Redazione
In 10 anni il 19% dei giovani ha lasciato la Puglia che ha perso così risorse essenziali per mantenere vitali anche i territori rurali in termini economici e sociali, per cui serve il sostegno al ricambio generazionale green con i giovani che risultano i più propensi ad investire in idee innovative e progetti di lungo respiro. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della Gionata internazionale della capacità dei giovani che si festeggia il 15 luglio, istituita nel 2014 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per celebrare l’importanza di dotare i giovani delle competenze necessarie per trovare un impiego, un lavoro dignitoso e per lo sviluppo dell’imprenditorialità.
“Il tema del ricambio generazionale è una priorità del Piano strategico dell’Italia che individua un insieme di strumenti per sostenere ed attrarre i giovani in agricoltura agevolandone l'accesso ai fattori di produzione, quali il credito ed ai capitale fondiario, e offrendo opportunità di formazione volte ad accrescere le capacità professionali e imprenditoriali. In continuità con la programmazione precedente, quindi, la strategia per i giovani in agricoltura e il ricambio generazionale sarà realizzata attraverso una quota di pagamenti diretti e nell’ambito dello sviluppo rurale”, afferma Benedetta Liberace, leader dei giovani di Coldiretti della Puglia.
L’identikit del giovane agricoltore 4.0 con la guerra e dopo due anni di emergenza sanitaria causata dal Covid fotografa una crescita esponenziale dell’attitudine alla multifunzionalità in agricoltura, con il 44% dei giovani imprenditori agricoli pugliesi concentrati sulla diversificazione aziendale, con particolare attenzione alla vendita diretta (35%), alla trasformazione agroalimentare (51%) e all’agriturismo (28%), secondo la rilevazione di Coldiretti Giovani Impresa Puglia.
“La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo” insiste Liberace nel sottolineare che “occorre ora sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne, abbattendo gli ostacoli burocratici che troppo spesso si frappongono”. La burocrazia – conclude la Coldiretti Puglia – sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma, soprattutto, con l’inefficienza, frena l’avvio di nuove attività di impresa contrastando anche le opportunità che possono generarsi attraverso i Bandi del Programmi di sviluppo rurale (Psr).
La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – continua Coldiretti Puglia – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.
La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale – continua la Coldiretti regionale – porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato – conclude Coldiretti Puglia – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione.
Per favorire il dialogo tra i giovani in agricoltura è nata l’Academy di Giovani Impresa, la scuola strategico-politica diretta agli imprenditori under 30, pensata per sostenere la crescita dirigenziale delle nuove generazioni di agricoltori.
Nel 2022 il programma formativo dell’Academy propone una azione di on boarding, di primo avvicinamento e inserimento di nuovi giovani imprenditori in Coldiretti Giovani Impresa attraverso le cinque lezioni sul futuro, una serie di incontri sia on line che in presenza, organizzati in tutte le regioni.
L’esigenza di una riqualificazione delle capacità analitiche e decisionali dei giovani imprenditori e degli occupati, del capitale umano, dalla sua capacità progettuale e dall’innovazione – aggiunge Coldiretti Giovani Impresa Puglia - sono necessarie ad affrontare i mutamenti sociali ed economici indotti dai nuovi modelli di regolamentazione internazionale e dalla profonda revisione della politica agraria europea.
Coldiretti per i giovani lancia una proposta ampia per la ripresa del settore attraverso formazione, semplificazione, strumenti flessibili di accesso al lavoro, incentivi per poter operare in velocità e promuovere investimenti in innovazione con un vero e proprio rilancio economico e sociale dell'agricoltura regionale, perché l’emergenza causata dal Covid ha fatto emergere la consapevolezza che l’agricoltura è legata non solo alla tutela della salute e dell’ambiente, ma anche alla sicurezza degli approvvigionamenti per la popolazione e alla difesa della sovranità alimentare dei Paesi.
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Lavoro: 252 le figure ricercate in provincia di Brindisi
"Nella settimana dal 15 al 22 luglio sono 252 i lavoratori che le aziende cercano tramite i Centri per l’Impiego nel territorio della provincia di Brindisi. È questa la fotografia che ci viene restituita dall’ottavo report settimanale delle offerte di lavoro redatto dallo Staff Comunicazione/Rapporti con i Media dell’Ambito territoriale di Brindisi di Arpal Puglia, l’Agenzia regionale per le Politiche Attive del Lavoro attraverso cui, dal 2018, la Regione Puglia assicura l’erogazione dei servizi per l’impiego e l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.
Ogni venerdì il report diffonde gli annunci, suddivisi per macro settori economici, gestiti dai Centri per l’Impiego brindisini, pubblicati giornalmente sul portale regionale lavoroperte.regione.puglia.it e visionabili anche tramite l'app gratuita “Lavoro per te Puglia”. Il report consente di avere una visione immediata e intuitiva delle opportunità sempre aggiornate, disponibili sul territorio, al fine di agevolare l’utenza nella ricerca di un impiego.
