Redazione

Dati del giorno: 10 luglio 2022

6.275
Nuovi casi
22.149
Test giornalieri
8
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.821
Provincia di Bat: 472
Provincia di Brindisi: 766
Provincia di Foggia: 674
Provincia di Lecce: 1.507
Provincia di Taranto: 914
Residenti fuori regione: 102
Provincia in definizione: 19
83.697
Persone attualmente positive

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437
Persone ricoverate in area non critica
19
Persone in terapia intensiva

Dopo 6 anni di attesa, un travagliato iter burocratico, battibecchi politici, 2 legislature di attesa finalmente la città di Mesagne ha visto approvato e finanziato con 2 milioni e 250 mila euro il progetto internazionale “Eurovelo 5”, una pista ciclabile che collegherà Londra a Brindisi passando per Mesagne. Nello specifico la realizzazione di un tracciato ciclo-pedonale che collegherà il centro storico di Mesagne al parco archeologico di Muro tenente. Il percorso ciclabile complessivo è di 2.900 chilometri. E scusate se è poco. Il percorso da Londra a Brindisi è un’importante direttrice nord-sud che passa attraverso molte notevoli città nel cuore dell’Europa.

Non a caso, si tratta di un percorso che in gran parte ricalca la via Romea-Francigena, usata da secoli dai pellegrini europei per arrivare a Roma. Si toccano sei stati: il Regno Unito, la Francia, il Belgio, il Lussemburgo, la Svizzera e l’Italia. Il percorso Eurovelo 5 attraverserà il territorio mesagnese lungo tutta via Marconi arrivando in piazza Vittorio Emanuele II, quindi attraverserà il centro storico fino ad arrivare in piazza Cavour e proseguirà per via Gualtiero d’Ocra, via Malvindi, via Roma, via Generale Falcone, via Maya Materdona, via Arno fino a via Lucci in direzione Brindisi. Sostenitrice di questa realizzazione fu l’allora assessora ai Lavori pubblici, Palma Librato, successivamente il progetto è stato seguito dal suo successore Roberto D’Ancona, che vide nella società di ingegneria e architettura Tecnomobility di Andersonn Anna Maria Margareta & C S.a.s. di Bari, il soggetto a cui affidare l’incarico professionale finalizzato alla progettazione preliminare dell’intero percorso "Eurovelo 5" che attraverserà la città di Mesagne. L’Amministrazione comunale diede mandato alla società barese di studiare il percorso adottando, dove compatibile con la promiscuità veicolare e ciclabile che può essere ottenuta non solo abbassando il limite di velocità al almeno 30 chilometri orari, dei veri e propri dispositivi di moderazione del traffico.

Gli interventi di moderazione del traffico e di compatibilità ciclo-veicolare riguarderanno le seguenti vie comunali: via Guglielmo Marconi, da via G. Brodolini a piazza Vittorio Emanuele II, piazza Vittorio Emanuele II, via Eugenio Santacesaria (centro storico), via Antonio Profilo, centro storico, via Geofilo, piazza Giacomo Matteotti, via Generale A. Falcone, via Maya Materdona, via Reali di Bulgaria e via Arno. “Finanziamenti che abbiamo ottenuto grazie a un lavoro straordinario che hanno fatto gli uffici tecnici comunali e i loro assessori Palma librato, prima, e Roberto D’ancona, dopo. Un grazie anche all’onorevole Aresta e al consulente Mimmo Stella che hanno seguito passo dopo passo la progettualità”, ha chiosato il sindaco Toni Matarrelli.

A margine di questo finanziamento ce ne sono altri ottenuti dal Comune di Mesagne. Come, ad esempio, quello di 250 mila euro per la ristrutturazione tecnologica dell’impianto di riscaldamento e refrigerazione del teatro comunale. Inoltre, ha ottenuto le somme necessarie per progettare la messa in sicurezza del territorio nel quartiere Seta, per un importo di 1 milione e 800 mila euro, la riqualificazione della palestra della scuola “Aldo Moro”, per un importo di 566 mila euro e la riqualificazione dell’impiantistica della palestra della scuola “Giovanni Falcone”, per un importo di 613 mila euro.   

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A conclusione di un servizio straordinario di controllo del territorio eseguito dai reparti dipendenti dalla Compagnia di San Vito dei Normanni nel Comune di Carovigno, i Carabinieri hanno segnalato all’Autorità Amministrativa, per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale:

-        un 29enne di Mesagne, poiché a seguito di perquisizione personale e veicolare è stato trovato in possesso di un grammo di marijuana, occultato sotto il tappetino dell’auto;

-        un 23enne di Carovigno, poiché a seguito di perquisizione personale è stato trovato in possesso di 0,2 grammi di marijuana.

