Redazione

Dati del giorno: 19 luglio 2022

9.857
Nuovi casi
38.616
Test giornalieri
13
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 3.054
Provincia di Bat: 779
Provincia di Brindisi: 911
Provincia di Foggia: 1.213
Provincia di Lecce: 2.070
Provincia di Taranto: 1.584
Residenti fuori regione: 194
Provincia in definizione: 52
83.641
Persone attualmente positive
490
Persone ricoverate in area non critica
17
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.343.971
Casi totali
11.865.869
Test eseguiti
1.251.586
Persone guarite
8.744
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 437.635
Provincia di Bat: 118.460
Provincia di Brindisi: 126.418
Provincia di Foggia: 192.923
Provincia di Lecce: 271.373
Provincia di Taranto: 180.797
Residenti fuori regione: 11.945
Provincia in definizione: 4.420

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Perché viene drammatizzata la crisi

UN GOVERNO SENZA I 5S SVELA
LA VERA IDENTITA’ DI QUESTO GOVERNO

La “raccontano” come una crisi politica al buio, incomprensibile, irresponsabile, con enfatizzazioni tese a drammatizzare quanto più possibile gli scenari, con un profluvio di appelli anche da parte di chi tace da decenni. Eppure, sul piano delle maggioranze numeriche, essa è simile alle varie crisi della Prima Repubblica, quando un partitino satellite della Dc fuoriusciva, dopo lunghe liturgie, ma senza nessun sostanziale mutamento.

Perché allora oggi, pur avendo numeri parlamentari tranquillizzanti, questa crisi viene raccontata come decisiva per le sorti del Paese fino a mettere a rischio la “Sicurezza nazionale”? Perché nonostante “quei” numeri pare che l’Italia sia sull’orlo del baratro? Perché pur disprezzando ciò che rimane dei 5S o rientrano o meglio votare? Queste così palesi contraddizioni non paiono strane anche a voi, realisti sostenitori di Draghi e della stabilità?

La mia tesi, che proverò ad argomentare, è che la fuoriuscita dei 5S toglie la fittizia e sbiadita denominazione di “governo di emergenza nazionale” svelandone invece la sua vera e colorita identità: un governo conservatore, di restaurazione e di destra, che ha reso ancora più precarie le condizioni di vita di tanta gente.

Andiamo brevemente a ritroso.

Il secondo Governo Conte (quello MS5/PD/LEU) viene giudicato dai “poteri forti” troppo a sinistra per l’Italia e fu abbattuto, con la complicità del Capo dello Stato, pur avendo ancora una maggioranza in Parlamento, risicata ma esistente. Non ebbero alcuna remora a far cadere Conte pur col Paese in piena pandemia, con il Recovery Fund (ottenuto proprio grazie a quel Premier) tutto da gestire. Anzi queste ragioni furono capovolte per costruire un clima da emergenza nazionale, da cui era difficile sottrarsi, teorizzando e facendo nascere un Esecutivo del “tutti dentro” per gestire Covid e risorse europee guidato da un super partes. Fortunatamente, per gli ideatori del colpo di mano, a non rendere il tutto eccessivamente “antidemocratico” giunse pure la gradita collocazione all’opposizione della Meloni. E così il quadro fu perfetto.

Fin dalle prime ore il premier Draghi non fu né tecnico né superpartes. D’altronde la sua storia di “sommo sacerdote” dell’iperliberismo parla chiaro e solo chi ignora o finge di farlo può crederci. E così il rimasuglio di progressismo presente in Parlamento si trovò in trappola dentro il suo Governo. Ben oltre un anno a sostegno di un Esecutivo che, al di là degli sbandierati appelli all’unità per affrontare l’emergenza, era nato con una identità e una mission precisa: restaurare politiche di obbedienza cieca all’Europa; ristabilire una fiducia incondizionata nel “mercato” e nelle sua capacità di far riprendere il Paese; scongiurare ogni politica redistributiva e ostacolare gli interventi dello Stato a favore dei salariati o in cerca di lavoro; sostenere senza pudore le Imprese perché le uniche in grado di creare occupazione, a basso costo, restando competitive sul mercato internazionale; derubricare ogni politica a difesa dell’Ambiente e per una autentica transizione ecologica; e, infine, dopo lo scoppio della guerra, subordinare le proprie azioni in politica estera a quelle che sono le direttive stabilite da Usa e Nato.

