Redazione

La dieta mediterranea si è classificata come migliore dieta al mondo del 2023 davanti alla dash e alla flexariana ma è sotto attacco degli effetti del cambiamento climatico, dell’esplosione dei costi di produzione e delle scelte dell’Unione Europea che boccia il vino con etichette allarmistiche e promuove i grilli a tavola, mentre incombe la minaccia del cibo sintetico. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, nell’ambito del confronto organizzato con la Fidal, in occasione dei Campionati nazionali di atletica leggera in corso a Molfetta, per promuovere la sana e corretta alimentazione anche tra gli sportivi.

“La dieta mediterranea – ha spiegato Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – è salutare per il cuore ed è stata associata a una riduzione della pressione sanguigna, del colesterolo e del peso corporeo, nonché a migliori risultati di salute cardiovascolare e tassi inferiori di malattie cardiache e ictus. L’abbondanza di frutti di mare ricchi di nutrienti, noci, semi, olio extravergine, fagioli, verdure a foglia verde e cereali integrali nella dieta mediterranea vanta anche molti benefici per il cervello. Gli antociani in bacche, vino e cavolo rosso sono considerati particolarmente benefici per la salute”.

La dieta mediterranea – sottolinea la Coldiretti Puglia – ha vinto la sfida tra 24 diverse alternative con un punteggio di 4,6 su 5 grazie agli effetti positivi sulla salute ed è anche fra le più facili da seguire, adatta alle famiglie, semplice da organizzare con alimenti di base, incoraggia un consumo moderato di grassi sani, come l’olio d’oliva, e scoraggia i grassi malsani, come i grassi saturi, con meno del 30% circa delle calorie totali provenienti dai grassi ed è adatta a chi segue prescrizioni religiose halal o kosher.

Un ruolo importante per la salute che – precisa la Coldiretti regionale – è stato riconosciuto ad oltre un decennio dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco avvenuta il 16 novembre 2010. L’apprezzamento mondiale per la dieta mediterranea fondata principalmente su pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari – continua la Coldiretti – si deve agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno.

La dieta mediterranea – sottolinea Coldiretti – conquista il primo posto, seguita sul podio da quella dash contro l’ipertensione che si classifica seconda e la flexariana, un modo flessibile di alimentarsi, che è terza. Al quarto posto la dieta mind che previene e riduce il declino cognitivo e quinta classificata la dieta TLC (Therapeutic Lifestyle Changes) creata dal National Cholesterol Education Program del National Institutes of Health con l’obiettivo di ridurre il colesterolo come parte di un regime alimentare salutare per il cuore con molta verdura, frutta, pane, cereali, pasta e carni magre.

Si tratta di un tesoro del Made in Italy che ha consentito all’Italia livelli di longevità fra più alti al mondo, ma è sotto attacco – denuncia Coldiretti – su più fronti: climatico, economico e politico europeo. I cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo in Italia hanno tagliato le produzioni degli alimenti base della dieta mediterranea con il crollo del 30% per l’extravergine di oliva, del 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al meno 5% per il grano duro destinato alla produzione di pasta tricolore. Con l’esplosione dei costi causata dalla guerra in Ucraina più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività – evidenzia Coldiretti – ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari spinti dalla guerra in Ucraina.

Ma sulla dieta mediterranea pesano anche altre minacce come il via libera dell’Unione Europea all’immissione sul mercato degli insetti come nuovi alimenti o l’autorizzazione Ue concessa all’Irlanda che potrà adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia. Francia e Spagna e altri sei Stati Ue. Un pericoloso precedente che – afferma la Coldiretti – rischia di aprire le porte a una normativa comunitaria allarmistica e ingiustificata, capace di influenzare negativamente le scelte dei consumatori nei confronti di un alimento che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.c. Un approccio semplicistico e fuorviante che si concretizza anche con lo scontro sulle etichette a semaforo tipo nutriscore che si stanno diffondendo in molti Paesi dell’Unione Europea.

“Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea – ha concluso Piccioni nel sottolineare che “è inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità anche perché l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera come nel sistema di etichettatura a batteria, e non certo sullo specifico prodotto”.