Gli stupefacenti rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro.

Durante il servizio sono stati controllati vari esercizi pubblici e automezzi, identificate numerose persone e contestate diverse contravvenzioni al Codice della Strada.

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QUANTE VOLTE CI PONIAMO QUESTE DOMANDE... 

E ORA COSA FACCIO?
A CHI MI POSSO RIVOLGERE?
DI CHI MI POSSO FIDARE?
CHI MI PUÒ ASCOLTARE?
 
NASCE A BRINDISI LO SPORTELLO "NON SO COSA FARE"
SEGUITO DAGLI AVVOCATI MARIANNA LAGUERCIA E SIMONA MANISCALCO 
"CON LA GIUSTA INFORMAZIONE, PREVENZIONE E ASCOLTO, POSSIAMO SALVARE, AIUTARE TANTE ALTRE VITTIME E/O SOPRAVVISSUTE COME ME".
FARE RETE È IMPORTANTE, SENSIBILIZZARE OGNI GIORNO L'OPINIONE PUBBLICA IN PARTICOLARE I BAMBINI E I GIOVANI. 
ELISA ZINGARO PROTAGONISTA DEL LIBRO "ELISA A PIEDI NUDI NELL'ANIMA" SOPRAVVISSUTA E OPERATRICE D'ASCOLTO ANTIVIOLENZA. 

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Dati del giorno: 09 luglio 2022

8.251
Nuovi casi
27.356
Test giornalieri
8
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.513
Provincia di Bat: 680
Provincia di Brindisi: 864
Provincia di Foggia: 871
Provincia di Lecce: 1.850
Provincia di Taranto: 1.278
Residenti fuori regione: 164
Provincia in definizione: 31
81.405
Persone attualmente positive
425
Persone ricoverate in area non critica
17
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.274.218
Casi totali
11.601.936
Test eseguiti
1.184.138
Persone guarite
8.675
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 416.436
Provincia di Bat: 112.656
Provincia di Brindisi: 119.328
Provincia di Foggia: 185.271
Provincia di Lecce: 255.730
Provincia di Taranto: 169.928
Residenti fuori regione: 10.727
Provincia in definizione: 4.142

Estate tempo di movida e della sua gestione. In provincia di Brindisi non c'è una linea Comune tra i vari sindaci poiché le esigenze sono differenti. Coniugare l'esigenza degli utenti con il diritto dei residenti al riposo notturno non è sempre cosa facile. Vediamo che ne pensail sindaco dimesagne, Toni Matarrelli. 

"Ci sono le norme nazionali che stabiliscono come comportarsi", ha esordito il primo cittadino mesagnese -. Sono esaustive e chiare. Da parte nostra non ho sentito l’esigenza di fare un’ordinanza, nessuno ce l’ha imposto anche perché non possono essere imposte. Perciò ogni sindaco esercita le proprie prerogative secondo come ritiene giusto, perché in ogni comunità ci sono delle specificità". Matarrelli ha, quindi, aggiunto: "Secondo me un’ordinanza uniforme non ha senso, perché una zona di mare ha esigenze diverse da una realtà dell’entroterra, i borghi hanno esigenze differenti da una città. Per quanto ci riguarda noi ogni giorno esercitiamo un’azione persuasiva chiedendo agli operatori commerciali di svolgere il proprio lavoro nel rispetto delle regole. Se tutti le rispettassero non ci sarebbero problemi". Tuttavia l'Amministrazione comunale di Mesagne ha messo in campo dei correttivi utili in caso di abuso. "E' vero - ha confermato il sindaco - abbiamo fatto un progetto con la polizia municipale di controllo del territorio fino a tardi. Poi c’è la polizia di stato, i carabinieri e l’associazione dei poliziotti in pensione che ci danno una mano. Pertanto c’è una vigilanza, un’attenzione, affinché le regole siano rispettate. E poi ci sono i cittadini che a loro volta devono esercitare il loro diritto al controllo. La gente deve riposare ed è giusto che sia così. Come è giusto che la gente deve lavorare, anche perché il turismo è un pezzo della nostra economia, l’accoglienza è un pezzo importante della nostra economia che vanno salvaguardati al pari di coloro che hanno il diritto di riposare e stare bene".

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Quando piove sulla città di Mesagne c'è la zona Manfredonia, o almeno alcune vie di questa zona residenziale, in cui si creano delle piscine naturali in cui potersi rinfrescare dalle calde giornate estive. Scherzi a parte sono diversi anni che i residenti chiedono alle varie amministrazioni comunali che si sono succedute a Palazzo dei Celestini di realizzare delle condotte con griglie per il deflusso delle acque meteoriche e una pendenza dell'asfalto che possa convogliare le piogge nei tombini. Purtroppo gli anni passano, ma il problema resta. Come dimostra la foto scattata da alcuni residenti. 

