Redazione

Affrontare seriamente, una volta per tutte, e con un preciso piano pluriennale di azioni, il problema degli squilibri ambientali e dei danni causati dal proliferare fuori controllo della fauna selvatica. È uno dei punti della piattaforma di protesta e di proposte che, giovedì 26 ottobre, sarà al centro della grande manifestazione nazionale organizzata da CIA Agricoltori Italiani a Roma. All’appuntamento in Piazza Santi Apostoli, a partire dalle ore 9.30, ci saranno anche gli agricoltori pugliesi. Arriveranno con i pullman organizzati da Bari e Bat, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto.

SITUAZIONE FUORI CONTROLLO. “É necessario ripristinare una situazione di equilibrio ambientale che da molti anni non c’è più”, dichiara Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori italiani. “Storni, pappagallini verdi, lupi, cinghiali: diverse specie della fauna selvatica sono cresciute numericamente a dismisura. I cinghiali, soprattutto, distruggono tutto ciò che incontrano sul proprio cammino. Sono voraci, divorano interi campi di legumi, rovinano i campi di grano, prendono d’assalto i frutteti. Il problema è enorme. Le specie selvatiche che hanno alterato la situazione di equilibrio preesistente sono molte. Risolvere il problema non è semplice, ma bisogna iniziare ad affrontarlo seriamente, con determinazione, perché i danni sono davvero ingenti e, nel caso dei cinghiali, stiamo pagando anche un tributo altissimo in termini di vite umane, a causa degli incidenti automobilistici causati da questi animali fuori controllo che attraversano anche strade ad alta percorrenza”.

CINGHIALI. Nell’ultimo anno, il numero dei cinghiali in Puglia è triplicato. Di conseguenza, sono aumentati gli episodi di danneggiamento alle colture, senza contare i pericoli per le persone e i rischi di propagazione della peste suina. Urge ottenere dal Governo la modifica della legge 157 del 1992. Occorre un quadro normativo nazionale che tenga conto delle dimensioni attuali del fenomeno cinghiali, con un numero di esemplari capace di moltiplicarsi ogni anno in modo esponenziale. Una soluzione potrebbe essere il cosiddetto “selecontrollo”, oltre ovviamente alla caccia primaria. Bisogna individuare linee di gestione per il monitoraggio.

In alcune aree della Puglia, anche la presenza del lupo è diventata difficilmente sostenibile soprattutto per gli allevatori. Gli attacchi si sono intensificati negli ultimi anni. I danni provocati dagli attacchi di lupi, ungulati ma anche storni possono arrivare a mettere in ginocchio un'azienda. Servono regole certe, un risarcimento danni che deve essere congruo e immediato.

A ROMA PER OTTENERE AZIONI IMMEDIATE. “A Roma ci saranno agricoltori da tutta la Puglia”, annuncia Sicolo. “Vogliamo ottenere azioni immediate. Aziende agricole, imprese zootecniche, agriturismi, ogni singolo settore del comparto primario in questi anni ha lavorato duramente, ha continuato a garantire produzioni essenziali per tutto il Paese anche nei mesi più drammatici della pandemia, si è sacrificato di fronte agli squilibri creati dalla guerra in Ucraina, è andato avanti indebitandosi per affrontare i costi di produzione e le conseguenze dei cambiamenti climatici. Siamo sicuri di avere diritto a essere finalmente ascoltati, gli agricoltori meritano di essere sostenuti da una politica che deve tornare attenta alle esigenze e alla dignità delle nostre aziende agricole”, ha concluso Sicolo.

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La Polizia di Stato di Ostuni, nell’ambito delle ordinarie attività di controllo del territorio svolte dalla Squadra Volante del Commissariato, nei giorni scorsi, a Carovigno, ha individuato un garage al cui interno sono state rinvenute due autovetture di lusso risultate provento di furto e denunciato a piede libero per ricettazione l’affittuario del box dove le stesse erano state occultate. 

