Redazione

“Tutti a Roma”, agricoltori pugliesi in piazza per la grande manifestazione CIA

Dal campo alla tavola, i prezzi aumentano anche del 500%, ma i profitti vanno tutti alla GDO

Ci saranno anche gli agricoltori pugliesi, giovedì 26 ottobre 2023, alla grande manifestazione nazionale di protesta organizzata da CIA Agricoltori Italiani che si terrà in Piazza Santi Apostoli a Roma. CIA Puglia sta organizzando pullman da ciascuna delle 6 province pugliesi.

“Saremo tantissimi dalla Puglia e da tutta Italia”, annuncia Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’organizzazione.

I temi al centro della protesta e delle proposte di CIA Agricoltori sono molti, tutti partono dalle enormi difficoltà affrontate dal comparto primario negli ultimi 10 anni, con un quadro economico, reddituale, produttivo e occupazionale in grande sofferenza.

“Una delle questioni su cui da anni è necessario un risveglio della politica e delle istituzioni è lo scandaloso squilibrio nella catena del reddito tra il primo anello di tutte le filiere, vale a dire le aziende agricole, e gli ‘assi pigliatutto’ della GDO e delle industrie di trasformazione”, spiega Sicolo.

Il prezzo del prodotto coltivato e raccolto sul campo è enormemente inferiore a quello imposto sui banchi dei supermercati. L’Ufficio Studi CIA, a questo proposito, ha elaborato un’attenta analisi statistica sulla variazione percentuale tra prezzi all’origine e prezzi al consumo nel bimestre agosto-settembre 2023.

Il grano duro italiano, negli ultimi mesi, è pagato 35 centesimi al chilo, vale a dire il 494% in meno rispetto al prezzo medio di un kg di pasta. I pomodori, nel passaggio dal campo agli scaffali della Grande Distribizione Organizzata, vedono aumentare il loro prezzo del 230%. Agli allevatori e produttori di latte, viene corrisposto un prezzo di quasi 4 volte inferiore rispetto a quanto i consumatori sono costretti a spendere per un litro di latte.

“È una situazione di pesante e generalizzato squilibrio a danno degli agricoltori”, aggiunge Sicolo. “Lo stesso medesimo problema si riscontra per l’uva da tavola, gli agrumi, le angurie, le ciliegie, la frutta in generale, ma anche i prodotti dell’orto. Spesso, a causa dello scarsissimo valore riconosciuto agli agricoltori per il loro eccellente lavoro in termini di qualità e standard di sicurezza alimentare, mette le aziende agricole nelle condizioni di non raccogliere nemmeno, di lasciare il prodotto sulle piante, perché con certi prezzi al ribasso non si riescono a coprire nemmeno i costi di produzione. Per tenere artificiosamente bassi i prezzi da corrispondere agli agricoltori italiani, spesso si usa la clava delle massicce importazioni anche di prodotti per i quali l’Italia potrebbe essere autosufficiente. Così vengono immessi sul mercato tonnellate di prodotti di basso o bassissimo livello qualitativo provenienti da Paesi nei quali gli standard di qualità, di sicurezza alimentare e di rispetto del lavoro sono decisamente inferiori ai nostri. É una situazione grave e inaccettabile che va cambiata, per questo è importante essere a Roma il 26 ottobre. Facciamo sentire a Parlamento e Governo la nostra voce”.

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Newgen Martina: Resta 18, Fedele 9, Ragusa 14, Bozuksa 6, Marangi, Cito, Agrusta, Valzani 11, Masciulli 13, De Simone 3, Angelini, Carbotti. Allenatore: N. Valzani.

Mens Sana Mesagne: Potì 6, Scalera, Ciccarese 14, Rollo 11, Campana, Zofra 2, De Vincentis 6, Malvindi 6, Panico 11, Colucci 3, Piliego. Allenatore: Fabio Mellone.

