Redazione

Il Centro Oncologico di Francavilla unico sprovvisto  di  psicologo di base. Bruno: “La Direzione regionale provveda subito a colmare questo vuoto. La salute mentale dei pazienti non può essere trascurata in alcun modo”.

Nota del consigliere Maurizio Bruno, presidente Comitato regionale Protezione Civile:

"Il Centro di Orientamento Oncologico “COrO” di Francavilla Fontana è stato una grande conquista per la nostra sanità territoriale e per tutti i pazienti che da tre anni possono contare anche su questo fondamentale presidio di cura.
"Eppure, a distanza di tre anni dalla sua attivazione, il “COrO” di Francavilla è ancora l’unico a non disporre di uno Psicologo di base.
"Anche l’istituzione di questa figura, fortemente voluta da questa amministrazione regionale, varata e finanziata ormai più di un anno fa, è stata una enorme conquista sociale.
"Eppure, nonostante le richieste alla Direzione generale dell’Asl di Brindisi, il “COrO” di Francavilla ne è ancora sprovvisto.
"Chi opera nella sanità, ma non solo, sa quanto l’aspetto psicologico non sia un elemento trascurabile per chi affronta un male terribile come il cancro. Tutt’altro.
"Il tumore, oltre a distruggere il corpo, annichilisce anche la mente, finendo per arrecare alla persona colpita un danno alla sua salute globale molto più devastante del cancro stesso.
"Ogni giorno trascorso senza il dovuto supporto psicologico, è per queste persone un giorno di dolore ulteriore in più che va invece affrontato con la massima celerità possibile.
"Per questo chiedo con tutta la forza possibile, che le autorità competenti provvedano immediatamente a colmare questo vuoto all’interno del Centro di Orientamento Oncologico di Francavilla, individuando al più presto lo Psicologo di base che dovrà seguire sul posto i pazienti del centro. 
"Quella che stanno subendo i pazienti del Centro di Francavilla è una discriminazione rispetto agli altri centri provvisti di tale figura, dolorosamente ingiusta. 
"E spero, anzi sono certo, che la Direzione Generale si adopererà a strettissimo giro per risolvere questo increscioso problema."

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Fasano nella Top 5 delle destinazioni turistiche scelte dai turisti degli Stati Uniti che vengono in Puglia

Pugliapromozione comunica che Bari, Lecce, Fasano, Ostuni e Polignano sono le 5 mete pugliesi preferite dai turisti USA

FASANO – Nel corso dell'Italian Festival di Hoboken, Pugliapromozione ha annunciato le cinque località della Puglia più visitate dai turisti americani: Bari, Lecce, Fasano, Ostuni e Polignano.

Fasano è entrata di diritto nella Top 5 delle destinazioni turistiche scelte dai viaggiatori provenienti dagli Stati Uniti d’America che visitano la Puglia. Questo riconoscimento sottolinea la crescente popolarità di Fasano come meta preferita per il turismo internazionale, anche grazie al recente G7 che ha dato una visibilità planetaria al nostro territorio.

Negli ultimi anni, l’amministrazione comunale, in stretta collaborazione con gli operatori del settore, ha intensificato gli sforzi per attrarre visitatori internazionali, con l’aumento di eventi culturali e gastronomici, che attraggono ogni anno migliaia di visitatori. Dai festival culturali alle celebrazioni tradizionali passando per le eccellenze enogastronomiche, gli eventi offrono un’opportunità unica per immergersi nella cultura locale e per apprezzare le straordinarie tradizioni artistiche e culinarie.

«Fasano è fra le prime cinque destinazioni scelte dai turisti degli Stati Uniti – dice il sindaco Francesco Zaccaria - che vengono in vacanza in Puglia: la bella notizia è stata comunicata da Pugliapromozione, struttura della Regione Puglia, alla vigilia dell’Italian Festival che si svolge da oggi all’8 settembre a Hoboken, nel New Jersey (USA). Nel 2023 sono stati quasi 158.000 gli arrivi di turisti statunitensi nella nostra regione, con un incremento del 40%, per un totale di circa 400.000 pernottamenti; le prime cinque città per numero di soggiorni sono state Bari, Lecce, Fasano, Ostuni e Polignano. Grazie a tutti i lavoratori e gli imprenditori dell’ospitalità per questo risultato che rappresenta un’ulteriore tappa dello sviluppo turistico del nostro territorio: Fasano continua a vincere perché continua ad aprire le sue braccia al mondo».