In particolare, i poliziotti del Commissariato, attirati da alcuni movimenti sospetti posti in essere da una persona nei pressi di un caseggiato, costituito da più rimesse, posto nella periferia di Carovigno, hanno effettuato dall’esterno un’attività di ricognizione su uno dei box che ha permesso di riscontrare la presenza di una AUDI RS6 e di una PORCHE MACAN, dai cui accertamenti sulle targhe dei veicoli, entrambe francesi, si è potuto accertare fossero provento di furto. Nel dettaglio è stato possibile accertare che l’AUDI RS6 era stata rubata lo scorso agosto all’interno di una villa a Ostuni, mentre la PORCHE MACAN era stata rubata a poche settimane fa all’interno di una villa a San Michele Salentino. Entrambe le autovetture risultavano di due turisti stranieri giunti nella città bianca per trascorrere le ferie estive. 

Le immediate attività investigative svolte dagli uomini e dalle donne del Commissariato hanno permesso poi di individuare e identificare la persona affittuaria del garage, giovane incensurato carovignese del ’90, che è stato denunciato per ricettazione delle due autovetture provento di furto.

L’operazione si inserisce in un più ampio contesto di attività straordinaria di controllo del territorio, disposta dal Questore di Brindisi Annino Gargano, con particolare riferimento ai territori di Ostuni e Carovigno, finalizzati a contrastare il fenomeno dei furti in villa ed in particolare delle sottrazioni di auto di lusso e di grossa cilindrata, all’interno delle residenze estive, occupate da turisti facoltosi. 

L’attività della Polizia di Stato finalizzata ad arginare tale fenomeno proseguirà senza sosta.

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Crescono i consumi di pasta green e sostenibile con la Puglia che è la seconda regione più bio d’Italia, dove la pratica biologica interessa tutti i comparti agricoli con oltre 63mila ettari coltivati a grano bio. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, in occasione del World Pasta Day (Giornata Mondiale della Pasta) che si celebra il 25 ottobre in tutto il mondo.

Utilizzando il grano duro biologico per fare la pasta la resa della macinazione è pari al 25%, con la resa per la pastificazione che raggiunge il 63%, per prodotti sostenibili che incontrano il favore dei consumatori sotto la spinta salutista delle emergenze sanitarie, come il Covid, e la ricerca di stili di vita e alimentari più salubri. Un successo trainato dalla fiducia dei consumatori con 1 cittadino su 5 che – secondo Coldiretti - consuma regolarmente prodotti bio ed è disposto a pagare anche di più per acquistare un prodotto certificato bio, mentre il 13% dei consumatori è certo che, nel prossimo futuro, aumenterà la spesa per portare in tavola prodotti biologici. La spinta verso il biologico è sostenuta soprattutto da motivi salutistici, ma molto importanti nella scelta di acquisto, il territorio di origine e le garanzie della certificazione. Sul fronte dei prezzi si registra – precisa la Coldiretti regionale -  il permanere di una marcata instabilità e un generale trend rialzista. Anche se per la maggior parte delle colture si riduce il differenziale di prezzo riconosciuto all’agricoltore biologico rispetto all’omologo prodotto convenzionale.

Con l’aumento dei costi l’agricoltura biologica ha consentito anche di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas. Ma si va anche dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiega Coldiretti - per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni caso, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.

Ma sono cresciuti in valore del 13% in Italia gli acquisti di pasta con 100% grano italiano – sottolinea la Coldiretti – aumentati in modo vorticoso con il risultato che oggi 4 pacchi di pasta su 10 (40%) venduti in Italia utilizzano esclusivamente grano duro coltivato sul territorio nazionale. Un record storico a distanza di poco più di 10 anni dell’arrivo sugli scaffali della prima pasta tutta italiana, per valorizzare il territorio, il grano e il lavoro degli italiani, realizzata per iniziativa di Coldiretti, Legacoop Agroalimentare e Coop Italia che, accolta inizialmente con diffidenza dagli operatori, ha poi cambiato per sempre il mercato del prodotto-simbolo della cucina nazionale.

A frenare la crescita della coltivazione di grano sono i bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi del 25% rispetto allo scorso anno su un valore di appena 35 centesimi al chilo in netta controtendenza – denuncia la Coldiretti Puglia - rispetto all’aumento dei prezzi di vendita della pasta in crescita al dettaglio del 13 % nei primi nove mesi del 2023.

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 10milioni di quintali prodotti in media all’anno, ma la domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.