Linee guida e provvedimenti che si collocano in continuità col passato dei governi liberisti (da Berlusconi a Monti passando per Prodi) ma soprattutto con lo scopo di “resettare” ciò che si era “intravisto col Conte II. In piena pandemia, infatti, quel Governo scelse (poteva non farlo come accaduto in altri Paesi occidentali) di ripristinare e valorizzare al massimo l’intervento dello Stato a tutela di tutti i cittadini. E in tanti finalmente si accorsero - letteralmente sulla propria pelle - delle conseguenze di decenni di tagli alla spesa sociale e sanitaria dei governi iperliberisti” che avevano portato il nostro Paese nel tunnel di una crisi profondissima. L’attuazione di un massiccio intervento statale a difesa dei più deboli e di chi aveva perso il lavoro, l’aumento vertiginoso della spesa sanitaria per coprire in tempi rapidi i saccheggi e gli smantellamenti dei decenni precedenti sono stati - per quanto possano essere considerati emergenziali, limitati e precari - una straordinaria inversione di tendenza che ha turbato fortemente i poteri che realmente contano in questo Paese.

Il Governo di “Emergenza”, pertanto, è diventato nei fatti della “Restaurazione” e del ritorno al passato, ridimensionando ogni piccolo elemento di rottura introdotto, visto che non poteva essere annullato l’inedito feeling tra un Capo di Governo ed il Paese. Nei palazzi tornano così i vari Gelmini, Brunetta e Giorgetti, la “casta” riprende ossigeno e si rimarcano le distanze con il Paese reale, si chiudono gli occhi sulle condizioni di vita di larga parte della popolazione e si ribadisce in ogni luogo che lo Stato non può essere la balia di nessuno, ognuno deve tornare a cavarsela da solo perché il Sistema trova per tutti uno sbocco se ci metti del tuo.​

I provvedimenti governativi parlano “chiaro” quando si tratta di scegliere tra Imprese o Lavoratori, tra il Profitto o l’Ambiente, tra Privilegi o i Sostegni ai Poveri ed anche per i Diritti Civili il timidissimo Ius Scholae ha dovuto soccombere.

E se non bastassero le scelte politiche di chiaro stampo conservatore è arrivata pure la “perla” che ha scoperchiato le modeste virtù umane del super decantato Draghi che colleziona tre “peccati” che solo una Informazione asservita ha potuto ignorare, rivelando invece l’infondatezza di una figura esaltata oltre misura e che si è rivelata non solo pessimo leader di coalizione ma soprattutto dalle modestissime capacità umane. Per primo la penosa ambizione di abbandonare Palazzo Chigi per salire al Colle; poi il meschino inserimento nelle divisioni pentastellate per far fuori Conte; ed infine l’altezzosa reazione di questi giorni quando si dimette da Presidente del Consiglio pur con una netta maggioranza che lo sostiene non ammettendo nessuna obiezione politica nella sua azione.

Questa esaltazione ad arte delle doti - tra l’altro deludenti – di Draghi non sono senza conseguenze devastanti perché esse legittimano un premierato di fatto, non previsto dalla Costituzione, favoriscono il crescere della ostilità verso il Parlamento e la sfiducia nella Democrazia entrambe rappresentate come ostacoli alla libera azione chi governa il Paese, solleticando la arcinota predisposizione italica a privilegiare gli “uomini soli al comando”.

Quel che resta dei 5S ha finalmente sentito insopportabile tutto questo (e mentre scrivo non so se lo sentirà fino alla fine) e ha conseguentemente posto dei problemi politici alla maggioranza. Chi ha fatto politica o soltanto la segue conosce perfettamente (se non è un disonesto intellettualmente) che è normalissimo porre dei punti di contrasto all’interno delle coalizioni di governo. Sarebbe quindi bastato che alle questioni indicate dai 5S sia Draghi che gli altri gruppi, il Pd in testa, avessero risposto con le indispensabili verifiche di maggioranza. Invece, anche qui ad arte, si sono considerate “liturgie” inutili discutere tra posizioni diverse e per i pentastellati è stata scelta la strada della umiliazione, additandoli al pubblico ludibrio, dipingendoli come irresponsabili e magnificando il percorso inverso del loro ex leader Di Maio.

