Redazione
Fanno festa al bar, multati in quattro
Festa privata in una bar, elevate 4 sanzioni amministrative. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Fasano, all’interno di un bar del luogo, hanno sanzionato il titolare e tre avventori per il mancato rispetto delle norme di contenimento della diffusione del virus Covid–19. In particolare, costoro, non osservando le disposizioni previste dalla normativa per il contenimento dei contagi dal virus Covid–19, sono stati sorpresi all’interno del citato locale durante una festa privata con musica ad alto volume. Contestualmente, al titolare del locale è stata intimata la chiusura dell’attività per 5 giorni.
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Mesagne. Si avvicina alla persona offesa. Arrestato
Mesagne. Viola le prescrizioni del divieto di avvicinamento alla persona offesa, disposti gli arresti domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Mesagne hanno eseguito un’ordinanza di sostituzione della misura coercitiva del divieto di avvicinamento alla persona offesa con quella degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Brindisi, nei confronti di un 59enne del luogo. L’uomo – resosi già responsabile di maltrattamenti in famiglia nei confronti della ex moglie – ha reiteratamente violato le prescrizioni imposte dal precedente provvedimento cautelare, raggiungendo la donna nel parcheggio di un supermercato del luogo e minacciandola. Le violazioni sono state documentate e segnalate dai militari operanti. L’arrestato, concluse le formalità di rito, è stato tradotto presso la sua abitazione agli arresti domiciliari.
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Nella lotta all’insetto vettore la ‘sputacchina’ per arrestare l’avanzata della Xylella fastidiosa è indispensabile, per scongiurare il fallimento della misura, prevedere, soprattutto nelle zone infette dove le aziende sono già state fortemente danneggiate, il rimborso per i costi da sostenere per le pratiche di prevenzione fitosanitaria obbligatorie, prima che partano multe comminate dai Carabinieri Forestali. E’ quanto ha affermato Coldiretti Puglia, nel corso dell’incontro dell’Assessorato regionale all’Agricoltura sulla lotta al vettore e sul piano di sorveglianza anti Xylella, che ha presentato il documento elaborato dal gruppo di lavoro anti Xylella costituito da Coldiretti Puglia, Pier Federico La Notte (CNR Bari), Marcello Mastrorilli e Francesca Modugno (CREA), Vincenzo Fucilli (Università di Bari) e Luigi Catalano (CIVI Italia).
“Agli agricoltori viene imposto un obbligo che è a tutti gli effetti un servizio pubblico di tutela e protezione del resto del territorio italiano ed europeo da un pericolosissimo agente da quarantena. Così come gli enti pubblici beneficiano di finanziamenti per l’attività obbligatoria, anche e soprattutto gli imprenditori agricoli hanno bisogno di rimborsi per sostenere le pratiche di prevenzione fitosanitaria”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Riguardo le nuove regole per la delimitazione (5+5km) introdotte dal nuovo regolamento comunitario, il gruppo di lavoro scientifico costituito da Coldiretti Puglia ha chiesto di rivedere la demarcazione proposta sulla base delle risultanze dell’ultimo monitoraggio effettuato. In particolare “limitatamente alla provincia di Taranto sul fronte Jonico dell’epidemia – si legge nel documento del gruppo di lavoro - si potrebbe arretrare l’attuale limite delle zone cuscinetto e contenimento riportando quest’ultima a ridosso dei focolai più ad ovest; tutto ciò con numerosi vantaggi in termini di efficacia del prossimo monitoraggio, efficienza nell’uso delle risorse per la sorveglianza, minore impatto ad es. su attività vivaistiche ricadenti in zone a tutti gli effetti non ancora interessate dalla comparsa di focolai d’infezione”.
Per prevenire le solite domande ed evitare confusione, il gruppo scientifico in seno a Coldiretti Puglia chiede di chiarire una volta per tutte come ci si debba comportare per la lotta obbligatoria agli stadi giovanili dei vettori nel caso di colture in atto come ad esempio cereali, proteoleaginose, prati/pascoli, foraggere e colture da sovescio, orticole alcune delle quali fortemente attrattive per le sputacchine. "Nel periodo considerato 10aprile/10maggio, le colture annuali in atto interessano infatti – insiste il direttore di Coldiretti regionale, Pietro Piccioni - una parte rilevante del territorio regionale, dove da ormai 2 anni che la sputacchina nel nord barese, fino al foggiano, appare verso metà maggio. Chi ha fatto interventi di arature precoci si trova a non aver risolto nulla. Sarebbe opportuno stabilire una rete di monitoraggio regionale che dia lo start per le operazioni di arature dei diversi ambienti". Questo controllo potrebbe essere eseguito dalle stesse squadre ARIF - propone il gruppo scientifico - impiegate nel controllo/prelievo dei campioni dalle piante, una volta definiti i punti di monitoraggio.