E’ necessario adeguare subito – sottolinea la Coldiretti Puglia – le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione. Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, dal Senatore Cappelli al Timilia, al Saragolla, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano. 

Le superfici seminate – conclude Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale, con l’Italia che – continua la Coldiretti – è prima in Europa e seconda nel mondo nella produzione di grano duro destinato alla pasta con una stima di una produzione attorno ai 3,8 miliardi di chili su 1,3 milioni di ettari, di cui oltre 350mila solo in Puglia, che rischiano di essere abbandonati con effetti economici, ambientali e sociali.

Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito nell’ambito del Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, conclude Coldiretti nel sottolineare che serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici.

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BOLLETTE: COLDIRETTI PUGLIA, CARO GAS E SPESA ELETTRICITÀ TAGLIANO POTERE ACQUISTO E ALZANO COSTI; ARRIVANO GARANZIE GRATUITE ISMEA PER ENERGIE RINNOVABILI

 

La spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo dell’autunno, per cui arrivano le garanzie gratuite Ismea per le energie rinnovabili. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento alla possibilità di presentare fino al prossimo 12 dicembre (il portale è stato aperto il 18 ottobre) le domande per accedere alla garanzia Ismea GR8 destinata alle piccole e medie imprese agricole e della pesca per la realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili.

Un annuncio che fa seguito al rincaro del 18,6% % della bolletta dell’elettricità nell’ultimo trimestre dell’anno.  Il costo dell’energia, oltre a deprimere i consumi – insiste la Coldiretti – si riflette in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione. Per finanziamenti superiori a 150mila euro la richiesta va presentata entro il 15 novembre. La garanzia rilasciata in via automatica copre il 100% dei prestiti fino a 250 mila euro per una durata dei fino a 8 anni, incluso preammortamento, è gratuita e cumulabile con le altre garanzie rilasciate dall’Ismea.

La promozione di rete energetiche alternative –  spiega Coldiretti Puglia - rappresenterebbe un contributo determinante alla transizione green ma anche per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese. In questo senso l’agricoltura gioca un ruolo strategico. Partendo, ad esempio, dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti – aggiunge Coldiretti Puglia – è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini. In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green.

E’ da rilevare che, nonostante la Puglia produca il 25% dell’energia eolica italiana e il 14% di quella solare, posizionandosi al primo posto per numero di impianti e per potenza installata di “nuove rinnovabili” – aggiunge Coldiretti Puglia - la quota di autoconsumo resta bassa, pari al 26%.

Secondo uno studio del Centro Studi Divulga solo utilizzando i tetti di stalle, masserie, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare.

Il nodo è la mancata individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili a fronte di “una serie disordinata di iniziative avviate da fondi di investimento speculativi per quanto riguarda la localizzazione di impianti di grandi dimensioni, senza stabilire forme di coinvolgimento degli agricoltori”,  denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “il caos decisionale che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio ha finito per partorire una sorta di abusivismo energetico, con un forte consumo di suolo e significativi danni collaterali ecologici ed economici”.

E’ importante cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile attraverso un fotovoltaico “intelligente” che non consuma suolo fertile e una rete per il biometano, conclude Coldiretti nel sottolineare peraltro l’importanza in tale ottica di sbloccare la proroga degli incentivi al biogas e finanziamento degli impianti che hanno presentato domanda al Gestore dei Servizi energetici (Gse) per favorire la transizione ecologica, trasformando gli sprechi in energia, e di dire sì al digestato come fertilizzante per evitare di fare un favore alle multinazionali straniere.

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La classe 4ATUR dell’  indirizzo turistico del Ferdinando di Mesagne,  in mattinata ha visitato il  cuore del centro storico della città di Lecce, tra  arte, storia e gusto.

Prima della visita, gli studenti  guidati dal docente di lettere, di sostegno  e storia dell’arte hanno  imparato a  raccontare la storia dei bellissimi  monumenti della città salentina  che  poi hanno messo in pratica durante il percorso tra le vie della bellissima città barocca.  

