Redazione

Una nuova area giostrine nascerà nella villa comunale di Mesagne nel posto dove sono seccati alcuni alberi. Si tratta di una bella notizia per i bimbi la decisione dell’amministrazione comunale di realizzare una nuova area giochi nella villa comunale. La brutta notizia è che sarà collocata in una zona in cui fino a poco tempo fa vi erano degli alberi che sono seccati. Il progetto, redatto dall’ufficio Manutenzione, è divenuto operativo e tra poche settimane si darà inizio ai lavori. Soddisfatto di questa scelta tecnica è l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona. “È arrivata la bella stagione – ha spiegato -. Per tutti i ragazzi, chi più grandicello chi più piccolino, è la stagione della spensieratezza, almeno per qualche momento, e possono andare a giocare nei diversi parchi presenti in città: da parco poti alla villa comunale, alle diverse piazzette di periferie”. Ed è proprio in villa, pensando ai più piccini, che l’amministrazione ha deciso di investire alcune risorse per ampliare le aree destinate ai giochi.

“Questa volta – ha proseguito D’Ancona - lo facciamo aggiungendo in tutta l’area anche un tappeto anti trauma e non solo intorno al gioco. Insomma più divertimento, ma in sicurezza”. Ed è sulla sicurezza dei bimbi che l'architetto Marta Caliolo, responsabile del settore Manutenzione del Comune, ha voluto utilizzare materiali che mettano al sicuro i piccoli. “Controllo e certificazione su tutti i giochi, sistemazione delle aree dove si gioca e ammodernamento di illuminazione e viabilità. Tutto per rendere sempre più attrattive le aree che non sono solo gioco, ma, soprattutto, socializzazione tra grandi e più piccoli”, ha aggiunto l’amministratore. In villa, infatti, s’incontrano i bimbi per giocare, ma anche i genitori e i parenti che socializzano e si intrattengono per trascorrere qualche ora spensierata condividendo anche esperienze. “Insomma, quella che appare una semplice area di intrattenimento diventa un’area di socialità. Proprio per questo investiremo sempre di più in questa direzione”, ha concluso D’Ancona. Adesso, però, bisogna trovare altre aree dove impiantare il verde pubblico sempre più necessario in queste giornate a dir poco afose.

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Dopo la conferma del capitano Emanuela Morone, arriva un’altra buona notizia per tutti i sostenitori della Volley Vipostore Francavilla: anche Martina Labianca continuerà il suo percorso con la maglia della neopromossa società francavillese.


Nata l'8 gennaio 1993 a Bitonto e alta 185 cm, Martina Labianca ha mosso i suoi primi passi nel mondo della pallavolo nella sua città natale, dove, dopo la consueta trafila giovanile, ha conquistato ben presto spazio in prima squadra mettendosi in mostra nei campionati di serie D e di serie C.


Nel corso della sua carriera giovanile, la centrale bitontina ha conquistato prestigiosi riconoscimenti, vincendo due volte il Trofeo delle Province e partecipando al Trofeo delle Regioni con la Selezione della Puglia. Vanta anche diverse partecipazioni ai collegiali nazionali con i tecnici Mencarelli e Moretti, e una partecipazione alla Girl League con la maglia dell’Accademia Volley Benevento.


Le sue abilità, inoltre, non si sono limitate esclusivamente alla pallavolo ma si sono estese anche all'atletica leggera, dove ha ottenuto prestigiosi risultati nei campionati studenteschi. Tra i suoi successi, spiccano una vittoria regionale nella staffetta 4x100 e un settimo posto nazionale nel lancio del peso.


Il suo curriculum pallavolistico è ricco di esperienze presso società prestigiose, tra cui Aspav Valenzano (B1), Prima Donna Bari (B1), Polis Corato (B2), Cutrofiano Volley (B1), Pvg Bari (B1), Real Volley Noci (B1) e Castellana Grotte (B1).


L’avventura con la Volley Vipostore Francavilla ha rappresentato una pietra miliare nella sua carriera: grazie alla sua esperienza e al suo talento, Martina ha contribuito in modo determinante alla promozione della squadra in B1 nella scorsa stagione, dimostrando di essere una giocatrice imprescindibile e conquistandosi un posto nella rosa che si sta delineando per la stagione 2023/2024.


