da parte dell'Anac, fino a diecimila euro per la mancata adozione del piano anticorruzione 2017-2019. Quest’ultimo, infatti, andava approvato entro il 31 gennaio scorso cosi come previsto dalla legge 190/2012. Circostanza che non è sfuggita a Progettiamo Mesagne e al Movimento 5 stelle che hanno criticato l'operato dell'Amministrazione Molfetta. "L’amministrazione comunale, come rappresentato da più parti, è in grosse difficoltà, non c'è una visione chiara del futuro, si naviga costantemente a vista e si decide più in base alle convenienze politiche del momento che guardando ai reali interessi e bisogni dei cittadini", hanno spiegato Antonio Calabrese di Progettiamo Mesagne e il grillino Angelo Pacciolla che hanno messo in rilievo lo stallo esistente in città sul fronte dei percorsi della legalità. "In questo scenario desolante anche le politiche sui percorsi di legalità pagano dazio: l’Osservatorio permanente della legalità, ricostituito nel maggio 2016, è praticamente inoperativo ed ancora incompleto nella sua composizione; la Giornata della Legalità è scomparsa dal calendario istituzionale; l’adesione alla Carta di avviso pubblico, un codice etico che definisce in modo specifico comportamenti volti a garantire maggiore trasparenza e legalità nell'azione politica e amministrativa, non è mai stata presa in considerazione, probabilmente perché troppo impegnativa, nonostante l’impegno preso durante la presentazione delle linee programmatiche", hanno precisato i due esponenti politici. E' il caso di sottolineare che l’adozione del piano anticorruzione, soprattutto la sua puntuale applicazione, è essenziale per molteplici ragioni, quali ridurre il pericolo di fenomeni corruttivi o clientelari, per migliorare e rendere più efficiente la macchina amministrativa, per ridurre i costi e tempi di erogazione dei servizi ai cittadini. "È inconcepibile che su questo tema l’Amministrazione sonnecchi - hanno aggiunto Calabrese e Pacciolla - basti pensare che al momento si è consumata solo la fase di consultazione degli attori esterni chiamati a elaborare delle osservazioni al piano triennale per la prevenzione della corruzione; mentre non ci è dato sapere se è stato predisposto lo schema del piano in parola". È bene ricordare che l’adozione del Piano anticorruzione è un dovere non solo etico e morale ma anche giuridico, la cui inottemperanza, infatti, determina l’applicazione di sanzioni "che inevitabilmente graverebbero su tutti i cittadini", hanno concluso i due.
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