Questa lezione, oltre le mura dell’aula scolastica, ha rappresentato un momento importante non solo per consolidare il futuro professionale degli studenti che hanno potuto mettere in campo le competenze acquisite in campo turistico,  ma anche per la crescita del loro processo formativo personale e di gruppo.studenti_commerciale_mesagne_a_lecce_2.jpg

Per concludere la giornata non sono  mancate le soste presso le botteghe di  cartapesta e quella golosa per degustare il “pasticciotto leccese” presso uno dei bar storici della città.

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La Regione Puglia intende garantire ed assicurare il benessere degli animali d’affezione e di prevenire il fenomeno del randagismo. È quanto prevede un regolamento attuativo che la III Commissione del presidente Mauro Vizzino, ha approvato a maggioranza.

Si tratta di definire e garantire i requisiti strutturali, funzionali ed igienico sanitari delle strutture di ricovero; di avere dei modelli di gara ai quali dovranno attenersi le stazioni appaltanti; stabilire la misura del contributo che il proprietario o detentore di un animale d’affezione deve corrispondere al Comune competente in caso di rinuncia all’animale; oltre  alle norme in materia di protezione gatti.

Le strutture di ricovero sono classificate in: canile sanitario, canile rifugio, micro canile e altre strutture destinate alla custodia di cani.

Il Comune potrà applicare, per il mantenimento dei cani nei canili sanitari e nei canili rifugio di sua proprietà, affidati alla gestione di privati associazioni animaliste 5,10 euro più IVA per ciascun cane.

A Brindisi, come in Puglia e in tutta Italia, non nascono più nuove attività commerciali e quelle esistenti chiudono per difficoltà oggettive. La Confesercenti lancia un serio e circostanziato allarme per ribadire che la situazione è oramai vicina al collasso. Aprire un negozio è oramai una circostanza sempre più impossibile. Caro-vita, rallentamento dei consumi e concorrenza della grande distribuzione e del web non accelerano solo le chiusure di imprese nel commercio, ma fanno crollare anche le nuove nascite. Per il 2023, in Italia, sulla base di elaborazioni dei dati camerali, si stima che abbiano tirato su la saracinesca per la prima volta solo poco più di 20mila attività nel comparto, l’8% in meno del 2022, ed é il numero più basso degli ultimi dieci anni. Nel 2013 erano state oltre 44mila, più del doppio. Una crisi di denatalità che ha falcidiato il tessuto commerciale e che, senza un’inversione di tendenza, è destinata a continuare.

Si prevede per il 2023 che il numero annuale di iscrizioni di imprese nel commercio dovrebbe arrivare a circa 11mila. Dati che preoccupano tantissimo. In Puglia, si è passati dalle 3.834 nuove aperture di attività commerciali nel 2013 alle 2.165 dell’anno scorso e alle 2.070 di quest’anno. Nell’ultimo decennio, nella nostra regione, e quindi anche nel territorio provinciale brindisino il decremento è stato quasi del 50%. I comparti merceologici più interessati da questa involuzione sono computer, elettrodomestici, abbigliamento, articoli sportivi, giocattoli, profumerie, articoli da regalo, librerie, giornali, intermediari del commercio. Le nascite di imprese aumentano solo nel commercio via internet, che vede esplodere le iscrizioni rispetto a dieci anni fa (+188%). Ma è un numero assolutamente insufficiente a compensare il calo di natalità complessiva del settore. Aperture in caduta libera anche per il commercio su aree pubbliche.

Quello del commercio ambulante è un caso particolare che risente della questione Bolkestein. Se il trend degli ultimi due anni si mantenesse inalterato, già nel 2025 non ci sarebbero più nuove iscrizioni. In generale, si fa sempre meno impresa e chi soffre di più è sicuramente il commercio al dettaglio. Il crollo delle nascite di nuove imprese sta accelerando il processo di desertificazione commerciale delle città, privando i cittadini di servizi e i territori di ricchezza e lavoro, e la nostra economia di quei negozi. Aprire una nuova attività di commercio di vicinato, in un mercato crescentemente dominato da grandi gruppi e giganti dell’online, è sempre più difficile. Per arginare questa pericolosa deriva economica, Confesercenti propone la decontribuzione per i giovani che avviano una nuova attività commerciale e un regime fiscale di vantaggio per gli esercizi sotto i 400mila euro di fatturato l’anno, magari da legare ad obblighi di formazione. Ma anche le amministrazioni locali dovrebbero operare con più incisività anche sul versante della rigenerazione urbana, delle piccole e grandi città, dei centri come delle periferie delle aree urbane, per contrastare desertificazione e degrado.