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La colonia di piccioni staziona nei pressi della chiesa Madre di Mesagne, dove trova cibo per nutrirsi. 

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Il Movimento Regione Salento di Brindisi esprime profonda preoccupazione per le condizioni lavorative e di sicurezza in cui sono costretti ad operare i dipendenti di ARPAL Puglia di Brindisi, un'istituzione di fondamentale importanza per la comunità brindisina. Le attuali condizioni dell'edificio, delle attrezzature e delle infrastrutture di rete non solo rendono difficile per i dipendenti svolgere il loro lavoro in maniera confortevole, ma rappresentano anche un potenziale pericolo per la loro sicurezza, per la salute e la tutela dei dati sensibili.
 
Nonostante queste difficoltà, i dipendenti di ARPAL Puglia di Brindisi continuano a garantire un lavoro impeccabile, fornendo servizi essenziali alla comunità.
 
Le temperature estreme all'interno dell'edificio, causate da un impianto di climatizzazione insufficiente, hanno reso impossibile per i dipendenti lavorare in condizioni accettabili. L'impianto elettrico dell'edificio è in uno stato di grave abbandono, con prese elettriche scoperte e cavi elettrici posizionati in modo non sicuro sul pavimento. Gli armadi di rete sono aperti e in condizioni pietose, esponendo l'organizzazione a gravi rischi di sicurezza informatica. Questa situazione compromette la protezione dei dati sensibili e potrebbe portare a violazioni della sicurezza dei dati, oltre che causare grossi disservizi che si ripercuotono sulla collettività.
 
L'impianto di illuminazione è solo parzialmente funzionante con plafoniere pericolanti.
 
È importante sottolineare che esiste una sede in Via San Domenico Savio che non è mai stata attivata. Il Movimento Regione Salento esorta le autorità competenti a prendere in considerazione l'attivazione di questa sede, che potrebbe fornire un ambiente di lavoro più adeguato per i dipendenti.
 
A causa delle attuali condizioni inaccettabili, gran parte dei dipendenti sono stati trasferiti temporaneamente in via Tor Pisana, all'ufficio di coordinamento provinciale, mentre alcuni sono rimasti di presidio in via Cappuccini. Il Movimento Regione Salento chiede un intervento immediato per risolvere tali questioni e garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre per gli utenti e per i dipendenti di ARPAL Puglia di Brindisi.
 
Movimento Regione Salento Brindisi

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La lettera con la quale ASL Brindisi ha comunicato ai familiari degli ospiti della comunità socio-riabilitativa “Eridano Dopo di Noi” la necessità di individuare una struttura idonea al trasferimento e il contestuale sollecito ai distretti per adoperarsi in tal senso, ha suscitato in tutte le persone coinvolte, lavoratori compresi, agitazione, ansia, malumore (ciò perché Eridano non ha aderito alle preintese per la riconversione della comunità in RSA ai sensi del nuovo regolamento regionale n. 5/2019 “Regolamento regionale sull’Assistenza residenziale e semiresidenziale per soggetti disabili - Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) per disabili - Centro diurno socioeducativo e riabilitativo per disabili”).

Ne sono scaturite anche tante voci, infondate, circa uno svuotamento di massa ed una prossima chiusura di Eridano. Ovviamente, le cose non stanno così. È opportuno fare un po' di chiarezza.

Il regolamento sopra citato offriva alle preesistenti comunità l’opportunità di convertirsi in RSA così come declinate all’interno dello stesso, all’art. 9, comma 3: “Diversamente, le strutture Comunità socioriabilitativa ex art. 57 R.R. n. 4/2007 e s.m.i. già autorizzate al funzionamento alla data di entrata in vigore del presente regolamento possono mantenere l’autorizzazione al funzionamento ai sensi del R.R. n. 4/2007 e mantenere la status di strutture socio assistenziali”.