Parziali: 16-15 15-13 22-11 21-20

Arbitri: Matarazzo e Mappa

Esordio negativo per la Mens Sana Mesagne che cede i due punti in palio alla Newgen Martina. Un black out all’inizio del terzo periodo di gioco, condanna i biancoverdi al termine di una gara giocata ad armi pari. I mensanini si presentano a Martina senza Rizzo influenzato e senza coach Capodieci sostituito da Fabio Mellone. Il quintetto iniziale vede la Newgen schierare Fedele, Ragusa, Valzani, Masciulli e De Simone ai quali il Mesagne risponde con Ciccarese, Rollo, Malvindi Panico e Colucci. Fase di studio iniziale per le due formazioni e canestri realizzati con il contagocce. Al giovane Panico, uno dei migliori in campo, il compito di limitare la fisicità di Masciulli, mentre a referto scrive sei punti nei primi minuti di gioco. Il pivot martinese e Ragusa provano a staccare gli avversari, ma due triple di Ciccarese portano in vantaggio i biancoverdi (12-15), poi ancora Masciulli e Resta chiudono il primo quarto con il Martina in vantaggio 16-15. Non cambia la partita nella seconda frazione di gioco, le due squadre continuano a realizzare poco e alternano i vantaggi una sull’altra. Ragusa e Fedele per i locali ribattono colpo su colpo ai canestri di De Vincentis e Rollo. Zofra realizza il 21-21, poi un breve allungo della Newgen e al riposo lungo i marinesi conducono 31-28. Al rientro in campo si decide l’esito dell’incontro. La Mens Sana si disunisce in attacco e cede di schianto in difesa. Ne approfittano i padroni di casa per piazzare un parziale di 8-0 (39-28) con i canestri di Fedele e Ragusa, che diventa decisivo sul risultato finale. Rollo realizza il primo canestro del periodo dopo 4’, ma ogni tentativo di accorciare le distanze diventa vano e il terzo periodo si chiude sul 53-39 con un parziale di 22-11. Nell’ultimo quarto il Mesagne spende tutte le risorse disponibili per recuperare lo scarto nel punteggio, ma il Martina allunga ancora raggiungendo il massimo vantaggio  a 4’ dal termine sul 58-43. La difesa del Mesagne diventa più aggressiva e con due minuti ancora da giocare altre due triple di Ciccarese riaprono le speranze dei biancoverdi. (66-57). A mettere il risultato al sicuro ci pensa Resta con due canestri da tre punti consecutivi che chiudono definitivamente l’incontro. Vince meritatamente la Newgen Martina che ha approfittato di uno sbandamento degli ospiti per mettere un distacco sufficiente a gestire il resto dell’incontro. La Mens Sana paga la serata no di alcuni suoi giocatori e la scarsa percentuale di realizzazione anche nei tiri liberi. Il prossimo turno vedrà i mensanini impegnati sabato prossimo alle ore 18:30 con l’Academy Basket Brindisi (settore giovanile Happycasa) su un campo di gioco che sarà comunicato i prossimi giorni, visto la indisponibilità del palazzetto dello sport.

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CONSUMI: COLDIRETTI PUGLIA, A 10 ANNI DA PRIMA PASTA DI GRANO 100% ITALIANO SU TAVOLE È BOOM PASTA PUGLIESE (+15,4%) ALL’ESTERO

 Ma sono cresciuti in valore del 13% anche in Italia gli acquisti di pasta patriottica

 

E’ corsa alla pasta Made in Italy fatta in Puglia con gli acquisti all’estero cresciuti in valore del 15,4% nel primo semestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainata dalla tendenza dei consumatori mondiali a cercare prodotti fatti in Italia. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti Puglia, sui dati ISTAT Coeweb diffusa in occasione del World Pasta Day (Giornata Mondiale della Pasta) che si celebra il 25 ottobre in tutto il mondo.