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115 osterie in guida di cui 8 novi e 22 Chiocciole: questi i numeri della regione nella nuova edizione di Osterie d’Italia. Torna lo storico sussidiario del mangiarbere all'italiana: presentata al Teatro Elfo Puccini di Milano il 23 ottobre e disponibile in tutte le librerie e sullo store online di Slow Food Editore dal 25 ottobre, la trentaquattresima edizione di Osterie d'Italia racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità attraverso le visite e le recensioni di più di 240 collaboratori sparsi in tutta Italia, in una rete fitta e capillare. 

La nuova edizione raccoglie 1752 indirizzi di osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati per la cucina territoriale, la rigorosa selezione degli ingredienti e il prezzo giusto. Oltre ai simboli e i riconoscimenti canonicamente assegnati alle osterie, di modo da offrire al lettore uno strumento per una conoscenza approfondita dell'offerta, per la prima volta i riconoscimenti storici della Chiocciole e della Bottiglia e il più recente Bere Bene (a riconoscere una selezione complessiva di bevande alcoliche e non, come birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi scelti con attenzione e personalità) sono stati assegnati anche ai locali segnalati negli inserti, ovvero quei locali la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabili esclusivamente nella regione di appartenenza, come i fornelli alla brace della Murgia. 

Il premio speciale

Tra i riconoscimenti assegnati durante la presentazione, è stata un’osteria pugliese ad aggiudicarsi il Premio Miglior Oste, sponsorizzato da Paderno: si tratta di XFood - San Vito dei Normanni (Br), con la motivazione: “se l'accoglienza è il valore alla base dell'identità dell'oste, un'osteria la cui accoglienza parte dai componenti della brigata quanto dell'impresa non può che risultare in uno dei progetti più interessanti, d'ispirazione e di esempio per un nuovo modo di essere osti.”

Puglia: la panoramica 2024

Negli anni più recenti, la Puglia è stata oggetto di notevoli flussi turistici in tutta la sua lunghezza, dal Gargano al Salento passando per la Valle d’Itria, e un driver importante di questa crescita è stato il cibo, nella sua esaltazione della cultura contadina e di territorio. Sulla spinta dei flussi turistici, la proposta ristorativa si è in parte conformata a un’offerta modaiola e di apparenza, ma la buona notizia è che continuano a nascere vere osterie a opera di giovani che hanno passione e rispetto per la propria identità, certo in ambienti più moderni, ma con un’inalterata passione per l’accoglienza, la ricerca delle materie prime di qualità del territorio, della voglia di raccontarle e trasformarle nel rispetto della loro natura: la tradizione in qualche modo si evolve, come è naturale che sia. La guida racconta una Puglia dove tutte le osterie hanno un denominatore comune: la stessa radice contadina, la passione e l’amore per il territorio declinate in forme differenti, dalle più classiche alle più moderne.


L’elenco completo delle Chiocciole della Puglia

Le Macare - Alezio (Le)

Antichi Sapori - Andria (Bt)

PerBacco - Bari (Ba)

Antica Osteria La Sciabica - Brindisi (Br)

Casale Ferrovia - Carovigno (Br)

Cibus - Ceglie Messapica (Br)

‘U Vulesce - Cerignola (Fg)

La Bottega dell’Allegria - Corato (Ba)

La Cuccagna - Crispiano (Ta)

Terra Arsa - Foggia (Fg) nuova chiocciola

Le Zie-Cucina Casareccia - Lecce (Le) nuova chiocciola

La Taverna del Duca - Locorotondo (Ba)

Canneto Beach 2 - Margherita di Savoia (Bt)

Masseria Barbera - Minervino Murge (Bt)

L’Antica Locanda - Noci (Ba)

Peppe Zullo - Orsara di Puglia (Fg)
La Piazza - Poggiardo (Le)

Botteghe Antiche - Putignano (Ba)

La Fossa del Grano - San Severo (Fg)

La Locanda di Nonna Mena - San Vito dei Normanni (Br)
XFood - San vito dei Normanni (Br) nuova chiocciola

Taverna del Porto - Tricase (Le)

I numeri della guida

- 1752 osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati

- più di 240 collaboratori sparsi su tutto il territorio italiano

- 163 novità

- 311 locali premiati con la Chiocciola per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con Slow Food, di cui 15 locali segnalati negli inserti regionali

- 151 locali premiati con il Bere Bene, un riconoscimento per la curata selezione di bevande: birre artigianali, succhi, infusi, cocktail e distillati 

- 488 locali premiati con la Bottiglia per la curata selezione di vini.