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FASANO – In occasione dei concerti di Fasanomusica di domani, lunedì, martedì e mercoledì, alle 21.00 in piazza Ciaia, si ricordano le aree di parcheggio consigliate.

Per chi proviene dalla Statale 172 (ingresso stadio, via Nazionale dei trulli) le aree di parcheggio consigliate sono quelle di piazza della Costituente, via Zanibelli e largo Palmina Martinelli.

Per chi proviene dalla statale 379 e dalla statale 16 (ingresso via Roma) si consiglia il parcheggio nell’area del ex mercato ortofrutticolo e del cimitero.

«Invitiamo il pubblico a usufruire delle aree di parcheggio consigliate per garantire sicurezza e scorrimento della viabilità – raccomanda il sindaco Francesco Zaccaria – le aree individuate sono tutte in prossimità della piazza che potrà essere raggiunta comodamente e rapidamente a piedi».Fasano_-_Aree_Parcheggio_Consigliate-1.jpgFasano_-_Aree_Parcheggio_Consigliate-3.jpg

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Dichiarare lo stato d’emergenza in Puglia, stretta nella morsa della siccità grave ed emergenziale, con temperature altissime già da maggio e improvvisi nubifragi, grandinate e trombe d’aria, con interventi immediati ma anche di programmazione in modo da conservare l’acqua quando ci sono eventi temporaleschi e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. E’ quanto ha chiesto la Coldiretti Puglia, in una lettera urgente al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per il riconoscimento di evento catastrofale eccezionale, tale da superare per ragioni di gravità il Decreto Legislativo n.102/2004, che disciplina il Fondo di Solidarietà Nazionale.

Nelle campagne e nei boschi le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni – denuncia Coldiretti Puglia - con aree sempre più esposte al divampare delle fiamme, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti e l’acqua caduta non viene raccolta, una vera e propria emergenza per coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole.

D’altro canto ogni anno va perso l’89% dell’acqua piovana, una dispersione che la Puglia non può permettersi – insiste Coldiretti - considerato che l’acqua non ce l’ha e ha bisogno di importanti opere per ridisegnare il proprio assetto idrico e idrogeologico e per garantire non solo l’approvvigionamento idrico per la popolazione, ma per assicurare corpi irrigui adeguati alle produzioni agricole, artigianali e industriali.

La Puglia, tra l’altro, ha il triste primato nazionale di essere la regione d’Italia dove piove meno, ma quando piove in maniera anche violenta, l’acqua non viene raccolta per la mancanza di invasi utili a conservarla, ma il fatto che la Puglia conviva da sempre con la siccità – argomenta Coldiretti Puglia -  con oltre il 57% del territorio a rischio desertificazione, impone di non sottovalutare e minimizzare il problema, piuttosto di correre ai ripari una volta per tutte sfruttando le risorse del PNRR anche per far fronte allo stato di emergenza cronica che la nostra regione sopporta, con costi enormi a carico di tutti i settori produttivi e della popolazione stessa.

In questo scenario critico, serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve, ma urge il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi, in uno scenario aggravato in Puglia – dice ancora Coldiretti - dal ventennale commissariamento dei Consorzi di Bonifica, con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali.

La siccità grave e perdurante  sta costringendo gli agricoltori all’irrigazione di soccorso con costi altissimi per il caro gasolio – spiega Coldiretti Puglia - per tirare l’acqua dai pozzi e rifornirsi di acqua con le autobotti, anche per abbeverare gli animali nelle stalle, con i pozzi artesiani  che stanno franando, mentre altri pozzi a falda superficiale, stanno scomparendo, si stanno prosciugando.

Bisogna ripartire dalle incompiute – segnala Coldiretti Puglia nella lettera al Presidente Emiliano . come la diga del Pappadai in provincia di Taranto, un’opera idraulica mai utilizzata e di fatto abbandonata, utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo, che una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti; 80 progetti finanziati e non ancora completati;

Il completamento delle opere di sistemazione idraulica e di conservazione del suolo nel bacino del torrente Vallona a protezione dell’area irrigua di San Nicandro garganico – ricorda Coldiretti Puglia - con inizio lavori a luglio 1991 interrotti a giugno 1993 e sul torrente Scarafone, con inizio lavori ad ottobre 1990 interrot- ti nel luglio 1992 in provincia di Foggia, Il completamento e la sistemazione del bacino Capo D’acqua ed utilizzo irriguo acque alte e del Serbatoio Tempa Bianca sul torrente Saglioccia, con lavori ultimati ma non collaudati perché difformi dal progetto;

La definitiva concretizzazione di rapporti e accordi con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 chilometri per drenare acqua dall'invaso del Liscione sul Biferno fino all'invaso di Occhito sul Fortore.

