Redazione

Mesagne. Critica la gestione della spazzatura. Giovedì scorso una parte della città di Mesagne è rimasta nuovamente con la spazzatura non ritirata. Le squadre di netturbini, quando hanno terminato l’orario di lavoro contrattuale, hanno smesso di raccogliere la spazzatura e sono andate via. Dopo le vibranti proteste dei cittadini in tarda serata sono uscite cinque squadre, complessivamente composte da un solo netturbino che fungeva sia da autista sia da raccoglitore, che hanno lavorato fino alle ore 23 ritirando cioè che potevano. A questi lavoratori, come ringraziamento dell’opera indefessa prestata, andrebbe concesso un encomio. Nonostante gli sforzi encomiabili di un manipolo di lavoratori, la città è sporca.

Tuttavia, su tale vicenda sembra strano il silenzio delle forze di opposizione politica che, evidentemente, sono andate in ferie già da tempo abdicando al loro ruolo di controllo dell’attività pubblica. Al di là di qualche schermaglia personale, sull’interesse pubblico c’è un imbarazzante silenzio. Resta la realtà, piuttosto nebulosa, che l’azienda, che ha in gestione il ritiro e lo spazzamento dei rifiuti, non sta ottemperando completamente al contratto sottoscritto con il Comune. Malgrado ciò i cittadini stanno pagando ugualmente la tassa per la raccolta dei rifiuti non ricevendo in cambio un regolare servizio. Intanto, queste criticità nella serata di giovedì sono state espresse dai cittadini al sindaco, Toni Matarrelli, e all’assessore all’Ambiente ed Ecologia, Maria Teresa Saracino.spazzatura_carta_in_via_Palmitella.jpg

Così, l’assessora ha convocato un tavolo tecnico di confronto con i dirigenti della Teknoservice, l’azienda che in gestione il servizio di raccolta dei rifiuti, per cercare di appianare le difficoltà. “Così non va – ha tuonato l’assessora Saracino ai vertici aziendali – la città è visibilmente sporca e ci sono dei gap che vanno colmati. In primis gli elenchi delle strade distribuite ai netturbini che sono lacunosi. Mancano intere vie. Se la squadra di operatori ecologici non ha nel cronoprogramma alcune vie come fa a ritirare la spazzatura?”. Non è tutto poiché alcune squadre sono composte da operatori che non sono mesagnesi e non conoscono la città. “Si affidano al navigatore di Google Maps – ha aggiunto l’assessora di ferro -, ma non tutte le vie, specialmente quelle extraurbane, sono segnate su Google Maps”. Intanto, tra i cittadini si fa avanti l’idea di denunciare, agli organi competenti, questo disservizio che è divenuto intollerabile.

Mesagne. Critica la gestione della spazzatura.

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Questa mattina vvf e Ser Mesagne e polizia locale sono intervenuti sull arteria che collega Apani a Mesagne, dove un pino pericolante sulla strada rendeva pericolosa la viabilità. Sul posto si sono portate 2 pattuglie della polizia locale che hanno interdetto la viabilità. I vigili del fuoco sono intervenuti con una squadra e un'autoscala, gli stessi vvf hanno richiesto l'intervento dei volontari del SER per velocizzare le operazioni di taglio del pino.

Parco R.Potì : valorizziamolo.

Seconda puntata…

Pochi giorni fa, il nostro bellissimo parco è stato “occupato” in tutta la sua interezza, in occasione della “notte bianca dei bimbi“, da bambini, famiglie, nonni, non solo di Mesagne ma anche proveniente dai paesi limitrofi, che hanno avuto modo di apprezzare la magnificenza del parco urbano R. Potì, vero monumento alla bellezza della nostra cittadina (molti hanno affermato “non avete solo il centro storico, questo parco è un incanto”). I bambini hanno partecipato con gioia e spensieratezza alle attività preparate con garbo dagli organizzatori della serata, mentre  genitori e nonni hanno esternato alcune critiche costruttive che noi abbiamo raccolto e che giriamo a chi di dovere:

  • Vicino ai giochi d’acqua ci sono due fossati rettangolari, che non si capisce a cosa servano e dove sono andati a finire carrozzine con neonati e persone anziane che sbadatamente sono inciampiate, mettendo a repentaglio la propria incolumità.
  • Il rivestimento delle diverse strutture presenti al parco (casa di vetro dove è ubicata temporaneamente la biblioteca, il bar con annessi bagni, l’edicola) sono rivestiti con doghe di legno che con il tempo e la mancata manutenzione e sollecitati da ragazzi che tentano le arrampicate, hanno ceduto diventando molto