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Può dirsi conclusa la vendemmia 2023 che ha fatto registrare un calo produttivo in media del 40 per cento, anche se in alcune zone il calo è stato addirittura del 60 per cento. Purtroppo la minor quantità di uva inciderà negativamente sui bilanci, aziendali, e di conseguenza delle famiglie, poiché a una vistosa flessione dei ricavi c’è un significativo aumento dei costi di produzione. Insomma, il futuro in viticoltura è nero. Pertanto, la vendemmia 2023 in Italia come in Puglia e a Brindisi sarà ricordata da gran parte dei viticoltori come un’annata tremenda e dovrà rappresentare certamente un passaggio cruciale per il futuro del settore vitivinicolo chiamato ad una necessaria capacità di reazione e di innovazione. “L’annata ha spiegato Carmine Dipietrangelo, amministratore di Tenute Lu Spada di Brindisi – ha scontato soprattutto il cambiamento climatico che per i nostri vigneti, abituati a ben altro clima sta diventando un problema strutturale che richiede una adeguata consapevolezza nei trattamenti, nelle coltivazioni e nei prodotti”. Non vanno, quindi, sottovalutate la quantità e le conseguenze strutturali dei danni sul nostro territorio provinciale la cui superficie agraria per circa 10mila ettari è impegnata da vigneti da uva di vino dei quali circa 3.500 ettari ricadano nel solo territorio di Brindisi e Mesagne che, tra l’altro, costituiscono l’areale della Brindisi Doc.vendemmia_primitivo_di_manduria_2023.jpg

“La peronospora la cui aggressività a memoria del settore non ha avuto precedenti è anche la conseguenza di questo mutamento”, ha proseguito Dipietrangelo -. La peronospora ha colpito in gran parte delle regioni viticole italiane dalla Sicilia, alla Puglia per arrivare al Molise all’Abruzzo, alle Marche, all’Umbria. Ci sono zone dove addirittura si è rinunciato alla vendemmia. Non si tratta di mal comune mezzo gaudio, ma questa è stata la vendemmia per molte realtà e territori”. E tra qualche giorno sapremo se l’Italia quest’anno perderà, a favore della Francia, il primato di Paese maggior produttore di vino. Nonostante ciò, l’impegno e la professionalità di molti produttori ha mitigato parte degli effetti negativi e la qualità delle uve salvate. “Se è diminuita notevolmente la produzione e la qualità delle uve rimaste e vendemmiate è stata buona, i prezzi delle uve e del vino in giacenza sono stati e sono ancora troppo bassi a tal punto da far pensare a qualche fenomeno speculativo”, ha sottolineato Dipietrangelo -. La qualità comunque va detto non compensa, per molti dei produttori, la quantità di prodotto perso. La nostra azienda ha subito un calo produttivo attorno al 60% ben oltre le previsioni negative fatte prima della vendemmia”. Infatti, il caldo continuo, oltre ai danni della peronospora, ha ridotto il peso delle uve.

“Tra i nostri vigneti il Susumaniello, la Malvasia nera, il Minutolo e parte del Negroamaro, nel calo generale di produzione, hanno retto meglio mentre il Vermentino e la restante parte del Negroamaro hanno subito cali molto consistenti”, ha proseguito il produttore. Naturalmente come si può immaginare le difficoltà create dalla peronospora hanno richiesto grande impegno e maggiori costi per cercare di salvare l’annata. “Costi e impegni notevolmente e ulteriormente aumentati per chi pratica, come noi, viticoltura biologica che risulta la più colpita. I danni rimangono pesanti e hanno avuto una ripercussione sull’economia del territorio, sui redditi delle famiglie impegnate nel settore e già compromessi per i prezzi bassi dalla scorsa annata, sull’occupazione e sull’indotto che anche nel territorio come il nostro hanno una certa importanza”, ha tenuto a far notare l’amministratore. Emanuele Guglielmi è un imprenditore agricolo con vigneti in agro di Brindisi e Mesagne. “Nella nostra azienda – ha spiegato - abbiamo avuto un calo produttivo del 15% e un aumento notevole dei costi di produzione che incideranno negativamente sui nostril bilanci”.

