conclusa pur con una leggera insoddisfazione la vendemmia 2016 con un calo di produzione che mediamente si aggira intorno al 10%, confronto allo scorso anno. A incidere sulla flessione sono state le piogge che dal 5 settembre scorso si sono abbattute copiose sull'intera provincia causando enormi difficoltà nella raccolta. Complessivamente si può dire che nel 2016 i viticoltori hanno perso il 25 per cento del prodotto se si pensa che prima della vendemmia era previsto un aumento di produzione di circa il 15 per cento. Adesso le uve sono state trasformate in mosto, poi in vino in fermentazione e, infine, in vino. Solo allora potranno raggiungere le tavole dei consumatori per un bel brindisi. Nel frattempo le cantine dell'intero territorio sono in fermento per lavorare al meglio un prodotto che, per la verità, quest'anno non eccelle in gradazione e punti di colore. In ogni modo lo staff di enologi sta lavorando alacremente affinché i vini che si otterranno saranno i migliori. Tra le aziende private della provincia di Brindisi spicca per qualità la "Botrugno vini" di Sergio Botrugno che ha definito la presente vendemmia come "pessima tendente all’ottimo". Questo perché, ha spiegato Botrugno, per "tutto l’anno abbiamo avuto condizioni meteorologiche eccezionali, non ha quasi mai piovuto con solo piccoli problemi fitosanitari ben contenuti". Perciò le condizioni in campo erano eccezionali. "Dopo le piogge ci siamo ricreduti. Abbiamo raccolto il Primitivo e i primi bianchi e poi ha iniziato a piovere causando un calo di quantità ma soprattutto di qualità". Già prima della vendemmia il presidente Botrugno si era attivato predisponendo nei vigneti dei trattamenti biologici con un bacillus per proteggersi da eventuali muffe. "Teoricamente - ha ricordato - avevamo le condizioni di protezione ottimali ma le piogge continue hanno rovinato il tutto dando il via al marciume". Nonostante ciò la "Botrugno vini" ha messo in atto una strategia: "Abbiamo fatto la raccolta manuale con un'ottima selezione dei grappoli", ha spiegato Sergio Botrugno che pur lasciando sulle viti molti grappoli oggi è contento poiché ha ottenuto "mosti di alta qualità". Resta un solo rammarico: "Quest'anno - ha detto - avremmo potuto ottenere delle bottiglie di vino pari a perle. Peccato sarà per un altro anno". Per l'enologo Giuseppe Battista la presente annata è stata "disgraziata poiché si è avuta una qualità non ottima dovuta al maltempo. Comunque ne stiamo venendo fuori con l'enorme lavoro che si sta facendo in questi giorni nelle cantine. Peccato, quella che si era prospettata, era una vendemmia da favola". Unica nota dolente di questa vendemmia 2016, come per altre precedenti, è la vinificazione in alcune cantine, specialmente del nord barese e nel foggiano, di uve da tavola che hanno un prezzo di acquisto molto basso confronto alle uve da vino. Perciò il prodotto ottenuto, oltre a essere illegale poiché la vinificazione è vietata per legge, una volta immesso fraudolentemente sul mercato farà una concorrenza sleale al prodotto vinificato con uve da vino. Un caso è quello verificatosi agli inizi di ottobre nel barese dove la Guardia di finanza di Mola di Bari ha scoperto la trasformazione delle uve da tavola in mosti per succhi. L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari di Bari insieme ai finanzieri hanno posto i sigilli a oltre 28 mila ettolitri di mosto di uve da tavola, detenuti completamente “in nero”. Forse maggiori controlli durante la vinificazione potrebbero portare a bloccare queste pratiche illegali che incidono negativamente sul mercato del vino danneggiando i produttori onesti. Così, in attesa che il mosto diventi vino per alzare i calici in alto per un brindisi augurale: prosit.
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