Senza alcun dubbio, come cooperativa, congiuntamente a dipendenti e familiari, formalizzammo alla Regione Puglia la nostra decisione di mantenere lo status di comunità in quanto quello assolutamente più idoneo a proseguire il percorso riabilitativo intrapreso dai nostri ospiti. Tuttavia, con la Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2019, n. 2444 – Approvazione “Regolamento regionale di modifica al regolamento regionale 21 gennaio 2019, n. 5” all’art. 3 comma 7, viene così modificato: “Il mancato adeguamento ai requisiti di cui al presente regolamento nei termini indicati nel presente articolo, comporta la revoca dell'autorizzazione al funzionamento ai sensi e per gli effetti degli articoli 14, commi 6 e 8 della L.R. n. 9/2017”.

Nonostante tutte le interlocuzioni, non ci è stata data opportunità alcuna in tal senso ma, al contrario, con l’approvazione del regolamento regionale n. 3 del 26 marzo 2021, la comunità socio-riabilitativa ex art. 57 è stata esclusa dal novero delle strutture socio-assistenziali presenti nel precedente regolamento con l’abrogazione del relativo articolo. Fino ad oggi, però, non avendo avuto nessuna comunicazione ufficiale di chiusura, non essendoci stato alcun trasferimento e, soprattutto, avendo avuto indicazioni ASL Brindisi di continuare a corrispondere in deroga la quota sanitaria per la presa in carico degli ospiti, “Eridano Dopo di Noi” opera secondo gli standard organizzativi della comunità con un organico composto principalmente da educatori e OSS.

Oggi ASL Brindisi - con cui, è opportuno precisare - c’è stato un dialogo trasparente, corretto, rispettoso delle reciproche posizioni - non avendo avuto più indicazioni dagli uffici regionali circa il comportamento da assumere nei nostri confronti, non potendosi permettere di continuare a pagare una struttura, nei fatti, priva di autorizzazione, ha avviato l’iter di cui sopra.

La scelta di Eridano rispetto a questa situazione è quella di non abbandonare la propria vocazione rispetto ad un intervento riabilitativo che sia a carattere sociale ed inclusivo e pertanto una riconversione avverrà, ma non in RSA, bensì in gruppi appartamento.

Il progetto di riconversione di Eridano, a differenza della direzione intrapresa dalle politiche sociosanitarie in Puglia, è perfettamente in linea con la legge 112/2016 cosiddetta del “Dopo di Noi”. Eridano, nella sua azione sociale di presa in carico delle persone con disabilità, ha sempre messo al centro gli interessi della persona e non quelli economici dell’impresa, sempre si è ispirata a quei principi che oggi la legge 112 meglio individua e cristallizza.

In prima persona, con il lavoro all’interno della Consulta Welfare del Forum Nazionale del Terzo Settore, ho direttamente contribuito alla stesura di questa e successive leggi e mi sono battuto, finché è stato possibile, affinché la comunità socio-riabilitativa non fosse cancellata come tipologia di struttura per la presa in carico delle persone con disabilità prive di riferimento familiare. Il processo di riconversione in gruppi appartamento, proprio per l’impostazione familiare già posseduta in partenza dalla nostra comunità, non prevede interventi di particolare rilevanza e, da un punto di vista strutturale, agevolati dalla disposizione su 3 piani dei precedenti 15 posti, sarà sufficiente intervenire con l’installazione di due bagni sul piano primo e secondo, di uno spazio cucina mantenendo per le camere gli standard preesistenti che sono di gran lunga superiori a quelli richiesti.

                                                 Francesco Parisi

                                                 Legale rappresentante

                                                 ERIDANO Coop. Soc. Onlus

Mesagne - Quadrangolare di beneficenza di calcio a 5 terza edizione, si svolgerà presso il campetto della parrocchia “San Pio da Pietrelcina”, quartiere “Seta”: si ritroveranno per sfidarsi le formazioni dell’Amministrazione comunale, capitanata dal presidente Omar Ture, la squadra dei Carabinieri, guidata dal capitano Vito Sacchi, quella della Polizia di Stato, capitanata dal vicequestore Giuseppe Massaro, e dei “Lions Mesagne”, guidata dal dott. Vincenzo Gatto. Fischio di inizio alle ore 19, alla squadra vincitrice andrà una coppa ricordo. Tutti i calciatori, e chi lo vorrà tra gli spettatori, devolveranno una quota che sarà donata all’Auser per l’acquisto di beni di prima necessità da destinare alle famiglie mesagnesi in condizioni di accertato disagio economico. Ingresso libero.