Questa settimana si contano: 96 posizioni aperte nel settore della ristorazione, 34 del turismo, 34 della sanità, 30 dell'assistenza domiciliare, 18 dell’edilizia, 8 dei servizi, 6 del commercio, 9 delle pulizie, 4 dell’agricoltura, 3 dell’artigianato, 3 dei servizi alla persona, 2 della manutenzione, 2 del tessile, 1 del metalmeccanico, 1 dell’amministrazione, 1 dell’alimentare.
Si segnala inoltre l’opportunità di lavorare all’estero. Tramite rete Eures è possibile candidarsi come educatori/trici per asili nido e scuole dell’infanzia cattoliche a Francoforte e come lavoratori per manodopera qualificata per produzioni stagionali orticole, floreali in Belgio.
Si rende noto, inoltre, che è possibile candidarsi al bando di selezione/reclutamento, rivolto a docenti madrelingua e non, per la European High School con sede presso il Liceo Scientifico Fermi-Monticelli di Brindisi.
Occasioni anche nell'ambito della formazione : ai corsi altamente specializzati in Meccanica, Elettronica, Meccatronica e Biomedicale, tenuti dalla scuola speciale di tecnologia ITS Antonio Cuccovillo, che offrono ai giovani un’alternativa ai percorsi universitari o alla ricerca immediata del posto di lavoro, si aggiungono i corsi, in partenza a settembre, di Create Connections, organizzazione che si occupa di formazione professionale gratuita rivolta ad appartenenti a categorie protette ex art. 1 L. 68/99 in stato di disoccupazione.
Gli operatori di Arpal Puglia dei tre Centri per l’Impiego dell’Ambito territoriale di Brindisi offrono il loro supporto a cittadini e imprese per candidarsi alle offerte o pubblicare annunci. Gli sportelli sono aperti al pubblico tutti i giorni (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30 e il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16.30) presso le sedi di Brindisi, Ostuni e Francavilla e presso l’Ufficio collocamento mirato disabili, situato in via Tor Pisana, 114, Brindisi (per info e contatti: www.arpal.regione.puglia.it).
Si consiglia di consultare quotidianamente il portale Lavoro per Te - Regione Puglia, per rimanere sempre aggiornati sulle nuove opportunità lavorative".
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I carabinieri hanno recuperato 2009 reperti
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari presentano i risultati dell’attività operativa, relativa all’anno 2021. Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell'ambito delle numerosissime attività investigative avviate in Puglia, Basilicata e all’estero nell’anno 2021, ha restituito al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che stavano per essere definitivamente dispersi. Il traffico illecito di beni culturali, pur risentendo ancora della crisi pandemica, non ha mai smesso di proliferare, soprattutto sui canali dell’ e-commerce.
Nell’ambito repressivo, sono 139 persone le persone deferite all’Autorità giudiziaria per i reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre violazioni previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio oltre che dal Codice Penale.
47 sono state le perquisizioni domiciliari e locali eseguite a supporto delle attività investigative condotte che hanno consentito il sequestro di 2.009 beni culturali (erano 1.329 nel 2020), di cui 255 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 5 reperti paleontologici, 1.749 reperti archeologici e 107 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 14.929.361 per i beni autentici e di € 1.890.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come originali.
Particolare impulso è stato dato alla tutela e alla salvaguardia delle aree archeologiche. Lo scavo clandestino, infatti, ancora oggi rappresenta una delle più grandi piaghe del patrimonio culturale ed alimenta un traffico di livello internazionale intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. E’ da queste due regioni, del resto, che gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) vengono illecitamente trasferiti e venduti all’estero. In tale quadro, nel 2021, sono state adottate misure tese all’identificazione oltre che dei responsabili degli scavi clandestini, anche dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio, che spesso e volentieri vengono esposti in bella mostra in lussuose abitazioni o ville. 6 persone sono state deferite per lo specifico reato di scavo clandestino, mentre un attento monitoraggio dell’ e-commerce, ha permesso il deferimento all’A.G. di 31 persone per impossessamento e detenzione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato recupero, con il contestuale recupero di 967 reperti archeologici databili IV- II sec. a.C. e 76 monete di natura archeologica.
