell’immondizia o gli avanzi del pasto e cercando di fornire quante più notizie possibili, utili agli ispettori micologici ed ai medici.

 

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