Redazione

Questa mattina, dalle 9.00 alle 12.00, si è svolto il primo appuntamento del progetto di divulgazione naturalistica avviato dal MediaPorto di Brindisi con le scuole del territorio provinciale per conoscere le attività del Centro di Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi gestito dalla Società Santa Teresa S.p.A.

Obiettivo del progetto è la introduzione dei giovani e dei loro docenti alla scoperta della vita di uccelli, mammiferi e rettili selvatici in ambito urbano, campestre e marino costiero e fornire ogni informazione circa i corretti comportamenti da assumere in caso di rinvenimento di fauna selvatica in difficoltà, anche con specifici approfondimenti sugli habitat naturali e le fonti di inquinamento ambientale.

Gli studenti sono stati accolti dalla biologa Paola Pino D’Astore in due distinti spazi didattici: un Foyer Eventi - un open space innovativo e multimediale - e una sala proiezione in cui hanno avuto la possibilità di interagire anche attraverso il supporto della multimedialità.

Gli appuntamenti proseguiranno secondo un cronoprogramma nei mesi di novembre e dicembre. Per prenotare un incontro è possibile contattare il n. 335.6780665.

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L’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana ha approvato una variazione di bilancio da oltre 2 milioni di euro. “Con questa variazione – spiega l’Assessora al Bilancio Eleonora Marinelli – abbiamo fatto una ricognizione completa degli impegni di spesa effettuati nel corso dell’anno e, con l’applicazione dell’avanzo, abbiamo potuto pianificare nuovi investimenti per opere pubbliche, manutenzioni e iniziative che si terranno in Città.”

Il provvedimento destina ulteriori risorse per il rifacimento delle strade (450 mila euro), la manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico (240 mila euro), nuovi interventi manutentivi nelle scuole (240 mila euro), la realizzazione di opere complementari all’intervento per la mitigazione del rischio idraulico nel quartiere Musicisti (500 mila euro), il potenziamento della pubblica illuminazione (200 mila euro), il decoro urbano (30 mila euro), l’attuazione di ulteriori interventi di bonifica nell’agro (circa 32 mila euro).

“La variazione di fine anno – prosegue il Sindaco Antonello Denuzzo – ci consente di mettere subito in agenda alcuni interventi che non possono attendere la definizione del nuovo bilancio di esercizio. Per questa ragione la nostra attenzione si è concentrata prevalentemente sulla messa in sicurezza del territorio con strade, marciapiedi, verde e pubblica illuminazione, senza trascurare il decoro urbano. È una manovra che prevede investimenti per migliorare la qualità dei servizi cittadini.”

Oltre a questi interventi sono stati previsti stanziamenti in particolare per la sostituzione e sistemazione delle giostrine della Villa Comunale (10 mila euro), il rifacimento della recinzione della Chiesa di Madonna delle Grazie (10 mila euro), un sostegno economico ai nuclei familiari più fragili in vista del Natale (10 mila euro), la creazione di un’area sportiva attrezzata in Villa Comunale (47 mila euro), il cartellone natalizio (80 mila euro), la prima edizione del Festival dei diritti (4 mila euro), l’avvio delle Politiche della Notte (3 mila euro) e la nuova edizione della lotteria natalizia (10 mila euro).

“Grazie alla variazione – conclude l’Assessora Marinelli – potremo attuare nell’immediato importanti interventi che riguardano lavori pubblici, sociale, cultura e attività produttive. Siamo già al lavoro per definire il nuovo bilancio di previsione che contiamo di approvare entro la fine dell’anno. Questo ci consentirà di affrontare il 2024 senza vuoti legati all’esercizio provvisorio.”

La variazione, così come previsto dalla normativa, dovrà essere ratificata dal Consiglio Comunale.

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Dopo il grande successo di pubblico delle prime centocinque tappe, svoltesi dall’inizio di marzo con oltre 10 milioni e 300 mila 

di visitatori, la VII Edizione dell’International Street Food - la più importante manifestazione di street food esistente in 

Italia, organizzata da Alfredo Orofino ed è supportata dall’amministrazione comunale, arriva a Brindisi in Viale Regina 

Margherita.

La 106° tappa di questo importante evento itinerante, si svolgerà da venerdì 27 ottobre a domenica 29 ottobre 

(il venerdì dalle 18 alle 24, il sabato e la domenica dalle 12 alle 24).

