a indire una gara di appalto per la gestione del canile comunale dopo quella del 2013 quando a vincere fu un’associazione della provincia di Taranto le cui credenziali non furono accettate dagli allora amministratori che decisero di bloccare il tutto. Un esposto fu inviato alla Procura della Repubblica di Brindisi su alcune operazioni sospette. Oggi l’ente pubblico mesagnese riprova a indire la gara per l’affidamento della gestione del canile rifugio comunale e sanitario di contrada Casacalva. Il contratto avrà la durata di tre anni e l’ammontare complessivo dell’appalto è di circa 570 mila euro per la gestione di 200 cani l’anno. il bando, che scadrà il prossimo 16 maggio, è aperto a tutte le associazioni o enti di protezione animali regolarmente iscritte all’albo regionale che abbiano sostenuto esperienze certificabili nell’ambito del ricovero e mantenimento dei cani randagi nell’ultimo quinquennio per una durata complessiva di almeno tre anni. Sembra essere questo uno degli elementi fondamentali per l’aggiudicazione dell’appalto che sarà valutato al massimo ribasso. Fino alla nuova aggiudicazione è stato dato mandato alla cooperativa che attualmente gestisce il servizio di accudire i cani del rifugio. Gli attuali dipendenti della cooperativa che ha in gestione la struttura sono stati tutelati da una clausola di salvaguardia inserita nel nuovo bando di gara. Infatti, la conservazione dei livelli occupazionali è assicurato dall’articolo 18 del bando in cui è scritto: “L’aggiudicatario si obbliga a garantire la conservazione del posto di lavoro al personale assegnato al canile”. L’Amministrazione a guida del sindaco Franco Scoditti, nel 2013, aveva pubblicato il bando di gara per la gestione del canile vinto da un’associazione. Tuttavia, la giunta comunale il 26 settembre 2013 aveva sospeso l’aggiudicazione definitiva della gara d’appalto per la gestione del canile rifugio e sanitario, collocato in contrada Casacalva, per un periodo di anni tre dopo aver ricevuto della documentazione da parte della fondazione animalista “Virio” e dall’Oipa. L’ufficio legale del Comune di Mesagne, su questi fatti, aveva inviato un’informativa al sindaco Scoditti. “La decisione – aveva spiegato il sindaco Scoditti – è scaturita dalla necessità di verificare l’autenticità e la fondatezza della documentazione pervenuta all’Amministrazione successivamente all’aggiudicazione provvisoria, documentazione che palesava presunte irregolarità da parte dell’associazione nella gestione di altri canili”. La gestione del canile fu riassegnata, in regime di prorogatio, alla cooperativa “Terra viva” che lo aveva avuto già in gestione. Nel mese di ottobre del 2015 il Partito Democratico presentò un’interrogazione sull’argomento in cui si chiedeva al sindaco di far pubblicare il bando per la gestione del canile. A vigilare sui pelosi, oltre ai dipendenti della cooperativa che ha in gestione il canile, vi sono un manipolo di volontari che ieri come oggi permettono loro di poter godere almeno di una carezza. Il grande problema, però, è la quasi mancanza di sgambettamento dei cani.
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