E' la constatazione che è stata nuovamente fatta sabato mattina dai vigili urbani che hanno effettuato dei controlli nei rifiuti indifferenziati depositati dai mesagnesi trovando molto materiale differenziabile. La spazzatura, naturalmente, non è stata ritirata mentre i vigili hanno annotato in maniera scrupolosa i numeri civici e gli utenti "indisciplinati". Successivamente il comando deciderà di sanzionarli oppure di fargli semplicemente una ramanzina. Il fenomeno, però, è molto diffuso e meriterebbe un approccio politico differente da quello finora attuato dall'Amministrazione. Così, mentre da una parte è giallo sulle cifre della raccolta differenziata dall'altra l'opposizione politica contesta l'Amministrazione per non aver adeguatamente informato la città sul fronte della differenziazione. "Verrebbe da dire che dopo otto mesi di letargo l’amministrazione Molfetta scopre che per incentivare la raccolta differenziata è necessario fare anche una corretta campagna informativa", ha spiegato Domenico Magrì, dirigente di Progettiamo Mesagne secondo cui sotto alla gestione dei rifiuti c'è qualcosa di poco chiaro. "La verità è che, a seguito della decisione da parte dei commissari dell’Oga (Organo di governo degli Ato, n.d.r.) di conferire l’indifferenziato a Cavallino, le spese aumenteranno e l’amministrazione, temendo l’impopolarità per il probabile aumento della Tari 2016, sta cercando di correre ai ripari", ha precisato l'esponente politico di opposizione. Per arginare il malcostume di non differenziare l'Amministrazione comunale ha messo in campo una vera e propria task force formata dal personale dell’azienda, affiancato dai vigili urbani, che ha provveduto a setacciare i sacchetti della spazzatura per controllare conferimenti non consoni. "Il risultato, di tale “impavida” azione, è stata una gran confusione visto che fra i tanti sacchetti non ritirati son capitati anche quelli di cittadini che avevano conferito correttamente", ha tuonato Antonio Calabrese, coordinatore di Progettiamo Mesagne secondo cui, invece, l’amministrazione dovrebbe vigilare "sul corretto adempimento del contratto con l’azienda appaltatrice pretendendo puntualità affinché il denaro pubblico venga correttamente impiegato per le finalità previste come, ad esempio, informare i cittadini circa le modalità e i tempi di espletamento di tutti i servizi; promuovere iniziative di sensibilizzazione su igiene urbana, sulla tutela dell’ambiente e sulla differenziazione del rifiuto". Infine, Calabrese ha una certezza: "Il problema dell’esponenziale aumento dei costi della Tari di questi anni - ha detto - è dipeso innanzitutto dall’incapacità ad attuare politiche, sia a livello locale che regionale, atte a trasformare il rifiuto in una risorsa, dagli esorbitanti costi degli appalti e, viste le ultime vicende giudiziarie nostrane, dagli effetti speculativi e criminosi nella gestione dei ciclo dei rifiuti".
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