Cobas. L’ennesima vittima sul lavoro, l’ennesima vittima dell’ipocrisia delle Istituzioni

Maggio 05, 2024 682

Il Sindacato COBAS ha appreso con rabbia e tristezza la notizia della morte di un altro operaio, di un altro giovane lavoratore, a distanza di appena poche settimane dall’altro tragico evento accaduto negli stabilimenti Jindal.   

È già il terzo incidente mortale sul lavoro nella provincia di Brindisi dall’inizio dell’anno nonostante i proclami di Enti e Istituzioni locali per dare una stretta decisa agli incidenti sul lavoro nel nostro territorio.

Ma fino a quando ai proclami non seguiranno i fatti pare assai difficile o praticamente impossibile pensare di poter debellare gli incidenti sul lavoro e quindi, fino a quando i lavoratori continueranno ad essere ostaggio del ricatto occupazionale e del precariato spinto, non potranno mai dirsi di essere al sicuro nei luoghi di lavoro.

Oggi il mondo del lavoro è in grande sofferenza perché prevale la logica del profitto e del capitale che considera i lavoratori alla stessa stregua delle merci.

Dinamica che si trascina da diversi decenni a questa parte, da quando il mondo del lavoro è stato svuotato della sua centralità da una politica “nostrana” miope e marcatamente iperliberista che ha tirato solo a vantaggio del profitto, a vantaggio della logica di mercato, anziché verso i bisogni dei cittadini in quanto lavoratori.

Vale senz’altro la pena di ricordare ai nostri “politicamente distratti” che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e che il nostro ordinamento riconosce a tutte e tutti il diritto al lavoro.

Il lavoro è, quindi, uno dei valori fondamentali del nostro Paese e non può essere compresso né nei diritti e né nella dignità.

Ed è chiaro che laddove, nei luoghi di lavoro, i diritti e la dignità dei lavoratori saranno compressi e calpestati il lavoratore avrà sempre paura di contestare il suo padrone per la mancata sicurezza sul posto di lavoro che mette a repentaglio l’incolumità sua e dei suoi colleghi e di conseguenza sarà costantemente sotto pressione psicologica, costretto a mettere in conto il rischio di essere vittima di un incidente, lieve, grave o mortale che sia, pur di portare il pane a casa.

Fino a quanto la logica del profitto avrà il predominio sui diritti e sulla dignità del lavoratore sarà sempre surreale ogni intenzione annunciata nella direzione della maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente se l’intenzione viene annunciata con falsità in ogni circostanza di un evento tragico e luttuoso.   

La sicurezza ha un costo per il datore di lavoro e questo costo gli sottrae margini maggiori di profitto ed ecco perché è impensabile che nelle imprese nelle quali il profitto viene prima di ogni cosa ci sia pieno rispetto delle regole e delle normative in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro.  

Per il Sindacato COBAS non solo andrebbe fatta la lotta vera e serrata contro gli infortuni sul lavoro nei luoghi di lavoro ma soprattutto andrebbe fatta la lotta vera e serrata all’ipocrisia delle Istituzioni, indistintamente tutte e a tutti i livelli di competenza, che hanno il potere e il dovere di intervenire ma che non intervengono e che hanno sulla coscienza tutte queste morti che si sarebbero potute e dovute evitare.

Il Sindacato COBAS auspica davvero che a partire da subito le Istituzioni escano dal torpore e che si adoperino con impegno e determinazione per fare in modo che gli infortuni sul lavoro non debbano più accadere, in nessun luogo di lavoro, sia pubblico che privato. 

Per il COBAS Brindisi – Cosimo Quaranta

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