Ma sono cresciuti in valore del 13% anche in Italia gli acquisti di pasta con 100% grano italiano – sottolinea la Coldiretti – aumentati in modo vorticoso con il risultato che oggi 4 pacchi di pasta su 10 (40%) venduti in Italia utilizzano esclusivamente grano duro coltivato sul territorio nazionale. Un record storico a distanza di poco più di 10 anni dell’arrivo sugli scaffali della prima pasta tutta italiana, per valorizzare il territorio, il grano e il lavoro degli italiani, realizzata per iniziativa di Coldiretti, Legacoop Agroalimentare e Coop Italia che, accolta inizialmente con diffidenza dagli operatori, ha poi cambiato per sempre il mercato del prodotto-simbolo della cucina nazionale.

Una vera e propria svolta patriottica favorita dall’obbligo dell’etichettatura di origine del grano impiegato fortemente voluta dalla Coldiretti che ha spinto tutte le principali industrie agroalimentari a promuovere delle linee produttive con l’utilizzo di cereale interamente prodotto sul territorio nazionale, anche se molto resta da fare. Nei primi sette mesi del 2023 sono aumentate del 530% le importazioni di grano dal Canada dove viene utilizzato glifosato in preraccolta con modalità vietate in Italia, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat

A frenare la crescita della coltivazione di grano sono i bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi del 25% rispetto allo scorso anno su un valore di appena 35 centesimi al chilo in netta controtendenza – denuncia la Coldiretti Puglia - rispetto all’aumento dei prezzi di vendita della pasta in crescita al dettaglio del 13 % nei primi nove mesi del 2023.

La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 10milioni di quintali prodotti in media all’anno, ma la domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.

E’ necessario adeguare subito – sottolinea la Coldiretti Puglia – le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione. Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, dal Senatore Cappelli al Timilia, al Saragolla, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano. 

Le superfici seminate – conclude Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale, con l’Italia che – continua la Coldiretti – è prima in Europa e seconda nel mondo nella produzione di grano duro destinato alla pasta con una stima di una produzione attorno ai 3,8 miliardi di chili su 1,3 milioni di ettari, di cui oltre 350mila solo in Puglia, che rischiano di essere abbandonati con effetti economici, ambientali e sociali.

Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito nell’ambito del Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, conclude Coldiretti nel sottolineare che serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici.

IL FERDINANDO DI MESAGNE ALLA FIERA "SAIE" DI BARI.

 Un gruppo di alunni del Tecnico Economico indirizzo Informatico di Mesagne, insieme ai compagni del Tecnico Tecnologico di San Pancrazio, ha visitato il SAIE di Bari. E' la fiera che rappresenta la più grande community di imprese, professionisti e associazioni del settore delle costruzioni. Visitare SAIE permette di scoprire tante opportunità non solo nell'edilizia ma anche nei settori dell'informatica e della meccatronica. Per i ragazzi del Ferdinando è stata un'occasione per scoprire l’eccellenza di tutta la filiera attraverso percorsi dedicati ai temi chiave della sostenibilità, dell’innovazione, dell’efficienza energetica, della sicurezza e della trasformazione digitale.

MALTEMPO: COLDIRETTI PUGLIA, CON ALLARME VENTI DI BURRASCA SOS INCENDI E ALBERI PERICOLANTI; 9 COMUNI SU 10 A RISCHIO DISSESTO.

 

Con i venti di burrasca che stanno sferzando la Puglia, è allarme per gli incendi e gli alberi pericolanti che rischiano di provocare danni gravi in città e campagna. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia, in riferimento all’enn esima tromba d’aria, con pioggia intensa e vento forte che si è abbattuta sul Salento, sradicando alberi e  facendo crollare numerosi muri di cinta.

Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

                                                                                                                

I cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi – aggiunge Coldiretti Puglia - si abbattono su una situazione diffusa di degrado dovuto alla mancanza di manutenzione del verde pubblico che ha richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco in Puglia per ben 1.768 emergenze per la presenza di alberi pericolanti nelle città, sulla base dell’annuario statistico 2023 dei VVFF. Ma sale anche il rischio incendi, con il vento forte che alimenta le fiamme – segnala Coldiretti Puglia – come nel caso del rogo che ha divorato sterpaglie e alberi del bosco Montelisciacoli, quando in Puglia nel 2022 sono stati 25.518 gli interventi dei Vigili del Fuoco per spegnere incendi che nel 60% dei casi ha una matrice volontaria. Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

Sulla Puglia da gennaio ad oggi si sono abbattuti 70 eventi estremi tra tempeste di vento, fulmini, nubifragi, tornado e grandinate che hanno provocato – denuncia Coldiretti Puglia - danni nelle città e nelle campagne con serre scoperchiate, smottamenti e allagamenti, per non parlare dei danni indiretti causati dalla peronospora e dalla scottature con perdite ingenti di cibo dall’uva agli ortaggi.

Le piante – evidenzia Coldiretti – cadono per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici, sul quale pesa soprattutto la mancanza di manutenzione adeguata con potature eseguite senza la necessaria professionalità. Ma i cambiamenti climatici hanno anche favorito la proliferazione di parassiti spesso arrivati dall’estero che – continua la Coldiretti Puglia – ha conseguenze catastrofiche sul verde, ma anche sulla sicurezza, con problemi di stabilità degli alberi. Una situazione sulla quale occorre intervenire con una gestione professionale, che preveda il ricorso alla figura del manutentore del verde con idonea qualifica, anche attraverso la rivalutazione del ruolo degli agricoltori così come previsto dalla legge di orientamento che consente ai Comuni di delegare la manutenzione agli imprenditori agricoli ed evitare così una gestione improvvisata che mette in pericolo i cittadini.

Ma anche la caduta della grandine nelle campagne – insiste  la Coldiretti regionale – è la più dannosa per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro. La grandine – conclude la Coldiretti – colpisce i frutticini proprio nei primi giorni di formazione in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione.

 

Multa al medico che non ha rispettato orario di lavoro in pandemia, CIMO-FESMED: “Violenza come un’aggressione in Pronto soccorso”.

Il sindacato: “Siamo allibiti. Ancora una volta la responsabilità delle inefficienze della sanità ricade sui medici. E intanto in Manovra si incentivano i medici a lavorare di più per abbattere le liste d’attesa. Nei prossimi mesi dobbiamo aspettarci valanghe di sanzioni amministrative?” 
Roma, 22 ottobre 2023 - Oltre il danno la beffa. La multa di 27.100 euro ricevuta dal direttore del Pronto soccorso del Policlinico di Bari per non aver rispettato l’orario massimo di lavoro in piena emergenza pandemica lascia allibiti. Con solo 26 medici a disposizione, rispetto ai 40 previsti dalla pianta organica, cosa avrebbe dovuto fare il dottor Vito Procacci? Chiudere il Pronto soccorso e lasciar morire gran parte di coloro che in quei mesi drammatici hanno trovato una possibilità di salvezza solo in ospedali danneggiati da anni di incuria e definanziamento? E cosa devono aspettarsi, adesso, tutti quei primari che, pur di garantire i servizi, a causa della carenza di medici e infermieri sono costretti a far lavorare il personale oltre l’orario di lavoro contrattualmente previsto? Sono loro che devono essere ritenuti responsabili di queste violazioni, oppure il dito andrebbe puntato contro le mancate assunzioni causate dal permanere di un anacronistico tetto alla spesa per il personale sanitario? 
Ricordiamo inoltre che solo qualche giorno fa il Governo ha varato la Manovra 2024 che prevede, per l’abbattimento delle liste d’attesa, incentivi a quei medici che decideranno di rimanere in ospedale oltre il proprio orario di lavoro. Rischieranno anche loro, tra qualche mese, di ricevere una multa come quella arrivata al dottor Procacci e ad altri due suoi colleghi primari per aver lavorato troppo? L’aumento delle tariffe e la defiscalizzazione delle prestazioni aggiuntive sono forse un contributo per pagare simili sanzioni amministrative?
“Ancora una volta la responsabilità dell’inefficienza della sanità ricade sui medici – commenta Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED, a cui aderiscono le sigle ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED -. E questa multa ha in sé la stessa violenza di un pugno sferrato in Pronto soccorso da un paziente esasperato lasciato per giorni su una barella a causa dell’assenza di un posto letto disponibile o di una denuncia presentata dai parenti di un deceduto a causa di intollerabili tempi d’attesa. Solo che, questa volta, è lo Stato che scarica sui propri “eroi” la colpa dei propri errori. E questo è inaccettabile”.
“Se le Istituzioni non interverranno per sanare questa ingiustizia che in sé ha dell’assurdo, saremo costretti a chiedere ai nostri iscritti di non lavorare, in alcun caso, oltre il proprio orario di lavoro. E se così facendo interi reparti saranno costretti a chiudere e le liste d’attesa si allungheranno ulteriormente, i cittadini sapranno chi ritenere responsabile”, conclude Quici.  