"Dopo aver chiuso la scorsa stagione nel migliore dei modi ho scelto di restare a Francavilla perchè ho avuto modo di vivere una realtà bella e piacevole", ha dichiarato Labianca, "Nonostante sia una società nata da poco, la Volley Vipostore Francavilla ha dimostrato di avere grandi ambizioni e qui mi sono sentita come a casa. Non vedo l'ora di poter rimettere piede in palestra e auguro a tutti noi un grandissimo in bocca al lupo!"

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Si terrà domani - giovedì 27 luglio, alle ore 17 presso il Parco urbano “Roberto Potì” – l’incontro informativo sul bando regionale “Luoghi Comuni. Diamo spazio ai giovani”, nell’ambito del quale il Comune di Mesagne è stato ammesso a un finanziamento di 40mila euro.  Con delibera di Giunta comunale, lo scorso 22 marzo, l’Amministrazione comunale ha partecipato all’avviso, candidando un immobile di proprietà comunale sita all’interno del Parco “Potì”. La struttura possiede le caratteristiche indicate nel Bando, l’obiettivo è la riattivazione di strutture sottoutilizzate. La regione Puglia, tramite di ARTI – Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione – il cui staff interverrà all’Open Day -  ha provveduto a pubblicare il bando di selezione per l’individuazione del soggetto gestore dell’immobile candidato, destinandolo al raggiungimento delle finalità di formazione extra-scolastica, prevenzione della dispersione scolastica del bullismo e della povertà educativa. All’avviso possono partecipare le organizzazioni giovanili del Terzo Settore, che - entro il prossimo 5 settembre - potranno proporre azioni di co-progettazione e la realizzazione di interventi di innovazione sociale all’interno della struttura individuata.

<<Parco Potì è un’area con una naturale vocazione sociale, che si presta alla realizzazione di attività ludico-ricreative da svolgere con finalità educative e di prevenzione del disagio giovanile, offrendo ai ragazzi spazi e interventi per la crescita e l’apprendimento>>, ha commentato il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli. La compartecipazione dell’Ente prevede la concessione dell’immobile in comodato d’uso gratuito a soggetti terzi selezionati da ARTI Regione Puglia, con interventi di manutenzione straordinaria dell’immobile e la manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico adiacente all’immobile candidato. Soddisfatto Vincenzo Sicilia, consigliere comunale con delega alle Politiche Giovanili:<<Luoghi comuni aggiunge un tassello prezioso al percorso che durante questi anni l’Amministrazione comunale si è impegnata a costruire, in un settore in cui si semina con fiducia per beneficiare in seguito dei risultati auspicati. Ringrazio la dott.ssa Stefania Palana, responsabile dell’ufficio comunale alle Politiche Giovanili, per l’impegno con cui si è spesa a favore del progetto>>, ha dichiarato. L’avviso completo è disponibile sul sito dell’Ente, all’indirizzo www.comune.mesagne.br.it.

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La campagna di scavi archeologici 2023 di Torre Guaceto è stata un successo. Tra le importanti novità che giungono dalla necropoli a cremazione ci sono il ritrovamento della tomba del primo uomo di ceto elevato e vasi per cerimonie funebri contenenti bevande fermentate a base di cereali, la birra dell’età del Bronzo. 

Le indagini si sono concluse solo da qualche settimana, e anche se gli archeologi non hanno ancora iniziato a lavorare sui materiali appena rinvenuti, gli entusiasmi e i mormorii che già filtravano nel corso degli ultimi giorni di scavo cominciano a trasformarsi in vere e proprie anticipazioni di un proficuo quadro generale. 
La campagna di scavo 2023 della necropoli a cremazione dell’età del Bronzo di Torre Guaceto è stata davvero un successo se si considerano anche solo i dati numerici. Nel mese di giugno è stato infatti possibile raddoppiare il numero complessivo di tombe scoperte nel corso delle due annate precedenti, che raggiunge le 65 unità. 
“Non si tratta solo di una questione di numeri” come sottolinea il direttore dello scavo, il professore Teodoro Scarano del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, che con il supporto del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, nel 2019 ha scoperto la necropoli e dal 2021 conduce le ricerche in regime di concessione ministeriale in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna e con l’Istituto Archeologico Austriaco di Vienna, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi. 