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L’esito negativo della vendemmia 2023 sta preoccupando anche i viticoltori di Coldiretti. Proviamo a tracciare un bilancio con il presidente provinciale, Giovanni Ripa.cf4d48c5-85b1-49e0-bfd4-b76f9f7b11a6.jpg

Presidente la Vendemmia 2023 è da brividi

“Quella appena terminata èstata una vendemmia senza precedenti, durante la quale si è assistito ad un forte calo produttivo. La perdita media generale sfiora il 40% rispetto al 2022, con gravi danni anche negli areali salentini, Brindisini e Tarantini, di coltivazione del Primitivo e del Negroamaro. Tale situazione è imputabile sia alla peronospora, ma anche a qualche grandinata che si è verificata a macchia di leopardo sull’intero territorio. In merito alla qualità, possiamo ritenerci soddisfatti, in quanto si otterranno degli ottimi vini, dato il buon andamento climatico che ha accompagnato tutto il periodo vendemmiale. Mentre per quanto riguarda l’aspetto commerciale, le speranze sono riposte in una decisa ripresa dei prezzi di vendita che possano appagano il produttore e il trasformatore”.

Che tipologia di prodotti si otterranno nelle cantine?

“Nonostante il calo quantitativo (-35% in volumi), quest’anno si è attestato un buon livello qualitativo. Durante il periodo di vendemmia abbiamo avuto delle condizioni climatiche molto favorevoli, che hanno consentito una maturazione equilibrata di tutti i vitigni e l’arrivo in cantina di uve sane e mature”.

Adesso è tempo di pensare alla peronospora che ha falcidiato i vigneti.

“A mio parere credo che si sia conclusa una delle annate peggiori degli ultimi 30 anni per quanto riguarda la peronospora. Un grave problema è stato l’impossibilità di entrare nei campi allagati, al fine di eseguire i trattamenti antiperonosporici. Ovviamente, le aziende che hanno avuto maggiore difficoltà sono state quelle in regime di agricoltura biologica, nelle quali le perdite in grappoli sono state di circa il 60%”. In futuro è indispensabile, per esempio, effettuare dei trattamenti precoci, adottare una più efficiente gestione del suolo in vigneto ed infine consultare i bollettini di allerta”.

È vero che Coldiretti sta per introdurre un osservatorio sulla viticultura?

“Certo. La Federazione provinciale di Brindisi nell'ultimo consiglio direttivo ha dato corso all'avvio di un osservatorio provinciale permanente del comparto vitivinicolo, al fine di rilevare, mappare e monitorare tutti gli aspetti e le problematiche del settore a livello provinciale ed elaborare proposte finalizzate al riequilibrio del mercato, in particolare, attraverso la revisione dei disciplinari di produzione, l’intensificazione dei controlli e la una ridefinizione del catasto vitivinicolo regionale”.

L’aumento dei costi di produzione incide sui bilanci aziendali. Cosa fare?

“È, ormai, noto come quest’anno sia stato caratterizzato da un aumento generale dei costi di produzione in particolare per l’acquisto di agrofarmaci, concimi e carburante, inoltre, il verificarsi di condizioni climatiche avverse, ha costretto i produttori ad intensificare i consueti interventi colturali, causando un aggravio sui costi di gestione. Alla luce di tutto ciò, credo che per il futuro sia necessaria l’adozione di pratiche di agricoltura di precisione, che consentiranno di ridurre i costi aziendale ed ottimizzare l’efficienza produttiva delle nostre aziende sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo”.

