Robot in sanità. Amati: “Tutto confermato. Ne abbiamo sei, lavorano poco e non ne servono altri” |
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Dichiarazione del presidente della Commissione Bilancio e programmazione, Fabiano Amati. “Finalmente abbiamo un po’ di dati sulla robotica in sanità. Ne abbiamo sei (Taranto, Lecce, Foggia, Bari 2 e Bat), lavorano meno di quanto dovrebbero e non ne servono altri. E questo risulta da una relazione predisposta da AReSS. "Inoltre, c’è ancora molta difficoltà nel monitorare le attività compiute, due robot non risultano inseriti nel nuovo sistema informativo sanitario (NSIS) e nessuna azienda ha stabilito il numero minimo d’interventi annui, un massimo di produttività e un mix di produttività per ambiti chirurgici. "Anche sulle modalità d’acquisizione delle tecnologie permangono ampi dubbi, sia con riferimento alla procedure prescelte che alla valutazione preliminare dei costi/benefici/dotazione di personale specializzato. "Insomma, si brancola nel buio in un settore che ha grande intimità con il futuro e che bisognerebbe incentivare per raggiungere al più presto il punto di non ritorno, ossia il livello oltre il quale il cambiamento da nuova tecnologica diventa inarrestabile. "Per questi motivi spero che al più presto le direzioni generali delle Asl adottino appositi piani di produttività per la robotica chirurgica, per conseguire una maggiore funzionalità delle apparecchiature a disposizione e almeno raggiungere il livello di produzione di quelle utilizzate dai privati. Se non si farà così, il risultato sarà addirittura paradossale: risulterà di maggiore convenienza acquistare una prestazione da una struttura convenzionata piuttosto che erogarla con il servizio pubblico. E non mi pare che questo possa essere definito come sintomo di buona amministrazione.” --------------- |
Redazione
GRANO: COLDIRETTI PUGLIA, +394% IMPORT DAL CANADA
GRANO: COLDIRETTI PUGLIA, +394% IMPORT DAL CANADA; RISCHIO CORTOCIRCUITO A DANNO AGRICOLTORI PUGLIESI. Al Porto di Bari una nave battente bandiera panamense proveniente da Vancouver in Canada carica di 40mila tonnellate di grano.
Le importazioni in Italia di grano proveniente dal Canada sono aumentate del 394% per un quantitativo pari a circa 311 milioni di chili nel primo bimestre del 2023. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat relativi ai primi due mesi dell’anno, in riferimento all’arrivo al Porto di Bari di una nave battente bandiera panamense proveniente da Vancouver in Canada, carica di 40mila tonnellate di grano.
E’ necessario evitare speculazioni e distorsioni commerciali provocate dall’afflusso di grano ucraino sul mercato europeo. In Puglia infatti – rileva la Coldiretti regionale - le quotazioni del grano duro sono crollate a meno di 34 centesimi al chilo, un valore che non copre neppure i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con il prezzo della pasta che è aumentato il doppio dell’inflazione.
Una situazione che – rileva la Coldiretti regionale – rischia di innescare un nuovo cortocircuito sul settore agricolo che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini, proprio a pochi giorni dall’avvio della nuova campagna di raccolta del grano duro in Puglia, in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities come il grano.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano, con 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.
E’ necessario adeguare da subito – sottolinea la Coldiretti - le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione nazionale in un momento difficile per l’economia e l’occupazione. Non è accettabile che di fronte all’aumento del 18% del prezzo della pasta al consumo rilevato dall’Istat nell’ultimo anno, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato agli agricoltori.
Siamo di fronte a manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada dove il grano – precisa la Coldiretti - viene coltivato secondo standard non consentiti in Europa per uso del glifosate nella fase di preraccolta, con le importazioni a gennaio 2023, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che sono aumentate di sei volte, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat. Una concorrenza sleale nei confronti dei nostri agricoltori ma anche una preoccupazione per la salute dalle quali i cittadini posso difendersi scegliendo le confezioni con prodotto 100% italiano, grazie alla battaglia della Coldiretti sull’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta. E’ quindi strategico - precisa la Coldiretti - far ripartire la commissione unica nazionale (CUN) per il prezzo indicativo in Italia del grano duro come sostenuto anche dal Ministro dell’agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.
Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali per garantire prezzi giusti ed una più equa distribuzione del valore a tutela dei consumatori degli agricoltori contro le pratiche sleali, afferma Coldiretti nel precisare che anche per la pasta sarebbe una garanzia di stabilità ed equità dei prezzi lungo la filiera, ma che assicurerebbe anche una maggiore sicurezza alimentare ai consumatori.
Le superfici seminate – conclude Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale.
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San Pancrazio Salentino. Parte l’attività del centro sociale per disabili “La viola”
Una iniziativa lodevole in quanto importante e necessaria, proprio per non lasciare isolate le famiglie delle persone con disabilità nel periodo estivo, quando è maggiormente pressante la richiesta di socializzazione e di divertimento, in tutte le fasce di età. Pr informazioni, contattate il n. di tel. 3421979467 o inviare email all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
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Mesagne. Ragazza svenuta trovata da un cane
Brutta disavventura per una ragazza minorenne residente in una Casa famiglia di Mesagne che uscita con le amiche non ha fatto ritorno a casa. Pertanto, gli operatori preoccupati hanno lanciato l’allarme. Intorno, alle ore 22,00 un signore a passeggio con il proprio peloso l’ha ritrovata dietro ad un anfiteatro. Per la verità è stato il suo cane che arrivato nei pressi della struttura utilizzata per eventi ludici si è lanciato sul bordo della struttura ed ha iniziato ad abbaiare con insistenza tanto da incuriosire il suo padrone che si è affacciato e ha visto la ragazza svenuta che giaceva per terra. Ha lanciato l’allarme e sul posto sono giunti i soccorritori. La minorenne è stata trasportata in codice rosso presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi. I fatti si sono verificati nel pomeriggio di martedì, quando una ragazza minorenne si è allontanata dalla struttura in cui risiede, su disposizione del tribunale di Taranto, per fare un giretto con alcune amiche. Poi, per cause ancora in fase di indagine, è giunta nella piazzetta Iqbal Masih.
A questo punto non si sa bene cosa è accaduto, se la ragazza era da sola o in compagnia. Di certo c’è che è caduta da un muro alto poco più di due metri. E lì è rimasta per diverse ore fino a quando un cane a passeggio con il suo conduttore si è recato in cima al piccolo anfiteatro, utilizzato per eventi ludici, ed ha iniziato ad abbaiare con insistenza. Tanto da incuriosire il suo conduttore che lo ha seguito e si è affacciato per vedere cosa c’era al di là del muro. E ha visto il corpo della ragazza disteso per terra, esanime. Ha immediatamente allertato la polizia che poco dopo è giunta sul posto insieme a un’ambulanza del 118. Tuttavia, l’altezza del muro non ha permesso un soccorso immediato. Perciò sono stati allertati i vigili del fuoco del comando di Brindisi. In attesa del loro arrivo i poliziotti si sono calati e hanno raggiunto la minorenne. Gli hanno controllato il polso per vedere se fosse viva. Con loro grande gioia hanno constatato che la ragazzina era viva, ma il suo corpo era gelato. Si sono fatti dare un telo e l’hanno coperta. Poi con l’aiuto dei vigili del fuoco l’hanno adagiata su una barella e messa in sicurezza al di là del muro. Infine, i sanitari, dopo averla stabilizzata, l’hanno trasferita velocemente, in codice rosso poiché si sospettava che avesse battuto il capo nella caduta, presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi. Qui è stata sottoposta ad accertamenti diagnostici e strumentali che fortunatamente hanno mostrato che i traumi riportati nella caduta non erano gravi. Nella mattinata di ieri è stata dimessa. La polizia ha avviato le indagini per ricostruire l’intera vicenda.