“Con estrema soddisfazione Brindisi si accinge ad ospitare una delle tappe dell’International Street Food. Un appuntamento 

atteso dai cittadini che trasforma in una festa di sapori una delle zone più belle della Nostra città.” - dichiara l’Assessore Allo 

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Tanti truck con dell’eccellente cibo di strada accoglieranno i visitatori. Un appuntamento di grande originalità per le cucine 

internazionali presenti, che non dimentica le realtà gastronomiche regionali provenienti da tutta Italia.PANINO_CON_IL_POLPO.jpg

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Affrontare seriamente, una volta per tutte, e con un preciso piano pluriennale di azioni, il problema degli squilibri ambientali e dei danni causati dal proliferare fuori controllo della fauna selvatica. È uno dei punti della piattaforma di protesta e di proposte che, giovedì 26 ottobre, sarà al centro della grande manifestazione nazionale organizzata da CIA Agricoltori Italiani a Roma. All’appuntamento in Piazza Santi Apostoli, a partire dalle ore 9.30, ci saranno anche gli agricoltori pugliesi. Arriveranno con i pullman organizzati da Bari e Bat, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto.

SITUAZIONE FUORI CONTROLLO. “É necessario ripristinare una situazione di equilibrio ambientale che da molti anni non c’è più”, dichiara Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori italiani. “Storni, pappagallini verdi, lupi, cinghiali: diverse specie della fauna selvatica sono cresciute numericamente a dismisura. I cinghiali, soprattutto, distruggono tutto ciò che incontrano sul proprio cammino. Sono voraci, divorano interi campi di legumi, rovinano i campi di grano, prendono d’assalto i frutteti. Il problema è enorme. Le specie selvatiche che hanno alterato la situazione di equilibrio preesistente sono molte. Risolvere il problema non è semplice, ma bisogna iniziare ad affrontarlo seriamente, con determinazione, perché i danni sono davvero ingenti e, nel caso dei cinghiali, stiamo pagando anche un tributo altissimo in termini di vite umane, a causa degli incidenti automobilistici causati da questi animali fuori controllo che attraversano anche strade ad alta percorrenza”.

CINGHIALI. Nell’ultimo anno, il numero dei cinghiali in Puglia è triplicato. Di conseguenza, sono aumentati gli episodi di danneggiamento alle colture, senza contare i pericoli per le persone e i rischi di propagazione della peste suina. Urge ottenere dal Governo la modifica della legge 157 del 1992. Occorre un quadro normativo nazionale che tenga conto delle dimensioni attuali del fenomeno cinghiali, con un numero di esemplari capace di moltiplicarsi ogni anno in modo esponenziale. Una soluzione potrebbe essere il cosiddetto “selecontrollo”, oltre ovviamente alla caccia primaria. Bisogna individuare linee di gestione per il monitoraggio.

In alcune aree della Puglia, anche la presenza del lupo è diventata difficilmente sostenibile soprattutto per gli allevatori. Gli attacchi si sono intensificati negli ultimi anni. I danni provocati dagli attacchi di lupi, ungulati ma anche storni possono arrivare a mettere in ginocchio un'azienda. Servono regole certe, un risarcimento danni che deve essere congruo e immediato.

A ROMA PER OTTENERE AZIONI IMMEDIATE. “A Roma ci saranno agricoltori da tutta la Puglia”, annuncia Sicolo. “Vogliamo ottenere azioni immediate. Aziende agricole, imprese zootecniche, agriturismi, ogni singolo settore del comparto primario in questi anni ha lavorato duramente, ha continuato a garantire produzioni essenziali per tutto il Paese anche nei mesi più drammatici della pandemia, si è sacrificato di fronte agli squilibri creati dalla guerra in Ucraina, è andato avanti indebitandosi per affrontare i costi di produzione e le conseguenze dei cambiamenti climatici. Siamo sicuri di avere diritto a essere finalmente ascoltati, gli agricoltori meritano di essere sostenuti da una politica che deve tornare attenta alle esigenze e alla dignità delle nostre aziende agricole”, ha concluso Sicolo.

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La Polizia di Stato di Ostuni, nell’ambito delle ordinarie attività di controllo del territorio svolte dalla Squadra Volante del Commissariato, nei giorni scorsi, a Carovigno, ha individuato un garage al cui interno sono state rinvenute due autovetture di lusso risultate provento di furto e denunciato a piede libero per ricettazione l’affittuario del box dove le stesse erano state occultate. 