«In questi anni abbiamo messo in campo una visione chiara, basata su obiettivi concreti e soprattutto sul dialogo costante, sulla sinergia tra istituzioni e imprese - spiega l’assessore al Turismo Pier Francesco Palmariggi -. Riconoscimenti come questo certificano questa strategia e ci motivano a proseguire su questa strada: organizzare sempre meglio questo sistema vincente, affrontare di petto e insieme le difficoltà, valorizzare al massimo i nostri punti di forza».

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Cerealicoltura al collasso, si rinuncia alle semine. Cia Puglia: “Piano contro la crisi”

Calo del 13% delle superfici coltivate, crescita del 40% delle importazioni, i cerealicoltori offrono i loro terreni

Situazione drammatica nella Bat, nella Murgia Barese e in Capitanata: il granaio d’Italia è in crisi totale

Le proposte della CIA per un piano nazionale d’emergenza con misure strutturali e azioni per il settore

Col valore del grano duro italiano che ha toccato il punto più basso degli ultimi 4 anni, molti cerealicoltori pugliesi stanno iniziando a offrire i propri terreni in fitto per destinarli a foraggio. È quanto sta rilevando CIA Agricoltori Italiani di Puglia sia in provincia di Foggia che nella BAT e nella Murgia barese. Il dato complessivo della cerealicoltura regionale registra una diminuzione del 13% degli ettari di terreno destinato alla coltura del grano duro e un calo produttivo che, nell’ultimo triennio, segna un meno 30%. La riduzione di un terzo della produzione in Puglia, prima e più importante produttrice di grano duro in Italia, è un dato significativo e drammatico. Non è un caso che questo dato si accompagni a un altro, altrettanto emblematico: nel 2023, che pur caratterizzandosi come “annus horribilis” della cerealicoltura rischia di essere superato, in peggio, dal 2024, le importazioni di grano duro dall’estero sono aumentate del 40%.

BAT E MURGIA BARESE. “La situazione è particolarmente grave nei comuni della BAT e nella Murgia Barese, e con risvolti drammatici soprattutto nelle aree rurali di Minervino Murge, Spinazzola, Poggiorsini, Gravina, Altamura, Santeramo in Colle, che rappresenta circa il 27% della superficie del territorio regionale: in questi territorio, anche a causa della mancanza di acqua per irrigazione, non vi sono alternative colturali alla coltivazione dei cereali, ed è concreto il rischio di un tracollo complessivo dell’agricoltura”, spiega Giuseppe De Noia, presidente provinciale di CIA Levante Bari-Bat.

NEL FOGGIANO. Anche a Lucera, San Severo, Torremaggiore, nelle aree rurali del capoluogo e più in generale in tutto il Tavoliere la situazione è ugualmente grave. “Molti cerealicoltori hanno rinunciato a seminare”, dichiara Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, “e stanno offrendo i loro terreni in fitto per destinarli a foraggio. Gli ultimi 4 anni, con le importazioni salite alle stelle e il valore del grano riconosciuto ai produttori che è sprofondato oltre ogni limite, sono stati per la cerealicoltura tra i peggiori di sempre”.

MENO QUANTITÀ MA QUALITÀ ALTISSIMA. Le quantità raccolte sono inferiori rispetto agli scorsi anni, soprattutto a causa dell’eccezionale siccità che ha colpito la Puglia, ma la qualità di quanto è stato raccolto è tra le migliori degli ultimi 10 anni sia in termini di peso specifico sia per quanto riguarda il valore proteico. Il massiccio ricorso alle importazioni, però, ha determinato un abbassamento assolutamente iniquo del prezzo accordato ai produttori. Tutto questo proprio negli anni in cui sono cresciuti a dismisura i costi di produzione per i nostri cerealicoltori. E mentre il prezzo del grano italiano ha subito un crollo di 200 euro a tonnellata rispetto al 2022, il costo della pasta e del pane invece è salito ed è tuttora ai livelli più alti dell’ultimo decennio. Senza interventi, gli agricoltori saranno costretti ad abbandonare la produzione per mancanza di redditività. Un ettaro di grano duro ha costi di produzione di circa 1.300 euro per ettaro. Quest’anno la produzione media è stata di circa 1,2 t/ha, con un prezzo di 310 euro a tonnellata, con una PLV media di 372 euro per ettaro. Di fronte a questa situazione non c’è capacità imprenditoriale che tenga. Le aziende falliscono e non hanno neppure la possibilità di programmare le nuove semine.cia_mobilitazione_protesta_2024_1.jpg