“La Soprintendenza è coinvolta in tutti gli aspetti che concernono la tutela dello straordinario contesto paesaggistico e culturale che Torre Guaceto rappresenta - ha commentato la Soprintendente, Francesca Riccio -, le campagne di scavo della riserva stanno arricchendo notevolmente le conoscenze sulla storia del territorio e del suo patrimonio, ponendo le basi per la sua piena valorizzazione. L’importanza e la centralità di Torre Guaceto é testimoniata dalla sua presenza in diversi progetti di tutela e valorizzazione a scala nazionale e internazionale - a partire dal suo coinvolgimento insieme ad altri contesti del territorio brindisino nella candidatura della “Via Appia” alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO” - progetti che richiedono una capacità di fare rete e di realizzare iniziative di sistema”. 

Le indagini hanno consentito di accertare che, nonostante le trasformazioni ambientali avvenute nel corso degli ultimi millenni, soprattutto a causa dell’innalzamento del livello del mare, ampi tratti della necropoli a cremazione sono ancora ben conservati sia al di sotto della duna, sia della vegetazione costiera retrostante. Sebbene spesso le tombe risultino danneggiate nella porzione superiore da interventi condotti dall’uomo nei secoli successivi all’abbandono della necropoli, età Ellenistica, e poi forse anche in tempi molto più recenti a causa delle attività connesse con la piantumazione delle tamerici, in qualche caso la perseveranza degli archeologici è stata premiata. 
Eccezionale è infatti il rinvenimento di alcune tombe che presentano sia l’urna, sia la ciotola di copertura ancora integralmente conservate all’interno del pozzetto di deposizione e che, in almeno due casi, vedono l’urna riccamente adornata con motivi decorativi ad impressione e solcature. 
“Si tratta di deposizioni funerarie che si collocano in una fase avanzata dell’età del Bronzo (XII-XI secolo a.C.) – sottolinea Scarano - e che sono da attribuire con ogni probabilità ad individui di rango così come dimostra, almeno nel caso della tomba numero 38, il rinvenimento di un rasoio bitagliente in bronzo tipo Pertosa che, diversamente dagli ornamenti femminili in bronzo e ambra sin qui scoperti, suggerirebbe per la prima volta la presenza di un individuo di sesso maschile tra le tombe con corredi di pregio”. 
Le singole tombe, con il loro contenuto di resti umani combusti e di oggetti di corredo, costituiscono però solo una parte di quello che lo scavo archeologico sta portando alla luce. Spesso attorno alle urne, ad esempio, sono stati rinvenuti i cosiddetti vasi accessori che, sulla base delle analisi chimiche sin qui effettuate, sembrerebbero aver contenuto bevande fermentate a base di cereali, l’odierna birra, che testimoniano lo svolgimento di libagioni connesse con la deposizione funeraria.
Oltre alle tombe, inoltre, quest’ultima campagna di scavo ha notevolmente arricchito anche il repertorio di deposizioni a carattere cultuale già saltuariamente identificate negli anni precedenti in quest’area e che documentano lo svolgimento di azioni rituali forse avvenute in un momento precedente all’avvio delle pratiche funerarie. 
Si tratta perlopiù di fosse colmate di materiali combusti e di pozzetti sul cui fondo sono deposti vasi miniaturistici, coppe capovolte o macine e che potrebbero occupare degli spazi sacri delimitati da recinti e palizzate. 
“Nei prossimi mesi – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta - gli archeologi saranno impegnati nelle attività di microscavo del contenuto delle urne e poi nel restauro delle ceramiche e dei manufatti in bronzo, e nelle analisi dei resti umani, dei resti vegetali e di quelli animali, così come nelle datazioni radiocarboniche. L’obiettivo è quello di raccontare le storie di questi uomini e di queste donne vissuti più di 3mila anni fa a Torre Guaceto, raccontare quel mondo di miti, simboli e ideologie che appartengono alla sfera del sacro. Stiamo studiando come realizzare un potenziamento del nostro laboratorio archeologico, anche in chiave museale, affinché il racconto della nostra storia sia accessibile a tutti”.

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DECARBONIZZAZIONE – GENTILE (CNA): BENE INSEDIAMENTO TAVOLO. ADESSO BISOGNA ACCELERARE I TEMPI E METTERE SUL TAVOLO FATTI CONCRETI
 
Per la CNA di Brindisi ho partecipato (con la dott.ssa Barbara Gatto di CNA nazionale e con il Presidente della CNA di Civitavecchia Alessio Gismondi) ai lavori di istituzione del Comitato di coordinamento per la riconversione delle centrali a carbone di Cerano e di Civitavecchia. Una iniziativa auspicata dai parlamentari D’Attis e Battilocchio e sviluppata con grande concretezza dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
 
Si è trattato di un primo momento di confronto finalizzato proprio alla calendarizzazione dell’attività futura, ma è evidente che è necessario fare alcune precisazioni.
 