A queste considerazioni fatte dai cittadini presenti la sera del 1 agosto scorso (notte bianca dei bimbi) che hanno apprezzato molto la meraviglia del parco con i suoi contorni,  come le opere realizzate dall’artista Millo sugli edifici che si affacciano sul parco, si aggiungono quelle di molti utenti che lo frequentano in maniera abituale.  Questi cittadini si chiedono come mai il pergolato vicino la casa di vetro non è stato oggetto di manutenzione come gli altri due, anche se non è stata fatta in maniera adeguata.

La casetta (little free library), che serve come  punto di raccolta di libri e occasione per leggerli, è stata fatta oggetto un paio di volte di atti vandalici e si trova in condizioni miserevoli (vedi foto). I cittadini seri e onesti (che sono la maggior parte e per intenderci sono quelli che pagano regolarmente le tasse) si chiedono se  non sarebbe ora di sanzionare e punire severamente (anche in maniera pecunaria) questi pochi stolti, così si darebbe un segnale forte agli altri potenziali imbecilli, che procurano danni all’intera comunità, anche perché così facendo, gli amministratori perderanno il consenso dei cittadini onesti, che sono stanchi di pagare i danni procurati da pochi disonesti; gli strumenti ci sono (le telecamere) per cui rendiamoli utili ed efficaci, ci vuole l’atto politico-amministrativo. In prossimità della little free library, c’è un dislivello che è una trappola, che andrebbe segnalato alle persone che passeggiano nel parco: mettiamo un segnale, un porta cestino o qualcos’altro per evitare che le persone inciampino. Un ultima cosa, considerato che il parco è ormai  diventato una meta per molte famiglie che provengono da  fuori,  non sarebbe opportuno predisporre adeguata segnaletica agli ingressi di Mesagne?

Un numeroso gruppo di cittadini che amano Mesagne..

Una volta l’Urbanistica era il settore amministrativo di maggior caratura perché consentiva a chi lo praticasse di conoscere il territorio, di avere uno sguardo panoramico sulla  città  e soprattutto  di prefigurare e indirizzare i futuri processi di sviluppo. Sul concetto di pianificazione territoriale si è costruita per decenni la politica dei piani cioè la redazione di strumenti cartografici e normativi in grado di predeterminare  ordinatamente lo sviluppo della città in ogni sua articolazione. Oggi questi strumenti sembrano desueti e superati, si preferisce procedere per interventi selettivi e mirati (rigenerazione urbana) o attraverso l’approvazione di progetti in deroga agli strumenti urbanistici vigenti.

Nessuna nostalgia per i vecchi piani regolatori generali, per i piani particolareggiati, per i piani degli insediamenti produttivi (PIP) che hanno prodotto effetti senz’altro positivi ma anche rigidità e limitazioni gravi, tuttavia si sente la mancanza di una discussione generale sul destino complessivo di questa città. Si sente la mancanza della voce autorevole delle categorie professionali, delle rappresentanze sociali, delle istituzioni e della politica tutta. Eppure, già diversi anni fa, si era avviata una discussione preliminare sugli gli atti di indirizzo per la redazione del nuovo PUG - Piano Urbanistico Generale ( arch. Decio De Mauro), giacchè era maturata la consapevolezza che gli effetti del vecchio PRG si erano ormai estinti e che bisognava andare oltre in ossequio alla nuova normativa regionale che apriva a nuove frontiere : all’urbanistica condivisa, al risparmio del suolo, agli interventi di recupero e riuso, al risparmio energetico ecc.. Poi questa discussione abortì, non se ne è più parlato  ed  è stata rimossa anche l’esigenza di farlo. Ma i problemi  irrisolti dal vecchio PRG sono tutti ancora sul tavolo ( Centro storico, Zona A2, aree rurali, PIP, Porta Grande) così come inevase sono ancora le nuove sfide per l’ abbattimento dell’ inquinamento ambientale, per il rischio idrogeologico,  per il risparmio energetico, per la viabilità lenta ecc..  tutti temi che premono per la ripresa di una discussione generale intorno al destino della nostra città. Certo il territorio è sempre in dinamico divenire e le trasformazioni si impongono anche senza nuovi strumenti di pianificazione soprattutto sulla spinta dei finanziamenti pubblici  e degli investimenti privati, solo che cosi sfuma la visione complessiva, si procede a macchia di leopardo e non sulla base di una previsione studiata e meditata dalla politica e condivisa dal corpo sociale. Noi auspichiamo che prima o poi questa discussione riparta.

