Mesagne. Incendio in un deposito di legna In evidenza
Serata al cardiopalma quella di ieri sera a Mesagne in un'azienda che commercia in legna. Per cause ancora in fase di indagine da parte dei carabinieri alcuni mezzi presenti nel piazzale dell'azienda, lungo la provinciale che collega Mesagne a San Vio dei Normanni, hanno preso fuoco. In particolare un camion e rimorchio e dell'attrezzatura agricola. Sul posto sono gkiunti i vigili del fuocodel comando provinciale di Brindisi che hanno spento le fiamme e messo in sicurezza l'area.
Un grave atto intimidatorio è stato portato a segno sabato sera a Mesagne ai danni di un’azienda calabrese che abbatte gli alberi di olivo e li trasforma in legna da ardere. All’attrezzatura necessaria per lavorare è stato appiccato il fuoco. I mezzi sono andati distrutti. Sul posto sono intervenute due squadre dei vigili del fuoco di Brindisi e i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni. Le indagini, naturalmente, spaziano a 360 gradi con la preferenza della pista del racket. Solo alcuni giorni fa la polizia aveva assestato un duro colpo alla criminalità organizzata arrestando quattro sodali della Sacra corona unita che avevano tentato un’estorsione di 200mila euro ai danni di un’impresa stradale che sta svolgendo lavori presso la provinciale Mesagne-San Pancrazio. L’ultimo episodio si è verificato sabato sera intorno alle ore 20,45, quando alla centrale operativa dei vigili del fuoco di Brindisi è giunta una chiamata di intervento in contrada Canali, in agro di Mesagne. Contestualmente una gazzella dei carabinieri si è portata sul posto indicato. Davanti ai vigili del fuoco c’era un muro di fuoco poiché stavano bruciando due camion, uno con rimorchio, e dell’attrezzatura. In pratica il proprietario del terreno aveva affidato a un’impresa di Trepuzzi il compito di sradicare gli alberi ormai affetti da xylella per farne legna da ardere. L’azienda di Trepuzzi, a sua volta, aveva girato il lavoro ad un’azienda di Crotone specializzata in questo settore. Ed i mezzi avvolti dalle fiamme erano proprio quelli dell’azienda crotonese. Una trita legna, uno spacca legna per frantumare i grossi ceppi. La trituratrice serve a fare in polvere il fogliame utilizzato successivamente per produrre pellets o derivati del legno. Una volta che la legna è pronta per essere venduta viene caricata sui camion che raggiungono la loro destinazione finale. I criminali con quest’atto hanno raggiunto due obiettivi. Il primo di colpire al cuore l’azienda, paralizzandola nello svolgere l’attività. Il secondo obiettivo è un monito verso tutti gli altri commercianti a pagare e a non ribellarsi. Quando il fuoco è stato spento i vigili del fuoco e i carabinieri hanno monitorato il teatro di questo incendio alla ricerca di elementi utili a individuare la causa dello stesso. Non è stato trovato nulla, ma la matrice di questo atto incendiario sembra chiara: si tratta di racket. Anche se gli investigatori non trascurano nessun’altra pista poiché potrebbe trattarsi di qualcos’altro. Fare impresa, riferito all’estorsione di 200mila euro ad un’Ati di quattro giorni prima, in questo contesto è difficile. Lo aveva dichiarato Angelo Contessa, amministratore unico del consorzio Build Scarl: «Le modalità con cui hanno agito gli esponenti della Scu, però, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, fa tornare la mente a periodi bui delle nostre città, quando fare impresa era praticamente impossibile per l’attacco costante del crimine organizzato». Infine, Contessa al quale dovrebbe unirsi tutto il mondo imprenditoriale chiederà un incontro al questore di Brindisi “per confermare la nostra piena disponibilità – come del resto ha sempre fatto il sistema-Ance a livello locale e nazionale – a collaborare per far prevalere la cultura della legalità rispetto a fenomeni malavitosi che minano alla base l’economia e la sicurezza delle nostre comunità. Tutti insieme, ciascuno per le proprie competenze, possiamo farcela a vincere quella che va considerata anche come una grande battaglia di civiltà”.
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