In tale contesto investigativo, nel Giugno del 2021 il Nucleo TPC di Bari ha portato a termine il più grande recupero di archeologia mai fatto in Puglia e Basilicata ed uno dei più grandi al livello nazionale. Grazie ad un’attività investigativa durata più di due anni, supportata da EUROJUST e coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, venivano rimpatriati 782 reperti archeologici di origine pugliese, di straordinario valore storico/culturale, economicamente stimato dagli archeologi in non meno di 11 milioni di euro, rinvenuti nella disponibilità di un facoltoso collezionista belga. Le indagini, partite dallo studio di una stele daunia dalle peculiarità decorative tipiche dell’area archeologica di Salapia, agro del Comune di Cerignola (FG), esposta in alcune mostre nei musei nazionali di Ginevra e Parigi negli anni ’90, consentivano il rinvenimento di un vero e proprio tesoro archeologico costituito da un numero elevato di vasi apuli a figure rosse, anfore, ceramiche a vernice nera, ceramiche indigene e attiche, a decorazione dipinta geometrica e figurata, stele figurate in pietra calcarea dell’antica Daunia, oltre a numerosissime terrecotte figurate c.d. “tanagrine”, testine fittili, statuette alate, ecc. Si tratta di beni nazionali databili tra il VI e il III secolo a.C., tutelati ai sensi del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e depredati e smembrati dai contesti originari. ora rimpatriati.
Altra importante attività investigativa (a lungo termine poiché iniziata nel 2019) conclusa nel 2021 è quella che consentiva l’individuazione di un gruppo criminale, composto da mercanti d’arte, collezionisti e speculatori occasionali, con ramificazioni in tutta Italia, che aveva creato una pervasiva rete commerciale di ricettazione e commercializzazione di opere d'arte false e/o contraffatte, attribuite al maestro “Mauro Reggiani” uno dei massimi esponenti dell’astrattismo in Italia. Le indagini, supportate da attività tecniche e coordinate dalla procura della Repubblica di Lecce Le 60 opere sequestrate, proposte in commercio a prezzi compresi tra 15.000 e 70.000 euro, avrebbero fruttato alla compagine oltre un milione di euro. Deferite all’Autorità Giudiziaria complessivamente 26 persone coinvolte a vario titolo nella ricettazione (648 C.P.) e per aver posto in circolazione opere d’arte false/contraffate (178 D.lgs. 42/2004).
L’impegno del Nucleo nella lotta alla contraffazione di opere d’arte ha interessato anche altri autori di arte contemporanea di fine ‘800 e inizio novecento. Nell’ambito di una mirata indagine, infatti, è stato individuato un lotto di dipinti, destinati ad una casa d’asta della Provincia di Bari, che li avrebbe commercializzati sul territorio nazionale. Nel corso delle investigazioni sono state denunciati tre collezionisti, improvvisati mercanti d’arte, residenti nella Provincia di Bari, Siena e Torino che, in concorso, si erano organizzati per veicolare la vendita del detto lotto di opere d’arte false per il tramite della predetta casa d’asta. Sono complessivamente state 10 i sequestri eseguiti da questo Nucleo, di altrettanti dipinti di buona fattura ma assolutamente falsi. Gli stessi erano stati attribuiti a “Gio’ Fattori”, uno dei più sensibili esponenti del movimento dei Macchiaioli, a Mario Sironi fra gli iniziatori del movimento artistico quale del Novecento nel 1922 a Milano, a Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Gino Severini, Franco Gentilini, Virgilio Guidi e Mauro Reggiani. I dipinti, qualora commercializzati come autentici, avrebbero potuto garantire un profitto pari a 300.000 euro.
Nell’ambito del settore antiquariale ed in particolare di quello archivistico e librario, sono stati rinvenuti e sequestrati 17 documenti archivistici di inestimabile valore culturale, in vendita online per poche centinaia di euro. I manoscritti, legati alla storia della città di Barletta e provenienti dall’Archivio Diocesano di Trani erano stati oggetto di vari trafugamenti consumati negli anni ad opera di ignoti in danno del patrimonio delle Chiese di Santa Maria Maggiore e San Giacomo. L’esame tecnico, curato dai funzionari della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, ne ha attestato l’autenticità e la datazione al periodo compreso fra il 1562 e il 1830. Le indagini hanno consentito di deferire all’A.G. il responsabile per ricettazione.
In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo. In tale contesto sono state denunciate 18 persone.
Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bari ha permesso, altresì, di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata:
- 76 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali;
- 8 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del Ministero della Cultura (MiC) con la finalità di individuare eventuali punti di criticità sui sistemi di difesa passiva;
- 84 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell'Arma Territoriale e dei Carabinieri Forestali;
- 118 controlli su aree tutelate da vincoli paesaggistici;
- 1798 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.
Nel 2021 sono stati consumati appena 11 furti di beni culturali di cui 4 in danno di chiese.