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L’attenzione da parte delle istituzioni locali, del Governo nazionale e regionale anche dopo la delibera regionale del 25 settembre relativa alla “Proposta urgente al Ministerodell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di declaratoria delle eccezionali avversità atmosferiche. Piogge persistenti Aprile-Giugno 2023. Territori di comuni delle province di Foggia, Bari/BAT, Taranto, Brindisi e Lecce. Accesso al Fondo di Solidarietà”, non può esaurire il loro impegno. La regione Puglia ha quantificato nella provincia di Brindisi per le uve da vino una mancata produzione del 60 per cento e un danno economico per i produttori di circa 30 milioni di euro con queste motivazioni: “Per i vigneti di uva da vino si registra un notevole decremento produttivo a causa dei severi attacchi della peronospora favorita dall’andamento climatico piovoso. Le infezioni continue hanno provocato in molti areali la perdita dei grappolini già nella fase di fioritura, per proseguire poi con la forma “larvata” sui grappoli in accrescimento. In molti casi le foglie e i tralci risultano compromessi con ripercussioni sull’annata successiva. Diversi giovani impianti non ancora in produzione sono stati perduti. I vigneti condotti con il metodo di coltivazione “biologico”, sono i più danneggiati e in molti casi lo risultano totalmente.” Per i viticoltori della provincia di Brindisi ci vogliono “misure conseguenti. Il governo nazionale deve attivare subito le procedure che riconoscano la calamità eccezionale richiesta dalla Regione e non semplici palliativi e dichiarazioni di solidarietà. Sono necessari interventi a sostegno dei redditi, dei crediti bancari e garantirli con tempestività”. Le associazioni di categoria, i consorzi di tutela assieme ai produttori, dovrebbero vigilare e se necessario lottare perché ci siano le necessarie risposte e risorse da parte del governo.

 

 

 

Domenica 29 ottobre torna la Camminata tra gli Olivi, manifestazione giunta alla 7ª edizione promossa dall’Associazione Nazionale «Città dell’Olio» di cui fa parte anche Fasano. Camminare circondati dal suggestivo paesaggio degli olivi, che in ogni parte d’Italia vestono le nostre colline, è l’esperienza unica che si svolgerà contemporaneamente in 159 città italiane.

A Fasano a coordinare la camminata sarà la Cooperativa Serapia in collaborazione con il Servizio SUAP/Agricoltura del Comune e l’Agriturismo Masseria don Sante. Si andrà da Fasano alla Selva, lungo i percorsi sterrati del SIC Murgia dei Trulli, attraverseremo la piana olivetata monumentale. Risalendo il perimetro dello Zoo Safari, si attraverserà una lecceta che condurrà al famoso «Buco» della Selva, da cui godremo un panorama mozzafiato. Al termine della passeggiata, visita dell'agriturismo Masseria Don Sante, con degustazione guidata degli olii aziendali.

I dettagli della camminata saranno presentati nel corso della conferenza stampa che si terrà giovedì 26 ottobre alle ore 12,00 nella Sala di Rappresentanza di Palazzo di Città. Interverranno: il sindaco, Francesco Zaccaria, l’assessore all’Agricoltura Gianluca Cisternino, l’assessore alle Attività Produttive Giuseppe Galeota, la biologa Marialucrezia Colucci della Cooperativa Serapia e un rappresentante della famiglia De Simone, dell’agriturismo Masseria don Sante.

La Camminata tra gli Olivi è un’occasione per ristabilire un legame tra i cittadini e la propria terra, un modo per conoscere il paesaggio di una grande civiltà millenaria e per far scoprire ai tanti appassionati della cultura enogastronomica del nostro paese i territori di origine del prodotto attraverso gli alberi di olivo e gli uomini che lo custodiscono;  l’iniziativa è anche un modo attuale di promuovere il turismo dell’olio puntando sul patrimonio indissolubile dei nostri territori, un valore che dovrà costituire ricchezza per le future generazioni.

Questo il programma della Giornata del 29 ottobre a Fasano:

Ore 9,30 Raduno presso Agriturismo "Masseria don Sante" - C.da Sant'Elia;

Ore 9,45 Inizio Camminata;

Ore 11,30 Rientro in Masseria;

Ore 12,00 Degustazioni prodotti aziendali e olio EVO locale;

Ore 13,00 Conclusione giornata.

La partecipazione è gratuita, ma la prenotazione è obbligatoria: tel. 080.4394182

mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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