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Organizzato dai Comitati ed Associazioni in indirizzo, come programmato il 25 luglio scorso, si è svolto a Bari, di fronte il Palazzo del Consiglio Regionale, un partecipato un sit-in per protestare contro l’ormai annoso ed odiato tributo 0630, voluto ed imposto dal Consorzio di Bonifica dell’Arneo.

 La manifestazione è stata partecipata e composita in quanto i partecipanti provenivano anche da diversi comuni brindisini in rappresentanza di associazioni, comitati spontanei, semplici cittadini.

Alla fine, dopo una lunga e paziente attesa, una ns delegazione composta dai responsabili delle associazioni organizzatrici, è stata ricevuta dall’Assessore all’Agricoltura dott. Pentassuglia, presenti anche il Presidente della Commissione medesima dott. Paolicelli dal vicepresidente Christian Casilli, ed il Consigliere A. Leoci che tanto si era prodigato per fissarci l’incontro.

Al sit in è venuto ad incontrarci anche il Consigliere Regionale Paolo Pagliaro che ha assicurato il suo impegno sul tema dell’Arneo e della riforma dei Consorzi di Bonifica.

L’Assessore Pentassuglia, dopo aver illustrato brevemente gli ultimi anni della sua azione amministrativa con l’attivazione di un Comitato consultivo sui Consorzi, ha sottolineato in maniera perentoria la necessità di convocare con urgenza i Sindaci della Provincia  al fine di  avere un riscontro riguardo ai Piani di classifica e ai Programmi di bonifica di pertinenza del Consorzio, ognuno per il proprio territorio.

Insomma, come da noi auspicato in tal senso, finalmente qualcosa si muove ma le nostre   rimostranze sono rivolte al Consorzio che in modo sempre più pervicace d’altra parte emette avvisi di pagamento, solleciti, ingiunzioni dove  si ravvisano anomalie e singolarità procedurali tali da minarne la legittimità. 

Non vengono rispettate infatti leggi della Regione stessa quali la n .4/2012, norme statutarie del Consorzio stesso, sentenze della Corte di Cassazione, pertanto abbiamo ribadito in maniera chiara e netta che mancando i presupposti di legge le cartelle fino ad oggi inviate, non vanno né sospese né riscosse ma revocate/annullate.

Del resto e lo abbiamo evidenziato ai ns importanti Interlocutori istituzionali, che non ci puo’ essere la tanto sbandierata Riforma dei Consorzi, senza che prima venga rimosso tutto il pregresso ossia senza una sanatoria che apri la strada ad una Riforma appunto.

Alla fine abbiamo avuto la sensazione che nei ns confronti ci sia stata una apertura di credito confortata anche dal fatto che l’Assessore Pentassuglia si è dichiarato disponibile a valutare anche per il tramite del suo staff dirigenziale, le diverse specifiche criticità riscontrate e segnalate riguardo i tributi 0630 e 0648 che l’Arneo in maniera vessatoria continua a imporre e di cui a breve forniremo dettagliato elenco.

Ad esempio attraverso i nostri comitati possono essere inviati all’Assessore Pentassuglia le lettere di pagamento per le abitazioni, cosa totalmente illegittima e di cui se ne  occuperà lo stesso Assessorato.

In un Paese come il ns in cui vige ancora lo stato di diritto, chi è preposto ha il compito di vigilare che le leggi vengano rispettate da tutti, senza costringere un cittadino a ricorrere alla giustizia tributaria o penale che sia,

Per una battaglia di democrazia e di civiltà, appunto.