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Mesagne. Rubati gli ori della Madonna del Carmine
A distanza di tredici anni sono stati nuovamente rubati gli ori della Vergine del Carmelo, patrona, protettrice ed avvocata della città di Mesagne. I malviventi, approfittando di una temporanea assenza del parroco, sono entrati nel convento e hanno forzato una cassaforte, ubicata in una cella dei frati, prelevando gli ori in essa contenuti. Nella fretta di fuggire hanno perduto per terra qualche anello. La scoperta del furto è stata fatta da fra Salvatore che rientrato da una passeggiata mattutina ha trovato forzato il cancello che separa le celle dei padri dal resto del convento. Dopo una breve consultazione con il padre superiore ha allertato il locale commissariato di polizia. Gli agenti, giunti sul posto, hanno potuto solo constatare il furto e ricostruire la dinamica dello stesso. Hanno anche accertato che i ladri si sono portati via il drive dell’impianto di videosorveglianza in maniera tale da non lasciare nessuna prova che potesse identificarli. Tuttavia, una cosa è apparsa subito certa. Chi ha eseguito il furto conosceva molto bene gli ambienti, in quanto si è mosso con estrema disinvoltura, conosceva le abitudini dei padri e sapeva che martedì il parroco, padre Enrico Ronzini, con un gruppo di fedeli del Terz’ordine carmelitano si era recato a Roma per l’udienza del mercoledì con il San Padre, il quale doveva benedire un’icona della Vergine del Carmelo. Al momento in cui andiamo in stampa non è stato stilato un elenco dei monili rubati né il loro valore poiché lo farà padre Enrico al suo rientro dalla Capitale. I fatti. Martedì scorso una delegazione del Terz’Ordine carmelitano, in occasione dei 100 anni dalla istituzione del sodalizio religioso di laici, si è recata a Roma per far benedire da Papa Francesco l’icona realizzata da Maria Gallie anche in occasione del quinto centenario della presenza dei padri Carmelitani a Mesagne.
Nella notte di ieri qualcuno, che aveva pianificato l’operazione, dalla stazione ferroviaria, dopo essersi accertati che il frate era uscito per la consueta passeggiata, ha saltato il muro di recinzione del convento e si è portato davanti a una porta di ingresso. Probabilmente non chiusa poiché non sarebbero stati trovati segni di effrazione. È entrato negli ambienti al piano terreno e poi ha raggiunto il corridoio. Da qui ha imboccato la scalinata che porta alle celle dei frati, protette da un cancello. Ha forzato la serratura e ha raggiunto il corridoio del primo piano su cui si affacciano le celle. È andato in quella dove sicuramente sapeva che erano custoditi gli ori della Madonna. Ha forzato la porta ed è entrato. Una volta dentro ha divelto quella che i frati chiamano cassaforte che altro non è che una nicchia a muro con una portella di ferro. Ha prelevato l’intero contenuto e lo ha messo, probabilmente, in uno zainetto. Nella concitazione del momento qualche monile gli è caduto per terra. Infine, ha prelevato il drive dell’impianto di videosorveglianza e ha fatto la strada a ritroso, facendo perdere le tracce. Al rientro il frate si è recato nella sua cella ed è in quel momento che ha trovato il cancello forzato. Un breve controllo degli ambienti e la conferma che i ladri avevano rubato gli ori della Vergine del Carmelo. Sul posto sono giunti gli agenti del locale commissariato e l’unità scientifica che ha eseguito il controllo dell’intero convento alla ricerca di alcune tracce utili alle indagini. Durante i controlli è stata trovata l’impronta di un guanto di lattice. Oltre ad altri elementi che sono stati repertati dai poliziotti. Le indagini spaziano a 360 gradi. In ogni modo, sembra che non si tratti di un’azione della criminalità organizzata quanto di criminalità diffusa.
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Terzo posto del Ferdinando alle regionali di pallavolo femminile.Ancora una volta sul podio. Medaglia di bronzo nel campionato regionale di pallavolo categoria allieve conquistata oggi a Bari dalle alunne Alessia Carriero, Maria Grazia Panna, Miryea Dipresa, Carla Saracino, Chiara Scarafile, Francesca De Girolamo, Giordana Caputo, Giulia Carovigno, Maria Teresa Scorrano e Vanessa Politi, sotto la direzione tecnica dei prof. Alessandro Molfetta e Beniamino Spina.
Mesagne. Ancora una vittoria per il “Dino De Guido” nel Campionato di serie B2 di tennis
Ancora una vittoria per il “Dino De Guido” nel Campionato di serie B2 di tennis.
