“Questa decisione, certamente dolorosa e impopolare, è stata presa dalla necessità inderogabile del Comune di Mesagne di mettere ordine a un sistema ormai fuori controllo che ha prodotto per il solo Comune di Mesagne un debito fuori bilancio stimabile intorno ai 300 mila euro, a sua volta originato dal consumo di un monte ore dedicato ai servizi Adi e Sad che è tre volte superiore a quello preventivato”, aveva spiegato con amarezza il sindaco Pompeo Molfetta. Giustificazioni che non sono state accolte dai genitori che hanno presentato presso la Procura della Repubblica di Brindisi, per il tramite dei carabinieri di Mesagne, un esposto contro ignoti per cercare di individuare le responsabilità.
“Siano dell’Asl o del Comune a noi non interessa”, hanno commentato con preoccupazione le mamme. Intanto il Comune ha dato mandato al suo ufficio sociale di convocare le parti per ascoltare le richieste e vedere come poter risolvere il problema. Il sindaco Molfetta, per la verità, aveva già chiarito la genesi del problema. “Ci troviamo davanti a una macroscopica anomalia determinata dal fatto che, nel corso degli anni precedenti, sono stati elargiti servizi e creati posti di lavoro ben oltre il limite delle risorse stanziate, con buona pace di tutti coloro che magari hanno pensato che non avrebbe pagato mai nessuno”. Una spesa sociale fuori controllo, che potrebbe coinvolgere anche altre realtà territoriali su cui adesso la Procura ha gli elementi per indagare e dare risposte ai genitori che oggi sono, a dir poco, umiliati.