LE PROPOSTE CIA. “Facciamo appello alle istituzioni locali e nazionali, affinché sia riconosciuto lo stato di crisi del settore e si rendano promotori di iniziative per affrontare l’emergenza”, dichiara Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’organizzazione. “Chiediamo che le risorse del Fondo Sviluppo Filiere del Decreto Agricoltura siano destinate principalmente ai produttori di grano duro; che siano attivati strumenti di Credito Agrario con interessi garantiti dallo Stato per affrontare la prossima campagna agraria; una Moratoria su mutui e finanziamenti in essere; l’esonero del pagamento dei contributi degli operai, dei Coltivatori Diretti e degli Imprenditori Agricoli Professionali per gli anni 2024 e 2025. L’esonero del pagamento del contributo 630 dovuto ai Consorzi di Bonifica. Al fine di poter dare una risposta più concreta e strutturale al settore cerealicolo occorre agire sulla competitività delle imprese agricole e su processi che facilitino le aggregazioni. Occorre inoltre la immediata revisione  della Riforma della PAC 2023-2027, fortemente penalizzante per il settore cerealicolo e del grano duro in particolare. Bisogna  bloccare il Traffico di Perfezionamento Attivo (TPA, più volte denunciato e mai preso in considerazione), in tempi sufficientemente anticipati rispetto alla raccolta del grano duro”. Per CIA Agricoltori Italiani di Puglia, inoltre, sono necessarie queste ulteriori misure: Istituzione dell'Ente Nazionale del Grano Duro sul modello dell'Ente Nazionale Risi; Rafforzare gli strumenti di sostegno alla produzione come i “Contratti di Filiera” e sostenere la costituzione di efficienti strutture associative che rappresentano senz'altro un ottimo processo di integrazione tra produttori di grano duro e trasformatori; Rivisitazione dei parametri di valutazione merceologica e salubrità;  Piano Nazionale Filiera Grano Duro-Pasta; promozione di un Patto Etico-Sociale tra produttori agricoli, pastai e cittadini-consumatori, sostenuto dal Ministero dell’Agricoltura per promuovere il consumo di pasta italiana, prodotto da grano italiano, non solo tra le famiglie, ma anche nelle strutture e nelle mense pubbliche e private; piena e totale tracciabilità dei prodotti realizzati con grano duro.

LA BATTAGLIA DI CIA AGRICOLTORI ITALIANI. “CIA Agricoltori Italiani”, aggiunge Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’organizzazione, “ha messo da oltre un anno la questione cerealicola al centro della propria agenda sindacale di rivendicazioni e proposte. Lo scorso aprile 2023, abbiamo lanciato assieme al presidente nazionale Cristiano Fini la petizione che ha raccolto 80mila firme. Siamo riusciti a coinvolgere, anche nelle nostre grandi manifestazioni a Foggia e a Bari, 45 comuni pugliesi a sostegno di una battaglia che attraverso la tutela della cerealicoltura italiana intende garantire anche la qualità e la salubrità della filiera grano-pasta per i consumatori. I frutti di quella battaglia hanno portato prima alla riattivazione della Commissione Sperimentale Nazionale sul prezzo del grano e poi a un passo in avanti per l’attivazione delle misure di Granaio Italia. Tutto questo, però, non basta: la battaglia deve continuare per concordare e attivare un vero e proprio piano d’emergenza e di rilancio di un settore, quello cerealicolo, da cui dipende una buona parte della nostra vera sovranità alimentare”.

Bilancio di una stagione estiva intensa di controlli da parte della Guardi di Finanza di Brindisi ed i funzionari dell’Agenzia
delle Dogane e dei Monopoli che hanno messo in campo i controlli per il contrasto alla movimentazione illecita di
valuta, intercettando oltre mezzo milione di euro non dichiarati.
L’attività, frutto di mirate e costanti analisi dei flussi, è stata condotta attraverso il monitoraggio e controllo dei
passeggeri in arrivo e partenza nell’ambito degli ordinari servizi effettuati presso gli scali portuali e aeroportuali
del capoluogo brindisino, con particolare riguardo alle destinazioni maggiormente a rischio, anche con l’ausilio
dell’infallibile “fiuto” investigativo dei cash-dog in forza al predetto Reparto delle Fiamme Gialle.
Risultano più di 50 i passeggeri, intercettati dai funzionari ADM e dai Finanzieri del Gruppo Brindisi, che
tentavano di trasferire capitali omettendo di dichiararli, per un controvalore complessivo pari ad oltre 590 mila
euro. Il viaggiatore è, infatti, tenuto alla presentazione di una dichiarazione di valuta presso l’Ufficio doganale di
entrata nel territorio nazionale o di uscita dallo stesso, qualora trasporti valuta per importi pari o superiori a
10.000 euro.
Parte dei trasgressori ha potuto regolarizzare la propria posizione avvalendosi dell’istituto dell’oblazione
immediata. Per quelli, invece, che già si erano avvalsi del pagamento in misura ridotta nei cinque anni precedenti
è scattato il sequestro amministrativo di parte delle somme trasportate.
I costanti e crescenti risultati raggiunti testimoniano l’efficacia della collaborazione istituzionale tra la Guardia di
Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, rinsaldata dalla stipula di uno specifico Protocollo d’Intesa,
nel comune obiettivo della tutela degli interessi dell’Erario e della collettività.