  Il Presidente                    Il Presidente                        Il Presidente

f.to : Chirico                     f.to : Brancasi                       f.to : Aprile

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Brindisi e provincia: 106 annunci di lavoro sul portale regionale “LavoroXTe”. Brindisi, 28 Luglio 2023 - 106 annunci di lavoro per 228 figure professionali: è il dato registrato nella settimana dal 28 luglio al 4 agosto relativamente alla ricerca di personale nell’ambito territoriale di Brindisi ed inserito nel Report settimanale appena pubblicato, visionabile al seguente link: undefined. Le offerte, consultabili sul sito o sull'app “LavoroxTe Puglia”, sono quotidianamente aggiornate e monitorate dagli operatori dei Centri per l’impiego e veicolate anche tramite la pagina Facebook “Centri impiego Brindisi e provincia”, attraverso la quale è possibile restare sempre aggiornati sugli annunci di lavoro attivi e sugli eventi di orientamento organizzati su tutto il territorio.

Questa settimana si registrano 68 posti vacanti nel settore ristorazione su Brindisi e provincia, edilizia 48, trasporti 20, commercio 17, artigianato 13, impiantistica elettrica 10, servizi 8, metalmeccanico 7, servizi assicurativi e finanziari 5, informatico 5,  pulizie 4, turismo 4, meccatronico 4, amministrativo 4, energetico 3, termoidraulico 2, alimentari 2, socio-sanitario 2, tecnico, agricoltura e zootecnia 1.

Le opportunità di impiego all’estero tramite la rete EURES sono numerose: si ricerca personale soprattutto nel settore alberghiero e della ristorazione.

Sempre aggiornata, inoltre, la sezione dedicata ai corsi di formazione per diplomati e disoccupati, cui si uniscono le opportunità offerte con i programmi Garanzia Giovani e NEET.

Per qualunque supporto, richiesta o informazione, i cittadini e le imprese possono rivolgersi agli operatori di ARPAL Puglia dei tre Centri per l’impiego dell’Ambito territoriale di Brindisi (Brindisi, Francavilla Fontana, Ostuni), i cui contatti si trovano in coda al comunicato.

Si consiglia di consultare quotidianamente il portale Lavoro per Te - Regione Puglia, per rimanere sempre aggiornati sulle nuove opportunità lavorative.

AGENZIA REGIONALE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO PUGLIA

L'Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro della Puglia nasce con la Legge regionale n. 29 del 29 giugno 2018 e ha come obiettivo prioritario la più ampia inclusione nel mondo del lavoro. Gestisce i Centri per l’impiego; favorisce l’incontro  tra la domanda e l’offerta di lavoro, in sinergia  con imprese e privati accreditati; promuove l’integrazione delle  persone con disabilità e fragilità; supporta l’osservatorio del mercato del lavoro; collabora alla programmazione dell’offerta formativa rispetto alle dinamiche del mercato del lavoro e dei fabbisogni professionali.

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A partire da martedì 1 agosto entreranno in funzione i varchi che delimitano la ZTL (zona a traffico limitato) e l’APU (area pedonale urbana) del centro storico.

Sul display, come già avvenuto nella fase di rodaggio, comparirà la dicitura “ZTL attiva” che indicherà il corretto funzionamento delle telecamere puntate sulle targhe dei veicoli che accedono alle aree del centro storico.

In questi giorni la Polizia Locale ha completato il rilascio dei pass alle persone in possesso dei requisiti per il transito nella ZTL e nell’APU. Da martedì 1 agosto tutti i veicoli sprovvisti delle necessarie autorizzazioni saranno sanzionati automaticamente.

“L’entrata in funzione dei varchi – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – ci aiuterà a proteggere la zona più antica e fragile della nostra Città. Abbiamo lavorato a lungo per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie. Abbiamo il dovere di preservare il centro cittadino e averne cura, consentendo a tutti, a partire dai bambini, di riappropriarsi dello spazio pubblico in totale sicurezza.”

I pass per l’accesso sono stati rilasciati a residenti, persone con disabilità, Forze dell’Ordine, operatori di igiene urbana e mezzi che si occupano della consegna delle merci.

I varchi videosorvegliati sono stati installati in Piazza Vittorio Emanuele II, all'ingresso di Via Cardinale Spinelli e di via Chiesa Matrice.

“Da martedì 1 agosto – conclude l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano – disporremo di uno strumento utile per consentire alle persone in carne ed ossa di vivere  pienamente il cuore della Città e di usufruire delle numerose attività che si sono insediate qui.”