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Concorso dei vigili viziato? Chiesto l'annullamento
LA FP CGIL DI BRINDISI CHIEDE L’ANNULLAMENTO DEL BANDO DI CONCORSOPER 15 AGENTI DI POLIZIA LOCALE. La nota carenza di personale di Polizia Locale a Brindisi e la conseguente assenza di una costantevigilanza del territorio contribuisce allo stato di abbandono e di degrado di molti quartieri. Tanto premesso, dopo anni di attesa, finalmente si è traguardato l’obiettivo di incrementarel’organico di Polizia locale con l’emanazione di un bando di concorso pubblico. Tanti giovani brindisini attendevano la pubblicazione del bando per poter avere l’opportunità diaccedere ad un impiego stabile nella pubblica amministrazione. Purtroppo l’Amministrazione ha emanato un bando di concorso per l’ assunzione di 15 agenti di Polizia Locale da cui emergono alcune evidenti illegittimità tra i requisiti richiesti per lapartecipazione tra cui:
1. il limite minimo di altezza che, com’è noto, non risulta essere più previsto quale requisito dipartecipazione ai concorsi pubblici, come disposto dal DPR 207 del 17/12/2015. La giurisprudenza si era già pronunciata nel merito sancendo che è illegittima la clausola delbando a posti di vigile urbano che preveda quale requisito di accesso un’altezza minima (Consiglio di Stato n. 5071/2000). Peraltro, l’art. 87 del Regolamento degli Uffici e Servizi del Comune di Brindisi, conspecifico riferimento alle procedure di reclutamento degli agenti di Polizia Locale, stabiliscegià i requisiti di natura fisica per l’accesso al ruolo;
2. risulta del tutto arbitraria ed in contrasto con le previsioni regolamentari, la circostanza chesia prevista una certificazione medica per l’attività sportiva agonistica per l’ atletica leggera;
3. il requisito del possesso della patent e A rappre senta una clausola discriminatoria in quantoin contrasto con il principio di massima partecipazione, poiché il possesso della patente di categoria A senza limitazioni di cilindrata o potenza, può essere conseguito al compimentodi anni 24 oppure, se titolare di patente A2 da almeno due anni, può essere conseguito alcompimento di 20 anni. Insomma, un vero e proprio pasticcio se si pensa che si tratta di elementi oggettivamente incontrasto con norme di legge. Pertanto la scrivente Segreteria territoriale chiede l’annullamento del bando di concorso de quo. Purtroppo l’Ufficio competente in materia in più occasioni ha dimostrato di essere inadeguatorispetto agli adempimenti di propria competenza. Val la pena ricordare come dopo tre mesi di lavoro, dietro contestazione della scrivente O.S., si dovette procedere ad annullare la graduatoria delle Progressioni economiche del personale del 2019 in quanto in contrasto alle norme vigenti.
Stessa sorte seguirono le Progressioni Economiche del 2020 in quanto alcuni partecipantiadirono le vie legali per essere stati esclusi a causa di un vizio di calcolo. E poi ancora il mancato riconoscimento delle Indennità di Responsabilità dell’anno 2018 dove l’Amministrazione ha fatto dietro front per la categoria “D” ed è soccombente rispetto alla maggior parte di ricorsi per la categoria “C”. Non per ultimo si ricorda il prelievo di importanti somme ( non dovute) in un'unica soluzionedalle buste paghe dei lavoratori senza avviso e senza ricorrere alla rateizzazione come da prassi.Si potrebbe continuare con l’elencazione ma sarebbe mortificante.Da tempo la scrivente O.S. chiede un’inversione di rotta e l’avvicendamento di chi ha dimostrato, nei fatti, la propria inadeguatezza. Ciò andrebbe a vantaggio dell’immagine dell’Amministrazione, della cittadinanza e di tutti idipendenti del Comune di Brindisi.
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Covid - 19. Oggi sono complessivamente 8139 i casi positivi in Puglia di cui 820 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 14 luglio 2022
Dati complessivi
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Corso di alta specializzazione in «Slow Luxury Tourism And Hospitality Management», ecco il biennio di alta specializzazione proposto dall’Its Turismo di Puglia. Formare figure professionali per le imprese ricettive di eccellenza, creare competenze adeguate per un’offerta turistica di qualità e di standard sempre più elevati.
È il percorso di alta specializzazione «Slow Tourism and Hospitality Management»: due anni di studio e di stage, un biennio di formazione organizzato dalla Fondazione «Istituto Tecnico Superiore Regionale della Puglia per lo Sviluppo dell’Industria dell’Ospitalità e del Turismo Allargato». Il corso, che partirà in autunno, è completamente gratuito (grazie al co-finanziamento della Regione Puglia e del ministero dell’Istruzione) ed è rivolto a circa 25-30 giovani individuati tramite apposite selezioni con test scritto, colloquio orale e valutazione dei titoli (le prime sono partite stamattina). Sede delle lezioni sarà l’ex scuola di Savelletri.
Il corso dura 2000 ore complessive, distribuite su due annualità e così suddivise: 1120 ore dedicate alla didattica laboratoriale d’aula, a case studies in laboratorio e/o in contesti lavorativi, attività seminariali, visite didattiche e di studio, project work; poi ci sono 880 ore di attività di stage in contesti lavorativi.