Con i bagagli pronti e il cuore pieno di entusiasmo, la delegazione della Cooperativa San Bernardo si appresta a partire per il suo primo viaggio umanitario in Madagascar. Dal 4 al 14 settembre, un team di volontari composto da medici, infermieri e operatori socio-sanitari sarà impegnato in una missione sanitaria che promette di cambiare la vita di molti.

La scelta di questa destinazione non è casuale, come spiega Giuseppe Natale, Direttore Generale della Cooperativa San Bernardo: "Solo l'1% della popolazione locale ha accesso alle cure mediche di base, una situazione allarmante a cui non potevamo rimanere indifferenti. Abbiamo deciso di agire, di portare sollievo e speranza a chi ne ha più bisogno."Villaggio_Morondova.jpg

La missione, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio regionale della Puglia, dall'ASL di Brindisi e dal Comune di Latiano, si svolgerà presso il Villaggio di Morondava, su invito del Vescovo Marie Fabien Raharilamboniaina. Qui, la delegazione offrirà sostegno sanitario agli ospedali e agli orfanotrofi della zona, oltre a visite e screening medici, con particolare attenzione agli ambiti ginecologico e nefrologico.

Grazie a una straordinaria campagna di crowdfunding, sono stati raccolti oltre 200 kg di farmaci, vestiti, materiale didattico, cancelleria e giocattoli, che verranno donati alla popolazione locale. Il materiale in eccedenza sarà utilizzato per le prossime missioni, già in programma per la prossima primavera, dando così continuità all'aiuto umanitario.Vaccinazioni_Morondava.jpg

"Questa valanga di generosità ha contagiato dipendenti, cittadini, enti privati, associazioni e istituzioni", commenta Natale. "Ogni contributo, seppur minimo, è fondamentale per rendere possibile il cambiamento e affrontare, insieme, questa grande sfida umanitaria."

Con il cuore pieno di speranza e determinazione, la Cooperativa San Bernardo è pronta a partire per il Madagascar, con l'obiettivo di portare sollievo e speranza a una popolazione in grave difficoltà.e difficoltà.

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Legambiente presenta i numeri del nuovo report “Mare Monstrum”

sull’aggressione criminale alle coste e al mare del nostro Paese

 

I dati del 2023 sono da codice rosso per coste e mare italiano sotto scacco delle illegalità.

Impennata dei reati ambientali, 22.956 quelli accertati, +29,7% rispetto al 2022. La Puglia sul podio, al terzo posto con 3.016 reati.

 

Legambiente: “Urgente rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle ARPA. Le nostre dieci proposte a Parlamento e Governo contro abusivismo, mala depurazione, gestione illecita

dei rifiuti e pesca illegale”

 

 

Coste e mari italiani sono sempre più minacciati dalle illegalità ambientali. A dimostrarlo l’impennata degli illeciti nel 2023, un anno da codice rosso per il Mare nostrum. 22.956 i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, +29,7% rispetto al 2022. Insieme alle violazioni amministrative, la media è di 8,4 illeciti per km di costa, uno ogni 119 metri. Ciclo illegale del cemento (10.257 reati, +11,2% rispetto al 2022), ciclo illegale dei rifiuti e mare inquinato (6.372, +59,3%), pesca illegale (4.268 illeciti penali, +11,3%) si confermano i reati più diffusi. Preoccupa anche la violazione delle normative che regolano la nautica da diporto: 2.059 illeciti penali accertati nel 2023, + 230% rispetto al 2022.

Illeciti che purtroppo aumentano ogni anno a un ritmo sempre più intenso: stando al report Mare Monstrum, sono 25.545 le persone denunciate nel 2023, in aumento del 43% rispetto al 2022. Cresce, però, l’efficacia dell’azione repressiva, come dimostra il numero di persone arrestate (204, +98,1% rispetto al 2022) e quello dei sequestri, pari a 4.026, in crescita del 22,8% sul 2022. Un reato su due (50,3%) si concentra nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania (3.095 illeciti penali), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371), che guidano nell’ordine, come numeri assoluti, la classifica regionale, seguite dal Lazio (1.529 reati) e dalla Toscana (1.516). Nelle prime dieci regioni figurano Sardegna, Veneto, Liguria e Marche. Proprio questa regione è, invece, la prima come numero di illeciti complessivi (reati e violazioni amministrative) per km di costa (38,9), seguita da Friuli-Venezia Giulia (31,9 illeciti per km) e Basilicata (30,9).