Il via libera all’installazione dei varchi è arrivato al culmine di un complesso iter amministrativo che ha visto coinvolti l’Amministrazione Comunale, il Comando della Polizia Locale, l’Ufficio Tecnico e il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

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Il ministro Lollobrigida ha mantenuto la promessa che aveva fatto a Roma, all’incontro con la delegazione di CIA Agricoltori Italiani: il 3 agosto, al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, ha convocato tutti i soggetti della filiera italiana grano-pasta. É questa la novità più importante emersa dalla conferenza stampa di Foggia. Quello che si terrà a Roma, dunque, a tutti gli effetti, si annuncia come il primo atto degli ‘Stati Generali del grano duro’ per rilanciare il settore cerealicolo italiano. “É un primo risultato ottenuto da CIA Agricoltori Italiani, grazie al coinvolgimento di migliaia di italiani, al supporto e al sostegno di ANCI Puglia, di 30 comuni pugliesi e di diverse associazioni di consumatori, nonché per merito di tutti quei cerealicoltori che, nei giorni più caldi di luglio, hanno manifestato con noi raggiungendo Foggia da tutta la Puglia”, dichiara Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani. “Una Puglia ancora una volta capace di lottare per dare voce non solo a se stessa, ma a tutta l’Italia della cerealicoltura”. “Ci confronteremo finalmente con mugnai e pastifici. Noi vogliamo il bene dell’intera filiera, la nostra non è una lotta “CONTRO” qualcuno, è una lotta “PER” il grano italiano”. “Confidiamo nel ministro per l’attivazione di Granaio Italia, nonostante alcune organizzazioni agricole stiano facendo di tutto per impedirla, andando contro gli interessi degli agricoltori e facendo quelli della parte industriale”. “Il primo passo”, spiega Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario di CIA Puglia, “è quello di trovare soluzioni e misure utili a restituire redditività ai produttori ed equità lungo la catena del valore prodotto da ogni singolo componente della filiera”. Naturalmente, come zona italiana in cui si concentra la quantità maggiore di produzione di grano duro, la provincia di Foggia è una protagonista importante di questo processo, come spiega Angelo Miano, presidente provinciale di CIA Agricoltori Italiani di Capitanata: “Sul tavolo convocato dal ministero c’è anche l’istituzione definitiva della CUN: noi della CIA continuiamo a pensare che la sede naturale della Commissione Unica Nazionale per il prezzo del grano debba essere Foggia”.

Giuseppe De Noia, presidente di CIA Levante (Bari-Bat), ribadisce che “i prezzi riconosciuti ai cerealicoltori italiani devono essere adeguati alla qualità prodotta, che è sempre molto alta, ai costi di produzione, e al valore aggiunto che i produttori garantiscono ai pastifici e al marchio made in Italy”, ribadisce Giuseppe De Noia, presidente di CIA Levante (Bari-Bat). Proprio dall’area metropolitana di Bari e dalla provincia Barletta-Andria-Trani sono arrivate tante adesioni “di peso” alla campagna messa in atto da CIA Agricoltori Italiani a partire dallo scorso aprile: la piattaforma dell’organizzazione, infatti, è stata fatta propria dai Comuni di Bitonto, Barletta, Altamura, Corato, Molfetta, Terlizzi, Spinazzola, Triggiano, Cassano delle Murge, Sammichele di Bari, Palo del Colle, Canosa di Puglia, Minervino Murge, Castellana Grotte, Santeramo in Colle e Sannicandro di Bari. Nel Foggiano, le adesioni sono arrivate dalle Amministrazioni comunali di: Lucera, San Severo, Apricena, Orsara di Puglia, Vico del Gargano, Torremaggiore, Troia, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Chieuti, Roseto Valfortore, Alberona, Serracapriola e Castelluccio dei Sauri. Complessivamente, 30 comuni della Puglia, che rappresentano circa 500mila cittadini pugliesi: consumatori, produttori, madri e padri di famiglia, professionisti, lavoratrici e lavoratori di ogni settore, tantissimi giovani. L’adesione più generale di ANCI Puglia, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, amplia ancora di più la credibilità, la forza e l’autorevolezza delle richieste che hanno già portato il governo a prendere alcuni impegni. “Ma non basta”, conclude Sicolo, “perché occorrono anche l’attivazione immediata del Registro Telematico e di tutte le azioni di Granaio Italia. Ecco perché la nostra battaglia continua”.