In particolare, i poliziotti del Commissariato, attirati da alcuni movimenti sospetti posti in essere da una persona nei pressi di un caseggiato, costituito da più rimesse, posto nella periferia di Carovigno, hanno effettuato dall’esterno un’attività di ricognizione su uno dei box che ha permesso di riscontrare la presenza di una AUDI RS6 e di una PORCHE MACAN, dai cui accertamenti sulle targhe dei veicoli, entrambe francesi, si è potuto accertare fossero provento di furto. Nel dettaglio è stato possibile accertare che l’AUDI RS6 era stata rubata lo scorso agosto all’interno di una villa a Ostuni, mentre la PORCHE MACAN era stata rubata a poche settimane fa all’interno di una villa a San Michele Salentino. Entrambe le autovetture risultavano di due turisti stranieri giunti nella città bianca per trascorrere le ferie estive. 

Le immediate attività investigative svolte dagli uomini e dalle donne del Commissariato hanno permesso poi di individuare e identificare la persona affittuaria del garage, giovane incensurato carovignese del ’90, che è stato denunciato per ricettazione delle due autovetture provento di furto.

L’operazione si inserisce in un più ampio contesto di attività straordinaria di controllo del territorio, disposta dal Questore di Brindisi Annino Gargano, con particolare riferimento ai territori di Ostuni e Carovigno, finalizzati a contrastare il fenomeno dei furti in villa ed in particolare delle sottrazioni di auto di lusso e di grossa cilindrata, all’interno delle residenze estive, occupate da turisti facoltosi. 

L’attività della Polizia di Stato finalizzata ad arginare tale fenomeno proseguirà senza sosta.

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Crescono i consumi di pasta green e sostenibile con la Puglia che è la seconda regione più bio d’Italia, dove la pratica biologica interessa tutti i comparti agricoli con oltre 63mila ettari coltivati a grano bio. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, in occasione del World Pasta Day (Giornata Mondiale della Pasta) che si celebra il 25 ottobre in tutto il mondo.

Utilizzando il grano duro biologico per fare la pasta la resa della macinazione è pari al 25%, con la resa per la pastificazione che raggiunge il 63%, per prodotti sostenibili che incontrano il favore dei consumatori sotto la spinta salutista delle emergenze sanitarie, come il Covid, e la ricerca di stili di vita e alimentari più salubri. Un successo trainato dalla fiducia dei consumatori con 1 cittadino su 5 che – secondo Coldiretti - consuma regolarmente prodotti bio ed è disposto a pagare anche di più per acquistare un prodotto certificato bio, mentre il 13% dei consumatori è certo che, nel prossimo futuro, aumenterà la spesa per portare in tavola prodotti biologici. La spinta verso il biologico è sostenuta soprattutto da motivi salutistici, ma molto importanti nella scelta di acquisto, il territorio di origine e le garanzie della certificazione. Sul fronte dei prezzi si registra – precisa la Coldiretti regionale -  il permanere di una marcata instabilità e un generale trend rialzista. Anche se per la maggior parte delle colture si riduce il differenziale di prezzo riconosciuto all’agricoltore biologico rispetto all’omologo prodotto convenzionale.

Con l’aumento dei costi l’agricoltura biologica ha consentito anche di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas. Ma si va anche dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiega Coldiretti - per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni caso, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.

Ma sono cresciuti in valore del 13% in Italia gli acquisti di pasta con 100% grano italiano – sottolinea la Coldiretti – aumentati in modo vorticoso con il risultato che oggi 4 pacchi di pasta su 10 (40%) venduti in Italia utilizzano esclusivamente grano duro coltivato sul territorio nazionale. Un record storico a distanza di poco più di 10 anni dell’arrivo sugli scaffali della prima pasta tutta italiana, per valorizzare il territorio, il grano e il lavoro degli italiani, realizzata per iniziativa di Coldiretti, Legacoop Agroalimentare e Coop Italia che, accolta inizialmente con diffidenza dagli operatori, ha poi cambiato per sempre il mercato del prodotto-simbolo della cucina nazionale.

A frenare la crescita della coltivazione di grano sono i bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi del 25% rispetto allo scorso anno su un valore di appena 35 centesimi al chilo in netta controtendenza – denuncia la Coldiretti Puglia - rispetto all’aumento dei prezzi di vendita della pasta in crescita al dettaglio del 13 % nei primi nove mesi del 2023.