Rigenerazione urbana

E’ uno strumento agile e innovativo che indubbiamente offre il vantaggio di dare soluzioni organiche e complessive a pezzi di territorio degradato, di ricucire  maglie del tessuto urbano sfrangiato, di ridare vita a strutture morte o decadenti. Si tratta di progetti che dipendono in larga parte dai finanziamenti dello Stato o della Regione e noi ne siamo già stati largamente beneficiati e ancor  più lo saremo grazie ad una buona capacità di intrapresa politica e ad uno staff tecnico di prim’ordine. Con questo metodo abbiamo realizzato il Parco Potì, così sarà per Eurovelo 5, per la zona Grutti e per l’area della stazione ferroviaria  finanziati dal PNRR. Un altro progetto di riqualificazione si sta facendo strada in queste ore con passo svelto e senza il solito strombazzamento mediatico, è la rigenerazione urbana del rione Zecchino. Sul punto noi abbiamo cominciato ad esprimere dubbi a proposito della richiesta fatta dal comune di un milione di euro alla Cassa Deposito e Prestito al fine di acquisizione le aree oggetto dell’intervento. A differenza degli altri progetti di rigenerazione urbana questo, evidentemente, non è propriamente a costo zero. Orbene, pur non essendo completato l’iter di acquisizione delle aree, pur non avendo certezza della fonte di finanziamento delle opere, il comune ha già deliberato di affidare  la progettazione preliminare dell’intervento ad un “ concorso di idee” da espletarsi sulla scia del Documento d’Indirizzo alla progettazione predisposto dall’ufficio LLPP. I soldi (95.000 euro circa) per il concorso rivengono da un fondo specifico messo a disposizione dallo Stato per sostenere la progettazione territoriale e gli studi di fattibilità da candidare ai bandi PNRR. Al vincitore del primo premio  andranno 60.000 euro, al secondo 7.000 al terzo 5.000 il resto alla commissione giudicatrice. E qui c’è il primo punto di domanda. Si può utilizzare il fondo progettazioni PNRR per bandi non ancora pubblicati e per la realizzazione di interventi di urbanizzazione? Ma soprattutto siamo sicuri che questo intervento possa rientrare tra quelli  che  saranno ulteriormente pubblicati e finanziati con i fondi del PNRR, considerando che il comune di Mesagne ha già avuto la sua ragguardevole parte ( 6 milioni di euro)? E semmai non dovesse essere finanziato chi ci metterà i circa tre milioni di euro per la realizzazione delle opere previste dal quadro economico.? Sarebbe assai disdicevole che di  tutta questa operazione rimanesse l’acquisto della terra e il bando per la progettazione preliminare. Ma siamo sicuri che l’operazione, finora piuttosto confinata nel silenzio dell’ nell’albo pretorio , sia già stata prefigurata nel dettaglio nelle sedi proprie istituzionali e formali.

Ma vediamo l’oggetto di questo intervento così come doviziosamente illustrato nella relazione tecnica allegata alla delibera di Giunta.  Gran parte della superficie catastale  sarà occupata da un impianto sportivo multitask con piste d’atletica, un campo di calcio,  gradinate per gli spettatori e servizi annessi ( spogliatoi- biglietteria -servizio ristoro ecc.) . Piuttosto residuale sembra essere l’area destinata a parcheggio nella zona mentre sono proprio i parcheggi le infrastrutture più necessarie ad un quartiere ingolfato. Un intervento dunque di grande impatto che presuppone un aumento certo dei carichi urbanistici in un area già congestionata per la presenza di servizi pubblici ( scuole, palazzetto, pattino dromo). L’altra domanda che sorge spontanea è questa: possibile che di questo intervento non si sia fatto cenno negli organi istituzionali preposti e non sarebbe forse il caso di sentire anche i cittadini del rione Zecchino a cui l’intervento di rigenerazione urbana sarebbe dedicato?

Abbiamo citato questo esempio per dire che certi interventi urbanistici che paiono estemporanei e  viaggiano sotto traccia potrebbero avere invece hanno dietro un backgroung di interessi imprenditoriali  pronti ad entrare in campo. Tutto questo naturalmente se i soldi attesi arrivano altrimenti il sogno si trasforma in un incubo.