La Puglia, quindi ancora una volta sul podio, al terzo posto nella classifica regionale, con 3.016 reati accertati su 118.611 controlli effettuati: 3.212 le persone denunciate, 17 quelle arrestate, mentre 711 sono stati i sequestri effettuati

Focus classifiche degli illeciti più diffusi sulle coste: Il ciclo illegale del cemento (dall’abusivismo edilizio alle occupazioni illecite del demanio marittimo fino alle cave fuorilegge), con 10.257 reati (+11,1% sul 2022) rappresenta da solo il 44,7% di tutte le infrazioni accertate nel 2023.  In testa alla classifica regionale c’è la Campania con 1.531 reati accertati, quasi il 15% sul totale nazionale, +21,4% rispetto al 2022, così come di denunce, ben 1.710. Segue la Puglia, che ha anche il numero più alto di controlli (62.246) e di sequestri (368), con 1.442 reati (e 1.546 denunce e 2 persone arrestate), la Sicilia (1.180) e la Calabria (1.046 reati, +20,1%).

In particolare, in Puglia, il mattone selvaggio non risparmia nemmeno Capo di Leuca, dove lo scorso 23 maggio i carabinieri forestali del Nucleo di Tricase hanno denunciato 9 persone per quattro casi di irregolarità. Nelle campagne di Salve è stata accertata la costruzione di un fabbricato di 80 metri quadri, con porticato e pavimentazione esterna, senza alcun titolo abilitativo (né permesso di costruire, né tantomeno autorizzazione paesaggistica). Ancora: altre due piscine e 4 persone denunciate, sempre in agro di Corsano e un’altra piscina abusiva sul litorale di Gagliano del Capo. A poca distanza, i militari della Sezione operativa navale di Otranto, in collaborazione con la Guardia di finanza di Bari, hanno sequestrato quattro immobili e una piscina all’interno di una struttura turistica lungo la costa di Torre Sant’Andrea, realizzati senza regolari permessi edilizi.

Il 21 marzo scorso i sigilli sono scattati a Polignano a mare, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e naturalistico e ricadente all’interno del Parco naturale regionale di Costa Ripagnola, dove la Guardia costiera ha fermato un cantiere edilizio completamente sprovvisto di alcuna autorizzazione. Ancora a fine marzo, a Marina Serra, nel Comune di Tricase, i carabinieri hanno scoperto dei lavori abusivi di sbancamento, spietramento e livellamento di un terreno all’interno del Parco naturale regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”. Lavori totalmente illegali, tanto da costringere i militari a sequestrare il cantiere, esteso su una superficie di circa 250 metri quadrati. Il proprietario del terreno, che è anche il committente dei lavori, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lecce.

Mare inquinato: al cemento lungo le coste si “sommano” l’abbandono e gli smaltimenti illegali di rifiuti, gli scarichi in mare e la “mala depurazione”. Primo posto in classifica per illeciti di questo tipo, spetta alla Campania anche se in leggera flessione (-2,3%) rispetto al 2022: 1.047 reati, più del 16% del totale nazionale, accompagnati dal record di persone denunciate, 1.121, di arresti, 43, di sequestri effettuati, 561, e di sanzioni, il cui valore ha superato quota 108,6 milioni di euro. Al secondo posto si conferma la Puglia con 881 reati, (+57,3% rispetto al 2022), 994 persone denunciate e 15 arresti, seguita da Calabria, con 828 illeciti penali, +140,7%. La Sicilia (722 reati, +111,7%) passa dal quinto al quarto posto. Legambiente ricorda che la parte più significativa dell’illegalità si è concentrata nelle quattro Regioni a tradizionale insediamento mafioso, dove sono stati accertati 3.478 illeciti penali, pari al 54,6% del totale nazionale.

Pesca Illegale: analizzando tutti gli illeciti, sia penali che amministrativi, in termini assoluti la Sicilia guida la classifica con 1.872 infrazioni, seguita da Puglia (1.264), Lazio (824) e Liguria (809). Nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Sicilia, Puglia, Campania e Calabria) è stato accertato il 44,7% degli illeciti complessivi.