Il “phase out” dal carbone, anche alla luce delle dichiarazioni fatte dal Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, ha subito una accelerata che va nella direzione di una maggiore tutela ambientale, ma che pone una serie di problemi sul piano economico ed occupazionale.
 
E’ evidente che ci aspettiamo che il Governo nazionale individui risorse adeguate alla gravità dei problemi che ci apprestiamo ad affrontare e che già stanno provocando effetti negativi nei rispettivi territori, innescando preoccupanti elementi di crisi.
 
Del resto, è ciò che è stato fatto e che si continua a fare a sostegno di altri comparti produttivi e quindi ci aspettiamo le stesse attenzioni anche per il settore energetico e, in particolare, per due realtà che hanno dato tanto al paese come Brindisi e Civitavecchia.
 
E’ ben chiaro, infatti, che non ci sono più i tempi per attardarsi in discussioni poco produttive, in quanto la situazione rischia di diventare ingestibile. Preoccupazioni, queste, espresse dal sindaco di Brindisi Marchionna e da noi condivise. La CNA di Brindisi, infatti, è stata tra i primi – negli anni scorsi – a lanciare un grido di allarme sugli effetti economici devastanti del processo di decarbonizzazione. Purtroppo per anni non si è fatto nulla di concreto ed oggi siamo costretti a procedere con affanno e con il rischio concreto di non farcela.
 
Proprio per questo, nel corso dei lavori della riunione ministeriale odierna, abbiamo sottolineato la necessità di reperire risorse pubbliche e, allo stesso tempo, di favorire la concretizzazione (anche con procedure burocratiche snelle e veloci) degli investimenti annunciati anche in questa sede da Enel.
 
La CNA ha confermato, in conclusione, piena disponibilità ad offrire il proprio contributo nell’ambito dei lavori del Comitato di coordinamento.
 
Franco Gentile – Presidente CNA Brindisi

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Gli uffici comunali di Francavilla Fontana hanno revocato l’affidamento in locazione dell’ex centro di carico intermodale di contrada Tiberio.

“Negli ultimi mesi – commenta il Sindaco Antonello Denuzzo – c’è stata una interlocuzione costante tra la società interessata e gli Uffici. Abbiamo avuto modo di comprendere le ragioni che l'hanno indotta a rinunciare. Non intendiamo comunque arrenderci all’idea di dover abbandonare al suo destino una struttura pagata con tanti soldi pubblici.”

Nelle prossime settimane sarà predisposta una nuova consultazione preliminare di mercato. Le imprese interessate potranno così comunicare le condizioni ideali per poter investire sul compendio immobiliare, evidenziare possibili criticità e fornire il loro apporto di idee.

“Gli interventi necessari per la messa in funzione dell’ex intermodale – prosegue l’Assessore alle Attività Produttive Carmine Sportillo – richiedono un piano di investimenti importante per qualsiasi società. Ecco perché apriremo una nuova fase di ascolto delle imprese interessate ad investire a Francavilla Fontana per non abbandonare questa struttura a un destino di immobilità.”

L’ex intermodale, costato alla collettività circa 8 milioni di euro e mai entrato in funzione, rientra nella perimetrazione della Zona Economica Speciale, così come l’intera zona PIP di Francavilla Fontana. Queste aree, individuate dal Governo Nazionale, sono state istituite per favorire la nascita e l’implementazione di nuove iniziative imprenditoriali. Le imprese che decidono di insediarsi nella ZES potranno beneficiare di una semplificazione amministrativa e di agevolazioni fiscali.

“Lo scenario economico sta mutando rapidamente e Francavilla Fontana ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un ruolo da protagonista. In questa fase – prosegue l’Assessore all’Urbanistica Domenico Attanasi – è importante ascoltare gli imprenditori, ma anche gli Enti Pubblici e privati che possono essere interessati, per capire cosa può diventare l’intermodale.”

La struttura si estende su una superficie di circa 6 ettari con un piazzale esterno per la sosta degli automezzi e comprende 5 capannoni di circa 2.000 mq e un edificio per uffici di 3000 mq.