Urbanistica derogatoria.

Questa amministrazione , più di altre, si sta caratterizzando per la  urbanistica derogatoria. Avevamo già parlato di come fosse stata forzata la norma nel concedere la possibilità di insediare nel secondo lotto del PIP l’azienda di ricerca bio-medica  Poly-CristalLine spa .La maggioranza aveva deliberato in Consiglio Comunale per la variante urbanistica in barba al  PIP e al regolamento di assegnazione delle aree. Doveva trattarsi di una deroga speciale e straordinaria giacché ricorrevano nella fattispecie condizioni speciali e cioè che la proprietà del suolo era del proponente e che l’insediamento era situato a ridosso della complanare della statale 7. Noi sostenevamo e sosteniamo che, preso atto delle difficoltà oggettive, di dare attuazione al PIP secondo lo  strumento vigente, non avendo il comune le risorse per acquisire le aree e urbanizzarle , bisognava rivedere strumento e regole per mettere tutti nelle stesse condizioni di fatto e di diritto magari percorrendo la strategia dei micro comparti omogenei così come abbiamo fatto per alcune zone C di espansione. Così quel caso che sembrava isolato potrebbe raddoppiare poichè un altro insediamento con le stesse caratteristiche e lo stesso proponente è  passato nella commissione uso e assetto del territorio ma stranamente non ha  varcato la soglia dello scorso Consiglio Comunale.

Lo strumento derogatorio o le varianti urbanistiche presuppongono sempre il riconoscimento da parte del Consiglio Comunale della prevalente pubblica utilità ma è sempre così?. L’architetto Cipparrone forse quarant’anni fa, nella redazione del Piano di recupero del centro storico, prefigurò per i decenni a venire che fosse rispettata una condizione esiziale e cioè che nel centro storico ci fossero i residenti, le famiglie, le mamme i bambini e per questo tipizzò e vincolò l’immobile Murri ad asilo o scuola materna. Il comune non ha mai provato ad andare in questa direzione e appena è arrivata una proposta di recupero immobiliare del palazzo da parte di un privato ha rimosso il vincolo per la favorire la conversione a struttura ricettiva. Quindi l’immobile Murri presto diventerà un gran bel resort a destinazione turistica in linea col trend attuale e con annesso uso di Corte dei Figheroia mentre l’asilo si farà nella zona industriale (sich!). Si dirà che è sempre meglio che mantenere in piedi  un immobile fatiscente nel cuore del nostro centro storico. Ecco come il presunto interesse pubblico talvolta maschera un prevalente interesse privato che , nel caso di specie non era solo dell’acquirente. Crescerà così la folla di turisti, la selva di tavolini e le montagne di macchine da parcheggiare mentre i residenti saranno più soffocati e marginalizzata tanto che prima o poi scapperanno via. Il piano di recupero del centro storico sarà senz’altro vetusto e ingombrante ma il nuovo che avanza lascia molte falle aperte.

Nella zona della Centrale Elettrica,  l’Enel meno di un anno fa ha messo in vendita i suoi locali. Il comune che poteva esercitare il diritto di prelazione e acquisirli vi rinunciò per favorire un intervento di riqualificazione proposto da un privato. Così, là dove poteva sorgere un piccolo angolo di verde pubblico per far respirare una zona fittamente edificata e senza servizi  è stata inaugurata una strutta sportivo ricreativo (a cui noi facciamo i migliori auguri). Non si può tuttavia non rilevare che sull’are ora  troneggia una scatola di vetro illuminato a vista: un campo di  paddle-tennis oggettivamente un po’ fuori contesto in una strada stretta ormai interamente occupata dalle auto.

Noi pensiamo che amministrare in questo modo operando spesso al limite della norma e sotto la grande spinta di interessi privati, strizzando sempre l’occhio al consenso non giovi alla città.

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La Provincia di Brindisi è attivamente presente nel territorio per la valorizzazione e tutela dell’ambiente naturale, anche attraverso le attività svolte dal Centro Fauna Selvatica, operativo dal 2001. Si tratta del servizio pubblico gratuito rivolto a tutti i cittadini che rinvengono animali selvatici in difficoltà e che nelle sedi di Brindisi e di Ostuni trovano la struttura tecnica in grado di provvedere alle fasi del ricovero, cura, degenza riabilitativa e rilascio in natura con idonee attrezzature e personale qualificato in biologia e veterinaria.     