Di fronte a questo quadro, Legambiente lancia oggi un pacchetto di dieci proposte che hanno al centro quattro macro temi: 1) la lotta all’abusivismo edilizio, su cui l’associazione ambientalista chiede ad esempio di velocizzare l’abbattimento degli immobili abusivi, anche prevedendo finanziamenti a favore dei Comuni che eseguono le ordinanze di demolizione e alle procure della Repubblica, alle procure Generali e alle Prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna in materia di abusivismo edilizio; 2) la lotta alla maladepurazione, per uscire dalle onerose procedure d’infrazione  dell’Unione europea, investendo sulla realizzazione e/o sull’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, efficientando il trattamento delle acque reflue; 3) il tema dei rifiuti dando, ad esempio, piena attuazione alla normativa di recepimento della Direttiva 2019/883 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi e regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;  promuovendo politiche attive e misure per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e la dispersione dei rifiuti. 4) il contrasto della pesca illegale, con adeguati interventi normativi e sanzioni davvero efficaci.

“Anche quest’anno, a fronte dell’impegno quotidiano delle Capitanerie di porto e delle forze dell’ordine contro l’aggressione alle coste e al mare del nostro Paese, con il nostro report Mare mostrum – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - ribadiamo l’esigenza di rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle ARPA. La nostra associazione, da sempre impegnata in attività di monitoraggio e di volontariato, come quelle svolte grazie a Goletta verde, alle indagini Beach litter e alla campagna “Spiagge e fondali puliti”, avanza dieci proposte a Parlamento e Governo per tutelare in maniera più efficace lo straordinario patrimonio ambientale marino del Belpaese. Bisogna potenziare l’attività di demolizione degli immobili abusivi, e non prevedendo nuovi condoni, ammodernare e completare il sistema di fognature e depuratori, potenziare l’economia circolare e prevedere sanzioni più severe per la pesca illegale”.

“La lunga costa pugliese merita un'attenzione e una cura diversa – ha dichiarato Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia -  se da una parte registriamo l'impegno di tutte le forze dell'ordine confermate dai numeri di controlli e di sequestri effettuati per esempio in campo di abusivismo edilizio, dall'altro rimarchiamo che c'è un incremento importante dei reati. Questo significa che, alle situazioni "storiche" come per esempio quella di Torre Mileto che fatica a trovare una soluzione, si sono aggiunti nuovi reati sulle nostre coste. Il ciclo del cemento illegale va ad aggravare il dissesto idrogeologico, trasforma i temporali estivi in inondazioni. L'aumento dei reati nel ciclo dei rifiuti è pari al 57, 3% e nella pesca illegale la Puglia occupa il 2° posto.  Vanno messe in campo urgentemente misure efficaci: è infatti indispensabile che nella lotta all’abusivismo edilizio ci sia un supporto finanziario ai Comuni, alle procure e alle prefetture che eseguono le sentenze. Deve essere data piena attuazione alla normativa di recepimento della Direttiva 2019/883 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi e regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina). Il lavoro importante fatto dalle Capitanerie di Porto per il contrasto della pesca illegale deve essere supportato con adeguati interventi normativi e sanzioni davvero efficaci. Tutti noi siamo tenuti a vigilare e preservare i nostri "paesaggi costieri" .

A seguire il focus sulle 10 proposte di Legambiente

REPORT MARE MONSTRUM 2024, LE 10 PROPOSTE DI LEGAMBIENTE

 

1. Ripristinare, se necessario anche con modifiche normative, l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;

2. Prevedere il finanziamento con 100 milioni di euro l’anno del Fondo di rotazione istituito presso la Cassa depositi e prestiti a favore dei Comuni che eseguono le ordinanze di demolizione e lo stanziamento di 50 milioni di euro l’anno destinati alle procure della Repubblica, alle procure Generali e alle Prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna in materia di abusivismo edilizio;

3. Rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo, al fine di ripristinare la legalità, garantirne, dove possibile, la fruizione pubblica e tutelarne l’integrità, anche dal punto di vista ambientale;

4. Prevedere sanzioni penali adeguate per i dirigenti comunali che omettono di adottare i provvedimenti sanzionatori previsti nei casi di abusivismo edilizio e per i funzionari delle aziende erogatrici di servizi che stipulano contratti, in violazione della normativa vigente, con proprietari di immobili costruiti illegalmente;

5. Rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);

6. "Efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, velocizzando la redazione del Decreto Presidente della Repubblica (D.P.R.) che regolamenterà il riutilizzo delle acque reflue per i molteplici usi irrigui, industriali civili e ambientali, armonizzando la normativa vigente e permettendo ai gestori un quadro normativo stabile e coerente". 

