Genitori dei disabili di Mesagne in rivolta: chi ha sbagliato deve pagare In evidenza

Dicembre 08, 2015 2317

comune di-mesagne18E’ una bugia dire che sono adirati. Troppo semplicistico poiché sono, di fatto, indignati, amareggiati e prostrati i tanti genitori di ragazzi disabili che a un tratto si sono visti diminuire le ore di assistenza domiciliare relativa ai servizi di pulizia domestica: da 6 a 2.

Questa decisione, certamente dolorosa e impopolare, è stata presa dalla necessità inderogabile del Comune di Mesagne di mettere ordine a un sistema ormai fuori controllo che ha prodotto per il solo Comune di Mesagne un debito fuori bilancio stimabile intorno ai 300 mila euro, a sua volta originato dal consumo di un monte ore dedicato ai servizi Adi e Sad che è tre volte superiore a quello preventivato. Così, ieri mattina hanno presentato un esposto presso la locale stazione dei carabinieri.

“Non è la prima volta che ciò si verifica – hanno precisato alcuni genitori – lo scorso anno ci siamo ritrovati con gli stessi problemi. Poi tutto si sbloccò grazie, forse, alla campagna elettorale. In ogni modo resta il dubbio che non sappiano programmare i servizi”. E un papà sbotta: “Combattiamo da quando sono nati e continueremo a farlo”. Un problema che sta travolgendo il Comune e l’ambito territoriale che, di fatto, ha generato questo impasse a causa, come hanno spiegato gli Amministratori mesagnesi nell’ultimo Consiglio comunale, un mancato controllo delle spese. Accuse politiche gravi che dovrebbe far riflettere, tutti.

“Ci troviamo davanti a una macroscopica anomalia determinata dal fatto che, nel corso degli anni precedenti, sono stati elargiti servizi e creati posti di lavoro ben oltre il limite delle risorse stanziate, con buona pace di tutti coloro che magari hanno pensato che non avrebbe pagato mai nessuno”, ha spiegato il sindaco Molfetta che in questi giorni sta cercando di risolvere il problema. “Così, tutti allegramente e molto irresponsabilmente, siamo andati avanti fino ad arrivare al punto in cui il sistema rischia di andare in tilt: la Regione tarda a mandare i soldi, i Comuni non sanno dove sbattere la testa, le cooperative battono cassa, i dipendenti lamentano di non ricevere lo stipendio da mesi e gli utenti vedono ridursi i servizi”, ha fatto notare il primo cittadino secondo il quale “non si può andare avanti in queste condizioni, bisogna correre ai ripari prima di avviare la programmazione 2016 in modo da ripartire con un bilancio in equilibrio e questo purtroppo è possibile solo se si ottimizzano i servizi almeno fino a febbraio”. Finora nessuno aveva mai voluto prendere questa decisione “rimandando ed aggravando il problema”, ha aggiunto Molfetta. “Mi assumo io, insieme alla mia giunta, quest’amara responsabilità sperando che almeno mi sia fatta salva l’onestà intellettuale e mi siano risparmiate le critiche di chi in questo sistema ci ha marciato per anni”, ha precisato Molfetta che ha assicurato che “se sono stati commessi degli errori provvederemo a correggerli”.

Ultima modifica il Martedì, 08 Dicembre 2015 08:43