Rinviata la gara Libertas Altamura- Proshop Mesagne. La partita non si disputerà e verrà recuperata prossimamente per la morte di un dirigente dell'Altamura. Infatti, la Libertas piange la scomparsa di Vito De Bartolo, allenatore delle giovanili e fratello di un atleta. 

 

Un concreto contributo dell’Amministrazione Comunale di Fasano alla valorizzazione del merito e alla diffusione della cultura della mobilità sostenibile, ecologica, moderna attraverso i giovani.

Le bici ai più bravi studenti fasanesi per far pedalare i talenti sulla strada giusta di un futuro di successo. Si chiama «La strada giusta», appunto, l’iniziativa promossa dall’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Fasano, tutta dedicata agli studenti universitari più meritevoli del territorio premiati con una city bike.

Un concreto contributo dell’Amministrazione Comunale non solo alla valorizzazione del merito ma anche alla diffusione della cultura della mobilità sostenibile, ecologica, moderna attraverso i giovani.

Questa mattina, sabato 21 ottobre, al CiaiaLab - Laboratorio Urbano, si è svolta la cerimonia di premiazione alla presenza del Sindaco Francesco Zaccaria e dell’assessore alle Politiche Giovanili Pier Francesco Palmariggi.

«Si concretizza, per la quinta volta – dice l’assessore alle politiche Giovanili Pier Francesco Palmariggi -, un’idea che abbiamo messo in campo già dal 2016: gli studenti universitari fasanesi più meritevoli, ogni anno, possono partecipare a un bando pubblico del Comune e ottenere un bonus. Piccoli gesti con i quali vogliamo dimostrare ai ragazzi e alle ragazze della nostra città che siamo orgogliosi della loro bravura. Quest’anno con un ulteriore messaggio, forte e chiaro: sogniamo una città con più bici e meno auto e solo le nuove generazioni possono essere i veri artefici di questa rivoluzione».

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CONSUMI: COLDIRETTI PUGLIA, A TAVOLA LA FAMIGLIA PUGLIESE SPENDE 454 EURO/MESE; UNO DEI VALORI PIÙ BASSI D’ITALIA.

A tavola la famiglia pugliese spende in media 454 euro al mese per il solo acquisto di generi alimentari e bevande, uno dei valori più bassi d’Italia. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat sui consumi delle famiglie nel 2022 che fotografa le abitudini alimentari regionali.

Con l’inflazione che toglie potere d’acquisto alle famiglie, la situazione è preoccupante con i cittadini che – sottolinea la Coldiretti Puglia - hanno tagliato del 5% le quantità di prodotti alimentari acquistate nel 2023 e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.

