Incidente mortale a Mesagne, assolti gli ingegneri In evidenza

Febbraio 26, 2016 3170

rondò via latianoSono stati assolti dal tribunale di Brindisi, (Articolo completo su Nuovo Quotidiano di Puglia)

per non aver commesso il fatto, tre ingegneri della Provincia di Brindisi, accusati del fatale errore di progettazione del "rondò della morte" sulla strada provinciale 45, che collega Mesagne a Latiano. Un’arteria viaria su cui si sono verificati decine d’incidenti fra cui il sinistro mortale in cui il 20 ottobre 2008 perse la vita il 30enne Alessandro De Nuccio. Con formula piena sono stati assolti Cesare Argentieri, 34 anni di Mesagne residente a Brindisi, Giuseppe Scarafile, 44 anni di Mesagne residente a Ostuni, e Stefano Morciano, 43 anni di Brindisi. A giudizio era finito per omicidio colposo anche il 36enne di Palagiano, Vincenzo Caputo, il conducente del pullman contro il quale il centauro si era schiantato. Il tribunale di Brindisi, giudice Barbara Nestore, ha acclarata la rispondenza alla normativa, nonostante le tesi della parte civile circa un ipotetico abbagliamento causato sul motociclista dal faro anabbagliante del bus che procedeva in direzione opposta rispetto a quella del centauro, assolvendo gli imputati. E’ stato accertato, quindi, che l’organizzazione dell’incrocio, giudicato anomalo per il decentramento dell’isola centrale rispetto agli assi delle strade in essa confluenti, era perfettamente rispondente alle norme vigenti, sebbene inusuale all’epoca della sua realizzazione, e che l’incidente era avvenuto per esclusiva responsabilità del motociclista che procedeva in direzione Latiano‐Mesagne a velocità di gran lunga superiore ai limiti consentiti e in corrispondenza della linea continua di separazione delle due contrapposte corsie di marcia. Con rito alternativo anche il conducente del bus, Vincenzo Caputo, è stato assolto dai reati contestatigli. La difesa degli ingegneri è, pertanto, riuscita a dimostrare il loro corretto operato. La parte civile aveva tentato di addebitare la responsabilità agli ingegneri che avrebbero omesso di installare la pubblica illuminazione che, è emerso durante il dibattimento, non era né obbligatoria né raccomandata per la tipologia d’incrocio in questione. Il tragico sinistro si era verificato alle ore 20 del 20 ottobre del 2008 quando la Ducati Monster sulla quale viaggiava Alessandro De Nuccio si schiantò con l'autobus Setra 215 Gt, guidato dal Caputo, che procedeva in senso contrario.