Obiettivo è creare professionalità in grado di collaborare nei team delle imprese turistico-ricettive di eccellenza, interpretando la scienza e l’arte e dell’ospitalità attraverso la produzione di servizi personalizzati e di elevato standard. Per questo il percorso consentirà ai partecipanti di comprendere gli aspetti che caratterizzano l’offerta di servizi di lusso e di charme, acquisire le competenze digitali indispensabili in tutti i processi e nelle attività svolte dalle diverse direzioni di un’ospitalità di lusso,
potenziare le proprie capacità di relazionarsi con clientela di lusso che ha esigenze estremamente elevate,
elaborare servizi esclusivi e prodotti di alta qualità e la gestione di brand di alta gamma.
«Presentare e raccontare il nostro territorio necessità anche di personale altamente qualificato. Un’esigenza che nasce dalla presenza nel nostro territorio catene di lusso e imprenditori tra i più importanti al mondo – dice il sindaco Francesco Zaccaria – per questo, nostro dovere è creare le condizioni migliori per strutturare una rete di competenze che possa rispondere alle esigenze degli operatori. Creare eccellenze professionali in grado di collaborare con strutture uniche e apprezzate in tutto il mondo, una occasione fondamentale di crescita per i nostri ragazzi. Con l’Its, inoltre, abbiamo già proposto (e proporremo ancora) il job day e abbiamo fortemente voluto l’ITS nella consulta del turismo in modo tale da creare un collegamento costante e un dialogo con le forze imprenditoriali del territorio e scegliere insieme le strade da percorrere per un turismo che elevi sempre più la qualità dell’offerta proposta»
Pur operando principalmente a favore degli operatori privati della ricettività, la figura che il biennio di alta formazione formerà può operare anche per la valorizzazione del territorio in una logica di offerta turistica integrata.
«Viviamo in un territorio che ogni giorno pone noi amministratori di fronte a grandi responsabilità – dice l’assessore al Turismo Pier Francesco Palmariggi – perché la convivenza con strutture ricettive e imprese di altissimo livello ci motiva a non tralasciare alcun aspetto che riguardi la filiera dell'industria turistica. Il turismo rappresenta quasi un quinto del Pil pugliese e nel nostro territorio si concentra la maggior parte delle strutture di lusso della regione: questo ci obbliga a intervenire anche e soprattutto sulla formazione. Ospitare a Fasano questa opportunità è grande motivo di orgoglio e di stimolo per il futuro».
Il corso che partirà nei prossimi mesi è il terzo biennio proposto nel Comune di Fasano ed è stato co-progettato insieme agli operatori del territorio, come sottolinea la presidente della Fondazione ITS Turismo di Puglia, la prof.ssa Giuseppa Antonaci: «Prepariamo ragazzi che vogliono avere un accesso molto più veloce al mondo del lavoro, ma allo stesso tempo vogliono fare un percorso legato alle innovazioni: innovazioni tecnologiche e innovazioni dei processi. Gli studenti del nostro istituto devono anche avere una profonda conoscenza del nostro territorio perché solo conoscendo la realtà in cui si opera si possono proporre ai visitatori le diverse esperienze e i diversi tipi di turismo che il territorio offre». L’Its Turismo guidato dalla prof.ssa Antonaci è il primo in Italia. Il riconoscimento è arrivato anche in virtù dei livelli occupazionali raggiunti al termine dei percorsi proposti:
«Questo biennio può essere davvero un’alternativa per entrare con facilità nel mondo del lavoro – dice la dott.ssa Luisa Sportelli presidente del comitato tecnico scientifico dell’istituto –. Non riusciamo infatti a trovare ragazzi formati, le strutture hanno bisogno di professionalità e siamo costretti a rivolgerci fuori, ma comunque non basta. Questo corso ci consentirà di formare in loco le competenze più adeguate alle esigenze del territorio e degli imprenditori che vi operano».
Gli Its sono Accademy di alta specializzazione tecnologica istituite dal ministero dell’Istruzione e costituiscono il segmento di formazione terziaria professionale. «Propongono un percorso alternativo all’università – sottolinea Massimo Salomone, coordinatore gruppo tecnico Turismo di Confindustria Puglia –, ma che può essere anche complementare ed è fondamentale che percorsi simili siano radicati nei territori che più necessitano di professionalità adeguate».
Per ogni info su iscrizioni e modalità di accesso al biennio consultare il sito undefined
La Segreteria è a disposizione telefonicamente allo 0832-700664 dal lunedì al venerdì dalle 09,00 alle 17,00.
IL VINO INCONTRA L’ARTE NEL PROGETTO R.A.P.
Dopo il Progetto Palombara, a Tenute Rubino nasce una nuova iniziativa. Si chiama R.A.P. (Rubino Art Project) e ricerca la bellezza nel vino attraverso il connubio con l’arte. “Radici” il tema della 1^ edizione. Giovedì 21 luglio la conferenza stampa di presentazione.