“Non è stata scritta assolutamente la parola fine. Siamo al lavoro – conclude il Sindaco Denuzzo – per trovare nuove soluzioni. Siamo stati i primi a cercare di dare un futuro a quella che tutti considerano una cattedrale nel deserto. Sono certo che alla fine raggiungeremo questo obiettivo strategico per il futuro della Città.”

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Sono solo 400.000 Euro le risorse che Snam mette a disposizione per le opere di urbanizzazione della

contrada Torre Rossa. Questo l’esito del confronto tra il Sindaco Marchionna e i rappresentanti di Snam.

Si comprende da ciò la strumentalizzazione della vicenda "opere di urbanizzazione " di Torre Rossa

effettuata negli ultimi due anni da consiglieri comunali di centro destra, in primis l’attuale Presidente del

Consiglio Gabriele Antonino e del consigliere regionale Fabiano Amati.

I fondi che Snam pone a disposizione sono ampiamente insufficienti per realizzare le opere di

urbanizzazione, per le quali occorrerà una cifra probabilmente superiore ai 10 milioni di euro.

Eppure solo pochi giorni fa, al termine dell’ennesima audizione di Snam in commissione consiliare regionale

a Bari, il consigliere Amati affermava in un comunicato stampa che Snam era disponibile a realizzare le

opere di urbanizzazione primarie e secondarie a Torre Rossa e che  il Comune di Brindisi aveva accettato.

Ci aspettiamo che adesso il Sindaco Marchionna, il Presidente del Consiglio Comunale Gabriele Antonino

accompagnati da Fabiano Amati si rechino a Torre Rossa per informare i cittadini che con i 400.000 euro di

Snam non si realizzerà alcuna opera di urbanizzazione.

Potranno loro raccontare che per acqua,  fogna, illuminazione pubblica, strade e marciapiedi l’unica strada

è quella che aveva indicato il Sindaco Rossi: la chiusura delle pratiche di condono dopo l’approvazione della

revisione dei rischi idrogeologici da parte dell’Autorità di Bacino, con il pagamento degli oneri di  

urbanizzazione come avviene in tutte le contrade brindisine.

Raccontare la verità purtroppo non paga elettoralmente, vendere illusioni a persone in difficoltà allo stesso

tempo non porta lontano.

Adesso si affronti seriamente la questione del gasdotto TAP/Snam. Si verifichi con il Governo quanti fondi

sono stati concordati per le compensazioni, cosa che il sottosegretario Turco all’epoca mai ci comunicò e si

verifichino se vi sono danni ambientali nella realizzazione dell’opera da perseguire penalmente ed

economicamente.

Ad Amati, che è oggi consigliere regionale con i voti degli elettori del Partito Democratico e governa a

Brindisi con Fratelli d’Italia, raccomandiamo un impegno serio per appurare cosa è successo con i lavori del

gasdotto e quali impegni economici furono presi dal Governo Italiano per i comuni interessati alla  

realizzazione dell’opera.

Riccardo Rossi

Brindisi Bene Comune – Alleanza Verdi Sinistra

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Cia Puglia: “Rialzo dei tassi strozza le aziende agricole pugliesi”. Prestiti per 583 milioni di euro: 210 a Foggia, 148 Bari, 72 nella BAT, 56 a Taranto, 49 Brindisi, 48 Lecce. Lo studio dell’Osservatorio Economico CIA Puglia: il 2022-2023 biennio nero e produzione agricola diminuita. Col rialzo dei tassi, molte aziende pugliesi in difficoltà nel ripianare i debiti rinvenienti dai prestiti attivati.

Le imprese agricole pugliesi sono strozzate dai continui rialzi dei tassi di interesse decisi dalla Banca Centrale Europea. A sostenerlo è CIA Agricoltori Italiani di Puglia, dati alla mano.

“La politica monetaria della BCE spinge verso un rallentamento dell’economia, portando le aziende sane a rinviare gli investimenti e quelle indebitate a dover far fronte a maggiori oneri per ripagare le banche a cui hanno chiesto i prestiti. Così ogniqualvolta che la BCE alza i tassi di interesse, i finanziamenti alle imprese diventano più cari”, dichiara Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani.

