ha chiesto alla terza commissione regionale, Sanità e servizi sociali, di non declassare l'ospedale di Mesagne. In particolare che «le strutture intermedie, come gli ospedali di Mesagne e San Pietro, mantengano almeno parzialmente la caratterizzazione ospedaliera con una vocazione specifica per il post acuto e per la riabilitazione, utilizzando idealmente la quota dello 0,7 per mille di posti letto previsti dalla legge per queste funzioni, al fine di ottimizzare l’offerta sanitaria territoriale e decongestionare il Perrino, mantenendo altresì viva la prospettiva della reale e concreta conversione in Pta», ha ricordato Molfetta. Il primo cittadino, dopo una disamina del percorso che ha portato all’attuale situazione, ha messo in evidenza come in Provincia di Brindisi «il Piano abbia semplicemente spostato reparti da una struttura all’altra con l’obiettivo di accreditare il Perrino come Hub (II° livello), il Camberlengo di Francavilla come Struttura di I° livello, il Civico di Ostuni come Ospedale di Base e di far perdere definitivamente la caratterizzazione ospedaliera al San Camillo di Mesagne, al Miulli di S. Pietro e all’Ospedale di Fasano». «Cambiando l’ordine degli addendi – ha proseguito il primo cittadino alla Commissione – non cambia il risultato: non migliora l’offerta sanitaria del territorio, né si centra l’obiettivo primario chiesto dal Governo di riduzione della spesa: si produce solo un ulteriore sovraffollamento di strutture già al limite del collasso - come il Perrino - e lo svuotamento di altri stabilimenti perfettamente agibili che devono essere riempiti ma non si capisce bene di cosa». Una scelta che pare illogica e antieconomica considerato anche il fatto che nel nosocomio mesagnese, come in quello di San Pietro, in questi anni sono stati fatti investimenti strutturali e funzionali per milioni di euro. Il sindaco ha aggiunto che «l’ospedale di Mesagne da oltre 15 anni percorre con senso di responsabilità la via della “conversione” quasi come un atto di fede, perché nei fatti si è smantellato un eccellente ospedale territoriale in favore di una prospettiva che è ancora tutta nelle mani della provvidenza perché quello che dovrebbe essere un Presidio territoriale di assistenza a oggi è poco più di un poliambulatorio».
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