Come se non bastasse, la Puglia brucia con oltre 940 incendi in 15 giorni (dal 15 al 30 giugno) da sud a nord della Puglia -  insiste Coldiretti Puglia - in una estate segnata da una siccità che non si registrava da anni che sta devastando campi e colture, dopo una primavera che si è classificata come la sesta più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,85 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.

Serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori – conclude Coldiretti - con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura.

Sale a 35 il numero delle tombe portate alla luce dagli archeologi nell'ambito delle campagne di scavo 2021/2022 condotte nella riserva di Torre Guaceto. I reperti della necropoli a cremazione rinvenuta sotto la sabbia della spiaggia delle conchiglie sono già stati in parte restaurati e ora si pensa alla creazione di un museo.

Sono 20 le tombe rinvenute grazie agli scavi archeologici condotti nell'area protetta da giugno, fino a pochi giorni addietro. Altre 15 erano state scoperte con la campagna 2021 che, oltre a portare alla luce per la prima volta la necropoli a cremazione di Torre Guaceto, ha permesso di iniziare a ricostruire i costumi funerari della popolazione che nella tarda età del Bronzo (XIII-XII sec .aC) popolava il promontorio della torre aragonese ed allestito il proprio cimitero, aveva poco distante, nell'area dell'attuale spiaggia delle conchiglie. torre_guaceto_reperti_trovati_nelle_tombe_luglio_2022_3.jpg
Importanti scoperte che si devono all'impegno profuso sul campo dal team di archeologi diretti dal professore Teodoro Scarano del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento, al supporto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Brindisi e Lecce che ha permesso di aprire gli scavi in ​​regime di concessione ministeriale, e del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, da sempre molto attento e pronto ad investire per la ricostruzione del volto antico della riserva, tanto da essere l'unico Ente Parco italiano ad aver realizzato un proprio laboratorio archeologico. 
Il progetto di ricerca, ripreso in mano nel 2019 con la scoperta fortuita delle prime quattro tombe a cremazione affioranti subito sotto la sabbia, vanta diverse collaborazioni sia nazionali, sia internazionali e vede soprattutto una consolidata partnership con l’Università di Bologna sia per quanto riguarda il settore dell’antropologia fisica e della mobility, il cui referente scientifico è il professore Claudio Cavazzuti del Dipartimento Storia Culture e Civiltà, sia per quanto attiene il restauro archeologico. A partire proprio quest’anno, infatti, ha visto le docenti Florence Caillaud e Cristina Leoni del Dipartimento di Beni Culturali di Ravenna impegnate nelle sale del laboratorio di Torre Guaceto per ricomporre i reperti appena rinvenuti. 
“La scoperta della necropoli – ha spiegato Scarano -, rientra in un più ampio progetto di archeologia dei paesaggi costieri che il gruppo di ricerca archeologica dell’Università del Salento conduce dal 2008 nel territorio della riserva in collaborazione con il professore Giuseppe Mastronuzzi del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari. L’individuazione delle tombe e la mappatura di un’ampia serie di evidenze presenti nella stessa area, sul banco di roccia anche al di sotto dell’attuale livello del mare, testimoniano infatti con inusuale chiarezza di come nell’età del Bronzo, la linea di costa e la geografia di questo luogo fossero differenti da oggi, offrendoci dunque l’opportunità di ricostruirne l’aspetto di oltre 3mila anni fa”.torre_guaceto_reperti_trovati_nelle_tombe_luglio_2022_1.jpg
Tanto è stato scoperto e tanto ancora si vuole fare per arrivare a conoscere in profondità la Torre Guaceto della tarda età del Bronzo e rendere le scoperte fruibili a tutti, così come fatto nell’ambito delle due campagne, con gli archeologi impegnati a raccontare i lavori in corso a tutti gli utenti della riserva. 
“Nel prossimo triennio il progetto di ricerca – ha dichiarato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Gestione della riserva-, avrà come obiettivi la prosecuzione delle campagne di scavo, ma anche e soprattutto il restauro di tutti i materiali già rinvenuti. Questo consentirà lo studio e la pubblicazione di questo eccezionale contesto e, al tempo stesso, il concreto avvio della progettazione di un futuro spazio museale della riserva di Torre Guaceto nel quale illustrare e raccontare la storia più antica della nostra area protetta”.torre_guaceto_reperti_trovati_nelle_tombe_luglio_2022_1.jpg

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