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 10milioni di quintali prodotti in media all’anno, ma la domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.

E’ necessario adeguare subito – sottolinea la Coldiretti Puglia – le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione. Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, dal Senatore Cappelli al Timilia, al Saragolla, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano. 

Le superfici seminate – conclude Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale, con l’Italia che – continua la Coldiretti – è prima in Europa e seconda nel mondo nella produzione di grano duro destinato alla pasta con una stima di una produzione attorno ai 3,8 miliardi di chili su 1,3 milioni di ettari, di cui oltre 350mila solo in Puglia, che rischiano di essere abbandonati con effetti economici, ambientali e sociali.

Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito nell’ambito del Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, conclude Coldiretti nel sottolineare che serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici.

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BOLLETTE: COLDIRETTI PUGLIA, CARO GAS E SPESA ELETTRICITÀ TAGLIANO POTERE ACQUISTO E ALZANO COSTI; ARRIVANO GARANZIE GRATUITE ISMEA PER ENERGIE RINNOVABILI

 

La spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo dell’autunno, per cui arrivano le garanzie gratuite Ismea per le energie rinnovabili. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento alla possibilità di presentare fino al prossimo 12 dicembre (il portale è stato aperto il 18 ottobre) le domande per accedere alla garanzia Ismea GR8 destinata alle piccole e medie imprese agricole e della pesca per la realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili.

Un annuncio che fa seguito al rincaro del 18,6% % della bolletta dell’elettricità nell’ultimo trimestre dell’anno.  Il costo dell’energia, oltre a deprimere i consumi – insiste la Coldiretti – si riflette in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione. Per finanziamenti superiori a 150mila euro la richiesta va presentata entro il 15 novembre. La garanzia rilasciata in via automatica copre il 100% dei prestiti fino a 250 mila euro per una durata dei fino a 8 anni, incluso preammortamento, è gratuita e cumulabile con le altre garanzie rilasciate dall’Ismea.

La promozione di rete energetiche alternative –  spiega Coldiretti Puglia - rappresenterebbe un contributo determinante alla transizione green ma anche per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese. In questo senso l’agricoltura gioca un ruolo strategico. Partendo, ad esempio, dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti – aggiunge Coldiretti Puglia – è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini. In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green.

E’ da rilevare che, nonostante la Puglia produca il 25% dell’energia eolica italiana e il 14% di quella solare, posizionandosi al primo posto per numero di impianti e per potenza installata di “nuove rinnovabili” – aggiunge Coldiretti Puglia - la quota di autoconsumo resta bassa, pari al 26%.

Secondo uno studio del Centro Studi Divulga solo utilizzando i tetti di stalle, masserie, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare.

Il nodo è la mancata individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili a fronte di “una serie disordinata di iniziative avviate da fondi di investimento speculativi per quanto riguarda la localizzazione di impianti di grandi dimensioni, senza stabilire forme di coinvolgimento degli agricoltori”,  denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “il caos decisionale che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio ha finito per partorire una sorta di abusivismo energetico, con un forte consumo di suolo e significativi danni collaterali ecologici ed economici”.

E’ importante cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile attraverso un fotovoltaico “intelligente” che non consuma suolo fertile e una rete per il biometano, conclude Coldiretti nel sottolineare peraltro l’importanza in tale ottica di sbloccare la proroga degli incentivi al biogas e finanziamento degli impianti che hanno presentato domanda al Gestore dei Servizi energetici (Gse) per favorire la transizione ecologica, trasformando gli sprechi in energia, e di dire sì al digestato come fertilizzante per evitare di fare un favore alle multinazionali straniere.

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La classe 4ATUR dell’  indirizzo turistico del Ferdinando di Mesagne,  in mattinata ha visitato il  cuore del centro storico della città di Lecce, tra  arte, storia e gusto.

Prima della visita, gli studenti  guidati dal docente di lettere, di sostegno  e storia dell’arte hanno  imparato a  raccontare la storia dei bellissimi  monumenti della città salentina  che  poi hanno messo in pratica durante il percorso tra le vie della bellissima città barocca.  