Auguriamo al neo Sindaco Pino Marchionna buon lavoro nell’interesse della città di Brindisi. Sin da subito si dovranno affrontare questioni fondamentali per la nostra città a partire dall’accordo con il Governo per poter riformulare un nuovo piano di riequilibrio economico finanziario indispensabile per dare risposte ai tanti bisogni della nostra Comunità. Ma non possiamo essere contenti dell’esito elettorale. Il disastro è compiuto ed i responsabili dell’aver consegnato Brindisi al centro destra hanno nomi e cognomi. Per interessi estranei a quelli della città, da Roma e Bari, si è frantumata un’amministrazione, imponendo la guida della coalizione ad un’inesistente Movimento Cinque Stelle.
Ma il vero disastro si è compiuto nelle ultime due settimane, quelle tra il primo e secondo turno. Ci si sarebbe aspettati all’esito del primo turno una richiesta di apparentamento, chiara ed alla luce del sole, come le norme consentono. Invece il candidato Sindaco Roberto Fusco e il segretario cittadino del PD Francesco Cannalire hanno negato questa possibilità, non hanno voluto alcun apparentamento, di fatto consegnando la città alla destra. È del tutto evidente che si voleva impedire ad ogni costo, all’esito di una vittoria del centro sinistra al ballottaggio, una presenza forte e determinante in maggioranza della lista di Brindisi Bene Comune – Alleanza Verdi e Sinistra. È un fatto gravissimo. Ecco i veri responsabili della sconfitta. Così come gravi sono le dichiarazioni del segretario regionale del PD Domenico De Santis che afferma in un’intervista su un quotidiano che la passata amministrazione non aveva brillato e che se fossimo andati uniti, evidentemente ingoiando la mancata riconferma di Riccardo Rossi, avremmo vinto.
Nessuna autocritica, nessun cenno ai farlocchi sondaggi che li davano vincenti anche senza la nostra presenza, solo uno scaricare la propria sconfitta sulle spalle di altri. Con dirigenti come De Santis il centro sinistra non andrà da nessuna parte e la destra avrà nei prossimi anni la strada spianata per altri successi. Da oggi saremo all’opposizione del nuovo governo cittadino, così come hanno decretato i cittadini di Brindisi, vigileremo e porteremo le nostre proposte in consiglio comunale. Ricostruire un centro sinistra in città sarà un processo difficile soprattutto se il PD continuerà ad avere come segretario cittadino Francesco Cannalire, e non si aprirà un confronto tra pari senza supponenze e capacità di resistere agli ordini romani e baresi.
Brindisi Bene Comune Alleanza Verdi e Sinistra
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Sanità. E' un errore acquistare un altro robot urologico
In seduta congiunta le Commissioni I e III, presiedute da Fabiano Amati e Mauro Vizzino, hanno approfondito l’efficienza degli investimenti finanziari riguardanti l’acquisto dei macchinari robot guidati per la chirurgia urologica.
Pertanto, è stato convocato in audizione il direttore generale di Aress Giovanni Gorgoni, il quale con il supporto dell’ing. Federico Cangiarosi, ha relazionato sulla base dei dati raccolti a seguito di un questionario che, su indirizzo della Commissione, è stato commissionato alle singole Asl, per capire il numero delle prestazioni erogate con la robotica. Questo, in sintesi ha costituito la base su cui si è sviluppato il tavolo tecnico di chirurgia robotica, per definire quando è utile procedere con tale metodo chirurgico con acquisto o noleggio.
I dati raccolti in risposta ai nove quesiti formulati, sono stati raggruppati sul numero di interventi, in relazione alla tecnologia e all’analisi dei DRG, all’individuazione di un punto di pareggio per questo tipo di investimento e alla definizione di una curva sul tipo di apprendimento di questa nuova tecnologia.
È stata quindi condotta un’analisi del contesto organizzativo di urologia con le specialità chirurgiche e le analisi dei processi di apprendimento, nell’ambito di alcune tendenze specifiche soprattutto nella consapevolezza delle singole realtà aziendali e con la necessità di confronto con i referenti urologi. È emersa una disomogeneità dei dati che secondo Aress andrebbero allineati ed inoltre la mancanza di alcune informazioni da cui ne deriva la necessità di ulteriori integrazioni di approfondimento e di ulteriori dettagli. Quello che invece è stato utile a questo tipo di consultazione sono i dati del triennio 2019-2020- 2021, rivenienti in particolare dalle strutture ospedaliere “Miulli”, che è stato il pioniere seguito da Casa Sollievo della Sofferenza e Policlinico di Bari. È stato tenuto conto della
tipologia contrattuale con acquisto o service, gli importi del costo relativo e del costo manutenzione, di quanta urologia robotica si fa rispetto alla chirurgia robotica in senso lato.
