Mesagne. La crisi ha investito anche la Fratelli Ruggiero In evidenza

Agosto 22, 2024 2370
Sopra la sede della F. lli Ruggiero. Al centro Ivana Ruggiero. Sopra la sede della F. lli Ruggiero. Al centro Ivana Ruggiero.

Trema il settore produttivo della città di Mesagne. Dopo quasi mezzo secolo di attività il conservificio mesagnese dei “Fratelli Ruggieri” si trova in difficoltà finanziarie tali da far presagire il peggio sul proseguo della sua attività di trasformazione. Intanto, è stata contingentata la campagna della lavorazione del pomodoro, il fiore all’occhiello della Ruggiero. Di conseguenza sono entrati in fibrillazione i circa 100 dipendenti, di cui 20 assunti a tempo indeterminato, le organizzazioni di categoria e l’Amministrazione comunale. Così, per cercare di comprendere cosa sta accadendo al conservificio per lunedì 26 agosto i sindacati hanno convocato un tavolo di concertazione con la proprietà per sondare le reali difficoltà e vedere di mettere in campo una strategia che possa salvaguardare l’azienda con relativi dipendenti. L’avventura della Fratelli Ruggiero è nata nel 1983 su intuizione del fondatore Antonio che grazie al suo intuito imprenditoriale seppe scegliersi i collaboratori migliori: uno per tutti il socio e amico Augusto Pisoni, e, non meno importante, anzi la più importante il fatto che non gli era mai mancato il sostegno della moglie Lucia e dei figli. Solo nel 2022, sul finire della pandemia da Covid-19, la “Fratelli Ruggiero” era scampata a una chiusura aziendale e per tale motivo nel mese di novembre aveva riunito i suoi fornitori per ringraziarli ufficialmente dell’apporto e comprensione avuta durante quel funesto periodo.Ruggiero_Ivana_amministratrice_unica_2.jpg

La “Fratelli Ruggiero” aveva ampliato la forza aziendale innestando nuove risorse umane, rafforzando il management con nuove e preparate risorse e, soprattutto, era riuscita a difendere i posti di lavoro che in questo contesto sono la soddisfazione maggiore. L’indotto che muove una realtà come la “Fratelli Ruggiero” aveva permesso a giovani e meno giovani di rimanere al Sud con prospettive positive. Dopo la morte di Antonio Ruggiero alla guida dell’azienda era stata scelta la figlia Ivana che aveva firmato il suo ingresso con il lancio di una linea gourmet di pomodori e carciofi che aveva riscosso un ottimo apprezzamento nei mercati di nicchia e non solo. L’annata agraria 2023 era andata piuttosto bene con la lavorazione del pomodoro. Poi nei giorni scorsi l’inaspettata notizia delle grosse difficoltà finanziarie dell’azienda che inficiano e ipotecano il futuro. “Per noi è stata una doccia fredda – hanno confidato alcuni lavoratori – ci aspettiamo da un momento all’altro la lettera di licenziamento. Finiremo in mezzo alla strada, senza stipendio, senza cassa integrazione, senza naspi. Dai dipendenti stagionali, ai fissi e all’indotto”. Preoccupazione c’è anche tra i sindacati. La Uila, il principale sindacato aziendale di categoria, ha già chiesto un incontro con i vertici aziendali. “Ci incontreremo lunedì per cercare di comprendere cosa sta accadendo all’azienda – ha spiegato Gino Vizzino, segretario provinciale della Uila – il primo obiettivo, naturalmente, è di salvaguardare i livelli occupazionali mettendo in campo gli ammortizzatori sociali. Intanto, è stata allertata la task force della Regione Puglia in tema di tutela del lavoro. Anche il comune di Mesagne è in attesa di comprendere quali sono le criticità in atto che stanno portando il conservificio, l’unico gestito interamente da una famiglia mesagnese, alla chiusura.

“Abbiamo appreso con sorpresa la notizia di una potenziale chiusura del conservificio, per noi è un fulmine a ciel sereno – ha esordito Roberto D’Ancona, consigliere comunale con delega all’Agricoltura -. Lo scorso anno avevamo seguito il successo aziendale sui mercati e apprezzato il cambio generazionale con l’innesto di Ivana a capo del conservificio”. Anche il sindaco Toni Matarrelli sta seguendo da vicino la vicenda. “Nei prossimi giorni con il sindaco e con i colleghi consiglieri ed assessori – ha proseguito D’Ancona - affronteremo la questione per comprendere meglio l’intera vicenda e, soprattutto, se, come amministrazione locale, abbiamo un ruolo tale che ci permetta di intervenire. Ma, come ho già detto, dobbiamo meglio comprendere i fatti. Le aziende vanno aiutate poiché sono la ricchezza del nostro territorio”.

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Ultima modifica il Giovedì, 22 Agosto 2024 12:01