Si chiama R.A.P. (Rubino Art Project) il nuovo progetto di Tenute Rubino che vede l’azienda di Luigi Rubino e Romina Leopardi proseguire nella propria ‘mission’: promuovere il territorio attraverso una serie di progetti - in cantina, ma anche nei vigneti delle tenute di famiglia - finalizzati a ricercare la bellezza nel vino attraverso il connubio con l’arte. Una visione prospettica che prosegue, quindi, e lo fa mettendo in parallelo da un lato la vocazione vitivinicola del territorio brindisino, dall’altro l’arte in tutte le sue espressioni e manifestazioni. Da qui nasce il nuovo progetto, R.A.P. che, in questa prima edizione, ha come tema “Radici”, inteso come senso di appartenenza ad un passato e ad una civiltà che trova nella terra la sua fonte ispiratrice. Protagonisti del progetto, assieme a Tenute Rubino, saranno 10 artisti pugliesi, già affermati in ambito nazionale e internazionale, individuati e selezionati da Ilaria Caravaglio - storica dell’arte e curatrice – che realizzeranno un’opera ispirata al tema del progetto. “Radici” sarà una mostra con una propria struttura ed importanza, tanto che per accoglierla, già a partire dal prossimo mese di settembre, si apriranno le porte di Palazzo Granafei-Nervegna, spazio istituzionale e di grande valore storico- culturale. Con “Radici” inizia, quindi, un percorso di collezionismo concreto che, successivamente, troverà una propria prestigiosa area espositiva lungo il percorso di visita della barricaia, nel cuore della nuova cantina della Famiglia Rubino, a Jaddico, dove i vigneti ‘guardano’ il mare.
Per illustrare, nel dettaglio, il progetto e le iniziative, giovedì 21 luglio, alle ore 19:00, nella sede di Tenute Rubino (viale Enrico Fermi 50), si terrà una conferenza stampa, alla quale prenderanno parte il fondatore dell’azienda Luigi Rubino, la direttrice marketing e comunicazione Romina Leopardi, la storica dell’arte e curatrice Ilaria Caravaglio ed alcuni degli artisti protagonisti di “Radici”.
Questa la rosa dei dieci chiamati a rappresentare, ognuno attraverso il proprio linguaggio, il tema del primo appuntamento con R.A.P.:Dario Agrimi, Mariantonietta Bagliato, David Cesaria, Pierluca Cetera, Giuseppe Ciracì, Francesco Cuna, Emilio D’Elia, Angelo Filomeno, Pierpaolo Miccolis, Ezia Mitolo.
Tante le novità che saranno illustrate, a partire dalla presentazione della nuova cantina dell’azienda Rubino che, dal 2023, sarà pronta ad accogliere al suo interno – ma anche negli ampi spazi organizzati all’esterno – una serie di attività culturali e di promozione del territorio e avrà nell’arte, nella cura della bellezza e nel valore dell’esperienza vissuta a Jaddico, i suoi punti di forza. A seguire, dalle 20,30 in poi, infine, il “Rubino Art Project Party”, una festa che celebra il connubio tra l’arte e il vino di Tenute Rubino, in un appuntamento arricchito dalla proposta food e dal DJ set di Antonio Piergianni; “Mister Jefu”, ideatore e curatore del progetto “Up to the Jefu”, brand che promuove, attraverso dj internazionali, il territorio pugliese e l’incontro tra l’arte e l’enogastronomia ‘Made in Puglia’.
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PUGLIA SUL PODIO DELLE REGIONI PREFERITE
A confermarlo i dati di uno Studio sul Turismo Outdoor realizzato da Enit-Agenzia Nazionale del Turismo e Human Company in collaborazione con Istituto Piepoli.
- Dall’inizio della pandemia per due italiani su tre è cresciuta la propensione per le vacanze all’aria aperta
- 25 milioni di italiani (52%) vanno in vacanza, di questi uno su cinque pianifica una vacanza outdoor
- Vacanze più lunghe per chi sceglie l'outdoor
- Per l’88% dei turisti outdoor la vacanza è in Italia
- Puglia, Toscana e Sardegna sul podio delle regioni preferite dal turista outdoor, seguite da Lazio, Calabria e Sicilia
- Vacanze last minute per un italiano su quattro
Flessibile, sostenibile e sicuro: grazie alle sue caratteristiche intrinseche il comparto dell’open air negli ultimi anni ha saputo guadagnarsi e conquistare la fiducia degli italiani. Merito anche della propria capacità di evolversi, intercettando necessità e richieste dei nuovi target di riferimento. Se da una parte la pandemia ha avvicinato le persone a un concetto di turismo più consapevole e di prossimità, dall'altra il segmento ha saputo trasformarsi, per offrire servizi di qualità e ogni tipo comfort. Tanto che le vacanze all’aria aperta sembrano essere il must post-covid per gli italiani: due su tre, infatti, ammettono che dall’inizio della pandemia la loro propensione a svolgere all’aperto le proprie vacanze è cresciuta.
Parte da questo dato storico sul turismo open air la nuova edizione dello Studio sul Turismo Outdoor commissionata a Istituto Piepoli da Enit-Agenzia Nazionale del Turismo e Human Company, la più importante società a capitale italiano nel segmento open air. Un trend che si conferma anche per la stagione estiva 2022, che sembra avere tutte le carte in regola per essere in linea con quella del 2019, se non addirittura superiore.