7. Dare piena attuazione alla normativa di recepimento della Direttiva 2019/883 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi e regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;

8. Promuovere politiche attive e misure per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e alla dispersione dei rifiuti, per la migliore tutela del mare e della costa.

9. Migliorare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA); un sistema che è già stato concepito con la riforma della legge 132 del 2016 ma che attende ancora diversi decreti attuativi per rendere quanto prima operativa la riforma;

10. Adottare, da parte del Governo e del Parlamento, adeguati interventi normativi con sanzioni efficaci contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata, così da assicurare l’effettiva tutela delle specie pescate e dell’ecosistema marino.

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GIORNATA CARITÀ: COLDIRETTI PUGLIA, TORNA SPESA SOSPESA PER I POVERI; ALLENZA TRA CONTADINI E CONSUMATORI

In Puglia il 21% dei pugliesi vive in condizioni di povertà relativa, poco meno di 1 milione di persone, per cui torna la ‘spesa sospesa’ con la riapertura dei mercati cittadini dei contadini dove dall’alleanza tra consumatori e agricoltori prendono corpo iniziative di solidarietà e aiuti alimentari. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale della Carità che si celebra il 5 settembre, con la riapertura dei mercati contadini dove i consumatori hanno la possibilità di fare una donazione libera grazie alla quale acquistare prodotti a favore dei più bisognosi, sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo.

Coldiretti ha reso strutturali le iniziative di solidarietà, un segno tangibile della filiera agroalimentare verso le fasce deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche. In tutti i mercati contadini è attiva la ‘spesa sospesa’, dove i consumatori hanno la possibilità di fare una donazione libera grazie alla quale acquistare prodotti a favore dei più bisognosi, sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo.

La povertà alimentare tra i minori – sottolinea la Coldiretti regionale – è cresciuta prima per effetto della pandemia e poi della guerra con l’aumento dell’inflazione che ha colpito duramente la spesa e messo in difficoltà un numero crescente di famiglie con un balzo del 12% degli under 15 anni costretti a ricorrere agli aiuti per mangiare, ma a rischio alimentare ci sono anche gli anziani e i migranti stranieri.

Fra i nuovi poveri – continua la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie, persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari – insiste Coldiretti – che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.

In questo caso i cittadini che acquistano nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica possono decidere di donare prodotti alimentari alle famiglie più bisognose che potranno portare in tavola generi alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero che verranno consegnate ai bisognosi in accordo con i Comuni. Ma in molti mercati contadini si lasciano anche i prodotti freschi invenduti a organizzazioni caritatevoli che passano a prenderli per utilizzarli nelle mense.

Con la ‘spesa sospesa’ Coldiretti e Campagna Amica hanno voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche, una esperienza che è diventata un fenomeno strutturale presente in tutti i mercati contadini della Puglia.

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Il Mediaporto di Brindisi, ex Biblioteca Provinciale, sta avviando il percorso di costituzione di un osservatorio di innovazione per il contrasto alla povertà culturale/educativa: “Il Ministero dei sogni”. Si tratta di un progetto pilota su scala regionale che intende sperimentare una ricerca innovativa sui processi di recupero dei gap culturali attraverso la narrazione e i linguaggi dell’arte e mediante un vasto programma di formazione rivolto principalmente alle ragazze, ai ragazzi, al mondo della scuola e alla comunità educante.

L’ambizioso progetto, il più vasto e organico nel suo genere presentato nel territorio brindisino negli ultimi anni, affonda le sue radici nel progetto Community Library della Regione Puglia e ora si muove grazie ad una cordata virtuosa di enti destinata ad allargarsi ulteriormente nei prossimi mesi.

Pertanto il Presidente della Provincia Toni Matarrelli ha convocato tutti i Comuni della provincia ad un incontro previsto per lunedì 9 settembre alle ore 12:00 presso il salone di rappresentanza del Palazzo di via De Leo, invitando gli stessi ad aderire al progetto e a partecipare formalmente alla sottoscrizione del protocollo di istituzione.

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In una audizione in sede di conferenza dei Servizi presso il Comune di Brindisi, che la AVR SpA ha voluto trasformare in una farsa, abbiamo assistito a dichiarazioni ancora una volta irricevibili verso lavoratori e sindacato, invitiamo l'amministrazione di Brindisi a non dare spazio a chi crede di poter venire a Brindisi ed offendere il territorio con atteggiamenti non consoni, invitiamo soprattutto a prender provvedimenti verso un'azienda che non sta portando avanti il suo compito in maniera corretta.