Questo incomprensibile furore si giustifica solo con la rabbia di chi si sente “scoperto” davanti al Paese: la destra che non ha vinto le ultime elezioni governa di fatto l’Italia tra gli applausi internazionali e i silenzi nazionali. Molto preoccupati se Conte e 5S facessero autenticamente l’opposizione ai provvedimenti di Draghi (non come quella finta della Meloni che condivide praticamente tutto), perché in tal caso le istanze di chi non ha voce e subisce l’imperversare della politica inginocchiata agli interessi economici finanziari troverebbero finalmente un riferimento nel Palazzo.

Senza trascurare che all’orizzonte, tranne impossibili colpi di mano, ci sono le elezioni ed il Paese sarà chiamato a esprimere il proprio indirizzo politico. Nessuno può escludere che il forte disagio che viene dal popolo non diventi una valanga che sommerga questa parvenza di democrazia fintamente impegnata a tutelare gli interessi della gente comune per fare in modo di lasciare inalterate le disuguaglianze anzi accrescendo i privilegi in chi li ha sempre detenuti. Come non si può escludere che queste politiche di “destra”, che privilegiano il Mercato e le Imprese a danno dello Stato e dei Lavoratori, siano premiate dal corpo elettorale. Sarebbe una sconfitta amara ma non cambierebbe di molto la sostanza di ciò che già accade anzi sarebbe una operazione “trasparenza” con un governo che non dovrebbe fingere di essere altro e per giunta legittimato dal voto popolare.

Io spero che quel che resta dei 5S e della sinistra (non accecata dall’odio verso questo Movimento) riescano invece a intercettare il disagio e trasformarlo in istanza di cambiamento, privilegiando il benessere delle persone più in difficoltà, salvaguardando l’Ambiente, lottando contro corruzione, criminalità ed evasione fiscale. Non è utopia, Paesi di peggiore tradizione democratica (vedi la Spagna) danno segnali di controtendenza. Se solo si volesse.

Mesagne, 19 luglio 2022

Giancarlo Canuto



   

 

Tre date imperdibili in tre mesi: 29 luglio, 12 agosto e 9 settembre a Carovigno. Perché il CircuiTour di Bellofatto, il percorso di rigenerazione narrativa dei punti d’interesse locali, materiali e immateriali è ambientato proprio a Carovigno.

Saranno coinvolti siti architettonici storici e istituzionali, piazze e parchi. La storia, tratta dall’omonimo libro pubblicato da Les Flaneurs Edizioni, ha prestato i suoi nomi che raccontano la forza del presente che si scoprirà essere non così distante dal passato e perciò un passo vicino al cambiamento. Bellofatto è il soprannome di un brigante locale, ma potrebbe essere benissimo un invito, un obiettivo, un programma.

Il CircuiTour sarà condotto da attori di teatro e attori territoriali oltre alla partecipazione dell’autore del libro Bellofatto – Il Tour tra briganti, brigadieri, santi e abitanti, Vito Carenza.

Il CircuiTour è un’esperienza gratuita organizzata da Coop. Serapia nell’ambito della programmazione degli eventi culturali estivi di Carovigno. I posti saranno limitati per questo è necessaria la prenotazione, indicando la data e il turno prescelto (19.30 e 21.00). Si può chiamare ai numeri 331.7269066 e 366.5999514 oppure inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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“Il mio interesse prioritario è rivolto a sollecitare ogni sforzo per avviare al più presto i lavori per la riconversione del Di Summa di Brindisi in PTA e Ospedale di comunità, spendendo gli oltre 6 milioni di euro destinati al PNRR. E in questo senso ho convocato la I Commissione per informazioni e cronoprogramma, così da poter mettere nel calendario il giorno in cui il Perrino sarà liberato da migliaia di prestazioni inappropriate per un ospedale regionale di II livello”.  

Lo comunica il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati. 