Realizzata a giugno con metodo quantitativo su un campione rappresentativo della popolazione italiana, la ricerca ha indagato la propensione degli italiani per le vacanze estive, le previsioni di soggiorni outdoor per l’estate 2022 e i fattori determinanti per la scelta delle vacanze.
Le previsioni per l’estate 2022
Secondo le stime dell’indagine per l’estate 2022 più di un italiano su due (52%) ha programmato una vacanza, di questi uno su cinque pianifica una struttura outdoor, con predilezione per villaggi e agriturismi. Tra i propensi alla vacanza il turista open air non solo è il più fidelizzato (l’82% si dichiara pronto a partire) ma anche il più orientato a prolungare il soggiorno: per il 24% dei turisti outdoor la vacanza sarà più lunga, mentre resterà invariata per gli altri.
Riguardo alla meta, l’Italia si conferma anche quest’anno la favorita dai turisti outdoor con l’88% delle preferenze (+3% rispetto al 2021). Sul podio delle regioni preferite dal turista outdoor la Puglia (18%) consolida la propria prima posizione e condivide il podio con la Toscana (11%) e la Sardegna (10%). Ottime le performance anche di Lazio, Calabria e Sicilia (tutte a quota 8%). Quanto alle destinazioni e al periodo, il 58% di chi pianifica una vacanza outdoor sceglierà il mare, il 17% la montagna e il 14% città e località d’arte prevalentemente nei mesi di luglio (42%) e agosto (46%), che si confermano i mesi dominanti, con una quota apprezzabile a settembre (11%).
I fattori di influenza
Se nella rinuncia alle vacanze non stupisce che a prevalere siano i motivi economici (38%), sorprende che il Covid resti piuttosto marginale, con solo il 5% degli intervistati che ha dichiarato di non partire per paura del contagio. Caro carburante e inflazione sono i principali fattori per la scelta delle vacanze per sette italiani su 10, seguiti dalla presenza di tariffe flessibili che mettono al sicuro da perdite economiche (61%) e un buon numero di offerte last minute (53%). Secondo l’indagine circa un quarto dei vacanzieri aspetta la prenotazione sotto data: la percentuale è la stessa sia tra i propensi (29%) che tra i turisti outdoor (28%). Tra i canali di prenotazione, prevale il metodo diretto con il 53% degli intervistati che ha dichiarato di aver prenotato o volerlo fare, contattando direttamente la struttura. Solo il 25% ha indicato le OLTA e il 13% le agenzie di viaggio o i tour operator tradizionali.
«Le nuove prospettive offerte dall’outdoor consentono di vivere pienamente e in modo nuovo spazi inattesi. Il contesto storico ci ha educato a vivere l'esperienza di viaggio con modalità rivisitate, rispondendo anche all'esigenza di rafforzare il senso di rispetto per l'ambiente naturale e consentendo di potenziare la fruizione dell'esperienza di viaggio. Il turismo all'aria aperta pone le basi per consolidarsi sempre di più negli scenari turistici attuali. Il 2022 è un anno ideale per intercettare nuovamente i flussi da Oltreoceano che rappresentano uno dei bacini principali di provenienza degli adventure traveler, e uno dei più attivi per presenza di t.o. specializzati in questo mercato» ha dichiarato Roberta Garibaldi, Amministratore Delegato ENIT.
Secondo Domenico Montano, General Manager Human Company: «L’indagine conferma le previsioni del Gruppo, per cui si annuncia una stagione positiva con performance superiori ai dati pre-Covid. A oggi stimiamo il 40% di presenze in più rispetto al 2021 e una crescita del 15% sulla stagione 2019 per tutti i village. Il mare si conferma la meta preferita specialmente dai connazionali ma registriamo anche la ripresa del turismo nelle città d’arte, dove siamo presenti con i nostri camping in town, vissuti non più come semplici luoghi dove pernottare ma come facilitatori per visitare il territorio anche fuori stagione. A testimoniare il trend positivo delle città italiane anche i nostri Mercati Centrali a Firenze, Roma, Torino e Milano».
Livio Gigliuto, Vice Presidente Istituto Piepoli ha commentato: «All'aperto, conveniente, italiana. L'identikit della vacanza degli italiani per l'estate del 2022 è piuttosto definito. Gli italiani cercano soprattutto località di mare, le cercano in Italia, e cercano ampi spazi all'aperto per sfuggire ai rischi del contagio. La propensione all'open air, che sembrava solo una risposta alla pandemia, è diventata in fretta un nuovo punto fisso delle vacanze italiane e probabilmente resterà abitudine anche per gli anni a venire».