Dal 2019 ad oggi, grazie ad una specifica convenzione ed alla collaborazione istituzionale tra la Provincia di Brindisi e la Regione Puglia, il Centro Fauna Selvatica prosegue nella sua attività attraverso il fondamentale contributo economico della Sezione Gestione Sostenibile e Tutela delle Risorse Forestali e Naturali, diretta dal Dirigente Domenico Campanile, all’interno della quale opera l’Osservatorio Faunistico Regionale che coordina i Centri Faunistici territoriali.    

Il Presidente della Provincia Toni Matarrelli esprime quindi soddisfazione nel comunicare che nel triennio 2019-2021 su un totale di 1.124 esemplari di selvatici (uccelli, mammiferi e testuggini terrestri), ricoverati nel Centro Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi, il 60% è ritornato alla vita libera in habitat naturali ben rappresentati nel territorio provinciale brindisino (boschi, macchia mediterranea, zone umide d’acqua dolce e salmastra, ambienti costieri). Pertanto, i cittadini che rinvengono un animale selvatico in difficoltà possono contattare il Centro Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi al n. 328.2847108 o consultare la omonima pagina on line per visualizzare utili informazioni.

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COLDIRETTI PUGLIA, 49MLN EURO PER 800 GIOVANI NEO INSEDIATI; SUBITO SECONDO BANDO CON MAGGIORI RISORSE PER RECUPERARE IDEE GREEN. 

Con il primo bando del PSR Puglia sono poco più di 800 i giovani che potranno realizzare il sogno di lavorare in campagna con progetti smart e innovativi, ma va attivato subito il secondo bando per recuperare altre idee green stanziando maggiori risorse. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento agli 821 progetti di giovani agricoltori ammessi all’istruttoria tecnico amministrativa prevista dal bando 2022 dedicato al primo insediamento in agricoltura, a valere sulla Misura 6.1 del Psr Puglia 2014-2020, per un totale di 48,9 milioni di euro rispetto ad una dotazione complessiva di 55 milioni di euro.

La misura è una delle più importanti del PSR – insiste Coldiretti Puglia - perché punta a favorire il ricambio generazionale e lo sviluppo delle aree rurali anche grazie al pacchetto giovani che prevede l’abbinata con varie misure dei Psr, in particolare la misura 4.1 per l’incentivo a fondo perduto degli investimenti. L’aiuto per il primo insediamento dei giovani è concesso in modo forfettario quale sostegno allo start-up e può arrivare sino a 70.000 euro.

Intanto, Coldiretti Giovani della Puglia ha attivato un servizio di consulenza e supporto e un strutturato programma formativo con l’Academy che propone una azione di on boarding, di primo avvicinamento e inserimento di nuovi giovani imprenditori in Coldiretti Giovani Impresa attraverso le cinque lezioni sul futuro, una serie di incontri sia on line che in presenza, organizzati in tutte le regioni.  Si tratterà di un tour che toccherà tutta la penisola, coinvolgendo i giovani in momenti di approfondimento guidati da testimonianze di referenti di area, tecnici da Bruxelles, testimonial del territorio, professori universitari e ricercatori per invitare giovani interessati ad avvicinarsi ad una cultura sindacale ed economica, a salire ON BOARD, a bordo della Community di Coldiretti Giovani Impresa.

“In uno scenario in veloce cambiamento, in cui la complessità delinea l’orizzonte dei fenomeni, non si intravede una sola direzione per il successo delle imprese. Il punto di partenza per il nostro futuro, per una ripresa dell’agricoltura e dell’agroalimentare pugliese, è il fattore imprenditoriale o meglio il fattore umano e l’educazione alla realtà”, ha affermato Benedetta Liberace, delegata di Coldiretti Giovani Impresa Puglia, secondo cui è determinare far conoscere e valorizzare “le opportunità per la creazione di impresa ed occupazione nella filiera del cibo, dell’agricoltura multifunzionale e delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche pugliesi, asset decisivi per Coldiretti Giovani Impresa Puglia che devono trovare adeguato sostegno”, ha aggiunto Liberare.

L’esigenza di una riqualificazione delle capacità analitiche e decisionali dei giovani imprenditori e degli occupati, del capitale umano, dalla sua capacità progettuale e dall’innovazione – aggiunge Coldiretti Giovani Impresa Puglia - sono necessarie ad affrontare i mutamenti sociali ed economici indotti dai nuovi modelli di regolamentazione internazionale e dalla profonda revisione della politica agraria europea.