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ECONOMIA CIRCOLARE: COLDIRETTI PUGLIA, DA AGRICOLTURA  E MARE PRODOTTI PER ENERGIA, BIO-CHEMICALS E GREEN REFINERY

A Taranto con Fondazione Univerde e Società Geografica Italiana focus sulla transizione ecologica in agricoltura

e sulle energie rinnovabili per contrastare il cambiamento climatico e i suo drammatici effetti

Per combattere il caro bollette e ridurre la dipendenza energetica dall’estero è utile la valorizzazione delle biomasse agricole per la produzione di biocarburanti avanzati per il comparto energetico e bio-chemicals, oltre alla ricerca e promozione di colture per la produzione di cariche alternative per le green refinery. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione dell’incontro organizzato a Taranto con Fondazione Univerde e Società Geografica Italiana sulla transizione ecologica in agricoltura e sulle energie rinnovabili per contrastare il cambiamento climatico e i suo drammatici effetti. 

“Dall’allevamento di mucche si ricavano non solo il latte e i formaggi che vengono venduti direttamente ai consumatori ma anche un biogas di qualità per la auto a metano. I liquami e il letame prodotti in stalla dalle mucche – ha spiegato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - vengono mescolati ai residui della lavorazione dei cereali per l’alimentazione degli animali, dalla paglia agli stocchi di mais, e messi a fermentare in un impianto che somiglia a una sorta di grande pentola a pressione”.

Il gas prodotto viene quindi trasferito in un impianto di upgrading dove viene completamente purificato e stoccato in grandi bombole che alimentano il distributore, capace di fare il pieno a 100 macchine al giorno mentre gli scarti vengono usati per concimare i terreni. Il primo distributore a km zero – rivela Coldiretti - sta riscuotendo un successo clamoroso con decine di automobilisti in fila per fare il pieno “a km zero”, peraltro molto più conveniente.  

La promozione di rete energetiche alternative – insiste Coldiretti Puglia - rappresenterebbe un contributo determinante alla transizione green ma anche per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese. In questo senso l’agricoltura gioca un ruolo strategico. Partendo, ad esempio, dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti – aggiunge Coldiretti Puglia – è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini. In questo modo sarà possibile generare un ciclo virtuoso di gestione delle risorse, taglio degli sprechi, riduzione delle emissioni inquinanti, creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della ricerca scientifica in materia di carburanti green.

E’ da rilevare che, nonostante la Puglia produca il 25% dell’energia eolica italiana e il 14% di quella solare, posizionandosi al primo posto per numero di impianti e per potenza installata di “nuove rinnovabili” – aggiunge Coldiretti Puglia - la quota di autoconsumo resta bassa, pari al 26%.

Secondo uno studio del Centro Studi Divulga solo utilizzando i tetti di stalle, masserie, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare.

Il nodo è la mancata individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili a fronte di “una serie disordinata di iniziative avviate da fondi di investimento speculativi per quanto riguarda la localizzazione di impianti di grandi dimensioni, senza stabilire forme di coinvolgimento degli agricoltori – ha denunciato Muraglia nel sottolineare che “il caos decisionale che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio ha finito per partorire una sorta di abusivismo energetico, con un forte consumo di suolo e significativi danni collaterali ecologici ed economici”.

E’ importante cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile attraverso un fotovoltaico “intelligente” che non consuma suolo fertile e una rete per il biometano, conclude Coldiretti nel sottolineare peraltro l’importanza in tale ottica di sbloccare la proroga degli incentivi al biogas e finanziamento degli impianti che hanno presentato domanda al Gestore dei Servizi energetici (Gse) per favorire la transizione ecologica, trasformando gli sprechi in energia, e di dire sì al digestato come fertilizzante per evitare di fare un favore alle multinazionali straniere.

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