“Perseguo da molto tempo il programma della riconversione del Di Summa, da qualche mese ammesso nella rete regionale dei PTA e Ospedali di comunità e perciò finanziato con i fondi del PNRR. 
Ora è necessario eseguire al più presto la programmazione, cominciando con l’affidamento della progettazione. 
Il finanziamento riguarda la Casa e l’Ospedale di comunità nel padiglione D, con il rispettivo finanziamento di euro 3.647.800 ed euro 2.287350, e la Centrale operativa territoriale nel padiglione A, con un finanziamento di euro 200.000. Il tutto per un complessivo finanziamento di euro 6.135.150. 
Accanto a questo programma c’è inoltre la necessità di lavorare per ulteriori stanziamenti contenuti nel programma di riconversione totale del Di Summa, anch’essa autorizzata dalla Regione, finalizzata a creare un hub provinciale di assistenza territoriale, in grado di legarsi con la restante rete territoriale e dando quindi risposta alla maggior parte della domanda assistenziale. Con la ovvia conseguenza di limitare all’assistenza per malattie tempo-dipendenti e di alta-media complessità gli ospedali di I e II livello (Perrino di Brindisi, Camberlingo di Francavilla, il nuovo di Monopoli e Fasano) e l’ospedale di base di Ostuni”.

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Giovedì 21 luglio, a partire dalle 17, è in programma una passeggiata comunitaria che attraverserà il quartiere Commenda per conoscere alcuni dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Un’occasione non solo per sapere quali e quanti sono, ma anche per ascoltare le testimonianze di chi in città da sempre è attivo in percorsi di antimafia sociale, testimoni privilegiati che ci accompagneranno in questo percorso.

A partire dalle ore 17 una visita guidata attraverso questi luoghi simbolici permetterà di raccontare alla comunità brindisina e ai volontari del campo E!state Liberi di Mesagne il percorso che il Comune di Brindisi ha intrapreso per valorizzare e promuovere il riutilizzo sociale dei beni confiscati attraverso il progetto “Circolo della legalità”.

Il punto di ritrovo sarà presso l’Oratorio dei Salesiani, in via Appia 195, un luogo di aggregazione che ha sempre rappresentato un importante punto di riferimento per i giovani del quartiere. La passeggiata comunitaria avrà la durata di circa due ore tra le strade della Commenda, visitando e scoprendo quattro beni confiscati.

“La conoscenza è la via maestra del cambiamento” ed è proprio scoprendo le storie di questi beni confiscati, ricostruendo la memoria collettiva della nostra città fatta soprattutto di storie di riscatto che si invita la comunità a partecipare e costruire un percorso nuovo di coprogettazione che porti a ridare nuova vita a questi luoghi.

Al termine della passeggiata, per chi vorrà proseguire, Parco Buscicchio al quartiere Sant’Elia ospiterà un aperitivo comunitario; un modo per creare nuove relazioni e riscoprire legami di comunità, messi a dura prova negli ultimi anni a causa della pandemia Covid 19.

Le attività del progetto Circolo della legalità, finanziate attraverso l’avviso n. 2/2017  “Cantieri innovativi di antimafia sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano” della Regione Puglia, rappresentano un’opportunità per tante ragazze e ragazzi brindisini che vivono in un contesto difficile di conoscere e ascoltare testimonianze privilegiate di chi ha affrontato e ha deciso di dire di no alle mafie: imprenditori vittime di racket e usura, familiari delle vittime innocenti delle mafie. Ma soprattutto è un’occasione di riscatto e per entrare in contatto con esperienze positive e di riscatto, stimolo per la crescita e il cambiamento.

Il Comune di Brindisi, parte dell’ATS “Rete della legalità” nata per realizzare il progetto, ha il compito di realizzare attività di animazione sociale e culturale utili ad aggregare, sensibilizzare, informare e formare la comunità di riferimento, e strumentali a conoscere meglio l’impatto del fenomeno mafioso attraverso la conoscenza dei beni confiscati e l’elaborazione condivisa di strategie di riutilizzo dei beni.

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Nell’estate 2022 la Puglia ‘tira’ per l’enogastronomia, con il cibo locale ed il vino al secondo posto del gradimento dei turisti subito dopo il contatto con la natura ed il paesaggio, quando i portali nel comparto turistico per la ricerca della “ristorazione” sono cresciuti del 106%. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Registro .it, l'anagrafe dei nomi .it gestita dall'Istituto di informatica e telematica del Cnr (Cnr-Iit), attraverso l’osservatorio permanente “Tourism in the Net”, secondo cui i portali relativi all’ambito della «ristorazione» sono passati da 1.763 siti classificati nel 2021 ai 3.642 del primo semestre 2022.