Sarebbe utile impegnarsi per ottenere la registrazione o l’estensione in etichetta per altre colture e/o per il Philaenus spumarius di ulteriori prodotti convenzionali e per il bio – si legge nel documento di Coldiretti Puglia - per il controllo della sputacchina in modo da avere strumenti per intervenire in modo legale in ulteriori eventuali situazioni di criticità.
Il gruppo di lavoro scientifico costituito da Coldiretti Puglia ritiene necessario ed urgente un adeguato piano di comunicazione/informazione da attivare a partire da fine marzo fino a tutto aprile con messaggi chiari, semplici, immediati e univoci in un piano articolato e capillare che impieghi strumenti efficaci, dai più innovativi (mailing list o SMS, social media, web) ai più convenzionali (televisioni, radio, giornali) e semplici (affissioni presso cooperative, farmacie agricole, consorzi, associazioni agricole, etc.; volantinaggi, cartellonistica stradale, pubblicità fonica veicolare), tutti adattati al territorio ed al target di soggetti da raggiungere.
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CAROVIGNO, SCIOGLIMENTO CONSIGLIO COMUNALE PER ACCERTATE INGERENZE CRIMINALITA' ORGANIZZATA
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Il Consiglio Comunale si schiera per il “no” all’ipotesi di accorpamento delle ASI pugliesi
All’indomani dell’approvazione del bilancio dell’ASI di Brindisi arriva dal Consiglio Comunale di Francavilla Fontana un secco e unanime “no” a qualsiasi ipotesi di accorpamento delle Aree di Sviluppo Industriale Pugliesi.
“La bozza di Legge Regionale sull’accorpamento dei Consorzi ASI presenta una serie di gravi criticità che rendono necessaria una ferma presa di posizione contraria da parte dei territori – spiega l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce – innanzitutto viene messo in discussione un principio fermo della nostra Costituzione, la sussidiarietà che, detto in poche parole, può essere tradotto come il meccanismo che affida all’Ente più vicino al cittadino la gestione delle politiche che lo riguardano. L’accorpamento, così come presentato nella bozza di Legge Regionale, mette insieme realtà molto diverse come Foggia, BAT, Lecce e Brindisi, spostando l’asse decisionale molto lontano dagli Enti consorziati. Non sfuggirà, inoltre, che le realtà che si vogliono accorpare hanno vocazioni economiche molto diverse e situazioni finanziarie non omogenee. L’unico Ente sano è l’ASI di Brindisi che, rientrando in questa fusione fredda, avrebbe il compito di appianare con i suoi utili le falle di bilancio presenti altrove. In tutto questo contesto gran parte del potere decisionale passa nelle mani della Regione che, è bene sottolinearlo, non rientra come socio in questa grande ASI ma ne può decidere le sorti determinando il Presidente e parte del Consiglio di Amministrazione. Alla luce di tutto questo – conclude l’Assessore Lonoce – la proposta di Legge Regionale non può che essere rispedita al mittente.”
All’esito di una lunga discussione sulla mozione bipartisan promossa dai Consiglieri Andrisano, Cavallo, Bruno, Amelio integrata da un emendamento dei Consiglieri Tagliente e Tardio, l’Assise cittadina, oltre ad aver espresso la propria contrarietà alla proposta di accorpamento, ha investito l’Amministrazione Comunale del compito di rilanciare l’Area di Sviluppo Industriale francavillese, attivando e sollecitando gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.
“La discussione sull’ASI si pone su due livelli – dichiara il Sindaco Antonello Denuzzo – se da un lato è inevitabile rigettare ogni ipotesi di accorpamento ventilata a livello regionale, dall’altro non si può non pensare al ruolo centrale che potrebbe assumere questo Ente nella prospettiva dell'utilizzo dei finanziamenti derivanti dal Recovery. È dovere della politica ridefinire il ruolo dei soci consorziati. Bisogna uscire dalla logica delle quote ed entrare nell’ottica delle esigenze del territorio. Per questa ragione – conclude il Sindaco – non è in discussione la nostra permanenza nell'ASI, ma rivendichiamo un ruolo più centrale e maggiori attenzioni per Francavilla Fontana.”