INFLAZIONE E SPECULAZIONE. Per le aziende agricole particolarmente esposte con le banche, l’accoppiata inflazione-speculazione di certo non è stata fermata dalle politiche monetarie e finanziarie della BCE, che anzi rappresenta un doppio danno. Da una parte, si ha difficoltà a ripianare il debito, dall’altra si è costretti a sostenere costi di produzione e di gestione aziendale sempre più alti. I prestiti contratti dalle imprese del comparto primario, negli scorsi mesi, sono stati piuttosto ingenti. Questo fa capire le difficoltà crescenti delle realtà produttive del comparto primario a risollevarsi dalla simultanea mazzata inferta loro da una serie di fattori: massicce importazioni dall’estero di prodotti meno qualitativi e più concorrenziali dal punto di vista dei prezzi; incidenza sempre più alta dei danni da eventi climatici estremi; costi di gestione e di produzione sempre più insostenibili. La BCE fa un grosso favore agli istituti di credito che incassano senza far nulla e, a loro volta, non riconoscono compensi sui risparmi, mentre la politica dei tassi la si fa solo per disincentivare il sostegno a imprese e famiglie con la scusa dell’inflazione, generata soltanto da pure speculazioni. Uno studio dell’Osservatorio economico CIA Puglia quantifica l’ammontare dei finanziamenti erogati alle imprese agricole pugliesi.

PUGLIA AGRICOLA, PRESTITI PER 583 MILIONI. Al 31 marzo scorso, risultano prestiti per oltre mezzo miliardo di euro. Per la precisione, lo stock è di 583,4 milioni di euro (583.440.000), di cui 210,5 milioni di euro (210.536.000) alle aziende agricole della Capitanata; 148,4 milioni di euro (148.359.000) a quelle di Bari e provincia; 72 milioni di euro (71.975.000) alle imprese del comparto primario di Barletta-Andria-Trani; 55,5 milioni di euro (55.459.000) alle realtà imprenditoriali agricole di Taranto e provincia; 49 milioni di euro (48.970.000) a quelle del Brindisino; 48,1 milioni di euro (48.141.000) a quelle di Lecce e provincia. Sono stati presi in esame gli investimenti oggetto dei vari finanziamenti, tra cui i fabbricati non residenziali rurali e l’acquisto di macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e prodotti rurali vari.

2022-2023, IL BIENNIO NERO. Al rincaro dei prezzi delle materie prime energetiche e dei fertilizzanti si sono sommati eventi climatici avversi, prima tra tutti una grave siccità nel 2022. Eventi che in molti casi hanno compromesso i raccolti. Secondo stime preliminari, nel 2022 la produzione agricola sarebbe diminuita dello 0,7 per cento in volume, il valore aggiunto dell’1 per cento (Istat). Negli ultimi mesi, i prestiti alle piccole imprese hanno bruscamente decelerato, a seguito sia di un indebolimento della domanda sia di un inasprimento delle condizioni di offerta.

La stretta monetaria non sembra ancora finita, lasciando prevedere altri aumenti dei tassi.

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INCENDI: COLDIRETTI PUGLIA, 15 ANNI PER RICOSTRUIRE I BOSCHI DISTRUTTI; IL 60% DEI ROGHI È VOLONTARIO

Protocollo Coldiretti-Vigili del Fuoco per combattere i roghi

 

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. E’ quanto stima la Coldiretti sugli effetti degli incendi che hanno distrutto centinaia di ettari di alberi e macchia mediterranea in Puglia spinti dal caldo record, con il Gargano ed il Salento in fiamme, ma anche i boschi a Bari e nella BAT. Le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni favorendo l’innesco dei roghi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati.

Nelle aree bruciate dagli incendi – sottolinea la Coldiretti – saranno impedite tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di appassionati ma viene anche a mancare un importante polmone verde. Ogni rogo – stima la Coldiretti – costa ai cittadini oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate.

Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature e siccità, a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – è la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Proprio per garantire una funzione di controllo e monitoraggio ed intervenire tempestivamente Coldiretti e Vigili del Fuoco, con il supporto dell’Associazione A.B.-Agrivenatoria Biodiversitalia, hanno sottoscritto un protocollo per le attività di lotta attiva agli incendi di bosco o per rischi idrogeologici.

L’accordo prevede che gli agricoltori mettano a disposizione – spiega Coldiretti - spazi per i mezzi di pronto intervento e partecipino a progetti mirati per lo sviluppo di procedure per l’allertamento delle squadre operative Vvf in caso di emergenze.

Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – ricorda Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme. Il secondo asse della collaborazione prevista dall’accordo riguarda il supporto al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco da parte di Coldiretti ed Ab, con eventuale formazione a favore degli operatori Vvf, per interventi finalizzati alla gestione di insetti pericolosi, come gli imenotteri aculeati, anche al fine di preservare l’ecosistema e la biodiversità, con la messa in sicurezza delle api.