Nell’estate 2022 oltre sette italiani su 10 (72%) stanno andando in agriturismo, per trascorrere le proprie vacanze o anche semplicemente per mangiare, simbolo di una nuova tendenza verso il turismo green e sostenibile, spinta dalla ricerca di relax nel tempo della guerra e della pandemia, secondo l’indagine Coldiretti-Noto Sondaggi sulle ferie degli italiani.

In testa alle motivazioni che spingono gli italiani in agriturismo c’è la voglia di contatto con la natura, mentre al secondo posto – secondo Coldiretti/Noto Sondaggi – c’è l’enogastronomia. Un trend trainato dal fenomeno dei cuochi contadini, gli agricoltori chef a chilometri zero che cucinano i prodotti coltivati in azienda recuperando spesso antiche ricette della tradizione campagnola, diventati un vero e proprio valore aggiunto per le strutture.

Lo dimostra il fatto che l’offerta agrituristica è addirittura cresciuta per numero di aziende (+2%) in Puglia, superando quota 950. L’alloggio (con 870 aziende, 91% del totale) e la ristorazione (688 aziende, il 72% del totale) si confermano i due pilastri dell’agriturismo. Ma la degustazione proposta da 448 aziende (il 47% del totale delle aziende) è addirittura cresciuta esponenzialmente.

Al terzo posto tra le motivazioni c’è la voglia di relax, ma c’è anche qualcuno che ha paura del Covid e trova sicurezza nello stare in campagna e chi vuole fare attività sportiva. Ma l’amore degli italiani per l’agriturismo è dimostrato anche dal fatto che a ben 20,5 milioni di italiani piacerebbe aprirne uno, secondo l’indagine Coldiretti/Noto Sondaggi.

“L’agriturismo ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica, offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e, pertanto, lo sviluppo dell’agriturismo – commenta Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia - significa maggiore capacità di attrazione da parte della Puglia a beneficio dell’intera economia regionale. L’ospitalità nelle strutture agrituristiche assume una rilevanza fondamentale per la salvaguardia del patrimonio rurale che, oggi, è il fiore all’occhiello del turismo regionale”.

Tra le tendenze dell’estate 2022 c’è la crescita dei viaggi di media e breve distanza e del turismo di prossimità, il ricorso a prenotazioni last minute e la preferenza per alloggi autonomi, luoghi e attività all’aria aperta. Cresce anche l’interesse per le mete minori. Inoltre la tendenza a muoversi in periodi meno affollati spinge verso un altro aspetto importante per l’economia dell’intero settore: la destagionalizzazione e l’allungamento dei soggiorni medi. L’estate 2022 è un appuntamento importante per il settore dopo due anni di pandemia che sono costati un calo del 34% delle presenze, secondo l’analisi Terranostra Campagna Amica, ma che non hanno inciso sulla struttura del settore che ha mostrato la propria solidità e capacità di adattamento, innovazione e di risposta ai nuovi stimoli del mercato.

Per chi ama la vacanza all’aria aperta come i camperisti, gli agriturismi italiani mettono inoltre a disposizione – sottolinea la Coldiretti – circa 12mila piazzole attrezzate di sosta ma anche spazi per picnic, tende e roulotte per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali.

Alla luce dell’attuale scenario, connotato da una serie di emergenze ambientali, l'impegno di Terranostra è di contribuire a riposizionare l’offerta turistica nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica, secondo modelli di sviluppo più equilibrati, con il turismo di qualità che è sempre più attento non solo alle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e archeologiche del nostro territorio ma anche ad un ambiente pulito e salubre e alla riscoperta dei prodotti tipici, della qualità del cibo e del buon mangiare.

GLI AGRITURISMI IN PUGLIA

Tipo di autorizzazione agrituristica

alloggio

ristorazione

degustazione

altre attività diverse da alloggio ristorazione e degustazione

tutte le voci

Territorio

 

 

 

 

 

 

Puglia

 

870

688

449

437

952

Foggia

 

118

115

65

71

138

Bari

 

142

135

85

85

169

Taranto

 

91

68

60

41

94

Brindisi

 

121

93

62

53

125

Lecce

 

371

248

151

175

396

Barletta-Andria-Trani

 

27

29

26

12

30


*Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati ISTAT

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CALDO: COLDIRETTI PUGLIA, VERIFICHE IN CAMPO PER GRANDINE E SICCITÀ; IN FUMO 8 FRUTTI SU 10 BILANCIO PREOCCUPANTE . 