In questo contesto - sottolinea la Coldiretti regionale -  l’entrata in vigore del paniere anti inflazione è importante per rilanciare i consumi alimentari ma deve garantire il rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alle pratiche commerciali sleali di cui al D.Lgs 198/2021 ed in particolare quella relativa al divieto di vendita sottocosto per assicurare che non si producano distorsioni nella ripartizione del valore e di una equa remunerazione, a pregiudizio soprattutto delle fasi contrattualmente più deboli, posizionate a monte della filiera agroalimentare

Occorre infatti evitare – insiste la Coldiretti - che il peso dell’iniziativa si scarichi sugli anelli più deboli della catena salvaguardando i bilanci dei produttori agricoli e degli operatori della trasformazione, industrie e cooperative, che sono stati i più colpiti dall’incremento dei costi di produzione, tutelando il tessuto produttivo e l’occupazione.

In Italia la tavola è – sostiene la Coldiretti – una componente importante della spesa familiare della quale assorbe in media circa il 18 per cento delle risorse con un valore medio mensile per famiglia di 482 euro al mese, in altre parole meno di un euro su cinque viene speso per mangiare  con un deciso aumento dell’incidenza di altre voci di spesa come abitazione, abbigliamento , trasporti e comunicazioni.

Analizzando le singole voci della spesa alimentare, il 2022 nel carrello delle famiglie italiane – rileva la Coldiretti - ha visto un aumento rispetto all’anno precedente per alcune categorie come la carne, l’olio d’oliva e lo zucchero e dolci, mentre cala quella per frutta e verdura, pane e pasta, pesce, latte e formaggi.

La voce più pesante nel carrello delle famiglie resta quella della carne e salumi – continua Coldiretti - per i quali si spendono mensilmente 104 euro, davanti a pasta, pizza, pane e cereali (76 euro), mentre al terzo posto si piazza la verdura con 61 euro. Seguono – conclude la Coldiretti -  latte formaggi e uova, con 58 euro, e la frutta a 41 euro, poco davanti al pesce (38 euro). In classifica ci sono poi i cibi pronti con 30 euro, lo zucchero e dolci con 21 euro, l’olio d’oliva assieme al burro e gli altri condimenti con 15 euro, oltre a caffè, acqua minerale, bibite.

In questo contesto il cibo locale a Km0 è divenuto uno strumento ‘salva tasche’ per i consumatori perché i prodotti – dice Coldiretti Puglia - provengono dal territorio regionale e non subiscono eccesivi rincari per il trasporto a causa del caro gasolio (36%), per il rapporto qualità prezzo (28%), perché la stagionalità e la biodiversità garantiscono che i prodotti non siano importati con l’effetto a valanga del caro prezzi a causa della guerra in Ucraina.

Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 700 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque. Grazie al progetto economico di filiera corta di ‘Campagna Amica’, in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.

SPESA A TAVOLA DELLE FAMIGLIE PER REGIONE EURO/MESE

Campania              552 euro

Sicilia                      546 euro

Valle d’Aosta         511 euro

Molise                     499 euro

Umbria                    499 euro

Calabria                  492 euro

Toscana                 491 euro

Basilicata               491 euro

Abruzzo                  484 euro

Piemonte                481 euro

Marche                   473 euro

Friuli-Venezia Giulia 471 euro

Veneto                    469 euro

Lombardia              468 euro

Lazio                       466 euro

Emilia-Romagna   466 euro

Liguria                    457 euro

Puglia                     454 euro

Trentino-Alto Adige 445 euro

Sardegna                  389 euro

Fonte: Elaborazione Coldiretti su dai Istat.

