sa bene che l’ospedale è stato di fatto progressivamente svuotato nel corso di questi dieci anni. Ad oggi, infatti, non esiste più un dipartimento di emergenza urgenza, non ci sono più i servizi di radiologia, di laboratorio analisi, non ci sono gli ambulatori specialistici ospedalieri, sono stati smobilitati i reparti chirurgici mentre gli unici sopravvissuti (Lungodegenza e Medicina), pericolosamente sprovvisti di servizi dedicati, sono mere appendici del Perrino portate avanti fin qui solo grazie alla dedizione e la competenza dei rispettivi staff sanitari e dirigenti medici. In questo stato di cose, considerato che per disposizioni normative dello Stato centrale, per effetto della Legge di Stabilità e del conseguente Piano di Riordino imposto alla Regione Puglia, non era immaginabile, ne praticabile il ripristino dell’ospedale generalista a cui la città era abituata in passato. Chi sta cavalcando questa rivendicazione come una ipotesi possibile sta portando avanti una operazione demagogica, populista ed irresponsabile. L’Amministrazione Comunale, invece, ha percorso la strada della responsabilità e su indicazione del Consiglio Comunale ha insediato un Tavolo Tecnico, rappresentativo di tutto le istanze del territorio, che preso atto della situazione e dei vincoli di legge sopra descritti, ha definito un progetto di conversione dell’ex ospedale in grado di soddisfare a pieno i bisogni di salute del territorio. In questo scenario, pur partendo da posizioni e proposte talvolta molto diverse, si è giunti ad un documento unitario condiviso da tutti i componenti del Tavolo che è stato poi formalizzato alla ASL ed alla Regione e da questi sostanzialmente recepito. Sulla base di questo documento il “nuovo San Camillo”, si riconfigura in una logica innovativa prevalentemente al servizio al territorio che determinerà un aumento sostanziale dell’offerta di servizi sociosanitari. La Presa in Carico del paziente consentirà percorsi diagnostici e terapeutici individualizzati, che produrranno l’abbattimento dei tempi di attesa per gli esami diagnostici e favoriranno la soluzione della maggior parte delle problematiche ordinarie in loco. Una corposa attività di day service resa possibile della istituzione di una piattaforma poliambulatoriale, con la relativa dotazione di risorse umane e strumentali, ridurrà il rituale pellegrinaggio dei pazienti nei nosocomi della Provincia. L’istituzione di un Hospice e un Ospedale di Comunità completano il quadro dei servizi che saranno offerti. Il nostro PTA si pone come un modello d’avanguardia già sperimentato in molte realtà avanzate d’Italia e rappresenta un modulo di base che potrà essere variamente implementato nel tempo con ulteriori elementi di innovazione. Altro dato di assoluto interesse è che rispetto ai precedenti Piani di Conversione, il nostro è già finanziato con 8 milioni di euro che, per rassicurazioni avute dal direttore generale, saranno immediatamente spendibili per l’adeguamento logistico e strumentale del “San Camillo”. Dispiace e non si comprende la presa di distanza del Comitato SOS San Camillo a poche ore dalla firma della convezione su un documento che essi stessi avevano sottoscritto e che costituirà la premessa della delibera di approvazione del nuovo PTA che la Direzione Generale Asl sta elaborando. L’attenzione sul San Camillo deve restare alta: ora si passerà alla realizzazione concreta degli interventi previsti nel protocollo d’intesa ed alla politica rimane la grossa responsabilità di vigilare sull’attuazione concreta degli stessi; ma la direzione tracciata è positiva. Le forze politiche di maggioranza
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