​Si aggrava la conta dei danni nelle campagne con danni ingenti causati dalla grandinata che ha colpito vigneti e frutteti, con 8 frutti su 10 andati in fumo, dopo che la siccità ha compromesso le piante in grave stress idrico. È quanto rileva Coldiretti Puglia, a seguito delle verifiche in campo su vigneti e olivi, ma anche sulle mandorle, le mele, i cachi, le prugne, una bilancio desolante per una campagna agraria estiva da dimenticare.

La gradinata ha colpito duramente i campi proprio quando le alte temperature ma anche la preoccupante siccità sono la punta dell’iceberg di un 2022 che si classifica fino ad ora a livello globale come il quinto anno più bollente di sempre nel pianeta, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,87 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.

Per questo Coldiretti Puglia ha chiesto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, di dichiarare lo stato d’emergenza in Puglia, stretta nella morsa della siccità grave ed emergenziale, con temperature altissime già da maggio e improvvisi nubifragi, grandinate e trombe d’aria, con interventi immediati ma anche di programmazione in modo da conservare l’acqua quando ci sono eventi temporaleschi e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

Siamo di fronte in Puglia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere – conclude la Coldiretti regionale – oltre 3 miliardi di euro in un decennio.

Disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – denuncia Coldiretti Puglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante.

La siccità e gli eventi estremi si aggiungono al caro gasolio e la rialzo esponenziale dei costi di produzione, con il risultato ​ che – sottolinea la Coldiretti Puglia – più di 1 impresa agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea. Sui campi – continua la Coldiretti regionale – pesano rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari: si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, a cui si aggiungono rincari di oltre il 30% per il vetro, del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

Una situazione sulla quale pesa in maniera determinante la mancanza di una rete di invasi capace di trattenere l’acqua della pioggia. Ogni anno, secondo Coldiretti, l’Italia perde 500mila metri cubi di acqua al minuto che potrebbero invece garantire una riserva idrica a cui attingere nei momenti di siccità, con oltre il 57% della Puglia che è a rischio desertificazione.

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Si è svolta nella serata di lunedì scorso la riunione del nuovo consiglio direttivo della New Virtus Mesagne del presidente Ivano Guarini. L’occasione è stata quella di ​ gettare le basi della stagione 2022/23, molto importante i cui esiti finali avranno un peso fondamentale nella formazione dei prossimi campionati nazionali, vista la recente riformulazione dei campionati di basket.


Il nuovo assetto sociale coinvolge dirigenti già presenti nelle scorse stagioni che personalità già note della pallacanestro gialloblu, pronte a dare il proprio contributo per riportare sempre più in alto la tradizione gialloblu di Mesagne.

Il presidente Guarini potrà contare sulle figure di Gianni Pettograsso con delega di Vice Presidente, Bruno Morobianco dirigente responsabile FIP e dei consiglieri Vincenzo Gatto, Dario Montanaro, Alfredo Carrone e Domenico Santoro, quest’ultimo sarà il general manager il quale nei prossimi giorni incontrerà gli incaricati delle diverse aree(settore giovanile, area tecnica, area medico sanitaria, area marketing e comunicazione, settore minibasket) per coordinare e pianificare la prossima stagione.
 

Insorgono i residenti di via Adige poiché la spazzatura dell'umido questa mattina non è stata ritirata. Evidentemente i netturbini hanno avuto qualche problema o si saranno dimenticati. "E' nostra abitudine uscire la sera il bidoncino della spazzatura - hanno spiegato i residenti - inoltre stamattina sono passati da via Crispi ed hanno fatto la raccolta. Il problema si ripete di tanto in tanto, cioè questi si dimenticano, in quanto fanno il giro dell'isolato e poi si dimenticano di passare in via Adige".

Tre furti sono avvenuti a Mesagne nelle ultime ore dove alcuni malviventi hanno svaligiato altrettante abitazioni. I ladri hanno messo a soqquadro gli ambienti facendo piazza pulita di arredi e manufatti. In un caso sono state rinvenute delle macchie di sangue all'attenzione degli investigatori. Indaga la polizia.