Don Luigi Ciotti ed Emiliano attraverso la Puglia della legalità
Foggia non si arrenderà mai. Qualunque cosa accada, noi non ci arrenderemo mai. A prescindere dal sereno risultato del lavoro della magistratura, che ovviamente non prevede nessuna condanna anticipata, questo sia chiaro, Foggia non è sola, ma ha attorno a sé le istituzioni dello Stato, ha la Regione, le prefetture, ha una società civile ricca e intelligente. Non bisogna perdersi d'animo e non bisogna pensare che sia una città senza futuro. Io sono veramente felice di essere qui oggi. Questa città è per la Regione Puglia importantissima, per me è importantissima, e noi faremo di tutto per consentirle di superare in fretta qualunque tipo di problema si dovesse verificare”.
Comincia da Foggia una giornata tutta all’insegna della legalità per il presidente Emiliano, passando da un evento con gli studenti a San Vito dei Normanni, arrivando in serata nel Salento con Don Luigi Ciotti per celebrare Antonio Montinaro, Caposcorta di Falcone, insieme ai familiari delle vittime innocenti di mafia.
“Questi - ha detto Emiliano dalla Prefettura a margine della sottoscrizione del Protocollo d’Intesa per la riconversione in foresteria regionale del C.A.R.A. di Borgo Mezzanone - sono periodi complicati per tutte le istituzioni, anche per la magistratura pugliese, ne sono successe di tutti colori, lo dico da magistrato e la cosa mi ha afflitto moltissimo. Sono stati tanti i problemi delle istituzioni politiche, ci sono problemi economici, ci sono persone che si comportano male e soprattutto ci sono problemi di mafia pesantissimi che vanno affrontati oggi. La lettera di Arcangela Petrucci, vedova di Luigi Luciani e cognata di Aurelio vittime innocenti di mafia, pubblicata venerdì su Repubblica, descrive un modello al quale la città e la provincia di Foggia possono ispirarsi. Quella donna in questo momento ha compreso quello che forse lei stessa non aveva capito fino a prima della tragedia che l’ha colpita. Le tragedie sono durissime, ma come insegna Don Luigi Ciotti - che stasera incontrerò a Calimera - le vittime di mafia hanno delle consapevolezze che vogliono regalare ai cittadini che non hanno avuto quel dolore e che loro, invece, hanno messo a fuoco con lucidità. Come ha fatto la signora Luciani. Sono orgoglioso di questa cittadina della provincia di Foggia che ha scritto una lettera bellissima nella quale io mi identifico totalmente”.
“Stasera - ha concluso Emiliano - completerò il giro della mia giornata in Salento, a Calimera, che è il paese di Antonio Montinaro, il caposcorta di Falcone dove ci sarà Don Luigi Ciotti. Don Ciotti è stato colui che insieme ad altri ebbe l’intuizione che bisognava “organizzare il bene” e ha dato vita a Libera, ad Avviso Pubblico e ad una serie di associazioni e organizzazioni che da allora combattono contro le mafie per l’affermazione della legge e della giustizia. E naturalmente noi siamo con loro. La regione Puglia senza se e senza ma è da questa parte”.
Emiliano ha partecipato in mattinata anche ad un evento a San Vito dei Normanni, Comune brindisino, dove da magistrato ha svolto un ruolo chiave per liberare la città dalla mafia. Su invito del sindaco Silvana Errico, Emiliano è intervenuto in videoconferenza alla commemorazione della strage di Capaci organizzata dal Primo Istituto Comprensivo della città, nel corso della quale è stata presentata ai ragazzi l'esperienza della lotta dei cittadini sanvitesi contro il racket.
“Quando arrivai alla Procura di Brindisi - ha ricordato Emiliano - Falcone era appena stato in città perché in quella zona si erano insediati una serie di soggetti, coinvolti nel traffico di droga e contrabbando di sigarette, direttamente legati a Cosa nostra. Cosa nostra è un ordinamento giuridico, è un modo di pensare, è una organizzazione criminale, ma è a che una organizzazione economica che quindi tende ad espandersi e ad andare ovunque ci sia spazio. Ogni volta che trovano spazio, si insediano. E Falcone era molto interessato a queste indagini sulle organizzazioni criminali di Fasano, perché si completavano con le sue indagini sull’organizzazione siciliana. E quindi un’altra caratteristica di queste vicende è l’interconnessione. Cioè bisogna avere la testa che fa connessioni, che crea paralleli”.
Poi il presidente ha aggiunto: “Oggi noi stiamo ricordando Giovanni Falcone, perché Giovanni era una di quelle persone che aveva intuito che la lotta alla mafia non si fa solo con le indagini, con gli arresti e con le attività repressive, ma si fa anche con la cosiddetta antimafia sociale”.
Emiliano sarà alle ore 19 a Calimera, nella Chiesa della Fiducia, dove Don Ciotti presiederà la cerimonia religiosa in memoria di Antonio Montinaro, un momento di preghiera organizzato dall’associazione Nomeni, fondata dalla sorella Matilde.
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