Coldiretti per i giovani lancia una proposta ampia per la ripresa del settore attraverso formazione, semplificazione, strumenti flessibili di accesso al lavoro, incentivi per poter operare in velocità e promuovere investimenti in innovazione con un vero e proprio rilancio economico e sociale dell'agricoltura regionale, perché l’emergenza causata dal Covid ha fatto emergere la consapevolezza che l’agricoltura è legata non solo alla tutela della salute e dell’ambiente, ma anche alla sicurezza degli approvvigionamenti per la popolazione e alla difesa della sovranità alimentare dei Paesi.

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Continua l’azione di contrasto verso tutti gli eventi che creano turbative all’ordine pubblico durante lo svolgimento di manifestazioni sportive attraverso l’adozione di provvedimenti di divieto di accesso ad eventi sportivi cd. DASPO per un determinato periodo temporale.

In particolare, sono proseguiti gli accertamenti della Questura di Brindisi a seguito dei fatti verificatisi dopo la fine della partita disputata domenica 15 maggio presso lo stadio comunale di Fasano, tra le compagini del Fasano Calcio e del Nardò.

Nello specifico, l’attività della DIGOS della Questura, con il concorso dei militari della Compagnia Carabinieri di Fasano e del Commissariato di P.S. di Nardò, attraverso l’attenta visione dei filmati realizzati da personale della Polizia Scientifica della Questura e dell’Arma, ha consentito di far emergere elementi di responsabilità per ulteriori tre sostenitori delle opposte tifoserie, in ordine alla loro attiva partecipazione alle azioni di turbativa dell’ordine pubblico verificatisi nella circostanza.

Conseguentemente, il Questore della provincia di Brindisi Annino Gargano, nell’ambito delle prerogative previste dalla normativa di settore vigente, ha emesso, a seguito di un’attenta istruttoria svolta dal personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, altrettanti provvedimenti di DASPO nei confronti dei predetti, al fine di prevenire ulteriori e future azioni destabilizzanti del sereno svolgimento delle manifestazioni sportive.

L’attività appena conclusa rappresenta una ulteriore risposta per quanto avvenuto, mentre l’azione investigativa prosegue al fine di addivenire all’identificazione completa di tutti i soggetti che hanno partecipato ai disordini.

Allo stato sono complessivamente 25 i provvedimenti interdittivi sinora emessi.

Inoltre, altri divieti di accesso a manifestazioni sportive sono stati decretati anche nei confronti di due giovani sostenitori della squadra della Virtus Francavilla Calcio che, in occasione dell’incontro con il Foggia Calcio del 14 aprile scorso, avevano acceso sugli spalti artifizi e fumogeni.

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Nell’ambito dei mirati servizi finalizzati alla prevenzione ed alla repressione dello spaccio diffuso di sostanze stupefacenti nella città di Brindisi, disposti dal Questore Annino Gargano, nel primo pomeriggio di ieri, nel rione Paradiso, personale della Squadra Mobile ha arrestato il sessantenne C.R. nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Avendo avuto contezza, a seguito di appositi servizi di osservazione e pedinamento, di una attività di spaccio in quel quartiere, veniva effettuata una perquisizione presso l’abitazione dell’uomo ritenendo che lo stesso detenesse sostanze stupefacenti destinate alla cessione al minuto.

A seguito della perquisizione veniva rinvenuto, nella disponibilità dell’arrestato, un quantitativo di sostanza stupefacente del tipo marijuana per complessivi grammi 20 circa, nonché cocaina e hashish, oltre a vario materiale per il confezionamento in dosi pronte per lo spaccio.

Alla luce delle risultanze investigative il C.R. veniva arrestato ed associato, a disposizione del P.M. di turno della locale Procura della Repubblica, presso la Casa Circondariale di Brindisi.

Prosegue l’azione di contrasto di tale illecita attività con attenzione su altri quartieri, anche centrali, della città.

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Le tre unità beneficiarie del Reddito di Cittadinanza saranno di supporto al servizio di apertura dei bagni pubblici, garantendo un’implementazione del servizio

FASANO – Con l’assegnazione alla ditta «La Pulita» della gestione dei bagni pubblici, l’assessorato al Patrimonio ha fortemente voluto inserire un progetto PUC (Progetto Utile alla Collettività) per permettere di implementarne il servizio.