Analizzando i dati raccolti, Aress ha evidenziato che il costo complessivo di un Robot per 7 anni di vita si aggira intorno ai 15-18 milioni di euro. Quindi è stato condotto uno studio su un modello di funzione da cui è risultato che il costo pro paziente che viene fuori è di 9,5 mila euro.
Inoltre, è stato sottolineato che la valutazione non va fatta solo sulla base dei costi, ma un peso va dato anche all’efficacia (sanitaria, il valore etico-sociale), al contesto (la rilevanza epidemiologica) e la potenzialità (sviluppo delle competenze e formazione).
In conclusione, ci si chiede qual è la soglia del numero di interventi minimi, in quale fase della curva implementare la tecnologia e se si hanno risorse finanziarie e umane. Secondo il direttore Gorgoni è azzardato aggiungere altre macchine a quelle esistenti.
“Come presidente dell’Amministrazione provinciale di Brindisi non farò mancare la collaborazione al sindaco del Comune capoluogo nel rispetto delle scelte democratiche dei cittadini e della sacralità delle istituzioni”: lo ha dichiarato il presidente della Provincia, Toni Matarrelli, durante un incontro con il neo eletto sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna. L’occasione è stata determinata dalla formalizzazione delle dimissioni di Marchionna dalla carica di amministratore unico della Santa Teresa Spa, con conseguente convocazione per l’assemblea per la nomina del nuovo amministratore unico.
“Ho rinnovato al sindaco Marchionna - dichiara Matarrelli - le congratulazioni per il risultato conseguito, nella convinzione che esse saranno condivise dai sindaci di tutti gli altri Comuni della Provincia di Brindisi, in un clima di massima collaborazione che esula dalle appartenenze politiche e che spero prosegua in un percorso di crescita all’interno del quale il Comune capoluogo non può che avere un ruolo da protagonista”.
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MALTEMPO: COLDIRETTI PUGLIA, OLTRE 15 TEMPESTE A MAGGIO, GRANDINE E NUBIFRAGI.
Dall’inizio di maggio si sono abbattuti sulla Puglia oltre 15 tempeste tra bufere di vento, grandinate e violenti temporali che hanno colpito a macchia di leopardo le città e le campagne con danni alle coltivazioni, dalla frutta alla verdura, ma anche grano, ulivi e le vigne. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in relazione all’ondata di maltempo con bombe d’acqua e tempeste di fulmini in Salento, tra Leverano e Copertino e una improvvisa e violenta grandinata in provincia di Taranto con epicentro a Manduria.
Solo a maggio in Puglia sono caduti oltre 1200 millimetri di pioggia in 34 comuni, una ondata di maltempo che – sottolinea la Coldiretti regionale - ha tra l’altro strappato i teli dell’uva da tavola, ha fatto crollare dell’80% la produzione di miele e del 100% le ciliegie primizie come le Bigarreau, ma ha provocato anche frane ed alluvioni in una regione dove 9 comuni su 10 pari all’89% del totale sono a rischio idrogeologico anche per effetto del cambiamento climatico che aggrava lo stato di salute di un territorio già molto fragile per la cementificazione e l’abbandono.
A causa del maltempo delle ultime settimane con le bombe d’acqua che hanno allagato le campagne – insiste Coldiretti Puglia - è andato perso il 50% del foraggio per alimentare gli animali nelle stalle, perché è stato allettato dalle violenti piogge e snaturato per cui risulta duro e privo delle sostanze nutritive, con ritardi di oltre 15 giorni nella raccolta. Si tratta – sottolinea la Coldiretti regionale - di un brusco cambiamento climatico dopo che il primo quadrimestre del 2023 aveva fatto segnare il 15% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica.
Sui terreni resi fragili per la siccità si sono abbattute vere e proprie bombe acqua che hanno provocato frane, smottamenti e alluvioni con molti fiumi in piena che preoccupa i territori circostanti. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne..
A fronte di questa situazione climatica – conclude la Coldiretti – è strategico intervenire immediatamente per aiutare le aziende colpite ma anche realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale.
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