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A causa della siccità i campi sono allo stremo in Puglia e hanno già perso in media 1/3 delle produzioni dalla frutta al grano, dal foraggio per alimentare gli animali al latte, fino alle olive e alle cozze, con gli effetti anche sull’annata prossima, mentre gli invasi registrano un calo progressivo dell’acqua, con le zone non servite da ‘serbatoi’ artificiali dove agricoltori e allevatori si approvvigionano dai pozzi ormai esauriti e con le autobotti. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento all’arrivo della nuova grande ondata di caldo che aggrava l’emergenza raccolti con la necessità che venga richiesta senza indugio dalla Regione Puglia la dichiarazione di stato d’emergenza, dopo l’annuncio della probabile estensione dell’emergenza per la siccità ad altre quattro regioni annunciata dal Ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, dopo che il Consiglio dei Ministri lo aveva già deliberato per le prime 5 regioni.
In Puglia gli invasi hanno distribuito, in una settimana, circa 18 milioni di metri cubi d'acqua, quando gli invasi artificiali – riferisce Coldiretti Puglia, su dati dell’Osservatorio dell’ANBI Nazionale – da maggio a luglio registrano una continua discesa dei volumi di acqua invasati pari a -80,12 milioni di metri cubi, con una differenza rispetto alla capacità effettiva di -130,2 milioni di metri cubi e il peggio deve ancora venire.
Il fatto che la Puglia conviva da sempre con la siccità – argomenta Coldiretti Puglia - con oltre il 57% del territorio a rischio desertificazione, impone di non sottovalutare e minimizzare il problema, piuttosto di correre ai ripari una volta per tutte sfruttando le risorse del PNRR anche per far fronte allo stato di emergenza cronica che la nostra regione sopporta, con costi enormi a carico di tutti i settori produttivi e della popolazione stessa, con l’urgente riconoscimento di evento catastrofale eccezionale richiesto da Coldiretti Puglia al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, tale da superare per ragioni di gravità il Decreto Legislativo n.102/2004 che disciplina il Fondo di Solidarietà Nazionale.
In Puglia – spiega Coldiretti regionale – si registrano già cali del 45% per i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 35-40% per il grano duro per la pasta, di oltre il 15% della frutta ustionata da temperature di 40 gradi, del 20% delle cozze e del 35% della produzione di miele.
La Puglia, tra l’altro, ha il triste primato nazionale di essere la regione d’Italia dove piove meno, ma quando piove in maniera anche violenta, l’acqua non viene raccolta per la mancanza di invasi utili a conservarla. In questo scenario critico, serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve, ma urge il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi, in uno scenario aggravato in Puglia – dice ancora Coldiretti regionale - dal ventennale commissariamento dei Consorzi di Bonifica, con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali.
La siccità grave e perdurante sta costringendo gli agricoltori all’irrigazione di soccorso con costi altissimi per il caro gasolio – spiega Coldiretti Puglia - per tirare l’acqua dai pozzi e rifornirsi di acqua con le autobotti, anche per abbeverare gli animali nelle stalle, con i pozzi artesiani che stanno franando, mentre altri pozzi a falda superficiale, stanno scomparendo, si stanno prosciugando.
Bisogna ripartire dalle incompiute – segnala Coldiretti Puglia nella lettera al Presidente Emiliano . come la diga del Pappadai in provincia di Taranto, un’opera idraulica mai utilizzata e di fatto abbandonata, utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo, che una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti; 80 progetti finanziati e non ancora completati;
Il completamento delle opere di sistemazione idraulica e di conservazione del suolo nel bacino del torrente Vallona a protezione dell’area irrigua di San Nicandro garganico – ricorda Coldiretti Puglia - con inizio lavori a luglio 1991 interrotti a giugno 1993 e sul torrente Scarafone, con inizio lavori ad ottobre 1990 interrot- ti nel luglio 1992 in provincia di Foggia, Il completamento e la sistemazione del bacino Capo D’acqua ed utilizzo irriguo acque alte e del Serbatoio Tempa Bianca sul torrente Saglioccia, con lavori ultimati ma non collaudati perché difformi dal progetto;
La definitiva concretizzazione di rapporti e accordi con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 chilometri per drenare acqua dall'invaso del Liscione sul Biferno fino all'invaso di Occhito sul Fortore.
Come se non bastasse, la Puglia brucia con oltre 940 incendi in 15 giorni (dal 15 al 30 giugno) da sud a nord della Puglia - insiste Coldiretti Puglia - in una estate segnata da una siccità che non si registrava da anni che sta devastando campi e colture, dopo una primavera che si è classificata come la sesta più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,85 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.
Serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori – conclude Coldiretti - con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura.
Andamento dei volumi invasati da maggio a luglio 2022 (Mln mc) |
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PUGLIA |
3 maggio 2022 |
7 giugno 2022 |
12 luglio 2022 |
Differenza |
Invasi artificiali Occhito Capaccio Capacciotti Osento |
286,12 |
260.81 |
206 |
- 80,12 |
* Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati Osservatorio ANBI Nazionale.
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