Corso di management e marketing turistico. Ecco i diplomi per i primi imprenditori brindisini.Confesercenti della provincia di Brindisi esprime soddisfazione per i diplomi che alcuni imprenditori associati, hanno ricevuto in questi giorni a conclusione del corso“Management e 

marketing delle imprese turistiche”, per imprenditori turistici – settore alberghiero e 
balneare - organizzato da Confesercenti Assohotel- Assoturismo Puglia, in collaborazione con 
l’Università di Bari, tenutosi nei mesi scorsi. 
Il corso è scaturito da un protocollo d’intesa siglato da Confesercenti Assohotel - Assoturismo 
Puglia e UniBa per rispondere ai fabbisogni delle imprese pugliesi relativi al turismo al fine di 
contribuire alla creazione di un ‘Sistema Turistico Regionale’. 
‘Tale Sistema dovrebbe mettere in campo tutte quelle azioni volte a destagionalizzare il turismo, 
oltre a qualificare le professionalità per garantire una accoglienza che fidelizzi i turisti e li motivi 
a continuare a scegliere la Puglia’, spiega Vito Roberto Santamato, docente e coordinatore del 
corso di laurea magistrale in Progettazione e Management dei sistemi turistici e culturali 
all’Università di Bari, e responsabile del corso in questione
Alla luce dell’interesse dimostrato – aggiunge Benny Campobasso, presidente Confesercenti 
Puglia – siamo orientati a dare seguito a questo tipo di formazione professionalizzante. Infatti, la 
prossima edizione del corso punterà sulla formazione di figure professionali che maturino 
conoscenze adeguate alle trasformazioni socio/economiche in atto per orientare le giuste scelte 
e far crescere l’impresa’.
‘L’interazione virtuosa stabilitasi tra docente e operatore del settore – spiega Mario 
Landrisicina, direttore Assoturismo Confesercenti Puglia – evidenzia l’importanza della 
formazione continua nata dall’esigenza – dopo un’attenta analisi – di dare un contributo 
sostanziale all’economia turistica pugliese che rappresenta il 14% del Pil. Per essere competitivi 
occorre offrire un prodotto di qualità per rendere la Puglia una regione turistica sempre più 
attrattiva’. 
“È un vero piacere per me aver partecipato a questo corso di 'Management e marketing delle 
imprese turistiche' – dichiara Michele Piccirillo, presidente Provinciale di Confesercenti - e aver 
ottenuto il riconoscimento. Questa esperienza è stata estremamente formativa e ha arricchito 
notevolmente le mie competenze nel settore turistico. Il corso, frutto della collaborazione tra Confesercenti/Assohotel Assoturismo Puglia e l'Università di Bari, ha rappresentato 
un'opportunità unica per noi imprenditori. La formazione continua è fondamentale per rimanere 
competitivi in un settore che rappresenta una parte significativa dell'economia regionale.
Sono convinto che in un contesto turistico in continua evoluzione, acquisire nuove conoscenze e 
competenze è cruciale. Questo corso mi ha fornito gli strumenti necessari per comprendere 
meglio le dinamiche del settore, migliorare la qualità dei nostri servizi e attrarre sempre più 
turisti nella nostra meravigliosa regione. Guardo con entusiasmo al futuro e sono determinato a 
mettere in pratica quanto ho imparato durante il corso per contribuire allo sviluppo sostenibile 
del turismo in Puglia. Inoltre, desidero informare che le nozioni e le competenze acquisite 
durante questo corso saranno trasmesse agli altri associati durante i prossimi meeting rivolti agli 
associati della provincia di Brindisi. Riteniamo che la condivisione delle conoscenze sia 
fondamentale per il progresso collettivo del settore turistico in Puglia. Sarà un piacere 
contribuire alla crescita di tutti i membri dell'associazione attraverso la diffusione di queste 
preziose informazioni. La formazione è una chiave per il successo e insieme possiamo fare la 
differenza e rendere la Puglia un'ancora più attraente destinazione turistica.
Questi gli imprenditori brindisini che hanno ricevuto l’attestato di partecipazione al corso: 
Agostino Cavallo responsabile provinciale di Assoturismo Brindisi, Vincenzo Di Roma, 
responsabile Provinciale di Assohotel Brindisi, Michele Piccirillo Presidente Provinciale della 
Confesercenti Brindisi e Antonio D’Amore Commissario della CCIAA di Brindisi.