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FASANO - Francesco Zaccaria come Antonio Decaro: la priorità sono le persone più fragili e tante categorie a rischio. I sindaci possono aspettare. Il primo cittadino di Fasano plaude al sindaco di Bari. Il presidente nazionale dell’Anci ha dichiarato oggi che i sindaci aspetteranno il proprio turno nella vaccinazione. Decaro è intervenuto sulla proposta di alcuni parlamentari, che, con un ordine del giorno approvato alla Camera, chiedono di inserire i sindaci tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione in qualità di autorità sanitarie locali. «Ringrazio Antonio Decaro per aver rappresentato il pensiero di tutti i sindaci – dice Zaccaria –. Sono pienamente d’accordo con lui. Ritengo che sia indispensabile completare prima la vaccinazione degli anziani, cercando di accelerare il più possibile e di censire tutti i soggetti fragili, con patologie, in modo tale da somministrare le prime dosi quanto prima». Poi ci sono tante categorie più esposte da proteggere: «Ci sono lavoratori che devono avere la priorità nella vaccinazione perché sono a rischio contagio ogni giorno – dice il sindaco di Fasano –. La precedenza va data alle categorie che si occupano di servizi essenziali. Noi sindaci aspetteremo in modo paziente il nostro turno per la vaccinazione, senza cercare corsie preferenziali. Ci metteremo in fila attendendo il nostro turno sull’esempio di quanto ha fatto il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella».
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VIZZINO: LA CITTADELLA DELLA RICERCA TORNA A SVOLGERE UN RUOLO CENTRALE NELLO SVILUPPO DI UNA ECONOMIA GREEN
Adesso, invece, c’è un atto ufficiale della Regione Puglia con cui si dà avvio ad un percorso di valorizzazione, trasformando questo complesso nel punto di riferimento regionale per lo sviluppo di una economia “green”, attraverso attività scientifiche rivolte all’innovazione.
Il tutto, con inevitabili e positivi ritorni in termini economici ed occupazionali per il nostro territorio, grazie al pieno coinvolgimento di soggetti pubblici e privati.
Ovviamente siamo solo ai primi passi ed è per questo che continueremo ad avere un atteggiamento vigile perché tutto proceda in tempi brevi e nella direzione auspicata.
La sfida è quella di non avere una Cittadella nel deserto, ma una fucina di crescita immateriale, fatta di innovazione e sviluppo.
Mauro Vizzino – Presidente Commissione Sanità della Regione Puglia
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L’emergenza Covid ha impoverito più di una famiglia su quattro (28,8%) che ha dichiarato nel 2020 un peggioramento della situazione economica rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, su dati del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat, per cui il rischio di povertà più elevato si associa ad alti indici di disuguaglianza con il valore medio in Puglia tra i più alti d’Italia (6,2%).
La punta dell’iceberg delle difficoltà in cui si trova la Puglia è rappresentata – continua Coldiretti Puglia – da circa milione di persone a rischio povertà, con un’incidenza media pari al 30,4%. Si tratta del valore piu’ elevato degli ultimi quindici anni, dove fra i nuovi poveri sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.
“Con la spesa sospesa abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche. Il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza non resti limitata a questa occasione ma diventi un fenomeno strutturale”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Le iniziative solidali sono tanto più importanti considerato che l’avanzare dell’emergenza coronavirus ha fatto salire di oltre 200mila i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dalla pandemia e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. Una catastrofe sociale senza precedenti dal dopoguerra contro la quale – conclude Coldiretti Puglia – è importante garantire interventi anche sul piano alimentare a chi si trova in difficoltà.
“A Lecce stanno proseguendo le donazioni – spiega Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce - di pasta 100% made in Italy, di salumi e legumi, olio extravergine d’oliva a Denominazione di origine protetta (Dop), pecorino e altri generi alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero agli enti caritativi, ma anche ai servizi sociali dei Comuni della provincia. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri, tra cui pensionati, disoccupati, famiglie con bambini che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli”. In provincia di Lecce Coldiretti ha consegnato la pasta della solidarietà ai servizi sociali dei Comuni di Presicce, Acquarica, Copertino, Melendugno, Ugento, Otranto Gallipoli, Taviano.
Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti regionale – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Contro la povertà – sottolinea la Coldiretti regionale – è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini.
Nel 2020 sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometri zero e di altissima qualità distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi di fronte alla crescente emergenza provocata dalla pandemia Covid. Si tratta della più grande iniziativa di solidarietà mai realizzata dagli agricoltori italiani resa possibile dalla partecipazione volontaria dei cittadini al programma della “Spesa sospesa” nei mercati di Campagna Amica e dal contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Tutti i cittadini nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica diffusi lungo la Penisola possono decidere di donare cibo e bevande alle famiglie più bisognose sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo.
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