nella giornata di martedì. Dove prima c’erano due chiome e tanto fresco per l’estate adesso c’è un ampio spazio e tanto sole. Così, dei due monumenti vegetali oggi sono rimasti solo tronchi tagliati e pronti per essere bruciati come legna da ardere. Migliaia di euro di patrimonio pubblico andati in fumo. Ed è strano pensare che a oggi non solo non si conoscono le cause ma non sono state attivate azioni fitopatologi che mirate che possano cercare di arginare l’essiccamento. E’ desolante pensare che tra qualche anno del più bel polmone verde cittadino potrebbero non restare più gli alberi che sono stati piantumati a fine Ottocento. Infatti, sembra inarrestabile la moria di piante. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione di ambientalisti “Mesagne bene comune” che ha rimarcato il problema. “La villa di Mesagne, unico polmone verde della città, si sta trasformando velocemente in una spianata desolata di chianche”, hanno scritto gli ambientalisti su Facebook in maniera tale da coinvolgere sulla vicenda il villaggio globale della rete. “Querce secolari, patrimonio di tutti, diventano legna da ardere – hanno aggiunto -. Vogliamo che si accertino le responsabilità di questo scempio”. E ancora una volta si è puntato il dito sulle responsabilità. Sul controllo che il Comune deve avere, con l’ausilio di personale specializzato, sul patrimonio arboreo per evitare i problemi che sono scoppiati nella villa comunale e che, al momento, sembrano inarrestabili al fine di bloccare l’essiccamento delle piante. E ancora Mesagne bene comune ha puntato il dito verso i lavori di ristrutturazione della villa che sono terminati lo scorso anno. “Come sono stati effettuati i lavori di rifacimento del basolato? Il Comune ha effettuato tutti i controlli? Che misure si stanno adottando per bloccare la moria degli alberi?”, si sono chiesti gli ambientalisti. Infine hanno chiuso in maniera alquanto ironica il loro intervento: “Abbiamo paura – hanno scritto - che l'Amministrazione ci rifili le solite risposte evanescenti, a conferma dell'ipotesi che da qualche giorno circola in rete: il responsabile del disseccamento sarebbe un nuovo e misterioso batterio, la “Scodyttella fastidiosa”, che provoca desertificazione nel giro di quattro anni dall'insediamento”. Diversi gli interventi degli internauti che sono intervenuti sulla piazza virtuale di Facebook e si sono scagliati contro l’Amministrazione comunale accusandola, su questo fronte, “d’incompetenza”.
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