Un’iniziativa innovativa, quella attuata dall’assessorato al Patrimonio, che permette ai percettori di Reddito di Cittadinanza di “restituire” alla collettività un servizio.

I Progetti utili alla collettività (PUC) sono previsti, all’interno dei Patti per il Lavoro e dei Patti per l’Inclusione Sociale, quali progetti a titolarità dei Comune, utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, cui il beneficiario del Rdc è tenuto ad offrire la propria disponibilità.

L’adesione di tre percettori di Rdc al progetto, permetteranno di implementarne il servizio dei bagni pubblici a Savelletri e Torre Canne. In particolare, le tre figure andranno a coprire i turni non previsti nell’assegnazione, permettendo un’apertura prolungata dei due bagni pubblici soprattutto nel weekend.

Il servizio è attivato dallo scorso 30 luglio, e prevede l’implementazione del normale orario di apertura settimanale 16:00 – 20:00: per Savelletri un servizio aggiuntivo dal venerdì alla domenica dalle ore 9:00 alle 13:00, per Torre Canne il servizio aggiuntivo è previsto il sabato, dalle 13:00 alle 16:00 e la domenica dalle 8:00 alle 16:00.

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Al via l’edizione 2022 dei Mercati della terra e del mare di Torre Guaceto, la storica tre giorni dedicata al gusto e alla cultura organizzata dal Consorzio di Gestione della riserva e Slow Food Puglia. Il 9, il 10 e l’11 agosto il centro visite a Serranova si riempirà di sapori e saperi. 

Tante le novità che quest’anno accoglieranno i visitatori dei Mercati, oltre ai tradizionali stand dei produttori “buoni, puliti e giusti”, ai laboratori per bambini e alla cucina di strada, il percorso enogastronomico dedicato alla tutela e alla promozione della biodiversità, vedrà un corner a cura del Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia”. 
Non solo, i Mercati saranno tappa ufficiale del festival Legalitria, la rassegna letteraria dedicata alla cultura della legalità a cura di Radici Future Produzioni, partner del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto e le presentazioni alla “corte di paglia” partiranno con Nando Popu ed il suo “Li minati”. mercati_del_gusto_presentazione_2022_1.jpg
 
Tutti i dettagli della tre giorni sono stati illustrati nell’ambito della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso il castello Dentice di Frasso di Carovigno. I presidenti del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta, di Slow Food Puglia, Marcello Longo, di Radici future produzioni e direttore artistico del festival Legalitria, Leonardo Palmisano, il direttore del Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia”, Franco Nigro, moderati dalla giornalista Anna Saponaro, hanno dialogato sull’apporto che ciascun partner darà all’evento. 
“Quest’anno abbiamo deciso di approfondire le tematiche ambientali, culturali e sociali consolidando l’alleanza con Slow Food, Radici future produzioni e il Centro ‘Basile Caramia’ di Locorotondo – ha commentato Malatesta -, Grazie alle attività che abbiamo programmato, si potrà degustare e prendere parte ai tradizionali incontri di sensibilizzazione e divulgazione dei Mercati, attraverso i quali sarà possibile acquisire stimoli e nozioni utili per fare scelte quotidiane più consapevoli, sostenibili e giuste per noi, per migliorare il senso civico della collettività e per l’ambiente”. mercati_del_gusto_presentazione_2022_2.jpg
“Questa edizione dei Mercati è particolarmente prestigiosa perché rappresenta l’anteprima del Salone del gusto e di Terra madre, evento di Slow Food Italia e della Fondazione per la biodiversità, che terremo a Torino dal 22 al 26 settembre, concentrandoci sulla questione della rigenerazione della quale hanno bisogno i nostri produttori dopo il lungo e triste momento che abbiamo vissuto – ha commentato Longo -, i Mercati vogliono essere una dimostrazione di vicinanza a tutti loro e per questo li abbiamo chiamati a raccolta insieme ai cuochi dell’alleanza. Con l’occasione dialogheremo su temi a noi molto cari: i Parchi naturali, l’agricoltura e la pesca sostenibili, l’economia sociale. Che dire, vi aspettiamo al centro visite Al Gawsit a partire da martedì”. 
Il conto alla rovescia può iniziare. Si parte martedì 9 agosto alle 19.30. L’accesso ai Mercati è libero. 

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