A favorire gli incendi è il fatto che 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica che lo classifica all’ottavo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni. secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr relativi al primo semestre.

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È online il nuovo modulo per effettuare l'iscrizione dei bambini presso l’asilo nido comunale di Fasano. Sarà possibile effettuare domanda fino al 10 agosto. La procedura per la compilazione e la consegna della domanda è indicata nel bando al seguente link (clicca_qui).

La domanda deve essere inviata obbligatoriamente via mail all’indirizzo //Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro e non oltre il 10 agosto 2023 alle 23.59 in formato pdf.

Possono usufruire dell’Asilo Nido i bambini di età compresa tra i tre e i trentasei mesi, che non abbiano maturato il diritto all’iscrizione nella scuola dell’infanzia e che siano: 1) residenti nel Comune di Fasano o almeno uno dei

genitori sia residenti nel Comune di Fasano; 2) non residenti che abbiano un genitore che presti attività lavorativa nel Comune di Fasano; 3) non residenti i cui genitori non siano residenti nel Comune di Fasano né vi svolgono attività lavorativa, che saranno ammessi solo nel caso di disponibilità residua di posti.

I suddetti requisiti dovranno essere posseduti alla data di scadenza del presente bando (ad eccezione dei nascituri la cui nascita deve avvenire entro il 31 agosto 2023).

L’inizio della frequenza è subordinato al compimento del terzo mese di età del bambino.

Sono ammessi di diritto i bambini già frequentanti l’Asilo Nido Comunale nell’anno educativo precedente per almeno 8 mesi, anche non continuativi se ammessi dall’inizio dell’anno scolastico, 6 mesi anche non continuativi se ammessi entro il 31 dicembre e 4 mesi continuativi se ammessi entro il 31 marzo; i bambini con certificazione di cui alla legge n. 104/92, purché in possesso dei requisiti di accesso; i bambini orfani di entrambi i genitori.

«Finalmente siamo pronti con la pubblicazione del bando per l'iscrizione al nido comunale – spiega l’assessore alle Politiche dell'Infanzia Cinzia Caroli - che le famiglie tanto attendevano, è stato un lavoro molto impegnativo anche alla luce delle novità che hanno interessato la questione a vari livelli, specie quello regionale. Pertanto, dopo aver approvato in consiglio le modifiche al regolamento per la gestione del nido, si è proceduto con il necessario passaggio in giunta per la determinazione delle tariffe. Tra le altre cose, viene istituito il doppio turno pomeridiano con un ampliamento del servizio che agevolerà altre 20 famiglie. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato ai lavori di preparazione del bando ed in particolare il consigliere Donato Marino per l'impegno e la dedizione. Ricordo che le famiglie possono fare domanda ad INPS per il riconoscimento del buono spendibile per asilo nido che va ad abbattere sensibilmente (per le fasce più fragili ad azzerare) il costo della retta».

Con il presente bando si rendono disponibili n. 31 posti, (oltre i n.5 posti riservati a bambini/e individuati/e dal servizio Sociale Professionale), di età compresa tra i tre e i trentasei mesi così distribuiti: 12 posti nel Gruppo Lattanti (da 3 a 12 mesi); 15 posti nel Gruppo Semi Divezzi (da 13 a 23 mesi); 4 posti nel Gruppo Divezzi (da 24 a 36 mesi). Dal numero di posti disponibili saranno detratti i posti riservati ai bambini/e ammessi/e di diritto.

Occorre precisare, altresì, che a questi 31 posti a gestione comunale, per i quali sarà pubblicata graduatoria, si aggiungono altri 20 posti (7 semidivezzi e 13 divezzi) gestiti tramite voucher erogati dalla Regione Puglia. Per questi 20 posti, che potranno frequentare il nido dalle ore 7.30 alle ore 13.30, non va presentata domanda al bando comunale, ma occorre opzionare il voucher direttamente sul portale della Regione Puglia (www.studioinpuglia.regione.puglia.it) - sezione ZEROSEI - alle condizioni e secondo le modalità ivi indicate.

Dal prossimo anno educativo, inoltre, l'offerta del nido comunale sarà ampliata con l'attivazione di un turno pomeridiano (dalle 15.00 alle 20.00) che potrà accogliere fino ad ulteriori 20 bambini.

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