Questa lezione, oltre le mura dell’aula scolastica, ha rappresentato un momento importante non solo per consolidare il futuro professionale degli studenti che hanno potuto mettere in campo le competenze acquisite in campo turistico,  ma anche per la crescita del loro processo formativo personale e di gruppo.studenti_commerciale_mesagne_a_lecce_2.jpg

Per concludere la giornata non sono  mancate le soste presso le botteghe di  cartapesta e quella golosa per degustare il “pasticciotto leccese” presso uno dei bar storici della città.

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La Regione Puglia intende garantire ed assicurare il benessere degli animali d’affezione e di prevenire il fenomeno del randagismo. È quanto prevede un regolamento attuativo che la III Commissione del presidente Mauro Vizzino, ha approvato a maggioranza.

Si tratta di definire e garantire i requisiti strutturali, funzionali ed igienico sanitari delle strutture di ricovero; di avere dei modelli di gara ai quali dovranno attenersi le stazioni appaltanti; stabilire la misura del contributo che il proprietario o detentore di un animale d’affezione deve corrispondere al Comune competente in caso di rinuncia all’animale; oltre  alle norme in materia di protezione gatti.

Le strutture di ricovero sono classificate in: canile sanitario, canile rifugio, micro canile e altre strutture destinate alla custodia di cani.

Il Comune potrà applicare, per il mantenimento dei cani nei canili sanitari e nei canili rifugio di sua proprietà, affidati alla gestione di privati associazioni animaliste 5,10 euro più IVA per ciascun cane.

A Brindisi, come in Puglia e in tutta Italia, non nascono più nuove attività commerciali e quelle esistenti chiudono per difficoltà oggettive. La Confesercenti lancia un serio e circostanziato allarme per ribadire che la situazione è oramai vicina al collasso. Aprire un negozio è oramai una circostanza sempre più impossibile. Caro-vita, rallentamento dei consumi e concorrenza della grande distribuzione e del web non accelerano solo le chiusure di imprese nel commercio, ma fanno crollare anche le nuove nascite. Per il 2023, in Italia, sulla base di elaborazioni dei dati camerali, si stima che abbiano tirato su la saracinesca per la prima volta solo poco più di 20mila attività nel comparto, l’8% in meno del 2022, ed é il numero più basso degli ultimi dieci anni. Nel 2013 erano state oltre 44mila, più del doppio. Una crisi di denatalità che ha falcidiato il tessuto commerciale e che, senza un’inversione di tendenza, è destinata a continuare.

Si prevede per il 2023 che il numero annuale di iscrizioni di imprese nel commercio dovrebbe arrivare a circa 11mila. Dati che preoccupano tantissimo. In Puglia, si è passati dalle 3.834 nuove aperture di attività commerciali nel 2013 alle 2.165 dell’anno scorso e alle 2.070 di quest’anno. Nell’ultimo decennio, nella nostra regione, e quindi anche nel territorio provinciale brindisino il decremento è stato quasi del 50%. I comparti merceologici più interessati da questa involuzione sono computer, elettrodomestici, abbigliamento, articoli sportivi, giocattoli, profumerie, articoli da regalo, librerie, giornali, intermediari del commercio. Le nascite di imprese aumentano solo nel commercio via internet, che vede esplodere le iscrizioni rispetto a dieci anni fa (+188%). Ma è un numero assolutamente insufficiente a compensare il calo di natalità complessiva del settore. Aperture in caduta libera anche per il commercio su aree pubbliche.

Quello del commercio ambulante è un caso particolare che risente della questione Bolkestein. Se il trend degli ultimi due anni si mantenesse inalterato, già nel 2025 non ci sarebbero più nuove iscrizioni. In generale, si fa sempre meno impresa e chi soffre di più è sicuramente il commercio al dettaglio. Il crollo delle nascite di nuove imprese sta accelerando il processo di desertificazione commerciale delle città, privando i cittadini di servizi e i territori di ricchezza e lavoro, e la nostra economia di quei negozi. Aprire una nuova attività di commercio di vicinato, in un mercato crescentemente dominato da grandi gruppi e giganti dell’online, è sempre più difficile. Per arginare questa pericolosa deriva economica, Confesercenti propone la decontribuzione per i giovani che avviano una nuova attività commerciale e un regime fiscale di vantaggio per gli esercizi sotto i 400mila euro di fatturato l’anno, magari da legare ad obblighi di formazione. Ma anche le amministrazioni locali dovrebbero operare con più incisività anche sul versante della rigenerazione urbana, delle piccole e grandi città, dei centri come delle periferie delle aree urbane, per contrastare desertificazione e degrado.

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