Pinacoteca di Mesagne chiusa, parte della collezione spostata in Comune In evidenza

Dicembre 10, 2016 1976

avasto giovanni e rappresentazione della donnaDopo anni bui in cui non hanno visto la luce, nemmeno quella del sole,

tornano a Palazzo dei Celestini, sede della residenza municipale, le opere pittoriche del maestro Giovanni Avasto. L’ha stabilito l’Amministrazione comunale. Così, dopo un lungo periodo di oblio in un magazzino della Pinacoteca comunale, chiusa da anni, la “Collezione Avasto” sarà collocata al primo piano del Palazzo di Città. Le opere sono state esposte per diversi anni nell’aula consiliare dopo la donazione ricevuta dal Comune, poi trasferiti in pinacoteca per un primo restauro della sala del municipio. Adesso si torna indietro poiché “allo stato – si legge in una nota del Comune – non sussistono le condizioni per esporre le opere direttamente presso la Pinacoteca comunale per i motivi legati alle caratteristiche e alla destinazione urbanistica del bene”. In pratica la Pinacoteca da diversi lustri è chiusa e le varie Amministrazioni non sono riuscite a dargli una gestione stabile e duratura. Più volte, infatti, i mesagnesi hanno denunciato l’abbandono delle opere artistiche presenti nella pinacoteca. La preoccupazione è che l’umidità possa deteriorarli. Il Comune è proprietario della “Collezione Avasto” grazie ad un “atto di donazione del notaio Roberto Nicoletta in Mesagne, in data 13 novembre 1990. Il professor Giovanni Avasto, pittore, nell’intento di onorare la memoria della defunta moglie, Ildegarda Natale, e, comunque, nell’intento di contribuire alla promozione culturale di tutta la cittadinanza, donò al Comune 51 tele ad olio, privi di cornici, da lui stesso eseguiti”. Per espressa volontà del donante, il professor Giovanni Avasto, le opere donate dovevano essere poste all’attenzione, a scopo culturale, di tutta la popolazione mesagnese e del pubblico in genere. Adesso queste opere saranno riportate a Palazzo dei Celestini “procedendo con l’ausilio di personale qualificato e previa catalogazione”. Una scelta di buon senso che riesuma questi lavori per troppo tempo dimenticati in magazzino e che adesso potranno ritornare a essere fruibili da tutti. “La mia infanzia non è stata priva di costrizioni: si usava in quel tempo affidare i bambini a dei maestri artigiani per apprendere il mestiere e, contemporaneamente, frequentare la scuola pubblica. Avevo quattro anni", aveva scritto il maestro Avasto in una sua biografia in cui ricordava l'inizio della sua grande passione artistica. "Durante l’asilo infantile e la scuola elementare - ricordava il maestro - volli più volte cambiare mestiere e per ultimo quello di falegname mobiliere. E fu appunto qui che scoprirono in me una certa tendenza per il disegno".