Inoltre scriviamo la presente al fine di diffidare la AVR SpA, dal tenere affermazioni quali quelle tenute in sede di conferenza dei Servizi presso il Comune di Brindisi, oltre che in comunicati  divulgati a mezzo stampa, in uno di questi AVR SpA  affermava di aver “informato e sentito le OOSS nelle procedure di individuazione  e selezione di operatori da inserire a breve termine”

La FP CGIL non è mai stata convocata ad alcun incontro mirato alla assunzione di nuovo personale a tempo determinato, né è stata coinvolta in alcuna procedura tesa a determinare i criteri di selezione.

Riteniamo inoltre che la  AVR SpA continui a sbagliare additando i propri dipendenti, fatto gravissimo dato che le responsabilità sono totalmente addebitabili alla stessa AVR in tema di organizzazione, di gestione e di rapporti sindacali non consoni.

INVITIAMO e DIFFIDIAMO, ancora una volta, la AVR SpA a ripristinare le corrette relazioni sindacali e a non produrre dichiarazioni lesive verso i Lavoratori e questa O.S. come già avvenuto in diverse occasioni.

In difetto la Funzione Pubblica CGIL Brindisi si riserva di intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare i propri diritti e quelli del personale nelle sedi competenti.

Luciano Quarta

Segretario Generale FP CGIL Brindisi

Damiano Antonaci

Segretario Territoriale FP CGIL Brindisi

Una bella storia di inclusione che è giusto raccontare è quella vissuta a Mesagne da un volontario della Comunità di Sant’ Egidio di Brindisi, Serafino Scalera, che è riuscito a rompere il muro di diffidenza di un clochard e lo ha fatto sottoporre ad esami clinici necessari per la sua salute. Ed è qui che è scattata l’inclusione dei cittadini davanti alla figura di un clochard che anziché guardarlo con diffidenza lo hanno accolto.

“Ho conosciuto Bonny una mattina come tante, mi trovavo a camminare con la responsabile della Comunità di Sant'Egidio di Brindisi e ci siamo fermati a salutare un senza fissa dimora”, ha ricordato Serafino Scalera -. Sì, Bonny è una persona che vive per strada, i segni esteriori sono evidenti, se pur sul suo viso spesso compare il sorriso. Ora con Bonny siamo quasi amici, ci conosciamo sempre più e sono stato felice quando nella Comunità di Sant'Egidio di Brindisi abbiamo deciso di predisporre per lui un intervento di accertamenti sanitari”. Per alcune patologie di cui soffriva Bonny doveva essere sottoposto ad esami clinici presso il distretto sanitario di Mesagne.

“Una volta arrivati – ha ricordato il volontario -, accade quello che non ti aspetti. Erano circa le 8 del mattino e dopo aver fatto le procedure di accettazione al Cup ci siamo diretti verso il laboratorio analisi. Una volta arrivati mi sono reso conto che la gente era tanta ed io ero con Bonny, che, se pur parte di un tutto, si vedeva da lontano che viveva per strada. Ho pensato a quale avrebbe potuto essere la reazione della gente, ho fatto sedere Bonny. Dopo un po' mi sono girato verso di lui e sono rimasto subito colpito, una signora lo guardava e gli sorrideva. Un signore va a sedersi al suo fianco, nonostante qualche odorino di troppo”. Accade quel che veramente non ti aspetti. “la gente viveva Bonny con estrema naturalezza, gli sorridevano. All’improvviso l'infermiera ci chiama ed entriamo nella sala prelievi, le infermiere lo accolgono con gentilezza, attenzione, anche con un pizzico di amorevolezza. Finito il prelievo gli regalano i loro cornetti per fare colazione”. Un clima cordiale che è difficile trovare nella sanità pubblica.

“Prendo allora coscienza che la mia meravigliosa città di Mesagne – ha proseguito Scalera - ne ha fatti di progressi da quando la gente si ammazzava per strada. Mi sono sentito veramente orgoglioso di essere un mesagnese. Ho pensato che chi amministra la mia città non solo ha trasformato in oro ciò che non lo era, ma ha formato ed educato le persone ad essere cittadini esemplari”. Eppure andare in giro con un clochard anche nel 2024 non è facile. È vero – ha confermato il volontario -. Ho pensato a qualche problemino che abbiamo incontrato in altri posti, semplicemente nell'entrare in un bar a fare colazione con Bonny, ho pensato agli altri ventina di senza tetto presenti nella città di Brindisi, di cui la Comunità di Sant'Egidio cerca di prendersi cura remando contro corrente, perché le risorse sia economiche, sia umane, scarseggiano sempre più. Per fortuna che qualche volta si incontra qualche persona di buona volontà”. Per info sulla Comunità di Sant’Egidio si può chiamare il 0831364807.

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